Parte I
I due Fucilieri erano sdraiati proni immobili vicino a delle formazioni rocciose, le tute anti-radiazioni mimetizzate alla perfezione col colore grigio e marrone delle montagne su cui si trovavano.
Le loro armi erano puntate su un edificio arroccato sul versante di uno dei monti, intorno al quale vigilavano alcuni uomini sempre in tuta.
Dall'altra parte dell'edificio, più o meno alla stessa distanza, altri due Fucilieri erano pronti a far fuoco sui nemici.
Entrambe le due coppie avevano lo stesso segnale per sparare, e questo consisteva nell'esplosione di una carica esplosiva non lontano dall'obbiettivo.
La tensione era altissima ma i Fucilieri rimanevano immobili senza quasi respirare. Chiusi all'interno delle loro tute, l'unico rumore era il loro fiato.
Un punto del monte saltò in aria lanciando ovunque frammenti di rocce radioattive grosse quanto caschi da pilota.
Quattro colpi di blaster centrarono precisamente le quattro guardie le quali si accasciarono contemporaneamente a terra senza fiatare per la sorpresa; i colpi sparati da fucili silenziati non fecero praticamente alcun rumore anche grazie al frastuono dell'esplosione, e così nessuno momentaneamente si accorse del decesso delle guardie.
Subito dopo da una specie di caverna uscì una squadra completa di assaltatori imperiali che corse fino all'edificio; da quello intanto erano usciti alcuni uomini ed erano andati verso l'esplosione cercando di capire cosa fosse successo, proprio dalla parte opposta rispetto alla caverna degli imperiali.
Gli otto assaltatori colsero gli uomini alle spalle e li massacrarono senza dar loro la possibilità di reagire. Poi, senza perdere tempo, arrivarono alla base dell'edificio e attivarono dei jetpack.
Disegnando delle scie azzurre nel cielo plumbeo gli imperiali arrivarono sul tetto del covo di pirati e piazzando una carica aprirono una breccia. Si calarono dentro sparando e i fuorilegge all'interno provarono a fermarli con pistole e vibrolame.
Gli assaltatori però erano bene armati e troppo esperti e riuscirono così a non venire praticamente colpiti. Tutti i pirati che incontrarono furono crivellati di colpi finché gli otto soldati non giunsero a una sala piena di computer con un oloproiettore al centro.
A difenderla c'erano una mezza dozzina di uomini ben armati. Gli assaltatori avevano praticamente già vinto la battaglia ancora prima di iniziarla ma uno di loro fu ucciso dopo essere stato ripetutamente colpito e un altro venne gravemente ferito. Tutti gli altri subirono lievi ferite e riuscirono invece ad uccidere tutti i pirati.
A quel punto la sala era ridotta a pezzi e tutti i computer erano in cortocircuito e lanciavano cascate di scintille. Senza dire niente uno degli assaltatori, il loro capo, estrasse una data card dall'oloproiettore centrale e la chiuse in una custodia rinforzata. Il loro obiettivo era compiuto.
Intanto, molte decine di metri più in là, i Fucilieri facevano al tiro al bersaglio coi pirati che provavano a mettersi in salvo: ogni colpo era un morto, e i nemici non riuscivano a capire da dove provenissero gli spari a causa della distanza e del rumore dei colpi silenziati.
Alla fine non rimase nessun fuorilegge e i loro corpi con le tute bruciate e rotte furono contagiati dalle radiazioni e in breve tempo persero praticamente ogni cosa di umano o di altra razza aliena ci fosse in loro.
"Ottimo lavoro Fucilieri" disse una voce profonda nel comlink del capo dei quattro micidiali cecchini, Yoghan Thrud.
"Grazie, Capitano" rispose quasi gentilmente Thrud.
"La navetta per l'evacuazione arriverà tra un paio di minuti: avvicinatevi e rendetevi visibili".
"Perfetto, Thrud chiudo".
L'Umano chiuse la chiamata e si alzò in piedi dando a tutti i suoi uomini l'ordine di raggiungere il covo dei pirati.
I Fucilieri si avvicinarono lentamente, i movimenti rallentati dalle tute, e quando arrivò la navetta classe Lambda a prelevarli erano ancora a grande distanza dall'edificio.
Una volta che i mercenari si furono riuniti con gli assaltatori Thrud ne approfittò per parlare coll'ufficiale imperiale per cercare di capire quali sarebbero stati i prossimi compiti per loro e se ci fossero stati.
"Avete trovato quello che cercavate?"
"Sì, ma dobbiamo ancora controllare il contenuto".
"Perdite?"
"Hanno ucciso uno dei nostri e lui è stato ferito gravemente" rispose il Capitano indicando il soldato sotto le cure di un droide medico.
"E se i dati sono corretti, cosa succederà?"
"Questi non sono affari che vi riguardano. Il vostro compenso verrà versato nel conto e ve ne tornerete a casa. Fine" disse duro l'imperiale.
Un po' triste a causa del mancato ingaggio Thrud rivolse la testa al pavimento della navetta e in silenzio attese di arrivare sullo Star Destroyer classe Gladiator in orbita intorno a Kallistas.
Nell'hangar della nave imperiale c'era il mercantile dei Fucilieri, in ottimo stato come lo avevano lasciato prima della missione.
Qualcosa però non quadrava, Thrud se lo sentiva.
C'erano troppi assaltatori intorno a loro, quasi come se li stessero accerchiando. "Siamo liberi di andare, Capitano?" chiese il Fuciliere per temporeggiare e nel frattempo appoggiò la mano sul fucile.
"Ma certo. Liberi di andare verso la morte. Sterminateli!"
All'istante i Fucilieri si abbassarono e le raffiche degli assaltatori passarono sopra le loro teste, causando dei feriti tra gli stessi imperiali.
Thrud aveva già impugnato il fucile e nel giro di un secondo due assaltatori si erano accasciati. Vicino a lui anche i suoi compagni avevano percepito l'inganno e altri imperiali si erano accasciati morti.
"Via di qui!" gridò Thrud mentre scattava contro un assaltatore interdetto, lo sbilanciava con una spallata e si voltava verso il cerchio ridotto a brandelli di imperiali.
Sparò cinque colpi singoli di fila senza mancare mai il bersaglio e quattro assaltatori caddero al suolo con le armature lucide con una sola bruciatura precisa sui pettorali.
Il soldato alle spalle di Thrud fece per sparargli ma uno dei Fucilieri fu più rapido e lo scagliò lontano di un metro con due colpi dritti al petto.
Il cerchio di soldati a quel punto era scomparso mentre da vari punti arrivavano ingegneri male armati e rari soldati impreparati.
"Alla nave!"
Thrud entrò subito nel trasporto e accese i motori mentre i suoi compagni si mettevano alle armi del veicolo e prendevano a sparare contro gli imperiali che si avvicinavano da tutti i punti.
"Accidenti, ci vorrà troppo!" gridò Thrud infuriato e troppi secondi dopo la nave si sollevò dal pavimento lucido dell'hangar.
Gli scudi deflettori ricoprirono l'armatura fumante del trasporto e Thrud spinse la cloche in avanti dando massima potenza ai reattori.
"Chiamate gli altri e avvertiteli del tradimento dell'Impero. Churhee gliela farà vedere a questi maledetti" ordinò Thrud mentre calcolava la rotta iperspaziale in fretta e furia.
"Signore, attiveranno sicuramente un raggio traente!"
"E se ti dicessi che Churhee aveva dei contatti su quella nave e che c'è stato un 'guasto'?"
I Fucilieri guardarono il loro capo con gli occhi che brillavano.
In quel momento però la nave si bloccò con un sobbalzo. I sorrisi sulle loro facce svanirono.
"Oh no, non è possibile!" esclamò Thrud terrorizzato.
Il trasporto iniziò ad indietreggiare e tutti capirono che per loro era finita.
Il loro capo provò in tutti modi a liberarsi dal raggio, spingendo al massimo coi reattori, finché improvvisamente la nave non schizzò in avanti a piena velocità.
I Fucilieri iniziarono a gioire e senza perdere tempo Thrud finì di calcolare la rotta; il navicomputer avanzato era stato istallato appositamente da Churhee per calcolare la rotta per i pianeti su cui avevano delle basi, tutti nei settori Sarin e Parmel.
Dall'incrociatore provarono a colpirli coi turbolaser, ma le grosse e potenti armi non riuscivano a centrare il trasporto grazie ai reattori di manovra istallati sempre da Churhee. Se il fondatore dei Fucilieri non avesse tenuto così tanto a Thrud probabilmente non ne sarebbero usciti vivi; e invece la rotta fu calcolata in tempo e tirata la leva dell'iperguida le stelle divennero striature bianche e la nave si immerse nel vortice dell'iperspazio.
L'equipaggio sospirò di sollievo e Thrud si lasciò scivolare sulla sedia del pilota più morto che vivo.
"Uomini, ce l'abbiamo fatta" annunciò sorridendo e i Fucilieri gioirono per un po' finché non smisero di festeggiare per la riuscita e si misero a riposare.
Dopo neanche un paio d'ore sarebbero arrivati su Turcan III, il loro quartiere generale, e allora avrebbero raccontato tutto a Churhee in persona. Si trattava solo di due ore, e l'inganno dell'Impero sarebbe stato rivelato.
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