Capitolo 9 - Una guerra a palle di neve coi Grinfonrosso

Martedì, Wren sembrò pronta a rinunciare alla sua vita. Perché? Lei non voleva intrufolarsi nella sezione proibita, e promise di dirlo immediatamente ad un insegnante se io e James ci avessimo anche solo pensato. Tuttavia, sapevamo che avevamo bisogno di andarci. Magari avremmo potuto trovare un incantesimo più semplice della Pozione Polisucco.

Wren gemette e poggiò la testa sul tavolo. Albus e io stavamo facendo i compiti, ma lei stava tentando in ogni modo di aggirare le regole della sezione proibita. Nessuna fortuna, a quanto pareva.

"Non abbiamo speranze," mugugnò.

"Potresti semplicemente lasciare che mi intrufoli di nascosto," dissi, senza alzare lo sguardo dal mio tema di Incantesimi. Dovevamo consegnare trenta centimetri di pergamena riguardo a come funzionasse l'incantesimo Wingardium Leviosa.

Wren alzò lo sguardo e si accigliò. "No. È contro le regole, e verrai beccata, e perderai ancora altri punti, e ti beccherai una punizione, e verrai bandita a vita dalla sezione proibita, e a quel punto sì che non riusciremo mai ad entrare."

Albus alzò le sopracciglia. "Whoa, Wren, da quando sei una tale pessimista?"

Invece di rispondere, Wren sospirò e poggiò di nuovo la testa sul tavolo. "Possiamo per piacere parlare d'altro?"

"Hai qualche idea?" Chiesi irritata, non prestando molta attenzione. Mi mancavano solo un paio di centimetri, ma non avevo idea di cosa scriverci. Dov'era Rose? Lei era intelligente. Magari poteva aiutare.

Wren si alzò e si mosse in un punto dietro la mia sedia. Provai ad ignorarla mentre leggeva da sopra la mia spalla. "Perché non scrivi qualcosa sugli effetti sull'oggetto dell'incantesimo? Hai spiegato come fare l'incantesimo. Mostra anche i risultati."

Annuii, colpita. Grazie al cielo avevo un genio come migliore amica. Non sapevo come avrei potuto fare tutti i miei compiti di questi primi mesi senza di lei. A volte un sacco di roba magica sembrava entrarmi per un orecchio ed uscirmi dall'altro.

Scarabocchiai furiosamente per circa cinque minuti prima di arrivare alla fine. Albus sembrò aver ascoltato anche lui il consiglio di Wren perché posò la piuma nello stesso momento in cui posai la mia.

Wren sorrise. "Ora che avete finito, possiamo parlare di qualunque cosa che non sia la sezione proibita?"

"Ok, va bene!" Albus rispose, ridendo. "Che ci dici della tua famiglia? Non parli molto di loro."

Wren annuì. "Beh, non c'è molto da dire. Vivo con i miei nonni, perché mia madre svolge dei compiti segreti per il Congresso Magico. Non so di preciso cosa faccia. Ogni tanto viene a trovarmi, però. Mio padre... sono anni che non lo vedo. I miei nonni sono piuttosto anziani, e mi lasciano fare quello che voglio, davvero." Fece spallucce. "Non c'è molto da dire sulla mia famiglia."

"Com'è l'America? Mangiate hamburger ad ogni pasto? James dice che ci sono aquile di mare dappertutto."

Wren iniziò a ridere. "James non sa di cosa parla. Voi bevete solo tè e mangiate solo fish&chips? Ovviamente no. È solo uno stereotipo"

Le guance di Albus divennero rosse, e mormorò qualcosa come "Oh, ok."

"Tu che dici, Astra? Com'è la tua famiglia?"

"Non lo so. Mi hanno abbandonata quando ero piccola." Non mi piaceva parlarne.

Wren annuì. "Capito. Ma non ti sei mai chiesta chi fossero? Chi sei tu? Se lo scoprissi, non dovresti più essere una Lewis."

Non avevo mai avuto questa curiosità, a dirla tutta. Forse perché i Lewis avevano ridicolizzato ogni tipo di curiosità da parte mia, chi lo sa. Ora che Wren lo aveva accennato però ero un po' curiosa.

"Potresti essere imparentata con la McGranitt per quanto ne sappiamo," Wren continuò.

"Ma mi hanno abbandonata. Ovviamente non gli importa di me." Scossi la testa. "Immaginare è semplicemente stupido. A loro non importava, perché dovrebbe importare a me?"

Ma non riuscii a togliermi l'idea dalla mente. Una volta che Wren ne piantò i semi nella mia testa, non potei dimenticarla, per quanto ci provassi. Scoprii che volevo davvero saperlo, ma come avrei mai potuto scoprirlo? Dopo qualche settimana, decisi di chiedere al professor Potter. Lui era cresciuto coi babbani; magari sarebbe riuscito a trovare qualcosa.

Perché non credevo davvero che fossi la figlia di una strega o di un mago. Una strega o un mago non avrebbero lasciato loro figlia nel sistema di affido babbano. Doveva per forza trattarsi di babbani. Ma chi? Magari adesso avevano una famiglia più grande. Magari avevo fratelli e sorelle. Magari mi avrebbero voluta di nuovo con loro...

Il sabato prima delle vacanze di Natale, nevicò durante la notte. Ci svegliammo con un paese delle meraviglie invernale fuori dalle nostre finestre. I cortili erano coperti da trenta centimetri di neve, ed entro mezzogiorno, metà della casa di Grifondoro era coinvolta in una battaglia a palle di neve che faceva impallidire tutte le altre battaglie a palle di neve. Un paio di ragazzi del settimo anno costruirono barricate di neve usando la magia, e quelli del sesto anno usarono un incantesimo per creare pile infinite di palle di neve.

Non mi ero mai divertita così tanto in vita mia. Certo, avevo fatto qualche "battaglia a palle di neve" con Mara, ma quelle consistevano principalmente in me che rimanevo ferma e le lasciavo fare pratica di tiro al bersaglio. Non era divertente.

Questa era più una guerra a palle di neve. Victoire Weasley infilò la testa del suo fratellino Louis nella neve, e lui e Fred Weasley si vendicarono incantando un mucchio di neve in modo da farlo volteggiare sulla sua testa e farglielo cadere addosso quando stava per tirare un'altra palla di neve. Ryan Ham e il resto della squadra di Quidditch, me inclusa, salimmo sulle nostre scope e attaccammo dall'alto. Per tutto il giardino rimbombavano scoppi di risate e sorpresa mentre palle di neve volavano in tutte le direzioni.

Eventualmente, i Tassorosso si unirono a noi, e una guerra su larga scala ne seguì. Anche la squadra di Quidditch dei Tassorosso montò sulle loro scope, e presto fui impegnata in una battaglia aerea.

Sentii il mio compagno di classe nato babbano, Luke Castel, urlare, "PER NARNIA!" La maggior parte  degli studenti gli lanciò strane occhiate, ma io quasi caddi dalla scopa ridendo mentre lui entrò in piena modalità babbano, urlando cose riguardo Sparta e Rohan (questo lo urlò quando i rinforzi dei Grifondoro si unirono alla battaglia) e chissà cos'altro. I nati babbani stavano ridendo troppo per combattere, e Luke sembrò apprezzare l'attenzione.

Alla fine, ci trascinammo dentro a fatica e trovammo quattro grandi tazze di cioccolata calda che ci aspettavano nella Sala Grande. Stavamo tutti ridendo, scherzando, ed eravamo inzuppati per la neve, ma perfettamente felici. In effetti, i Tassorosso spostarono i loro tavoli così che i nostri e i loro formassero un unico grande tavolo, e noi sedevamo mischiati ai lati. Arthur Paciock si infilò nel posto affiancò a me.

"È stato fantastico!" Arthur disse emozionato. "Mi hai visto? Ho colpito James Potter in faccia con una palla di neve!"

Qualche posto più in là, James ruotò gli occhi.

"Fantastico! Non ti ho visto, però. Ero troppo impegnata a far cadere palle di neve sulla gente dalla mia scopa."

Arthur rise. "Sei stata grande lassù."

Non sapevo davvero chi avesse vinto, ma non credo che importasse a nessuno. Alla fine della giornata, Tassorosso e Grifondoro erano incredibilmente riluttanti a rimettere i tavoli come stavano prima. La professoressa McGranitt sembrò irritata, ma ci concesse di tenerli come stavano fino alle vacanze.

Corvonero e Serpeverde ci fissarono senza ritegno a cena. Ci fu una grande varietà di reazioni. Alcuni sembravano semplicemente sorpresi. Quasi tutta Corvonero, e qualche Serpeverde, sembravano invidiosi. Un sacco di persone sembrò prenderci in giro. Non mi importava granché, però. Il tavolo di Grifondoro non era mai stato così divertente.

La gemella di Lacy, Leah, era in Tassorosso, ed entrambe proclamarono di volere che i tavoli rimanessero così per sempre. Robby Thomas, un Tassorosso del primo anno, era bravissimo a fare le imitazioni, e fece ridere tutto il tavolo con la sua versione del professor Vitious (lo facemmo fermare quando Vitious iniziò a lanciare occhiatacce verso il tavolo.)

Ad un certo punto, guardai verso il tavolo di Corvonero e vidi Luna Scamander, seduta da sola, sbirciare tristemente verso il nostro tavolo. Incrociò il mio sguardo e subito si girò verso il suo piatto.

Mi accigliai, ricordandomi ciò che aveva detto qualche giorno fa. Oh, amici...quelli non ce li ho. Per un secondo, valutai le mie opzioni. Sapevo di aver ragione, ma sapevo anche che ciò mi avrebbe reso lo zimbello dei Serpeverde. Decisi in fretta che non mi importava.

Silenziosamente, mi tirai fuori dalle chiacchierate e dalle risate del tavolo di Grifonrosso e attraversai la Sala. Non ci volle molto tempo per sentire numerose paia d'occhi perforarmi il cranio, ma non smisi di camminare finché non mi trovai esattamente dietro Luna. Sembrò non accorgersi della mia presenza, quindi le toccai gentilmente la spalla.

Luna si girò sul posto. "Oh, ciao Astra."

"Luna, vuoi venire a sederti con noi?" Indicai verso il mio tavolo. Mi vergognai di averlo pensato, ma parte di me sperò che dicesse no. Sembrava più strana del solito, con quegli occhiali con le spirali sulle lenti e una collana di tappi di bottiglia.

"È permesso?" Chiese lentamente.

"Non credo che stasera importi davvero, Luna. Vuoi venire?"

"Sicura che mi vuoi?" Non lo chiese in un modo pietoso, stile "Oh povera me, tutti mi odiano". Chiese semplicemente, come se non volesse che io facessi qualcosa che non volevo fare solo per il suo bene. Quasi come se mi avesse letto la mente, aggiunse, "So di essere strana."

Sarebbe stato così semplice dire solamente, Hai ragione, oh beh, credo che me ne andrò allora. Ma sarebbe giusto? Certo, Luna era strana, ma credo che ne sarebbe rimasta comunque molto ferita. Solo perché indossava rape come orecchini non voleva dire che non avesse sentimenti. E forse il professor Potter aveva ragione. Magari avrei dovuto provare a far breccia nel suo guscio e conoscerla.

"Ovviamente ti voglio. Non sarei venuta fino a qui se non avessi voluto."

Luna mi regalò un enorme sorriso. "Grazie." Tornammo insieme al tavolo di Grifonrosso, tenendo le teste alte. Feci del mio meglio per ignorare tutte le risatine provenienti da Nico e Ciara.

Da quel momento in poi, Luna divenne la mia amica più leale.

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il giorno prima delle vacanze di Natale, James decise che era incredibilmente importante per lui conoscere dove ogni singolo ragazzo del primo, secondo e terzo anno di Grifondoro e Tassorosso, insieme a qualche Corvonero e Serpeverde, passasse le vacanze. La parte peggiore: ero l'unica a rimanere ad Hogwarts. Persino Wren sarebbe tornata a casa in aereo per Natale, anche se appariva incredibilmente in colpa al pensiero di abbandonarmi.

Luna, che era diventata un membro onorario del tavolo di Grifonrosso, provò ad invitarmi a casa sua, ma rifiutai. Sarei stata bene, e non volevo essere un peso. Molto in fondo, sapevo che non volevo esattamente passare tre settimane con i matti che credevano ai Nargilli e ai Gorgosprizzi e a chissà cos'altro. Non sarei stata l'unica in tutta Hogwarts. Dovevano per forza esserci altri.

Ma mentre si avvicinava l'ora di dormire, portando con sé l'imminente partenza dei miei amici la mattina dopo, iniziai a deprimermi. Certo, Hogwarts era meglio di casa, Ma se fossi stata l'unica nella Torre di Grifondoro? Non avrei potuto sopportarlo.

A mezzanotte, finalmente decisi che stare sveglia tutta la notte non avrebbe impedito all'alba di arrivare. Stavo per attraversare la porta verso il dormitorio delle ragazze quando James chiamò il mio nome dall'altro lato della sala comune.

Mi districai tra le persone, tutte che parlavano emozionate dei loro piani per le vacanze. La loro allegria mi fece sentire solo più triste.

"Astra!" James urlò, tirandomi fuori dalla folla e attraverso il buco del ritratto, dove il professor Potter ci stava aspettando.

"Ciao, Astra, come stai?"

Feci spallucce.

"James mi ha detto che rimarrai ad Hogwarts per le vacanze?"

"Sì, signore." Provai a non sembrare depressa, ma non funzionò molto bene.

Lui si accigliò. "Sai, penso che tu potresti goderti il Natale insieme a noi un po' di più, non credi?"

Stava dicendo quello che pensavo stesse dicendo? Non osai sperare, limitandomi ad annuire leggermente.

James fece un sorriso enorme. "VERRAI A CASA CON NOI! PAPÀ HA GIÀ PARLATO CON LA PROFESSORESSA MCGRANITT! È stata una mia idea, comunque."

lo fissai. "D-Davvero?"

"Certo!"

Saltai su e giù per l'emozione. "Grazie infinite, signore!"

Il professor Potter sorrise. "Saremmo felici di averti con noi. Ora forse vorresti andare a fare i bagagli. L'Espresso di Hogwarts parte domani alle undici."

Praticamente volai verso il mio dormitorio e feci un tale fracasso che Iris si svegliò e mi lanciò il suo cuscino. Dopo quello, provai ad essere più silenziosa, ma ciò non fermò la mia emozione. Magari avrei effettivamente passato un bel Natale per una volta!






Spigolo autore


Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima.

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