Capitolo 5
La navetta classe Sentinel si inoltrò nella voragine, scendendo di quota sempre più e trovandosi così inevitabilmente nel buio delle profondità.
L'Inquisitore era immobile, tutti i tentacoli della sua coscienza protesi a percepire un qualsiasi essere senziente. E finalmente le trovò: sei forme di vita, di cui alcune agitate da paura, altre mosse da ansia, e una, una sola, priva di ogni stato d'animo.
Lo Jedi pensò il Pau'an, e subito premette il pulsante della rampa di sbarco. Il pannello metallico si abbassò lasciando la possibilità di balzare a terra. E così fece l'Inquisitore, con tutta la disapprovazione dei piloti che improvvisamente lo videro sbucare sotto di loro.
271 e 106 discesero appena la distanza dal terreno fu di un metro o poco più, ma il Pau'an era già corso seguendo la sua traccia. I due accesero le torce e tentarono di raggiungerlo.
Mentre gli Imperiali si avvicinavano, i ribelli aumentarono le loro paure. Non solo dovevano aver notato il trio che stava per arrivare nel loro nascondiglio, ma la presenza della Sentinel doveva aver stroncato ogni loro piano di fuga. I cannoni laser della navetta avrebbero abbattuto con facilità i dactillion che usavano come mezzi di trasporto.
"Preparatevi a sparare" disse l'Inquisitore alla sue spalle, ed estrasse la spada laser, accendendo le due lame e balzando su una roccia. Da lì vide l'ingresso di una grotta davanti alla quale erano intenti a riposare i quattro dactillion, a confermare che il gruppo di rivoltosi era formato da quattro Utai e due Pau'an come aveva recentemente percepito. E uno dei Pau'an è lo Jedi.
Sarebbe stato uno scontro ad armi pari per quanto riguardava le peculiarità fisiche dei due utenti della Forza. Ma il potere del lato oscuro avrebbe permesso di vincere con facilità all'Inquisitore. L'avrebbe fatto prigioniero, e poi interrogato con sommo piacere. E i suoi piccoli ribelli sarebbero tutti morti per mano sua e dei suoi due comandanti.
Proprio per aiutarlo in questa missione, i ribelli si appostarono all'apertura della grotta, cercando di non farsi vedere per tendere un agguato. Ma probabilmente lo Jedi spiegò loro che sarebbero comunque stati scoperti, e i primi colpi di blaster illuminarono l'anfratto, facendo in modo che l'Inquisitore guardasse per la prima volta negli occhi lo Jedi. Non stava provando paura.
Vediamo di cambiare qualcosa. Roteò la spada laser deflettendo i colpi dei rivoltosi, e grazie a uno sparo riflesso centrò in pieno volto un Utai. L'ansia e la preoccupazione dei suoi compagni aumentarono, mentre cercavano di aumentare la quantità di fuoco per impedire all'Inquisitore di difendersi.
Il Pau'an balzò allora su una roccia vicina, poi su un'altra, e piombò davanti alla grotta. Il timore che incuteva impedì per un attimo ai rivoltosi di sparare, e di questo approfittarono 271 e 106 che con facilità portarono nella tomba altri due Utai.
L'ultimo nano rimasto rotolò al fianco dell'Inquisitore e con un fucile di grosse dimensioni prese a sparare contro i due comandanti. Lo spallaccio di 106 si staccò dall'armatura con una piccola fiammata; 271 si portò avanti a lui per coprirlo, e così rimediò mise a tacere il maledetto Utai. L'Inquisitore era infatti impegnato a parare i fendenti e gli affondi dei suoi due simili: entrambi si erano muniti di elettrostaffe dello stesso tipo di quelle usate della MagnaGuard droidi nelle Guerre dei Cloni.
Lo Jedi attaccava con rapidità e furbizia, mentre il semplice rivoltoso si spingeva in avanti alternando colpi di entrambe le estremità, sperando così di riuscire a distrarre l'Imperiale che doveva combattere due nemici allo stesso tempo.
Ma per quanto rapidi e pericolosi i colpi del Pau'an non erano guidati dalla Forza, e quindi tirati in modo impreciso e casuale. Fu così che l'Inquisitore riuscì a fingere una rottura della sua guardia, spingendo il nemico ad attaccarlo con un affondo e stupendolo con un calcio in pieno volto.
Si voltò quindi verso lo Jedi e con una spinta della Forza lo scagliò contro la parete della grotta. Di lui mi voglio occupare con calma.
Si portò di fronte al rivoltoso che dolorante cercava di riprendere l'equilibrio, e con un colpo di taglio lo disarmò. Quindi mulinò la spada per incutergli timore prima del colpo di grazia, e lo trafisse.
Soddisfatto del suo operato, tornò a fissare lo Jedi, che proprio in quel momento si era rimesso in piedi. "Farai la stessa fine che merita di fare il tuo usurpatore Imperatore" dichiarò lo Jedi con decisione.
L'Inquisitore sorrise con cattiveria, e camminò lentamente verso lo Jedi. Ma questo reagì in modo inaspettato: lanciò l'elettrostaffa verso un punto della grotta, e ci fu un'esplosione. Il soffitto precepitò su entrambi, e fuori dall'antro 106 e 271 videro i dactillion spiccare il volo.
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