14. Arrivo a Javaal
Hancillas
Gli allarmi della nave suonano per qualche secondo: è il segnale che stiamo uscendo dall'iperspazio.
Raggiungo subito il ponte, passando in mezzo ai membri dell'equipaggio in agitazione; lì trovo i soliti ufficiali di ponte, ma c'è una differenza sostanziale: i computer e le console sono state riparate.
"Siamo sopra Javaal" disse sempre lo stesso ufficiale di ponte, dimostrando però un evidente nervosismo.
"Ci stanno attaccando?" chiedo osservando le navi che si fanno battaglia davanti a noi.
"No, ma credo che una squadriglia di caccia si stia avvicinando a noi".
Cerco di individuare i caccia, ma in quel caos non si capisce un gran ché. Allora chiedo una scansione del campo di battaglia, e il piccolo oloproiettore del ponte si attiva con un guizzo. Le navi proiettate sono facili da distinguere: i triangoli minori e maggiori sono i vascelli imperiali; le altre forme le navi repubblicane.
"Quelli, Jedi" dice l'uomo indicando un gruppo di piccole forme in avvicinamento.
"Ingrandisci l'immagine: devo capire se sono alleati o nemici" dico con una certa durezza che non avrei voluto mettere nella voce. E se non mi riconoscessero? E se la Repubblica mi considerasse una fuorilegge come loro?
In quel momento i caccia vengono esclusi dalla battaglia e ingranditi dall'oloproiettore: le forme inconfondibili dei caccia classe Liberator mi danno nuova speranza; se li contatto in tempo forse ci salveremo!
"Tentate di contattare quei caccia: riconosceranno sicuramente la mia autorità!" dico con gioia, e non senza qualche bisbiglio l'addetto riesce nel suo compito e passa il canale all'oloproiettore. La mappa scompare e viene sostituita da un raffinato volto Umano. "Sono il Maestro Hulig Patamos. Chi siete, e perché siete qui?"
Prendo un respiro e mi faccio coraggio. "Sono la Cavaliere Jedi Hancillas, Maestro. Ero stata catturata mentre mi trovavo su Alderaan, ma ora sono libera e pronta a proseguire la mia missione".
Il Maestro abbandona la sua espressione severa e sorride. "Il Consiglio ha avvisato tutti della tua scomparsa, Hancillas, ma a quanto pare sei ancora tra di noi!"
Provo una strana sensazione, e capisco subito che è la conseguenza delle mie bugie. Dentro di me penso di aver lasciato l'Ordine, ma ora che sono in pericolo non mi sono fatta problemi a dire che sono una Jedi. Cosa sono diventata, una stupida opportunista? Oppure semplicemente una codarda che non osa ammettere la verità per paura delle conseguenze?
"Sì" rispondo semplicemente, e sento le labbra tremare; devo rimanere forte.
"Bene, allora avrei bisogno del tuo aiuto: un cacciatore di taglie ha ucciso la mia Padawan e si sta muovendo nella nostra ammiraglia. Raggiungilo e portamelo prima che arrivi qui e devasti il ponte. L'intera battaglia dipende da te!"
Il cuore mi balza in gola: è lui! Thres è nella nave, e la mia missione è di catturarlo. "Va bene" dico respirando a fatica, "sarò subito lì".
Un attimo dopo, qualcosa colpisce il ponte e senza un mio comando la Inexpugnable apre il fuoco, spargendo una raggiera di turbolaser che non mi sarei mai aspettata da una nave di queste dimensioni. Ma è comunque solo un semplice dettaglio per me. "Se lo salvo, è definitivo".
Il solito ufficiale mi tira un'occhiata senza riuscire a capire; forse dovrei dirgli dove andare. E fossi una vigliacca gli direi di far rotta per qualche sistema spopolato per evitare di dover scegliere tra il Consiglio e la mia famiglia. Ma non lo sono, e affronterò questo bivio, senza ancora sapere cosa sceglierò.
"Punta alla sorgente del segnale, all'ammiraglia della Repubblica" ordino, e subito la nave cambia rotta e sento la spinta dei propulsori che fa vibrare il pavimento; i cannoni continuano a far fuoco, ma non mi interesso della battaglia.
Esco dal ponte e mi dirigo al turboascensore. Seleziono l'hangar, dove sono già stata, e trovo questa volta i portelloni aperti: anche qui vedo la battaglia. "Odio questa inutile guerra" mormoro, ma subito me ne pento. Non avrei mai detto "odio", prima. Mai. Ma prima ero una Jedi, e ora?
Sgrullo la testa per non pensarci e raggiungo il mercantile. Non è una nave agile, e neanche veloce; non mi interessano le sue caratteristiche, solo il fatto che dovrebbe riuscire a portarmi fino all'ammiraglia viva e vegeta.
Salgo sulla passerella d'imbarco e sento dei passi dietro di me. Mi volto e trovo alcuni uomini con i fucili alzati. "Esci dalla mia nave!" mi urla uno di loro, e sarei tentata dall'andarmene, eppure non lo faccio.
"Devo raggiungere l'ammiraglia repubblicana, e non mi interessa di chi è questa nave; te la porterò intatta, va bene?"
Percepisco il pericolo ed estraggo la spada laser nel giusto momento per parare una serie di scariche blaster. Tiro a me il primo dei combattenti e lo trafiggo per finire in fretta lo scontro; scaglio una cassa in mezzo ad altri due e colpisco il quarto con un calcio alle gambe. Lui cade e allora lo uccido con un colpo di grazia. Il quinto indietreggia spaventato, e lo aiuto nel raggiungere il fondo dell'hangar con una spinta della Forza.
"Che succede, Jedi" dice uno dei due scagliati a terra mentre si rialza, "ti fai prendere dall'ira?"
Cosa mi sta succedendo?
Ritrovo solo allora il senso dell'equilibrio e sento come una grande energia uscire da me. Il confine col Lato Oscuro è sottile; i Jedi lo dicono sempre. E forse ho appena superato quel confine. Perché ho fatto tutto ciò?
"Allora, Jedi?" mi provoca ancora lui.
Ti stai facendo suggestionare, Hancillas, cerco di rasserenarmi. In fondo, mi sono solo difesa, come molte altre volte. Ma qualcosa è cambiato in me, lo percepisco; forse perché ho provato piacere nel mettere a tacere il primo fuorilegge.
L'altro a terra si rialza e senza esitazione estrae una vibrolama e mi salta addosso; recuperato il mio equilibrio, lo respingo con la Forza e defletto i colpi sparati da quello che mi ha parlato. Lo colpisco a una gamba, e lui cade stringendola a sé.
"C'è troppo odio in te per essere una Jedi".
Mi guardo intorno ma non capisco da dove proveniva la voce. Sono sul punto di impazzire; voglio andarmene da quell'hangar. Entro nel mercantile correndo e mi fiondo nella cabina di pilotaggio. Attivo tutti i sistemi e decollo cercando di concentrarmi sulla nave per non pensare. E' un buon metodo, devo ammetterlo.
Esco dall'hangar e scivolo in mezzo al fuoco dei turbolaser; mi concentro sui due destroyer imperiali che stanno attaccando la Inexpugnable e di cui prima non mi ero neanche accorta. Uno dei due è molto danneggiato, mentre l'altro sta assumendo una posizione che possa fargli da scudo. Non voglio interferire con la battaglia, anche perché con un mercantile praticamente disarmato non potrei fare un gran ché. Gli Imperiali devono pensare la stessa cosa perché infatti non vengo minimamente attaccata, mentre caccia e navette mi volano accanto senza colpirmi.
Faccio rotta per l'ammiraglia del Maestro Patamos, di cui so le coordinate, e vedo che è completamente isolata dal resto della battaglia, insieme a un paio di corvette classe Thranta. Raggiungo il gruppo senza intoppi, coi motori della nave che ruggiscono e l'attimo dopo sembrano sul punto di spegnersi.
"Che farai? Seguirai la via dei Jedi, o quella dei Sith?"
"Io non sono una Sith!" urlo, ma non ricevo nessuna risposta.
"O Jedi, o Sith. La Forza non ha via di mezzo".
"Come puoi dirlo?"
E' nella mia testa. La voce è nella mia testa, vuole convincermi a diventare una Sith. Ma io non sono una Sith, non sono una seguace del Lato Oscuro: tutte le mie azioni sono sempre state guidate dal Lato Chiaro. Eppure...
Appena ripenso all'hangar chiudo gli occhi e aumentò la velocità, entrando nell'hangar coi motori spinti al massimo. Blocco i reattori, e con uno stridio il mercantile rallenta e poi atterra fermandosi a un paio di metri da una nave dalla forma particolare.
"Lui è qui".
Ancora la voce! Mi copro le orecchie per non ascoltare ma continua nella mia testa: "Cosa farai? Sith, o Jedi?"
Esco dal mercantile cercando di chiudere la mente, e mi vengono incontro alcuni soldati. "Signora, abbiamo bloccato il cacciatore di taglie nella sala ascensori: presto le nostre truppe le raggiungeranno".
Devo salvarlo. Per ora, l'importante è impedire che lo prendano; poi deciderò come proseguire. "No, fermatele: andranno incontro alla morte" ordino subito. I soldati obbediscono e mandano un messaggio col comlink, quindi io continuo: "Il Maestro ha chiamato me per un motivo, e non voglio che altre vite vengano sprecate per un semplice cacciatore di taglie".
"Avete ragione, Jedi".
I soldati rimangono nell'hangar e io mi avvio di corsa verso Mitth'res, di cui sento la presenza. Non sa di essere in pericolo, ma agendo per salvarlo rimarrò nel Lato Chiaro. "Oppure è solo egoismo? Egoismo di un Sith?"
Urlo per scacciare la voce, e proseguo nella corsa.
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