Capitolo 3 - Non c'è nessun binario 9¾
Mi svegliai presto e in forma. Letteralmente. Quattro e mezza del mattino. Ma non riuscii a riaddormentarmi, quindi alle cinque e mezza decisi di alzarmi, perché stare nel letto era noioso e non avrei dormito.
Rotolai fuori dal letto e arrancai, con la vista annebbiata, verso la finestra. Tirare via le tende rivelò che il cielo pensava fosse ancora notte. Ero esausta, ma il mio cervello si rifiutò di credere alla prova, qui di fronte ai miei occhi, che il mondo non si era ancora svegliato. Mentalmente, ero sveglia da ore.
Dopo essermi preparata, cercai accuratamente nella mia camera oggetti smarriti, ma tutto era già ordinatamente sistemato nel mio baule. Il mio nuovo mantello era appeso ad una sedia, pronto per quando avrei dovuto indossarlo. Anastasia stava dormendo profondamente nella sua gabbia ai piedi del letto. Finii per camminare avanti e indietro per un'ora buona prima che sentissi segni di vita al piano di sotto.
Guardai il mio orologio. 6.30. Probabilmente non era troppo presto per scendere giù.
Mi ci vollero dieci minuti per trascinare il baule vicino le scale. Stavo tentando di capire come portarlo giù per le scale, quando una strega anziana mi incrociò nel corridoio. Sorrise gentilmente, mormorò un incantesimo, agitò leggermente la bacchetta, e il mio baule si alzò da terra di parecchi centimetri.
"Grazie!" Dissi guardandomi indietro mentre inseguivo il mio baule, che si poggiò alla fine delle scale con un thunk.
Le uniche persone nel locale vero e proprio erano la proprietaria, Hannah Paciock, e suo marito. Per un secondo mi chiesi come mai era sveglio così presto, poi ricordai una cosa che mi aveva detto Albus. Lui era il professore di Erbologia ad Hogwarts, quindi probabilmente si stava preparando ad andare. Entrambi mi salutarono gentilmente mentre trascinavo il baule attraverso la porta, e il professor Paciock venne a darmi una mano.
"Emozionata per il tuo primo giorno?" Chiese il professor Paciock mentre piazzava il baule vicino alla mia sedia. Hannah mi portò un piatto di uova e bacon mentre annuii energicamente. Ero più che emozionata, in effetti.
"Come hai dormito, cara?" Chiese Hannah, posizionando due piatti per sé e per suo marito dall'altro lato del tavolo.
"Abbastanza bene," mentii, ma sfortunatamente ero una pessima bugiarda. Hannah alzò un sopracciglio, sembrando divertita, ma non disse nulla.
"Avete figli ad Hogwarts?" Chiesi dopo un minuto. Il professor Paciock sembrava avere più o meno l'età del professor Potter, quindi forse anche lui aveva dei figli che andavano a scuola lì.
Il professor Paciock annuì. "Due, in realtà. Arthur è nel tuo anno, e Andrew è al terzo anno."
"E altre due arriveranno l'anno prossimo." Disse Hannah, sorridendo verso nulla in particolare. È così che fanno la maggior parte delle madri quando parlano dei propri figli? Per qualche motivo avevo difficoltà a comprendere una madre amorevole.
In quel momento, quattro bambini arrancarono nella stanza, sembrando incredibilmente stanchi. I due ragazzi però erano eccitati nonostante la stanchezza, e il più piccolo si piazzò nella sedia vicino a me.
"Ciao!" Gracchiò, poi si schiarì la gola. "Scusa, non volevo sfregiarti le orecchie. Sono Arthur!"
Sorrisi. "Io sono Astra."
"Oh, lo sapevamo," disse il maggiore.
"Andrew, Arthur, andate a mangiare, per favore, così non faremo tardi per il treno." Hannah si alzò e portò i figli in cucina, lasciando me e il professor Paciock a mangiare in silenzio.
Mentre il pub si riempiva, Arthur e Andrew correvano avanti e indietro tra l'appartamento di famiglia e i loro bauli, posizionati vicino alla porta, infilandoci dentro cose che avevano dimenticato come calzini e cappelli e un orsetto di peluche. Mi sedetti sul mio baule vicino ai loro e guardai interessata.
Le loro due sorelline, gemelle identiche, mi guardavano caute un po' più in là, il che era un po' sgradevole. Finalmente una di loro disse, "I tuoi capelli sembrano bianchi."
Sbattei gli occhi sorpresa. "I miei capelli sembrano...bianchi...?" Ripetei, poi presi tra le dita una ciocca di capelli. Erano di un biondo intenso, ma non era proprio un biondo pallido. Nella luce del mattino, però, capivo come mai lo pensassero. "Non sono bianchi, sono biondi." Dissi obbiettivamente.
Le bambine mi fissarono. "Oh."
"Sono belli," aggiunse la sua gemella.
"Grazie," dissi sorridendo.
Prendendolo come un segno di amicizia, le gemelle si sedettero sui bauli dei fratelli, vicino a me. "Anche tu vai ad Hogwarts?" Chiese la prima, un accenno di ammirazione nella sua voce.
Annuii. "Già. Sono nello stesso anno di Arthur."
"Io sono Alyssa," disse la prima gemella. "Lei è Anna." Indicò la sorella.
Anna sospirò. "Non possiamo andare ad Hogwarts fino all'anno prossimo."
"Sei fortunata," aggiunse Alyssa.
Annuii. Non ero sicura di cosa fare con loro.
"In quale casa vorresti andare?" chiese Anna.
Alzai le spalle. "Non lo so. Non so neanche come sono le varie case, onestamente."
Anna guardò Alyssa emozionata, la quale guardava lei, altrettanto emozionata. "Beh," iniziò Anna, "I Tassorosso sono leali e lavorano sodo-"
"-I Grifondoro sono coraggiosi e audaci-"
"- I Corvonero sono intelligenti-"
"-E i Serpeverde sono astuti. E cattivi."
"Non sono tutti cattivi." Andrew ci raggiunse. Fece scendere Alyssa dal baule così da poterci mettere delle carte. Sembravano le figurine del baseball.
"Sono cattivissimi!" Replicò Anna.
"Severus Piton non era cattivo, giusto? Chiedete al professor Potter di parlarvene, ve lo dirà lui stesso." Andrew se ne andò di nuovo, con un'aria di estrema superiorità.
Alyssa si sedette sbuffando. "Pensa di essere così figo, solo perché va a scuola, e ha libri e divisa nuova, e ha un gufo."
"Non è figo per niente," concordò Anna.
Fui salvata dal dover commentare dal professor Paciock, che chiamò Andrew, Arthur e me per portare i nostri bauli nella macchina. Saltai in piedi e subito trascinai fuori il mio baule, seguito dai due ragazzi.
Ci infilammo tutti in quella stranamente spaziosa macchina, e il professor Paciock mise in moto. Era chiaro che non fosse abituato a guidare, dato che dovette chiedermi cosa significasse il semaforo rosso, ma arrivammo comunque sani e salvi alla stazione di King's Cross.
Il professor Paciock trovò un carrello, e ci caricammo sopra i nostri bauli. Mentre camminavamo per la stazione, guardai il mio biglietto.
Binario 9¾
Whoa. Aspetta, Cosa?
Guardai i cartelli. C'erano 8....9....10. Nessun 9¾. Mi girai confusa verso il professor Paciock. "Dove dobbiamo andare?"
Andrew sorrise. "Andiamo a chiedere al controllore!"
Prima che i suoi genitori potessero fermarlo, Andrew prese sia la mia mano che quella di Arthur e ci tirò verso uno degli impiegati della stazione, che ci guardò disinteressato. Finché non vide i due gufi piazzati sopra le nostre valigie. A quel punto ci guardò in modo strano, quasi cauto. "Cosa volete?"
"Potrebbe per cortesia indicarci la strada per il binario nove e tre quarti?" Chiese Andrew educatamente.
"Binario nove e..." l'impiegato ci scrutò. "Sentite, ragazzini, questo scherzo sta diventando vecchio. Sappiamo entrambi che non c'è nessun binario nove e tre quarti. Smettetela di farmi perdere tempo." Tornammo dai Paciock, ma sentii l'impiegato mormorare qualcosa su "dannati ragazzini...ogni anno...binario nove e tre quarti..."
Il professor Paciock si accigliò. "Era davvero necessario?"
"Certamente! Andiamo!" Andrew si girò e si fiondò verso il muro che divideva i binari nove e dieci.
Solo che non lo colpì. Sembrò come se si fosse...sciolto nel muro.
Hannah sorrise alla mia espressione scioccata. "È nascosto ai babbani. Camminaci semplicemente attraverso. Tu e Arthur andate insieme."
Arthur mi offrì la mano, ma rifiutai educatamente. Non mi serviva aiuto. Alzò le spalle e camminammo fianco a fianco attraverso il muro.
Sobbalzai quando passammo attraverso. Il muro di mattoni aveva lasciato spazio ad un altro binario. Un cartello sopra di me lo chiamava "Binario 9¾." Andrew ci fece segno con la mano più in là, e subito ci facemmo da parte mentre il professor Paciock emergeva dal muro, spingendo il carrello. Qualche momento dopo, Hannah passò attraverso, tenendo entrambe le gemelle per mano.
Attraversammo il binario, e il professor Paciock scaricò i bauli dal carrello, piazzandoli ai nostri piedi. Hannah sembrava sul punto di piangere mentre abbracciava prima Arthur, poi Andrew poi, a sorpresa, me. Mentre lei salutava il professor Paciock con un bacio, le gemelle diedero a me e Arthur un abbraccio di gruppo, poi ci si infilò anche Andrew. Corse sul treno dopo un minuto.
Hannah diede un ultimo abbraccio ad Arthur e a me, poi ci fece salire sul treno prima che partisse. Arthur si asciugò gli occhi di nascosto e feci finta di non notarlo.
Non c'era pericolo che venissimo lasciati soli, e di certo non eravamo gli ultimi a salire. Arthur mi portò in uno scompartimento vuoto, e guardammo fuori la finestra, osservando le altre famiglie che salutavano.
Proprio sotto la nostra finestra notai i Potter, e li indicai ad Arthur.
"Riesci a credere che uno dei nostri professori sarà Harry Potter?" Disse Arthur con ammirazione.
"Cosa c'è di speciale in lui?"
Arthur mi guardò come per dire "Sei stupida?" Per poi voltarsi verso la finestra.
Riconobbi l'uomo dai capelli rossi che era con loro dal negozio di scherzi, quindi o era lo zio di Albus Ron oppure lo zio George. La donna castana vicino a lui, forse sua moglie, stava dicendo, "Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!"
"Hai ragione, scusa," disse Ron/George. Poi aggiunse, parlando alla bambina dai capelli rossi di fianco a lui, "Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue."
Quindi quella era la famigerata Rose Weasley. Aveva un cespuglio di capelli rossi e mi ricordava molto di Merida dal film preferito di Blaise, Ribelle - the Brave. Notai che Albus teneva le distanze da lei.
"Hey!" James apparve. "C'è Teddy laggiù," disse senza fiato, indicando dietro di sé. "L'ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!" Guardò gli adulti, apparentemente deluso dalla loro mancata reazione. "Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stava facendo-"
"Li hai interrotti?" Chiese la signora Potter. "Sei proprio come Ron-"
"-e mi ha detto di andar via. Si stavano baciando!"
Lily disse qualcosa che non sentii, e guardai Arthur. "Teddy è quello con i capelli blu?"
"Non lo so, erano blu ieri? Andrew dice che cambiano." Arthur tenne la faccia premuta contro la finestra
"Sono quasi le undici, faremmo meglio a salire a bordo," disse il professor Potter.
James rise, poi si girò verso Albus. "Ci vediamo dopo, Al. Occhio ai thestral."
"Pensavo che fossero invisibili. Hai detto che erano invisibili!"
James rise di nuovo all'espressione terrorizzata di Albus, poi si fece baciare dalla madre prima di saltare sul treno. Un secondo dopo era fuori la porta del nostro scompartimento.
"Hey Astra!" salutò, agitando la mano gioiosamente. Sorrisi e lo salutai anche io, poi lui si avviò verso l'inizio del treno.
Quando mi girai verso la finestra, Albus e Rose erano spariti, e la signora Potter, Lily, e i Weasley stavano salutando qualcuno sul treno.
Qualche minuto dopo, Albus aprì la porta dello scompartimento, chiaramente sollevato di vedere un volto familiare. Sprofondò nel sedile affianco a me. "Riesci a crederci che sta succedendo? Finalmente?"
"Non direi finalmente. Neanche conoscevo Hogwarts fino a tre giorni fa," dissi alzando le spalle.
Arthur sorrise raggiante. "Non vedo l'ora. Spero di essere un Tassorosso. Andrew è un Tassorosso."
"Io voglio essere un Grifondoro," disse Albus. "E mio padre dice che il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta, quindi ciò significa che non sarò un Serpeverde!"
Prima che Arthur o io avessimo tempo di rispondere, la porta dello scompartimento si aprì di nuovo rivelando una bambina minuta dai capelli scuri.
"Questo posto è occupato?" Disse indicando il posto accanto ad Arthur. Aveva un accento molto marcato. Sembrava americano.
Scossi la testa. "No. Accomodati."
Albus la fissò. "Che problema ha la tua voce?"
Lei mise su uno sguardo indignato. "Scusami, la mia voce è perfettamente a posto."
Subito scossi la testa, guardando Albus come per dire "Qual è il tuo problema?". "Non intendeva in quel senso!" Spiegai. "Lui voleva dire, come mai hai quell'accento? Sei americana o qualcosa del genere?"
"Oh." Si rilassò. "Si. Sono americana."
"Perché vieni ad Hogwarts, allora?" Chiese Arthur curioso. "Non hanno scuole di magia in America?"
"Beh... C'è Ilvermorny... Ma Hogwarts è la migliore del mondo. I miei nonni hanno studiato lì. Volevano che lo facessi anche io. Mi chiamo Wren Predatel, a proposito."
"Arthur Paciock," disse Arthur sorridendo.
"Astra Lewis."
"Albus Severus Potter."
Wren sgranò gli occhi. "Potter? Come, Harry Potter?"
"È mio padre," disse Albus orgoglioso.
Mi imbronciai. Si può sapere come mai Harry Potter era così importante? "Chi è Harry Potter? Cioè, è tuo padre, ovviamente, ma è famoso o qualcosa del genere?"
I miei tre compagni mi guardarono a bocca aperta.
"Non hai mai sentito parlare di Harry Potter?" Chiese Wren, finalmente.
Scossi la testa.
"Mai sentito parlare di Voldemort?" Chiese Albus.
Scossi la testa di nuovo.
"È una lunga storia. Vuoi sentirla?" Chiese Albus.
"Beh, ovviamente. E non stupitevi così tanto. Sono cresciuta con dei Babbani, dopotutto."
"Beh, tutto iniziò tanto tempo fa, addirittura prima che nascesse mio padre, quando Voldemort salì al potere per la prima volta," iniziò Albus. Mi raccontò tutta la storia di come Voldemort fosse il più potente mago oscuro dell'ultimo secolo, e di come suo padre ottenne la cicatrice, vinse in astuzia contro Voldemort molte volte quando era a scuola, poi finalmente lo sconfisse.
Alla fine, capii come mai Wren e Arthur lo ammiravano così tanto. "E lui sarà il nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure? sembra il migliore."
"Sarà il nostro insegnante?" Wren urlò, poi si chiuse la bocca con la mano. "Scusate. Ma comunque, è una figata!"
Il resto del viaggio passò velocemente. Wren, Arthur, e Albus erano tutti simpatici, e Wren e Albus erano molto divertenti. Ad un certo punto, Arthur andò a cercare Andrew, dicendo qualcosa riguardo una nuova figurina delle cioccorane. James ci raggiunse poco dopo.
"Sapevo di trovarti qui, Al. Ti stai divertendo con la tua ragazza?" Chiese, indicando me.
"Non è la mia ragazza!" Disse Albus con veemenza.
"James, sei infantile," dissi, provando a sembrare superiore. Immagino che non funzioni quando la persona rispetto a cui vuoi essere superiore è quindici centimetri più alta di te e si sta spanciando dalle risate.
Lo presentammo a Wren, e andarono d'accordo immediatamente. In breve tempo eravamo tutti piegati in due dal ridere.
Dopo un po', James tirò fuori qualcosa dalla sua borsa. "Guardate cosa ho trovato nell'ufficio di papà-"
"Lo sai che non puoi entrare nell'ufficio di papà!" Sibilò Albus.
"Tranquillo, non saprà che è sparita." James ci mostrò un pezzo di pergamena in bianco.
"Wow...è davvero fantastico, James. Carta in bianco. Che figo," dissi sarcasticamente.
James ruotò gli occhi. "Deve essere magica, o non sarebbe conservata in un cassetto chiuso a chiave."
"Come l'hai avuta se il cassetto era chiuso?" Wren chiese sospettosa.
"Semplice. Alohomora."
"Non possiamo usare magia fuori dalla scuola..." Wren disse nello stesso tono.
"Il Ministero penserà che sia stato mio padre. In ogni caso, a chi importa? Cerchiamo di capire cos'è."
"Io so cos'è," intervenne Albus.
"Come no," James disse sarcastico. "Io sono serio."
"Anche io. So cos'è. Ho visto papà usarla quando hai iniziato la scuola."
"Beh...okay. Cosa fa?"
Albus prese la pergamena da James, la toccò con la bacchetta, e disse, "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."
James rise. "Bel tentativo, Al, ma..." La sua voce si affievolì mentre sottili linee di inchiostro iniziarono a spargersi come una ragnatela dal punto in cui Albus l'aveva toccata. Si arricciarono in ogni angolo della pergamena, e delle parole spuntarono in alto. Dicevano:
I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso
Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori
sono fieri di presentarvi
La Mappa del Malandrino
"Whoa..." Sospirai io.
James sembrava al settimo cielo. "Sapete questa che cos'é?"
"No..." Disse Wren.
"È una mappa di Hogwarts! Guardate, c'è la preside McGranitt! e Hagrid! E il professor Vitious! E si muovono!"
Ed era così. Piccoli puntini etichettati con i nomi si spostavano per il castello. La preside McGranitt stava camminando per un corridoio, e il professor Vitious si trovava nella sala d'ingresso.
"È fantastico!" Sospirò James.
"Non vedo il perché" Disse Wren, riportandoci alla dura realtà. "Se vieni beccato con quella, scommetto che sarai espulso."
"Tu sei al primo anno, giusto?" James le chiese all'improvviso.
"Si," disse lei facendo spallucce. "Perché? Scommetto che tu sei solo al secondo anno."
"È così." Dico, e James mi lancia un'occhiataccia.
Girandosi di nuovo verso Wren, disse, "Beh, quando arriveremo ad Hogwarts, scoprirai che sono noto per fare scherzi, dispetti, e praticamente causare ogni tipo di guaio non nocivo. Di certo so come tenere questa fuori pericolo."
"Non ne hai bisogno." Disse Albus. "Puoi semplicemente disattivarla."
"Puoi farlo?" James guardò la mappa intensamente.
"Sì, così." Albus la toccò di nuovo, e disse, "Fatto il misfatto!" La mappa sembrò cancellarsi, come una di quelle lavagnette magnetiche per bambini, di quelle dove fai scorrere il magnete e si cancella tutto.
James guardò la mappa ammaliato. "È fantastico! Sapete cosa potremmo farci con questa?"
"Spero nulla contro le regole," disse Wren. Albus annuì.
James guardò me. "Ti prego dimmi che tu parteciperai a qualche dispetto magico?"
"Finché nessuno si fa male," dissi alzando le spalle.
Sembrava che James volesse abbracciarmi, ma si trattenne. "Beh, ad ogni modo, con voi ci vediamo al banchetto. Se sarete Grifondoro, almeno." Saltò su e uscì dallo scompartimento, forse pensando a tutti i guai che avrebbe potuto causare con quella mappa.
"Forse non avrei dovuto mostrargliela..." Disse Albus nervosamente.
"Tranquillo, se viene espulso, viene espulso. Probabilmente tuo padre lo beccherà prima," dissi, provando a confortarlo. Albus sorrise raggiante.
"Mettiamoci le divise," disse Wren, guardando fuori la finestra. "Credo che siamo quasi arrivati."
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima.
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