Parte II

La nave uscì dall'iperspazio e Thrud guardò il pianeta che aveva davanti: Turcan III.

Spinse in avanti la cloche del trasporto e la nave iniziò ad avvicinarsi.

Intanto Jaloo, uno dei Fucilieri, stava cercando di mettersi in contatto col quartier generale sul pianeta. Dopo vari tentativi riuscirono a stabilire un canale e così nella nave arrivò la voce di Maydla Churhee, la moglie del capo dei Fucilieri.

“Thrud, siamo stati traditi dall'Impero!” esclamò subito la donna.

“Anche voi?” chiese stupito Thrud mentre strizzava gli occhi per la rabbia.

“Sì. La missione su Y'Trella è andata a rotoli e i nostri sono stati sterminati. Siamo rimasti in pochi ormai, e soprattutto lui non c'è più”.

Maydla aveva finito la frase con un singhiozzo e Thrud intuì l'accaduto. “Hanno ucciso anche lui allora”.

“Sì. Non c'è più, Thrud, non c'è più! Ma pagheranno per questo! Pagheranno tutti i dannati imperiali!” gridò la donna nel comlink a lungo raggio rischiando di assordare i Fucilieri all'interno.

Intanto il trasporto aveva superato lo strato più alto dell'atmosfera e scendeva verso la superficie ricoperta di foreste rigogliose e ruscelli.

“Maydla, Vladym era un grand'uomo, il più grande che abbia mai riconosciuto. Lo vendicheremo con tutto il cuore e tutto ciò che faremo lo faremo in suo ricordo!”

Ci furono altri singhiozzi, poi la voce della donna tornò forte e risoluta. “Infatti, ed è per questo che ho deciso di stringere un accordo con una mia vecchia conoscenza”.

“E chi sarebbe?” chiese curioso Thrud.

“Crix Madine”.

Thrud aveva già sentito quel nome, e aveva a che fare con l'Impero.

“Potrei anche sbagliarmi, ma Madine non è un ufficiale imperiale?”

“Da un po' di tempo no. E' passato dalla parte dell'Alleanza Ribelle da prima della battaglia di Yavin e adesso ha qualche rango elevato”.

“E sei sicura di poterti fidare di lui?”

“Credo proprio di sì. L'ho conosciuto molti anni fa, prima che si arruolasse nell'Impero, e so che è un uomo molto deciso. Se è passato all'Alleanza vuol dire che ha avuto un buon motivo per farlo, e che quindi non li tradirà”.

Thrud non rispose subito; si prese invece qualche secondo per pensare a ciò che sarebbe accaduto nei giorni e nei mesi a venire.

“Va bene. E quale sarebbe quest'accordo?”

“A patto che non accetteremo lavori dall'Impero, l'Alleanza troverà impieghi per noi pagandoci regolarmente”.

“E qual'è il vantaggio?”

“Il vantaggio è che avremo lavoro sicuro e l'appoggio di uomini validi e veri come Madine”.

Thrud non era ancora convinto ma preferì non commentare.

“D'accordo, allora siamo con i Ribelli. Finiamo di parlarne nella base, siamo quasi arrivati”.

“Ok Thrud. Churhee, passo e chiudo”.

Finita la comunicazione i Fucilieri furono liberi di parlare tra loro. “Allora, che ne pensate?” chiese il loro capo.

“Non lo so, in questa guerra ogni fazione è come un'altra, solo che l'Impero è più forte e influente. Lavorare con i Ribelli non ci darà alcuna sicurezza e inoltre basterà una mossa in più dell'Imperatore e quelli smetteranno di esistere” commentò aspro Jaloo.

“Io invece mi fido di loro. Ho sentito dire che sono molti uniti e il valore degli uomini viene ricompensato bene” disse pacatamente Naydon.

“Sì, e con quali crediti? Sono Ribelli, hanno le casse vuote e non si possono quasi permettere di pagare i loro uomini. Cosa ci guadagniamo?” insistette Jaloo cercando di guardare negli occhi i suoi compagni.

“Io sono indeciso, comunque preferisco fare quello che decidono i capi. Signore, lei cosa ne pensa?”

Thrud era assorto nei suoi pensieri e guardava a malapena la base che si avvicinava sempre di più.

“Signore?” chiese ancora Eldos.

“Scusatemi, stavo pensando. Comunque non lo so. Vediamo come andranno le cose; sono sicuro che Maydla non si farà trasportare solo dalle emozioni”.

Tutti tacquero e il trasporto atterrò un mezzo minuto dopo nell'hangar all'interno della base.

I quattro uomini uscirono dalla nave e ad attenderli trovarono la signora Churhee, il nuovo capo dei Fucilieri.

Tutta la squadra fece il saluto militare e lei fece un cenno col capo ad intendere di stare a riposo.

“Maydla, ti faccio ufficialmente le condoglianze per Vladym”.

“Grazie Thrud, ma adesso non c'è tempo da perdere. La sua morte è un mio problema, non vostro. Adesso dobbiamo ricostruire l'organizzazioni prima che l'Impero tenti una mossa per farci fuori”.

I tre Fucilieri annuirono e Thrud chiese cosa andava fatto. “Sto cercando qualche nuova recluta e ho inviato molti dei sopravvissuti in cerca di aiuto. Voi, però, dovrete dimostrare all'Alleanza che ha fatto bene ad ingaggiarci. Ci hanno offerto un lavoro su Balmorra”.

Sentendo parlare della missione i Fucilieri si fecero subito attenti e ascoltarono cercando di capire bene la situazione. “L'Impero ha costruito delle fabbriche di camminatori sul pianeta e tra breve tempo l'Alleanza lancerà un attacco aereo con una squadra di assi del pilotaggio: la Squadriglia Rogue. Il vostro compito sarà quello di coprire una squadra di sabotatori ribelli durante il raid della Rogue. I ribelli si inseriranno in una delle fabbriche e piazzeranno delle cariche approfittando del disordine causato dai mezzi aerei; quando la squadra uscirà da lì però toccherà a voi impedire agli imperiali di uccidere i ribelli o di entrare nella fabbrica per disinnescare le cariche. Il piano vi verrà comunicato poco prima dell'attacco e saprete così anche quando agire. Tutto chiaro?”

I Fucilieri fecero dei cenni d'assenso e Maydla sorrise. “Perfetto. Sarete sempre voi quattro; mio marito si fidava anche di una squadra incompleta e perciò vuol dire che dovete essere degli ottimi tiratori”.

Imbarazzati i soldati si guardavano intorno, poco abituati ai complimenti. “Maydla, niente complimenti. Siamo dei Fucilieri, e in quanto tali essere dei tiratori esperti è il minimo. Se non devi dirci altro, partiamo il prima possibile: dovremo ambientarci su Balmorra per trovare una buona postazione di tiro”.

“Hai ragione Thrud. Prenderete un trasporto civile e lo userete per arrivare sul pianeta; dovreste arrivare con qualche ora d'anticipo rispetto alla Rogue. E ricordatevi: se le cose si mettono male, tagliate la corda; ci sono già state troppe perdite e voi siete una delle nostre punte di diamante. Buona fortuna”.

“Anche a te Maydla, e a un nuovo inizio per i Fucilieri”.

Gli altri tre Fucilieri fecero il saluto militare, quindi raggiunsero il trasporto civile sotto la guida di un tecnico.

Entrarono nella nave comune e disarmata ed uscirono subito fuori dall'hangar, avviandosi poi verso gli strati superiori dell'atmosfera.

“Quanto durerà il viaggio?” chiese Eldos.

Di tutti loro sembrava il più tranquillo e probabilmente lo era.

“Il tecnico ha detto un paio di settimane. L'iperguida è arretrata e d'altronde bisognava aspettarselo. C'è del sonnifero nella stiva; non ne usate troppo ma se volete dormire tutto il viaggio sapete che c'è un modo”.

Nessuno parlò e Thrud si sentì in imbarazzo. Solitamente dialogava molto coi suoi uomini e quel muro di ghiaccio tra loro lo metteva a disagio.

“Siete ancora arrabbiati per la faccenda della Ribellione?”

Eldos fece spallucce ma i due estremisti si guardarono quasi con rabbia. “Io non sono d'accordo” disse fermo Jaloo.

“A me non importa. Io sono a favore di questa alleanza, sei solo tu che hai da ridire, Jaloo” replicò Naydon.

Solitamente aveva un carattere abbastanza pacato ma quella divergenza lo stava facendo innervosire e questo preoccupava Thrud. Jaloo invece era sempre stato un attaccabrighe nonostante il suo atteggiamento controllato in ambito militare.

“Potremo discuterne solo quando avremo scoperto come si lavora per la Ribellione. Per ora, preferisco non esprimere un giudizio anche se, lo ammetto, sono un po' dubbioso” disse Thrud cercando di calmare i litiganti.

Jaloo accennò un sorriso sentendo il suo capo più vicino come pensiero a lui che Naydon. I due non si erano mai sopportati più di tanto, ma erano indispensabili nelle linee dei Fucilieri.

“Capo, ma cosa c'è da dubitare? Preferite tornare a lavorare per quei vermi degli imperiali?” esclamò Naydon alzandosi in piedi dalla sedia dove si era sistemato.

“Sai che ti dico? Sì! Preferisco loro a dei Ribelli che riescono a malapena a stare in piedi sulle loro gambine!”

“In piedi? In piedi? L'hai forse distrutta te la Morte Nera!?”

“No, ma quello è tutto merito del Jedi, Skyteller o come si chiama”.

“Sì, e gli altri intanto si divertivano a giocare a Sabaac”.

“Probabilmente sì'”.

“Basta!” gridò Thrud vedendo la situazione degenerare e in quel momento Eldos uscì dall'abitacolo entrando nel vano passeggeri.

“Ecco, contenti?”

Sia Jaloo che Naydon non osarono parlare.

“E ora, se volete parlarne, lo fate in 'camera'. Io devo fare il salto per l'iperspazio e mi voglio concentrare. Andate!”

Come cani bastonati i due se ne andarono e rilassando la mente Thrud calcolò la rotta e tirò la leva dell'iperguida; le stelle si striarono e lo spazio iniziò a vorticare.

Il capo andò nel vano passeggeri dopo un minuto o due e fortunatamente per lui trovò tutti in silenzio.

Il viaggio proseguì monotono per i dieci giorni, con qualche piccola litigata tra Jaloo e Naydon mentre Thrud dormiva. Per il resto, i dialoghi erano ridotti al minimo e indispensabile.

Quando arrivarono a Balmorra comunque erano tutti riposati e completamente ripresi dagli avvenimenti su Kallistas.

Thrud diresse la nave verso il pianeta dai colori tipici dei mondi-fattoria e gli altri tre Fucilieri prepararono gli equipaggiamenti.

Mentre ancora scendevano verso la superficie fu spedito loro il piano dell'attacco. Thrud lesse tutto senza dire niente finché non aprì un'olomappa che mostrava il complesso di fabbriche e tutti i movimenti che avrebbe eseguito la squadra di sabotatori.

“Non sarà facile coprirli: dovremo trovare un modo di sparare ignorando la copertura degli edifici. E il problema è che non ci sono grandi rilievi lì vicino. L'unico modo è quello di ...”

I tre rimasero in attesa del proseguimento della frase.

“E' quello di usare una nave per coprirli”.

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