Capitolo 21 - Come conviverci

Ero in una stanza buia, in un angolo, e guardavo un gruppo di persone. Una, la più piccola, era seduta su una sedia in mezzo, una candela levitava sulla sua testa. Un uomo camminava avanti e indietro davanti a lei, e di fronte al muro c'erano altre due o tre persone, ma non le vedevo chiaramente.

Mi mossi più vicino, provando a vedere chi fosse la ragazzina sulla sedia. Nessuno poteva vedermi, e apparentemente nessuno poteva percepirmi dato che calpestai il piede di un uomo e lui neanche sbatté gli occhi.

Attraversai la stanza, in modo da guardare la sua faccia. Quella faccia mi sorprese. Era quel volto che ora odiavo. Quel volto di cui fino a poco tempo fa mi fidavo più di qualunque altro. Il volto di Wren. E sembrava terrorizzata.

L'uomo che camminava di fronte a lei si fermò all'improvviso. "Quindi non l'hai trovata? Hai fallito?"

Deglutì, e annuì, abbassando la testa.

"Non solo, ma avevi quel mantello in tuo possesso, ma non lo hai preso?" L'uomo ringhiò, camminando in avanti fino a che la sua faccia non fosse a pochi centimetri da quella di Wren.

Lei lo fissò, tremante, poi annuì una volta. "Non sapevo che lo volessi!" Mentre lo diceva, iniziò a piangere.

Per quanto la odiassi ora, non potei non provare pietà per lei. Aveva solo undici anni, dopotutto. Non si meritava questo...qualunque cosa fosse questo...

L'uomo sospirò, e si alzò, accigliandosi di fronte alla ragazzina piangente come se fosse un puzzle che stava per completare, ma ancora non ci era arrivato.

"E cosa hai scoperto della ragazza?"

Wren alzò lo sguardo. "C-Chi?"

"Chi può mai essere?" Lui sogghignò.

Lei lo fissò per un momento, poi scosse la testa ostinatamente. "Niente."

"Niente? Non credo proprio. Sei stata con lei tutto l'anno," disse in tono paternale.

"Non eravamo amiche."

"Eravate nella stessa Casa, nello stesso anno," disse l'uomo, nello stesso tono di voce.

"Non eravamo amiche! Tutto ciò che so è che lei non sa chi è!"

Spalancai la bocca. Stava parlando di me? Non poteva essere Rose, o Lacy, o Iris. Perché stava mentendo? Sapeva tutto ciò che c'era da sapere su di me. Cosa ci guadagnava a mentire?

L'uomo socchiuse gli occhi e si avvicinò a grandi passi verso di lei. Le afferrò i capelli e le tirò la testa all'indietro. Wren urlò, poi si morse il labbro.

"Dimmi quello che sai," l'uomo sussurrò minaccioso.

"Non so niente..." Wren disse piano, guardando il soffitto.

All'improvviso, la scena collassò in una nebbia nera, avvisandomi del fatto che stessi sognando. La nebbia mi attirò a sé come se fossi in una specie di vuoto. Vorticò attorno, sempre più veloce, sempre più veloce...

Mi svegliai all'improvviso. Ero un sogno. Ero al sicuro, nel mio letto, nella Torre di Grifondoro. Era un sogno. Era solo ciò che il mio cervello voleva pensare...che Wren si potesse redimere...

Rose si sedette assonnata. "Tutto bene?" Sussurrò, togliendosi i capelli dalla faccia.

"Sogno. Sto bene," Sussurrai, stendendomi di nuovo.  Dopo un minuto, sentii il tonfo di Rose che affondava di nuovo nei cuscini. Prima che me ne accorgessi, dormivo di nuovo.

~~~~

Era il giorno prima di quando ce ne saremmo dovuti andare quando James e io finalmente avemmo una possibilità di parlare di ciò che era successo. Riuscimmo a sgattaiolare via da tutti e sederci vicino all'albero del lago. L'ultima volta che mi ero seduta qui era stato con Wren...

Per qualche minuto, fissammo il lago e basta. Non sapevo da dove iniziare. Dubito che James lo sapesse, ma avevamo bisogno di parlare. Dovevamo affrontare la cosa, insieme. Era ciò che aveva detto la professoressa Patil, perlomeno.

"Quindi..." finalmente disse James. Non sembrava sapere come continuare.

"Non posso credere che l'abbia fatto," sussurrai, abbracciandomi le ginocchia.

"Io...Neanche io..." James sospirò. "Era nostra amica. Non ha neanche senso."

"Non è mai stata nostra amica," dissi amaramente. "Ha mentito tutto il tempo."

James si accigliò. "Quanto sarebbe facile crederlo...ma, lo era, davvero. Hai visto. Non è riuscita ad usare la maledizione Cruciatus su di me..."

La verità era innegabile. Volevo disperatamente odiarla. Che fosse una persona malvagia e disonesta senza alcuna qualità. Avrebbe reso tutto incredibilmente più semplice. Ma non era così. E io lo sapevo. Era terribile, ma davvero non aveva voluto farci del male.

"Lei...perché...non capisco..." Non riuscivo ad ordinare i miei pensieri, quindi appoggiai la testa sulle ginocchia, provando a non piangere di nuovo. Lo avevo fatto già abbastanza di notte sul cuscino.

James mi accarezzò la schiena. "Non lo so. Ma lo scopriremo. Lo so. Sono sicuro che avesse una ragione..."

"Ha detto che non voleva farlo," dissi alzando la testa.

James annuì. "Già. Quindi, per il momento possiamo assumere che qualcuno la stesse costringendo." Stava facendo di tutto per convincere entrambi, lo avevo capito, ma non stava funzionando. Lui non credeva alle sue parole. Io non ci credevo.

Ma nessuno di noi due lo ammise.

~~~~

Prima del Banchetto di Fine Anno, la professoressa ci chiamò nel suo ufficio. Con 'ci', intendo James e me.

Salimmo per la scalinata ed entrammo nell'ampio ufficio. Era molto più familiare per me che per qualunque altro ragazzo del primo anno, ne ero sicura. La professoressa McGranitt indicò due sedie, e ci sedemmo.

"Voi due avete risparmiato un bel po' di guai alla scuola," disse, sorridendo gentile. "Avete impedito a molti attacchi di raggiungere livelli pericolosi, e siete riusciti a scovare il criminale. La scuola vorrebbe ringraziarvi."

Guardai James, che sembrava piacevolmente sorpreso. In realtà non avevamo fatto molto, a parte rompere un sacco di regole e buttarci in situazioni pericolose avventatamente, ma se volevano ricompensarci, a me stava bene.

"Entrambi riceverete un Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola, stasera, dopo il banchetto."

James sorrise. "Sono onorato. Proverò ad infrangere ancora più regole il prossimo anno, così magari ne avrò un altro."

La professoressa McGranitt sospirò.

"Quindi..." dissi, accigliandomi quando capii una cosa. "Questo significa che dirà a tutti cosa è successo? Anche di Wren?"

La preside annuì in modo spiccio. "Ovviamente."

James alzò le sopracciglia. "Professoressa, noi non sappiamo davvero se Wren l'ha fatto perché è sta-"

La professoressa McGranitt lo interruppe. "Miei cari, noi crediamo che la signorina Predatel fosse sotto l'effetto della maledizione Imperius."

Sbattei gli occhi, poi mi accigliai verso James, che sembrava confuso quanto me. Decisamente non era sotto l'effetto della maledizione Imperius. Se fosse stato così, sarebbe stata capace di torturare James, perché non avrebbe avuto il controllo delle proprie azioni o sentimenti. Prima che uno qualunque di noi potesse replicare, però, la preside ci precedette.

"Questa è la storia ufficiale, e sarei contenta se voi non la cambiaste."

"Ma perché?" James chiese. "Non penso che fosse sotto controllo..."

La professoressa McGranitt si accigliò. "Il Ministero della Magia ed altri governi magici del mondo hanno approvato leggi più severe riguardo alle Arti Oscure negli anni recenti. Considerando l'età della signorina Predatel, è probabile che sia stata costretta a farlo, e che l'incantesimo le sia stato insegnato da un più capace mago oscuro o strega oscura. Tuttavia, il Ministero della Magia, ed il Congresso Magico degli Stati Uniti d'America, non considerano l'età quando si tratta di punire streghe e maghi per le Maledizioni senza Perdono. A meno che una persona non sia sotto l'effetto della maledizione Imperius essa stessa, è da ritenere responsabile di qualunque incantesimo che lancino. E anche se non crediamo che la vostra amica abbia agito di propria volontà, nessuna corte magica ci ascolterà a meno che non affermiamo che fosse sotto la maledizione Imperius."

Fissai la professoressa con la bocca spalancata. Stava mentendo? Piegando le regole? Sconvolgente!

"Ma...lei pensa che Wren..." James non finì la frase.

"Sia stata costretta?" Chiesi. "Perché non lo ha detto a qualcuno? Perché non ha cercato aiuto?"

"Quello, non lo so," La professoressa McGranitt disse stancamente. "Forse ha pensato che non le avremmo creduto."

Abbassai lo sguardo. Non aveva senso... o si? Di sicuro Wren sapeva che mi fidavo di lei. Io le avrei creduto...Albus le avrebbe creduto...

Ma dopotutto, magari aveva scelto di farlo, e aveva scelto di imparare la maledizione. Forse mi stavo solo riempiendo di speranze inutili e disperate.

James fu quello che chiese, "Professoressa, sapete che cosa stava cercando?" Avevo completamente dimenticato quella parte.

La professoressa McGranitt scosse la testa. "Potremmo non scoprirlo mai."

"Professoressa," dissi lentamente,"e se gli attacchi fossero una sorta di ricatto? Contro i genitori? Del tipo, 'Ditemi dov'è, o torturerò i vostri figli'?"

"Ci abbiamo pensato. Il professor Potter ed il professor Paciock ritengono che sia la conclusione più logica. A quanto sembra, però, chiunque fosse il bersaglio non ha mai ceduto."

James mi guardò, sorridendo tristemente. Almeno avevamo quella consolazione.

Più tardi quella sera, al banchetto, la Professoressa McGranitt si alzò per fare il discorso annuale. Assegnò la Coppa delle Case (a Tassorosso, ma non ero dell'umore di festeggiare con loro), e diede informazioni generali come l'ora in cui L'Hogwarts Express sarebbe partito la mattina dopo.

"Ora, studenti, sono sicura che tutti abbiate sentito voci riguardo agli eventi dell'ultima settimana."

A quello, tutti i sussurri e le conversazioni che andavano avanti durante il discorso noioso si fermarono. La Sala Grande era tremendamente silenziosa, dipendente da ogni sua parola.

"Due giovani Grifondoro sono riusciti a smascherare l'aggressore e cacciarla via la scorsa settimana. Quei due sono James Potter ed Astra Lewis."

Il tavolo di Grifonrosso esplose in esultanze, e subito la maggior parte degli studenti si unì. Il rumore era assordante quando la Professoressa McGranitt ci fece segno di venire davanti a lei.

Quando il rumore finalmente si calmò, la Professoressa McGranitt riprese il discorso. "Questi due studenti hanno mostrato un tremendo coraggio, affrontando l'aggressore in multiple occasioni, e riducendo la durata di molti attacchi spaventando l'aggressore. Per questo, la scuola ha deciso di dare a ciascuno di loro un Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola."

Di nuovo, esultanze e applausi riempirono la Sala, ed il tavolo di Grifonrosso iniziò a cantare i nostri nomi, battendo le mani sul tavolo, e subito gli altri due tavoli si unirono. Sentii il mio volto riscaldarsi, probabilmente diventando rosso. Non avevo mai ricevuto tutta questa attenzione, soprattutto per qualcosa che non avevo intenzione di fare in primo luogo.

James ed io tornammo ai nostri posti dopo un minuto. Potevo percepire le persone fissarmi, e provai ad ignorarlo mentre la professoressa McGranitt riprendeva di nuovo il discorso.

"Studenti, sono sicura che tutti vi chiediate chi ci fosse dietro a tutto questo. Sfortunatamente, ancora non lo sappiamo. L'aggressore era una ragazza di Grifondoro del primo anno chiamata Wren Predatel-"

La preside fu interrotta da un'esplosione di sussurri. Si fermò, e i sussurri finalmente sprofondarono nel silenzio un'altra volta.

"Era sotto l'influenza della maledizione Imperius."

Sentii il sospiro di sollievo dei miei amici attorno a me.

"Grazie al cielo," sussurrò Iris. "Avevamo tutti pensato, dopo che è sparita-" Un'occhiataccia da parte mia la interruppe di botto. "Beh, io non ci ho mai creduto. Sono contenta che non sapesse cosa stava facendo, onestamente, però, mi dispiace per lei."

Lacy annuì con entusiasmo. "Povera Wren...era così dolce e gentile...se proprio devi usare qualcuno, usa qualcuno come Ciara Malfoy."

Tutti mormorarono il loro assenso.

La professoressa McGranitt ovviamente non aveva finito di parlare. Sbatté le mani per ottenere attenzione. "Studenti, ho un altro annuncio, se poteste calmarvi, per favore!"

Ci volle più tempo per ottenere il silenzio, e la preside finalmente ricorse al lanciarci occhiatacce fino al silenzio, il che funzionò sorprendentemente bene.

"Grazie. Ora, il mio ultimo annuncio è...che vado in pensione."

Per un secondo sconcertato, tutti la fissarono, poi tutti gli studenti iniziarono a sussurrare e parlare e fare domande. La più comune fu, "Perché?"

La professoressa McGranitt aspettò che stessimo zitti e fermi di nuovo.

"Come alcuni di voi sanno, sono una donna molto anziana. Amo essere la preside qui, ma temo di star diventando troppo vecchia per questo. Non so chi sarà il nuovo preside, ma mi aspetto che tutti voi lo trattiate con il massimo rispetto e cortesia, e che rappresentiate bene la nostra scuola."

"Auguro a tutti voi un'estate sicura, ragazzi! Ora, è tempo del banchetto!"

Dopo qualche secondo, il cibo apparì nei piatti dorati, e tutti  iniziarono a mangiare. James ed io fummo bombardati di domande, ma non rispondemmo. Rimasi silenziosa per tutto il pasto.

Dopo rimasi in una specie di trance, ed ogni tipo di persona veniva a congratularsi. Non potevo sopportare tutto ciò, e correvo il serio rischio di scoppiare in lacrime  per tutta la pressione quando Rose mi aiutò a tornare nei dormitori. Preparai il mio baule (semplicemente buttandoci tutto dentro) e caddi di peso sul letto. Alla fine, Iris o Rose spensero le luci, ed io mi addormentai.

Il giorno dopo fu confuso. Non ebbi tempo di sedermi fino a che non salimmo sul treno, con il mio baule sulla rastrelliera e la gabbia di Anastasia sul pavimento vicino ai miei piedi.

Il viaggio verso la stazione di King's Cross fu silenzioso. James, Albus, Luna, ed io venimmo lasciati da soli, e la cosa mi stava benissimo. Prima che partissimo, il professor Potter mi disse che sarei effettivamente tornata dai Lewis, per almeno un mese. Non sapevo come mi sentivo al riguardo, anche se tutto il tempo che avrei avuto per me mi avrebbe dato modo di processare tutto e capire esattamente come mi sentivo riguardo a Wren e a ciò che era successo. Al momento, attraversavo fasi di puro odio per quella traditrice e schiacciante speranza che potesse redimersi perché di certo era colpa sua.

Finalmente il treno arrivò al Binario 9¾. La maggior parte delle persone scattò fuori dal treno verso le braccia amorevoli dei loro genitori e fratelli. Io non mi aspettavo un benvenuto del genere, quindi fu una sorpresa quando una piccola palla di capelli rossi volò verso di me. Dopo un secondo, Lily Luna si sganciò ed abbracciò i suoi fratelli, i quali fecero entrambi versi strozzati ma la abbracciarono anche loro.

I Potter rimasero con me finché la faccia corrucciata del signor Lewis non fu visibile. Mi stava aspettando fuori dalla stazione, guardandomi male mentre trascinavo il mio baule.

Il professor Potter si avvicinò per parlare con lui prima che se ne andasse, ma parlarono a bassa voce quindi non riuscii a sentire. A giudicare dallo sguardo storto sulla faccia del signor Lewis mentre saliva in macchina, probabilmente era qualcosa sulle linee di "Non sia un pessimo genitore o chiamo il BAAF." Quella è una minaccia che ho scoperto funzionare incredibilmente bene.

Salutai i miei amici dal finestrino posteriore mentre lui usciva dal parcheggio. Era triste, davvero. Ma ero anche emozionata. Un mese non sarebbe stato così lungo.  E poi sarei stata di nuovo con i miei amici, ed avremmo avuto tutto il resto dell'estate per stare insieme. Poi sarei tornata ad Hogwarts. Sarei tornata ad essere la Stella di Grifondoro. 

Per il momento, potevo sopportare i Lewis.







Spigolo autore

Ebbene, finisce così la primissima avventura della nostra Astra, una ragazzina come tante che si è trovata immischiata di qualcosa di più grande di lei. Nuove amicizie si sono create, altre si sono infrante, ma tranquilli: Il peggio deve ancora arrivare.

Passando ai dettagli tecnici, passerà un po' prima che inizi a tradurre il sequel, intitolato Saving Star, perché oltre ai  vari impegni personali sto lavorando alla mia personale fanfiction, che ho trascurato per troppo tempo. Tuttavia, tra un paio di settimane ci sarà un breve capitolo con alcune curiosità sui nostri protagonisti.

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima.

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