PROMPT: Han Solo, n°30 (R.2)
N°30 - "Battito accelerato, respiro affannoso, guance arrossate... Non mi serve la laurea in medicina per capire che sei pazza di me, tesoro."
Han X Lettrice
Richiesto da: Bebalovw
DATA STELLARE 5 BBY.
Spazioporto di Nar Shaddaa.
La fresca brezza notturna ti accarezza il viso e i capelli, portando con sé un pungente odore di metallo, olio e carburante che ti graffia i polmoni.
Carichi un altro scatolone pieno di rifornimenti sul carrello accanto a te, per poi permetterti di sollevare un secondo lo sguardo, contemplando gli astri che brillano nello spicchio di cielo che l'hangar lascia intravedere. Con il lerciume che regna nella Luna dei Contrabbandieri, superiore a Mos Eisley in fatto di concentrazione di feccia, è quasi liberatorio per te ammirare la bellezza delle stelle.
Chiudi gli occhi, beandoti di questo silenzio, disturbato soltanto dal rumore delle aeronavi che sfrecciano per le strade.
"Chissà dove sarà finito?" non puoi fare a meno di pensare, più seccata che curiosa di sapere dove si trovi quell'incosciente.
Lui, la sua incoscienza, la chiama "coraggio", ma, come dici tu di solito, è facile essere coraggiosi quando non si ha nulla da perdere.
Gareggiare in una corsa di swoop. Davvero un'idea geniale, Solo!
Il fatto che siano di più i piloti che ci rimangono secchi di quelli che portano a termine il percorso spaventerebbe qualsiasi individuo in possesso anche di un solo briciolo di coscienza. Ma non Han Solo, che, quando si tratta di rischi, si comporta come una lamina di metallo attratta da una calamita.
Non ritieni che un simile soggetto sia degno della tua preoccupazione, eppure l'ansia che possa accadergli qualcosa sta assorbendo tutti i tuoi pensieri. La verità è che tieni troppo a lui per poter sopportare l'idea di perderlo e il guaio è che ti sei affezionata alla persona più sbagliata a cui ci possa affezionare. Ma, quel che è peggio, temi che non sia solo affetto ciò che provi per lui...
Lo scorrere di una porta automatica dietro di te e dei passi che si avvicinano ti mettono improvvisamente sull'attenti e una voce familiare, fastidiosamente piena di boria, ti riempie le orecchie.
«Puoi scommetterci, Chewbe! Quel pallone gonfiato di Dengar non ha alcuna speranza con uno come me. Stracciarlo sarà uno scherzetto.»
È l'ululato di un Wookiee a rispondere a quelle parole, alle quali tu, invece, reagisci stringendo furiosa i denti.
Segue un attimo di silenzio, il che vuol dire che sia Han che Chewbe si sono fermati. Puoi ben percepire la fastidiosa sensazione dei loro sguardi indagatori su di te, ma non hai né la voglia né il coraggio di voltarti. Continui, piuttosto, a caricare i tuoi scatoloni sul carrello, senza nemmeno renderti conto della forza sempre maggiore con la quale li stai appoggiando -- inutile dire che hai i nervi a fior di pelle.
Ma rimani con un fardello a mezz'aria quando, con la coda nell'occhio, noti Han fare un gesto a Chewbacca; non riesci a decifrarlo, ma vedere il Wookiee che se ne va e il giovane che invece si avvicina ti è sufficiente per capire.
«Hey, Y/N.»
«Ciao, Han» rispondi con aria assente, girandoti verso di lui e comportandoti come se ti fossi accorta solo ora della sua presenza.
Un brivido ti percorre la schiena nell'individuare le scintille che le stelle gli riflettono negli occhi, all'apparenza placidi e limpidi come il cielo del mattino ma, dentro, tempestosi come un uragano. Ti ci perderesti volentieri in quegli occhi, ma la rabbia che provi verso di lui in questo momento non te lo permette.
«Sono passato a salutarti» spiega Han, appoggiandosi le mani sui fianchi. «Sai, quella corsa di swoop, domattina, non si vincerà da sola.»
Non accenni una risposta, piuttosto ti sforzi di mantenere un'espressione severa e distaccata, per poi dargli nuovamente le spalle, tornando alla tua mansione.
«Ma... Tu non vuoi che lo faccia, dico bene?» azzarda lui, che ha già capito che qualcosa non va.
Sospiri, evitando di voltarti indietro. «Sei abbastanza grande per prendere le tue decisoni, Han. E io le rispetto...»
... Anche se sembrano un suicidio bello e buono.
Pensavi di esserti tenuta per te questa osservazione, ma anche lei ha trovato il modo di uscirti di bocca. Tuttavia, Han non sembra essersene accorto, o almeno, non pare volertelo far notare.
«E...» continua il giovane pilota, serrando le labbra. «Non c'è niente che vorresti dirmi prima che vada?»
Vedendolo inclinare la testa di lato nel tentativo di sbirciare il tuo operato, ti volti di nuovo.
«Sì» ammetti, sicura.
Dallo sguardo di lui si direbbe che si stia attendendo chissà che cosa, ma non vuoi illuderlo troppo.
«In bocca al lupo» gli auguri, in modo neanche troppo sentito: prima Han toglierà il disturbo e meglio sarà per te e la tua stabilità mentale.
La sua bocca si stira in un odioso sorrisetto sbilenco. «I tuoi occhi mi dicono qualcos'altro, però.»
Odi ammetterlo, ma hai timore di dove voglia arrivare. «Ovvero?»
«Che ti sei presa una cotta stratosferica per qualcuno... E ho come l'impressione che il fortunato sia io.»
Rimani scioccata, ma, riflettendoci, senti di non doverlo essere nemmeno più di tanto: Han ha come un sesto senso per questo genere di cose. O, altra possibilità, a uno come lui capita così tante volte di essere l'oggetto dell'interesse di qualcuna da permettersi persino di tirare a indovinare.
Sentendoti sbattuta in faccia all'evidenza, ti metti subito sulla difensiva, rifilandogli uno sguardo velenoso. «E se ti sbagliassi?»
«Ne dubito» risponde Han con calma, inarcando un sopracciglio. «Guarda.»
Si avvicina ancora e quasi ti penti di averlo provocato. Appoggia il dorso di tre dita sul tuo petto, proprio all'altezza del cuore, per poi constatare: «Battito accelerato.»
Vorresti dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma ritrovarti improvvisamente il suo viso addossato al tuo ti fa perdere la forza di poter proferire una sola parola. Se il suo obbiettivo era quello di farti impazzire, ci sta riuscendo alla grande. La sua attenta e scrupolosa analisi ti innervosisce.
«Respiro affannoso» continua, senza distogliere per un secondo dai tuoi occhi i suoi, così profondi, caldi, attenti.
«Han...» mormori, non senza una certa impazienza di darci un taglio.
«Shh. Non ho finito.»
Sbuffi contrariata: non ne puoi più di questa umiliante tortura. Anche perché né il tuo cuore né il tuo respiro sembrano volerne sapere di rallentare e, come se non bastasse, senti anche un insolito calore sulle guance.
No, ti prego, anche questo no!
«Guance arrossate» ti fa notare Han, dandoti la conferma di quanto hai temuto, sfiorandoti uno zigomo con le dita. Poi sopprime una risata, scostandosi un po' da te.
«Non mi serve essere un droide medico per capire che sei pazza di me, tesoro.»
No, non ti vuoi rassegnare a dargliela vinta così, anche se sai che ha colpito esattamente nel segno.
«Qui l'unico pazzo sei tu, ma il tuo ego è così ingombrante che non te ne accorgi neppure.»
«Mph» fa il giovane Corelliano con sufficienza. «Probabile.»
Con uno scatto fulmineo si accosta nuovamente al tuo viso, premendo a tradimento le labbra sulle tue.
Vorresti tanto goderti fino in fondo questo bacio e contraccambiarlo con altrettanto entusiasmo, ma sei ancora furiosa con Han per il suo vezzo di prendere tutto sotto gamba, anche se in gioco c'è la sua stessa vita.
C'è poi un altro pensiero che ti tormenta e ti irrita oltremodo. Han Solo non conosce l'imbarazzo di fare la prima mossa. Se sapeva già dell'interesse che nutri per lui, perché ha aspettato fino ad ora per osare un bacio? Soltanto perché anche lui sa che non c'è la garanzia che uscirà vivo da quella gara? No, non sopporti questa idea, l'idea di un definitivo addio. Non te ne capaciti.
Intanto, lui ha spezzato il contatto, curioso di scoprire la tua reazione. Reazione che non arriva, perché sei rimasta immobile e rigida come un droide, in un silenzio che fa a pugni con quello che, invece, gridano i tuoi occhi.
«Beh, non aspettartene un altro, dolcezza!» esclama lui, infastidito dalla tua freddezza. «Ci vediamo!»
Solo ora che ti ha voltato le spalle e si dirige a passi rapidi e furiosi verso l'uscita dell'hangar, sembri aver "ricollegato i circuiti". Pensavi che mentire a te stessa su quello che provi per lui ti avrebbe fatta soffrire di meno. Ma ciò ha sortito esattamente l'effetto contrario -- e senti che questa tua corazza probabilmente sarà la tua rovina.
Forse è il momento di gettarla.
«Aspetta!»
Han si ferma, sebbene ti paia tentennare un po'. Attendi che si giri verso di te al tuo richiamo, poi ti stringi a lui, aggrappandoti finché puoi alla sua giacca di pelle color mattone e affondando una guancia sul suo petto.
«Cerca solo di tornare tutto intero. Ti prego.»
Che poi mi è uscito simile a un altro OS (sempre su Han) che avevo scritto, ma ormai... Le mie idee per delle storie sulla nostra canaglietta preferita si stanno un po' esaurendo. 😅
P.S.: Ho inserito una data (fittizia, ovviamente) giusto per sottolineare come, in questo "episodio", Han sia ancora giovane (lo spirito di "Solo: A Star Wars Story" mi sta prendendo più di quanto avessi programmato lol).
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top