IM: RIPARAZIONI - HAN X PILOTA

Hangar di Mos Eisley,
aggancio 94

§

Prima di premere sull'interruttore della porta automatica, fai mente locale delle cose da evitare assolutamente: vuoi solo aiutarlo con le riparazioni, al massimo fare colpo su di lui grazie alla tua abilità in materia. Punto.

E niente figuracce.


Qualche passo oltre la soglia ti è sufficiente per avere un'immagine completa di una nave piuttosto— brutta? Singolare, senza dubbio. E ancor prima di poterti chiedere se è davvero la nave di Han, lo vedi scendere dalla rampa e salutarti.

La sua camicia è un po' sporca di grasso e le sue maniche rimboccate. Indossa dei guanti da pilota e ha un cacciavite in una mano e un panno nell'altra.

«Perché non sali?» ti grida amichevolmente da lontano, accompagnando l'invito con un gesto della mano.

Annuisci e ti affretti a raggiungerlo. L'impressione dell'interno è poco migliore di quella dell'esterno, ma nulla che valga la pena specificare ad alta voce, ovviamente.

L'ombra della delusione sul tuo viso, però, non sembra essere passata in sordina.

«Non avrà un grande aspetto, ma ti assicuro che non gli manca niente.»

Il tuo sguardo, che fino a poco prima vagava su ogni singolo dettaglio del Falcon, incontra quello di Han.

Sei davvero così terribile a nascondere le tue emozioni?

«No, no!» ti affretti a precisare. «M-Mi piace! È– particolare!»

Lui ridacchia, vedendoti così agitata.

«L'ho anche modificata personalmente» aggiunge. «Comunque, cosa ti porta qui?»

«Beh, visto che non ho niente da fare, ho pensato di venire a vedere se ti servisse una mano con le riparazioni. Se a te va bene, ovviamente...»

Un bagliore quasi accecante si accende nei suoi occhi. «Perché non dovrebbe starmi bene? E poi faremo molto prima in due–»

Un ruggito infastidito si intromette nella vostra conversazione e la testa di Chewbacca fa capolino da uno scompartimento della nave.

Han si gira verso di lui. «D'accordo, d'accordo, in tre!» si corregge, ridendo. Poi si volta nuovamente verso di te.


«Chewbe è impegnato con gli scudi deflettori. Ti mostro il nostro lavoro, invece.»

Al sentire quel nostro, fatichi a contenere l'eccitazione. Han ti porta in una stanzetta, adiacente alla sala principale, con le pareti ricoperte da cavi intricati e circuiti.

«Dici di potermi aiutare con questi simpaticoni?» chiede, battendo un palmo sulla piastra.


«Dico, dammi gli attrezzi giusti e vediamo.»

Ti procura dei guanti, un po' di attrezzi e un panno. Mentre lavorate, l'uno di fianco all'altra, non puoi fare a meno di guardarlo di sottecchi. "Possibile che sia tanto trasandato quanto carino?" pensi. Han non deve amare i bottoni, dato che la sua camicia è sempre e costantemente sbottonata, il che fa inevitabilmente concentrare il tuo sguardo sul suo petto, che si alza e si abbassa con un vigore non umano. La sua fronte, aggrottata per la concetrazione, è leggermente sudata, così come il suo collo, i cui muscoli sono chiaramente visibili per lo sforzo.

Ti accorgi che anche lui si lascia sfuggire qualche occhiatina di tanto in tanto: la tua tuta arancione da pilota non nasconde del tutto le curve del tuo corpo. Le tue dita, spostandosi, compiono una frenetica danza sui vari circuiti e, per un istante, finiscono per incontrare le sue.

Vi guardate e i tuoi occhi si perdono nei suoi.

Vorresti ritrarre la mano, allontanarla dalla sua, ma non riesci, è più forte di te. Stai arrossendo ma stavolta non sembra importartene. E hai pure l'impressione che il suo viso si stia avvicinando al tuo più del necessario.


Ma non è un'impressione: sta accadendo davvero.

E nessuno di voi due sembra intenzionato ad impedirlo.


Entusiasta come sei, senti che questo bacio potrebbe durare all'infinito.
La tua mente è in subbuglio e la tua capacità cognitiva è fuori gioco.

Intrecci le dita tra i suoi capelli e Han ti stringe per la vita; ti tiene talmente stretta a lui che potresti benissimo affondare nel suo corpo.

Biiip biiip biiip.

Vi girate di scatto, ancora un po' storditi: una piccola lampadina emana una luce rossa, accompagnata da un fastidioso squillo che si ripete ad intermittenza.

«Che cos'è?»

«Niente, è solo una– spia difettosa. Ci p–penso io» balbetta, non poco infastidito. Dà un pugno sulla parete metallica e la spia si spegne.

Vi voltate di nuovo e, nonostante l'inconveniente, non riuscite a non sorridere. Poi lui tossisce nervosamente.


«Vado– a vedere se mi è rimasto qualcosa da bere.»

Annuisci e sorridi timidamente. «Certo.»

«Torno subito.»


Prima di uscire, però, si ferma sullo stipite della porta, si gira verso di te e ti fa l'occhiolino.

Sorridi nuovamente in risposta e, quando sei certa che Han è ormai fuori portata, fai dei respiri profondi e cerchi di riprenderti. In questo momento credi di essere l'unica persona nella Galassia che può sentirsi così delusa ma allo stesso tempo così felice.


Quando dicono che le cose più belle durano sempre poco, non scherzano...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top