Capitolo 6
La forza di un Jedi era la pace, l'unione con ciò che lo circondava.
La meditazione permetteva al Jedi di diventare uno con la Forza, di agire come un prolungamento di quell'entità che tutto dominava.
La forza di un Sith era ben diversa. Non era pace, non era meditazione, ma era rabbia, bruciore, devastazione.
I massi che ostruivano l'ingresso dell'antro schizzarono in ogni direzione diventando proiettili delle dimensioni di un metro e anche più. Tonnellate di roccia esplosero sotto la spinta di un singolo uomo. O meglio, di un singolo Pau'an.
L'Inquisitore.
La sua immagine, resa spettrale dalla polvere agitata dal vento e colorata di rosso dalla sua spada, strinse come una morsa i cuori di 106 e 271. Lo avevano già dato per morto.
Ma più di loro rimase interdetto lo Jedi. I suoi occhi erano persi, la bocca socchiusa per lo stupore.
"Non può essere..." balbettò cercando di alzarsi; si era lanciato fuori dalla grotta un attimo prima che crollasse e lo sforzo di usare i suoi poteri lo aveva lasciato esausto. Non avrebbe potuto affrontare un combattimento.
"Non può essere..." disse ancora, cercando di allontanarsi da quell'apparizione con la sola spinta delle mani. Ma più lui si muoveva strisciando, più sentiva il Lato Oscuro opprimerlo.
I passi di 106 e 271 lo fecero voltare, e la paura crebbe in lui.
Paura. Il pensiero dell'Inquisitore fu come una saetta; il Jedi poteva sentirlo, e ora rimbombava nelle sue orecchie, riempiendolo di terrore.
Il Pau'an iniziò a camminare, circondato dagli ultimi residui di polvere che scemavano lentamente. Le urla dei dactillion, feriti dall'esplosione di massi e divorati dalla paura, rendevano quella scena davvero raccapricciante.
"Lo stordiamo, signore?" chiese 106, rompendo l'atmosfera.
"No".
L'Inquisitore procedeva lento, inesorabile, e vedeva la sua immagine riflessa negli occhi del Jedi. Ormai non si muoveva più, si limitava a guardare la fine avvicinarsi.
Quando poté vedere gli stivali dell'inviato dell'Impero vicino alla sua faccia, si lasciò cadere come morto. "Non parlerò" ebbe la forza di dire.
Ma l'Inquisitore non sembrò importarsi di quella dichiarazione.
Invece afferrò il Jedi usando una stretta della Forza e lo sollevò alla sua altezza. Non voleva soffocarlo, assolutamente. Quell'uomo aveva provato ad ucciderlo, e avrebbe pagato. Ma non lì. Non davanti a due assaltatori.
***
Due più tardi, tenuto eretto da un campo di forza e stretto in trappola dagli anelli di costrizione, il Jedi guardava l'Inquisitore.
Il Pau'an non aveva parlato da quando era entrato nella sua cella. Si era limitato a scrutarlo, camminando avanti e indietro. Nessun tentativo di rompere la sua barriera mentale, nessun accenno di tortura.
"Sai chi sono?"
La domanda, pronunciata così, senza alcuna premessa, occupò molti secondi per trovare la risposta. "L'Inquisitore".
"Sai chi sono?"
Ancora. Chi era? Chi era?
Le parole salirono alla gola del Jedi senza che potesse controllarle. "Mio fratello".
Gli occhi dell'Inquisitore avvamparono. Eccola, la prova che cercava. Ora ne era sicuro: non si era sbagliato! Era sangue del suo sangue, e l'aveva percepito fin da subito, per quanto avesse cercato di allontanare quella sensazione.
"Mio fratello" ripeté, e fu scosso da un singhiozzo.
Un qualunque aguzzino dell'Impero avrebbe provato pietà. Ma il Lato Oscuro non lasciava spazio alla pietà, alla compassione e a altre debolezze.
"E' tutto ciò che volevo sapere".
Fu immediato. Il Jedi quasi non se ne accorse. Sentì solo una fitta al petto, quindi sembrò accasciarsi, sempre sorretto dal campo di forza.
L'Inquisitore ritirò la lama nell'impugnatore e rinfoderò l'arma.
Il suo lavoro su Utapau era finito. Aveva sgominato la cellula ribelle, e aveva giustiziato il Jedi. Poteva tornare a rapporto da Darth Vader.
***
L'ologramma del Signore dei Sith, contenuto nella sua armatura nera, illuminava il ponte di comando.
"Spero mi porti buone notizie, Inquisitore" pronunciò con tono che non ammetteva delusioni.
"La cellula ribelle su Utapau è alla deriva. I pochi rivoltosi rimasti si stanno consegnando spontaneamente alla base imperiale, o stanno comunque cessando ogni attività".
"E il Jedi?"
Menti. "Aveva riportato gravi ferite facendo crollare una grotta su di sé e su di me. I medici hanno provato a salvarlo, ma c'è stato tempo solo per strappargli un ultimo interrogatorio".
Vader rimase alcuni secondi in silenzio. Stai dicendo la verità. Non c'è nulla da temere.
"I medici sono stati giustiziati?"
"Ovviamente, mio signore".
Sembrava soddisfatto. "Torna su Coruscant. Ci sono altre questioni importanti di cui occuparsi nell'Orlo Esterno".
"Come desiderate, mio signore".
L'ologramma svanì con un guizzo, e poco dopo lo Star Destroyer saltò nell'iperspazio. La furia dell'Inquisitore non aveva avuto pietà. Neanche per suo fratello.
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