CAPITOLO TRE: IL SOGNO
Alfa aveva corso per almeno mezz'ora all'interno del sistema cavernoso, doveva tornare immediatamente a casa, prima che Ahsoka scoprisse il piccolo scontro avvenuto poco prima nella prateria, se fosse successo, sarebbe stato sicuramente nei guai, e grossi anche. Alfa si diresse dritto verso la stanza di Ahsoka, sperando di trovarla, è così fu.
La Togruta stava in piedi al centro della stanza rivolta verso l'ingresso. I due si guardarono per un periodo di tempo indefinito, poi Alfa scoppio a piangere, e si lanciò ad abbracciare la sorella, quest'ultima, presa alla sprovvista, inizialmente restò in mobile con un'espressione sorpresa in volto, poi dopo un istante abbracciò anche lei il fratello, e con una voce dolce e rassicurante disse " hey, furbetto, sai che non pensò veramente quello che ho detto prima, vero?", Alfa continuò a piangere, poi disse alla sorella " mi dispiace Ahsoka, non dovevo scappare in quel modo " , la Togruta sorrise, poi diede un bacio sulla fronte di Alfa, e sempre con una voce tenera disse " non preoccuparti furbetto, è colpa mia ", poi i due si staccarono. Alfa guardò fuori dalla stanza, proprio davanti a se, in direzione di un'altra insenatura, più o meno delle stesse dimensioni di quella della stanza di Ahsoka, poi si asciugò le lacrime e disse " sorellona, ormai è quasi passata l'ora di cena....", Ahsoka si mise subito a ridere, poi con voce allegra disse " tu hai l'incredibile capacità di passare da un momento toccante tra fratelli, al chiedere la cena in meno di un secondo", anche Alfa iniziò a ridere, poi entrambi si diressero verso la " cucina ", il locale aveva le stesse pareti di roccia, e la stessa forma della stanza di Ahsoka, in fondo alla sala era un mobile, una specie di tavolo rotondo di roccia bianca, in netto contrasto con quella scura delle pareti, mentre dall'altra parte della stanza c'era una specie di falò da campo, si vedeva ancora la legna bruciata. Ahsoka prese la legna bruciata, poi disse ad Alfa " vai prendere dell'altra legna nel magazzino, io invece pulisco questo macello", Alfa annuì, poi uscendo dalla stanza si addentrò ancora più a fondo nella caverna, scese per una specie di scala di roccia naturale, per poi ritrovarsi in una stanza poco più grande delle precedenti, ma con pile di casse metalliche e legname dappertutto, ogni cassa portava lo stemma della famiglia reale di Alderann, contenevano rifornimenti di ogni tipo, cibo acqua, torce per illuminare la caverna la notte, insomma tutto il necessario per sopravvivere, anche se molte volte non bastavano, insomma quasi tutte le casse lì presenti erano vuote, solo uno spreco di spazio. Organa cercava di fare il possibile per aiutarli, ma con l'impero su Lothal, non poteva inviare molte scorte, e per questo Alfa ed Ahsoka erano costretti molte volte a comprare i viveri al mercato della capitale rischiando di essere scoperti. Per fortuna i soldi non li mancavano, Bail Organa oltre ai viveri, li inviava sempre qualche credito, anche se Alfa ne ignorava il motivo, Ahsoka li aveva detto che il senatore Organa era un vecchio amico dell'ormai dimenticato Ordine Jedi, e che siccome loro due erano tra i pochi Jedi rimasti lì manteneva fino a quando Palpatine non fosse stato spodestato. Se solo Alfa avesse saputo la verità......
Alfa si diresse subito verso una pila di legna giallognola situata alla sua destra, prese un po' di tronchetti, poi quando stava per andarsene percepì qualcosa attraverso la Forza, qualcosa che aveva percepito in passato, ma che aveva sempre ignorato, pensando che si trattasse di un Olocron, uno che Ahsoka non voleva mostragli per qualche motivo a lui sconosciuto ma sicuramente valido. Questa volta però la percezione era molto più intensa del solito, come se qualcosa lo stesse chiamando, come se qualcosa urlasse il suo nome a gran voce attraverso la Forza, un tremito nella Forza stessa, un tremito talmente potente da rendere praticamente impossibile ignorarlo. Quella percezione spinse Alfa a dirigersi verso una piccolissima scatoletta metallica, non più grande di una mano, la piccola scatola era esattamente al centro della grotta, in mezzo ad un mucchio di altre casse di dimensioni normali. Alfa raccolse la scatola, titubante, qualcosa al suo interno lo stava chiamando, e stava chiamando proprio lui, non Ahsoka, non i Jedi di pochi minuti prima, lui, e solo lui. Alfa voleva aprirla, voleva veramente scoprire cosa lo stesse chiamando, e perché ora, ma allo stesso tempo voleva tenerla chiusa, Ahsoka non li aveva mai permesso di aprirla e tanto meno di avvicinarsi, ed aveva sicuramente i suoi buoni motivi per farlo. Il ragazzo alla fine decise che era meglio lasciarla chiusa, sua sorella si sarebbe di sicuro infuriata se avesse fatto il contrario; si erano appena riappacificati dopo una tremenda discussione non era il caso di incominciarne un'altra, senza contare il mercantile ribelle che era atterrato poco prima nella prateria difronte, Ahsoka non se ne era accorta, probabilmente perché le spesse pareti di roccia del canyon rendevano le caverne praticamente insonorizzate; ma sicuramente prima o poi avrebbe scoperto il piccolo scontro nella prateria.
Alfa stava per rimettere a posto la piccola scatola metallica, quando quest'ultima si aprì quasi automaticamente, rivelando al suo interno ciò che custodiva. Era effettivamente un olocron Jedi, ma emanava una strana energia, una molto strana. Alfa stava per richiudere la piccola scatola, ma una luce abbagliante partì dall'olocron, ed investi il ragazzo facendogli perdere i sensi.
---------
Padmé era seduta sul suo letto, nella piccola capanna su Tatooine che da 16 anni aveva imparato a chiamare casa, e come tutte le notti da quando aveva lasciato i suoi figli, piangeva e si disperava, piangeva per Anakin, per Luke, per Leia, per Alfa, per tutto ciò che aveva perso. Anche se erano passati 16 anni dalla caduta della repubblica e dalla morte di suo marito, anche se in senso figurato, la donna non riusciva a darsi pace, si chiedeva spesso se avrebbe potuto fare di più, e se avesse potuto farlo, cosa? Porgeva queste domande anche ad Obi-Wan, e le sue risposte erano sempre le stesse: " non avresti potuto fare niente, Anakin a scelto da solo la sua strada ", queste erano le parole del vecchio Jedi, e forse erano la verità, ma Padmé non poteva accettarlo, e non l'avrebbe mai fatto, non poteva farlo.
Dopo quasi 3 ore, seduta sul suo letto a piangere e a disperarsi, come ormai era solita fare ogni notte, Padmé si decise a dormire, poso la sua testa sul cuscino e chiudendo gli occhi si sforzò di riposare, l'indomani suo figlio Luke si sarebbe alzato presto per riparare un paio di condensatori, usati da suo zio Owen per produrre umidità, ciò che li permetteva di mantenere la famiglia, e Padmé voleva vedere suo figlio all'opera, voleva vederlo riparare qui condensatori, come solo lui ecsuo padre sapevano fare, anche se avrebbe dovuto osservare il tutto da lontano, e da un nascondiglio sicuro.
La ex senatrice, si sforzò ancora di più per prendere sonno, sperando che il mondo dei sogni li avrebbe dato un breve momento di pace da quella vita, che senza Anakin, e senza i suoi figli era diventata un'inferno. Quando riuscì a prendere sonno, la donna si ritrovò in uno spazio a lei sconosciuto, vuoto ed interamente bianco. Confusa e disorientata, Padmé si guardò intorno cercando qualcosa che la potesse aiutare ad orientarsi, non vide nulla, solo il bianco; sapeva di essere in un sogno, ma sapeva anche che quello non era un sogno qualsiasi. Una speranza si fece largo all'interno del cuore della donna, la speranza che quel sogno fosse un appello di aiuto, un grido d'aiuto da parte di suo marito, un'idea folle sicuramente, ma ormai Padmé riponeva la speranza di poter riabbracciare suo marito e i suoi figli in ogni cosa, giacche, ormai, non gli era rimasto altro che quella, la speranza. All'improvviso, lo spazio bianco intorno alla senatrice si trasformò in una camera di ospedale, con un letto e tre culle all'interno; sul letto, Padmé vide una donna, se stessa, con il busto appoggiato allo schienale e con un neonato in braccio, avvolto dalle sue braccia amorevoli. Padmé stava riguardando uno dei momenti più belli che aveva trascorso con uno dei suoi figli, il più bel momento che aveva trascorso sull'asteroide Polis Massa, oltre 16 anni prima. Le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi della donna, avrebbe voluto riabbracciare il suo terzo figlio, avrebbe voluto riabbracciare tutti i suoi figli, e soprattutto suo marito. Padmé non fece in tempo a capacitarsi di come fosse possibile che lo spazio mutò ancora; questa volta si trasformò in una caverna, illuminata da poche torce elettriche a batteria, che rendevano abitabile quel luogo, nel mezzo della grotta vi era un ragazzo, di appena 16 anni, rivolto verso di lei. Padmé notò subito sul volto del giovane alcune somiglianze con il suo e quello di Anakin, a quel punto non gli fu difficile fare due più due. Il ragazzo che Padmé aveva difronte era suo figlio, e il luogo dove entrambi si trovavano era un mondo onirico, probabilmente creato dalla Forza stessa, e probabilmente i due stavano comunicando attraverso la Forza. Padmé non si chiese nemmeno come fosse possibile una cosa del genere, anzi, inizio subito a correre verso suo figlio, urlando il suo nome a squarciagola, fece a malapena metà della distanza tra lei e il figlio prima che una luce azzurra, comparsa improvvisamente dinanzi a lei, la accecò.
Padmé si risvegliò nel suo letto, e come se fosse un gesto automatico, scatto con il busto eretto gridando "ALFA!". L'urlo mise in allarme Kenobi, che entrò in camera di Padmé con un'angoscia nel cuore, fu solo dopo aver aperto la porta della camera da letto, che il Jedi realizzo ciò che aveva urlato la sua amica con il cuore infranto. Appena entrato, Obi-Wan vide la sua amica seduta sul letto, che ansimava e con le lacrime agli occhi; il Jedi si avvicinò cautamente, e con un gesto dolce e delicato, tocco la spalla della donna, poi con un tono di voce rassicurante chiese "Padmé, cosa ti è successo?", la donna non rispose, era troppo occupata a piangere per il dolore, il dolore di aver rivisto uno dei suoi figli, e di non avergli neppure potuto parlare. Senza ricevere nessuna risposta, il Jedi si sforzò di capire cosa avesse provocato la disperazione dell'amica, era abituato a vederla piangere; ogni mattina e ogni notte Padmé si disperava per ciò che aveva perso oltre 16 anni prima, e lui non poteva fare nulla per consolarla, anzi qualunque cosa facesse sembrava aumentare il dolore di entrambi. Kenobi osservo la donna piangere senza sapere come consolarla, per qualche altro secondo, poi ripensò al nome che aveva gridato Padmé in preda alla disperazione pochi istanti prima. Padmé aveva urlato il nome di suo figlio, presumibilmente appena sveglia, "forse ha fatto un sogno su Alfa", penso Obi-Wan, ma non poteva averne la certezza, solo Padmé poteva averla. A quel punto il Jedi era più che determinato a consolare la donna, quindi chiese di nuovo, ma questa volta con un filo di insistenza nella voce "Padmé, posso sapere cosa è successo?", a quel punto, Padmé capí che non sarebbe servito a nulla piangere e disperarsi, suo figlio era lontano, su un pianeta sperduto in chissà quale punto della galassia, e per fortuna era protetto da una delle migliori combattenti che esistessero, suo figlio era al sicuro, e sicuramente la famiglia si sarebbe riunita, prima o poi. Asciugandosi le lacrime, e sforzandosi di sorridere, Padmé rispose "niente, era solo un brutto sogno", poi si girò verso la finestra posizionata alla sua destra, esattamente dalla parte opposta a quella di Obi-Wan, e così facendo notò che era giorno inoltrato, i Soli Gemelli di Tatooine erano alti nel cielo, come tutti i giorni su quel maledetto pianeta d'altronde, poi all'improvviso Padmé si ricordò di Luke e dei condensatori, doveva andare a osservare suo figlio, aveva anche trovato il nascondiglio perfetto, erano 3 giorni che si preparava a quell'evento che per lei era uno dei pochi momenti di felicità, vedere suo figlio vivere una vita normale, senza Jedi, Sith, ribellioni o guerre, solo la semplice normalità, che Padmé sapeva essere temporanea. Obi-Wan sembro quasi leggerla nel pensiero, aveva già capito cosa stava pensando la donna, così disse " Hai dormito per quasi 13 ore, oramai Luke avrà già riparato i condensatori", Padmé rimase stupita, non credeva di aver dormito per così tanto tempo, all'interno del sogno sembravano passati solo pochi secondi, mentre nella realtà erano passate moltissime ore, cercò di non pensarci, non ne aveva il tempo. Padmé si rimise subito in piedi, poi rivolgendosi all'amico Jedi, cercando anche di nasconderli il dispiacere per non essere andata a vedere Luke disse "bene, è tardi, vado a cambiarmi e poi ti preparo qualcosa da mangiare Obi-Wan", Kenobi la guardò perplesso, la sua amica aveva cambiato argomento e atteggiamento come se nulla fosse, voleva sicuramente nascondergli il suo dolore, ma Obi-Wan era più che determinato a consolarla, e almeno per qualche ora, evitare che ci pensasse, quindi, mentre la donna usciva dalla stanza, il maestro Jedi le disse "Padmé, so che per te era una cosa importante andare a vedere Luke, ma ci saranno altre occasioni, vedrai", Padmé si fermò di colpo, appena sulla soglia della porta, non emise nessun verso, e non fece niente, disse soltanto con una voce ferma "non lo so Obi-Wan, credo che tra non molto arriverà quel giorno", il Jedi rimase sorpreso dalle parole della donna, quel giorno di cui parlava lei, era il giorno in cui per Luke, Leia ed Alfa sarebbe arrivato il momento di affrontare ed uccidere il padre, almeno secondo il vecchio Jedi, mentre secondo la ex senatrice, il giorno tanto atteso e tanto temuto allo stesso tempo da entrambi sarebbe stato il giorno in cui Anakin sarebbe tornato alla luce. Mentre Padmé varcava la soglia della stanza Obi-Wan rimase immobile a pensare, le ultime parole di Padmé lasciavano trasparire qualcosa di più della delusione per non essere andata a vedere Luke, c'era qualcos'altro che la turbava, e il vecchio Jedi era più che sicuro che quel qualcos'altro era quel "brutto sogno" che aveva fatto, cosa fosse esattamente quel sogno, probabilmente non lo sapeva neanche Padmé e questo non fece altro che aumentare le paure di Obi-Wan.
*******
Alfa si svegliò di colpo, non riusciva a capire cosa fosse successo, l'ultima cosa che ricordava era una donna, una donna circa quarant'anni o poco più che lì correva incontro gridando il suo nome, mentre lui non poteva fare nulla, camminare, parlare o persino cambiare espressione del viso, "doveva essere un sogno" pensò tra se Alfa, anche se per lui, era stato tutto troppo reale per essere un semplice sogno. "Comunque sia ora devo capire cosa è successo con quell'Olocron" pensò fra se Alfa, così facendo si alzò, fu solo allora che si rese conto di essere nella sua stanza da letto. La camera era l'esatta copia di quella di Ahsoka, solamente che era grande la metà. Alfa iniziò a chiedersi come era finito lì, insomma, riusciva a ricordare chiaramente che prima di perdere i sensi, si trovava nel magazzino, come diavolo aveva fatto ad arrivare nella sua camera? La risposta non tardò ad arrivare da sola, Ahsoka entrò nella stanza, attirando l'attenzione del ragazzo che si girò verso di lei, poi con un leggero tono di rimprovero, ma che lasciava trasparire un po' di sollievo la Togruta parlò "ti ho portato io qui" fece una pausa "ti ho trovato privo di sensi in magazzino...", Alfa sospirò, era stata Ahsoka a trovarlo in magazzino, quindi aveva sicuramente visto l'Olocron, e quindi era sicuramente furiosa con lui, Alfa imprecò mentalmente, sapeva che stava per iniziare una seconda litigata da antologia, e che probabilmente sarebbe stata più cruenta della guerra dei cloni, ma stranamente, Tano si calmò, e con un tono gentile e allo stesso tempo cauto chiese "cosa è successo la sotto?", Alfa rimase sorpreso, e non poco, si sarebbe aspettato una ramanzina, seguita a ruota da una litigata furiosa tra lui e la sorella, eppure nessuno di tutto questo avvenne, Ahsoka era stranamente calma e rilassata, ma allo stesso tempo tesa, temeva qualcosa, temeva che Alfa avesse avuto una visione, o un sogno, riguardante suo padre e sua madre. Sfortunatamente per Ahsoka, Alfa aveva intuito che stava nascondendo qualcosa, quindi il ragazzo, più che determinato a scoprire cosa stesse nascondendo la sorella chiese "cosa c'è in quell'Olocron Ahsoka?", la Togruta rimase pietrificata, non si aspettava di certo una domanda così diretta, e sopratutto su quell'Olocron, anche se avrebbe potuto immaginarmi una domanda del genere. Cercando di mascherare la sua preoccupazione dietro un finto tono di rimprovero disse "è un Olocron, sai bene quanto sia potente, e che potrebbe rifiutarsi di svelarti il proprio contenuto", fece una pausa "probabilmente è proprio quello che è successo", Alfa iniziava ad innervosirsi davvero, Ahsoka li stava dicendo che quello che era successo era una cosa del tutto normale, ma non poteva esserlo, non era normale che un Olocron chiamasse qualcuno a se, sopratutto un orfano, e nemmeno che quello stesso Olocron si apra da solo e che provochi sogni tanto vividi a quello stesso orfano. Alfa cerco di calmarsi, ricordando la litigata di poche ore prima, voleva delle risposte ma voleva anche evitare di perdere la sua maestra, quindi con una voce ferma, che allo stesso tempo visibilmente invitata disse ad Ahsoka "quello che è successo non è normale, quindi evita di farmelo passare come tale!", Alfa fece un sospiro, poi con voce calma, e sperando che ciò avrebbe almeno contribuito a convincere la sorella a parlare continuò "mentre ero privo di sensi, ho fatto un sogno", Ahsoka lo interruppe "hai fatto un icubo per caso?", Alfa continuò il suo discorso, senza badare ad Ahsoka "non era semplice sogno però......era....così vivido....così reale che....", la Togruta interruppe il fratello adottivo ancora una volta "a volte i sogni sembrano reali", Alfa guardò Ahsoka con degli occhi perplessi e allo stesso tempo confusi, Tano sospirò e con un tono quasi rassegnato disse "continua Alfa", il ragazzo rise sotto i baffi, forse il suo piano stava funzionando, forse avrebbe ottenuto qualche risposta, quindi continuò "nel sogno...mi sono trovato davanti ad una donna, dalla sua età avrebbe potuto essere mia madre.....", Alfa fu interrotto per la terza volta da Ahsoka, che questa volta con un tono cauto e malinconico disse "Alfa, tua madre è...." fece una pausa, come se le parole non volessero uscire dalla sua bocca "morta", Alfa si incupì subito, e questa volta non era una recita per intenerire Ahsoka ed ottenere qualche risposta, anzi, le ultime parole di sua sorella adottiva erano state come un colpo di blaster per Alfa: i suoi genitori, i genitori che non aveva mai conosciuto. Fu a quel punto che Alfa si accorse di non conoscere praticamente nulla sui suoi genitori, si era sempre fidato di Ahsoka e non aveva fatto domande, ma ora iniziava ad avere dei dubbi sulla sincerità della sorella; " cosa cazzo mi salta in testa, Ahsoka potrà anche avere i suoi segreti, ma ciò non significa che mi abbia mentito sulle mie origini", pensò Alfa mentre si toglieva i dubbi sulla sorella dalla testa, Ahsoka non li avrebbe mai nascosto una cosa del genere.
Alfa guardò la Togruta, che in quel momento sembro sbiancare, poi con un il tono di voce che aveva usato prima, ma con un lieve tono speranzoso, il ragazzo disse "so bene che è morta, ma se invece non fosse così, se fosse ancora viva, e se mi stesse cerando?", Alfa stava quasi per piangere, e la stessa cosa valeva per la Togruta, che avvicinandosi al fratello, ancora seduto letto disse con un tono malinconico "mi dispiace Alfa ma ho visto io stessa il corpo di tua madre senza vita,e anche quello di.....tuo padre", Alfa si asciugò immediatamente le lacrime, si era appena reso conto che facendosi prendere dalla tristezza aveva appena buttato nel cesso tutto il lavoro di recitazione e di diplomazia che aveva fatto negli ultimi minuti, di conseguenza decise di voler restare da solo, quindi si rivolse alla sorella adottiva dicendo " Ahsoka, potrei restare solo, devo riposare", Alfa imprecò mentalmente, tra tutte le scuse che poteva utilizzare, quella era la più stupida, aveva appena dormito per un tempo indeterminato e per quanto ne sapeva poteva essere anche tardo pomeriggio. Ovviamente Ahsoka rispetto la volontà di Alfa, e dando un bacio sulla fronte del ragazzo, ancora seduto sul letto, disse " ok, vedo che 13 ore filate di sonno non sono abbastanza per schiarirti le idee", poi si voltò e se ne andò, lasciando Alfa solo nella stanza che continuava a pensare cosa voleva significare quel dannatissimo sogno.
*******
Ezra, Sabine, Zeb e Kenan si stavano preparando per entrare nel complesso sistema caverne, mentre Choper ed Hera si preparavano a far decollare lo Spettro nel caso in cui l'impero gli avesse trovati. Kenan e Zeb erano particolarmente irritati e ciò si riflette anche nel loro modo di preparasi, infatti, i due avevano sorpreso il Jedi e la Mandaloriana la sera prima, mentre si accingevano a dirigersi verso il canyon con l'intenzione di "arruolare" Alfa ed eventualmente Ahsoka nella squadra e fortunatamente i due erano stati fermati in tempo.
Una volta che tutti ebbero finito di prepararsi per la possibile battaglia, scesero dal mercantile, e si diressero verso una caverna nascosta dalla vegetazione, la stessa caverna dalla quale era uscito Alfa la prima volta, Zeb guardò Sabine che camminava alla sua destra, e gli disse con un tono dubbioso "ragazzina, sei sicura che quella caverna che tu ed Ezra avete trovato ieri sera ci porti nel posto giusto?", Sabine si voltò di scatto, la ragazza indossava ancora il suo elmo, rendendo impossibile al Lasat vedere la sua occhiataccia, che fu seguita da una risposta di scherno "hey, guarda che io ho sempre ragione, e inoltre questa è l'unica entrata al Canyon", Zeb sbuffo, non era affatto contento di essere la, avrebbe preferito di gran lunga far saltare in aria la base delle comunicazioni imperiali nella capitale di Lothal, come avevano previsto il giorno prima, ma il ragazzo della sera prima aveva incuriosito Kenan e quindi il programma era saltato. Zeb sbuffo ancora una volta, poi chiese a Kenan, che insieme ad Ezra camminava in silenzio davanti a loro "Kenan, se sicuro che il ragazzo e il suo maestro valgano tutta questa fatica?", Kenan rispose senza voltarsi "si Zeb, il ragazzo ha sconfitto me ed Ezra, direi che ne vale la pena no", Zeb sbuffo ancora, e con un tono a dir poco infastidito rispose "si ma tu ci sei andato leggero con lui e il ragazzino non sa nemmeno come si impugna una spada laser", Ezra che essendo di fianco a Kenan aveva sentito tutto intervenne più che deciso a schernire il Lasat "almeno io ho combattuto, a differenza di un certo gorilla tutto muscoli di mia conoscenza", il Lasat sbuffò ancora una volta poi rispose con un tono decisamente irritato "hey moccioso, è stato Kenan a dirmi di aspettare davanti allo Spettro" Ezra rise sotto i baffi, poi rispose a tono "certo Zeb, è quello che direbbe un codardo, e poi non ho detto che eri tu il gorilla a cui mi riferivo", Zeb sbuffo ancora una volta, ma questa volta molto più rumorosamente, a quel punto tutti capirono che era meglio per Ezra tacere, Zeb non aveva molto autocontrollo, anzi non ne aveva proprio, è in quel momento sembrava quasi scoprire dalla rabbia, avrebbe perfino potuto sparare ad Ezra per quanto era arrabbiato. Fortunatamente il ragazzo non disse nulla e si limitò a ridere sotto i baffi.
Il gruppo si fermò davanti all'ingresso della caverna, non c'era vegetazione davanti all'ingresso, almeno, non una vegetazione cosi fitta da nasconderlo. Kenan non perse tempo, e prendendo il comunicatore dalla tasca dei pantaloni chiamò lo Spettro dicendo "Hera, ci siamo", Hera fece un sospiro che si sentì anche attraverso il piccolo comlink, poi disse "ok, avete 3 ore, poi uscite subito di lì, voglio vedervi tornare tutti vivi, anche Zeb" a quel punto Ezra scoppiò a ridere, ma fu fermato dopo qualche secondo da un pugno di Zeb, Kenan sospiro poi riprese a parlare tramite i comunicatore "va bene, da qui in poi niente più comunicazioni l'impero potrebbe localizzarci altrimenti", il Lasat sbuffó "sarebbe stato diverso se avessimo distrutto la base delle comunicazioni, invece di essere qui", tutti sospirarono, poi ognuno impugnando le armi entrarono nella grotta, prestando la massima attenzione verso ulteriori pericoli.
********
L'agente imperiale Alexander Kallus camminava rapidamente verso la sala di controllo della base delle comunicazioni imperiali su Lothal, scortato da due soldati, entrando nella stanza disse con voce autorevole e impaziente "rapporto capitano". La stanza era semicircolare con un'immensa vetrata che permetteva una visione verso l'esterno, opposta alla porta, all'interno invece c'erano un'infinità di console e computer, a cui lavoravano dei funzionari imperiali. In piedi davanti alla vetrata il comandante imperiale in divisa nera, si girò di colpo verso Kallus, e facendo un saluto militare rispose "signore, abbiamo intercettato una comunicazione sospetta, stiamo cercando di capirne la provenienza", Kallus alzò un sopracciglio, poi ordinò al capitano "fatemela ascoltare", un operatore premette un pulsante e dalla sua console fuori uscì il segnale radio: "H... ci sia......", poi un'altra voce "ok......vogl...ved....are....i...vi...anc....Zeb", Kallus fece cenno all'operatore di spegnere la comunicazione, poi fece un ghigno, aveva riconosciuto le voci della trasmissione, erano Kenan Jarrus e Hera Syndulla, due dei membri della squadra Spettro, la cellula ribelle di Lothal, lo stesso gruppo di sovversivi a cui stava dando la caccia già da tempo, è che non riusciva a catturare, ed aveva appena intercettato una delle loro comunicazioni, e poteva localizzarli, sperava solo che fossero in una zona in cui ,è forze imperiali avrebbero potuto prenderli con facilità. L'imperiale guardò il capitano sperando che avessero localizzato la fonte del segnale, il capitano annui poi disse "signore, abbiamo localizzato la fonte, si trova nei pressi di un Canyon dall'altra parte del pianeta rispetto a noi", Kallus imprecò mentalmente, erano in un canyon, quindi un luogo chiuso in cui sarebbe stato facile intrappolarli, a su trovava dall'altra parte di Lothal, il che spiegava anche la scarsa qualità del segnale radio, ma significava anche che erano distanti da qualsiasi squadrone imperiale. Tutti tranne uno, a Kallus venne un'idea geniale. In orbita sopra Lothal vi era uno Star Destroyer, con la sua velocità avrebbe potuto raggiungere lo Spettro in pochissimo tempo, e scaricare a terra truppe e veicoli in numero abbastanza elevato da bloccare ogni possibile uscita del Canyon. Kallus fece un ghigno poi ordinò "informate il Predator che ha l'ordine di direnerai alla fonte del segale radio e di bloccare qualsiasi uscita dal canyon", il capitano fece un saluto militare poi esequie l'ordine, mentre Kallus, soddisfatto, sorrise, aveva lo Spettro in pugno, e questa volta avrebbe sterminato i ribelli.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top