Capitolo 18 - Imperio

Maggio passò, portando con sé un altro attacco (un Tassorosso del primo anno chiamato Robby Thomas), e altro panico. Le uniche cose che mi davano speranza erano che Clarissa stava molto meglio, e che la scuola era quasi finita e l'aggressore ancora non aveva trovato ciò che cercava. Avevamo solo un altro mese, poi tutti sarebbero tornati a casa, al sicuro.

Non che volessi esattamente tornare a casa, ovunque essa fosse. Neanche sapevo dove sarei finita per l'estate, anche se una casa famiglia era la risposta più probabile. I Lewis avevano probabilmente detto al sistema di affido che non mi volevano più fin da Settembre, e non avrebbero perso tempo tempo a cercarmi una famiglia adottiva per due mesi l'anno.

Ma, comunque, ciò mi sarebbe andato bene se significava che anche tutti gli altri erano al sicuro. In ogni caso, James e Albus mi avevano già promesso che avrei passato almeno un mese da loro durante l'estate, e si stavano organizzando per far venire anche Wren prima del tempo.

Ciara e Nico ci avevano lasciato in pace da quando Wren aveva maledetto i capelli di Nico. Non capivamo esattamente il perché, ma la mia ipotesi migliore era che non volessero essere spiati di nuovo.

La settimana prima degli esami, costrinsi Wren ad uscire fuori, senza portare alcun libro, cosa contro la quale lei protestò caldamente. Dovette finalmente arrendersi di fronte alla mia testardaggine, però, e seguì Albus e me fuori al lago. Ci sedemmo con le schiene appoggiate ad un grosso albero, completamente nascosti dal castello e da chiunque venisse a cercarci.

"Quindi, emozionate per l'estate?" Chiese Albus, fissando il lago. La piovra gigante era visibile subito sotto la superficie, creando delle piccole onde mentre si spostava.

Feci spallucce. "Non lasciatemi dai Lewis troppo a lungo, d'accordo? Era già abbastanza brutto quando ero leggermente strana...ora sono un mostro."

"Hey, magari non devi neanche tornare da loro," Wren disse ottimista.

Ovviamente, forse non sarei stata costretta, ma mi stavo preparando al peggio. Un mese con i Lewis era decisamente il peggio.

Invece di rispondere, feci spallucce di nuovo. "Cosa farai quest'estate?" Le chiesi.

Sembrò come se il suo sorriso tremolasse per un momento, ma supposi di averlo immaginato perché un secondo dopo sorrise, e fece spallucce. "Sarò pigra e annoiata finché non potrò venire di nuovo qui, immagino. Non lo so in realtà. Non c'è molto da fare dove vivo. L'oceano è troppo freddo per nuotare e comunque non c'è nessuno."

"Dove vivi, di preciso?" Chiese Albus.

"Maine."

"Dove si trova?"

Lei sbatté gli occhi. "Che vuoi dire, 'Dove si trova'? Non sai dov'è il Maine? Sai che è uno stato, giusto?"

"Gli unici stati che conosco sono New York, Texas e Hawaii," confessai.

Wren ci guardò a bocca aperta, e mormorò qualcosa riguardo al Texas che suonava offensivo, poi provò a spiegarci dove fosse il Maine. Ciò ebbe come risultato un Albus più confuso di prima, e una me che cercava di non ascoltarla, finché non giurai che mi sarei informata appena tornata nel mondo babbano.

Alla fine, la nostra conversazione si acquietò. Ci sedemmo in pacifica calma, osservando alcuni studenti più grandi giocare con uno dei tentacoli della piovra gigante.

All'improvviso Albus allargò il braccio, un segnale per stare in silenzio, come se non lo fossimo già. Stavo per chiedergli cosa stesse succedendo quando le sentii anch'io.

Le voci di Ciara e Nico avvicinarsi.

Chiusi gli occhi, sperando che rimanessero dall'altro lato dell'albero. La promessa di Ciara di far pentire Wren di ciò che aveva fatto ancora non era stata mantenuta, ma non credetti neanche per un secondo che nessuno dei due se ne fosse dimenticato. Fortunatamente, li sentii sedersi dall'altro lato dell'albero, apparentemente ignari della nostra presenza.

"-deve essere stanotte, Ciara. La scuola è quasi finita, e avremo perso la nostra occasione."

Una pausa, poi Ciara disse, "Lo so...è solo...verremo sicuramente beccati..."

"Non succederà, lo prometto. Troveremo chiunque ci sia dietro a questi attacchi e lo cattureremo, poi si vedrà chi sono gli eroi di Hogwarts!"

Ciara non sembrò convinta mentre disse, "Non lo so...sembra troppo facile..."

"Hai paura?" Il sorrisetto che era quasi sicuramente stampato sul suo volto era evidente dal suo tono di voce.

"No! Non ho paura!"

"Allora vieni con me. Andrò senza di te, se devo," disse Nico con nonchalance.

Un'altra pausa. "Va bene. Stanotte, allora."

Sentii uno spostamento, poi Nico rispose, "Vediamoci in sala comune a mezzanotte, d'accordo?" Immagino che Ciara avesse annuito, perché ciò che sentii dopo furono passi. 

Stavo per dire qualcosa quando sentii un sospiro molto alla Ciara. "In cosa ti sei cacciato?" Mormorò. La sentii alzarsi, per poi andarsene anche lei.

Guardai i miei due amici, sorridendo. Questa sarebbe stata l'occasione perfetta per vendicarmi di quei due per aver fatto gli idioti tutto l'anno! Potevamo chiamare James, poi prendere il mantello dell'invisibilità e spaventarli a morte!

Albus sembrò avere la stessa idea, e mi sorrise debolmente. Era ovvio che non avrebbe partecipato allo scherzo, ma avrebbe tifato per noi al sicuro nella sala comune.

Anche Wren condivideva i miei pensieri, basandomi sulla sua espressione accigliata, e scosse la testa.

"Non se ne parla. Noi non usciremo dalla torre."

"Perché no? È l'occasione perfetta!"

"Ricordate cosa è successo l'ultima volta che sono uscita? Mi sono ritrovata nel bel mezzo di un attacco e mi hanno cancellato la memoria. Non succederà di nuovo."

Feci spallucce. "D'accordo, mi sembra giusto, tu rimani."

Lei sgranò gli occhi. "No! Non puoi andare!"

"Non sarò sola," dissi ruotando gli occhi. "Albus, tu non andrai, vero?" Lui scosse la testa. "Beh, James , e lui ha il mantello dell'invisibilità. Staremo bene."

Wren sembrava ancora preoccupata, ma capì che non poteva discutere con me quando facevo la testarda. Se si fosse reso necessario, probabilmente mi avrebbe anche battuta in un duello. Tuttavia, dubito che volesse duellare in generale.

James pensò che la mia idea fosse geniale, e subito iniziò a fare piani.

Avremmo aspettato alle scale dei sotterranei a mezzanotte, e li avremmo seguiti quando fossero apparsi. I passi da soli li avrebbero resi un po' paranoici. Una volta arrivati in una zona deserta del castello, lo scherzo sarebbe iniziato. Colpire un'armatura. Picchiettare sul vetro. Correre vicino a loro, in modo che percepissero la nostra presenza senza vederci. Poi, ridere quando sarebbero corsi via urlando.

A mezzanotte meno un quarto, James, Albus, e io ci arrampicammo attraverso il buco del ritratto. Wren era andata a letto, frustrata dalla nostra testardaggine. Ricordo che disse che ci stavamo comportando da idioti. Albus, però, era più che felice di aiutare, e sarebbe rimasto sveglio, aspettando il nostro ritorno. Ogni mezz'ora avrebbe aperto il ritratto e sbirciato fuori. Se fossimo stati lì, avremmo sussurrato il suo nome, e lui ci avrebbe fatto entrare, dicendoci se togliere il mantello prima, se c'erano ancora persone in sala comune, o dopo.

James ci coprì col mantello, ridacchiando quando frusciò vicino alla faccia di Albus, facendolo starnutire. Camminammo in punta di piedi fino alle scale dei sotterranei, aspettando che Ciara e Nico passassero.

Si erano quasi fatte le 12.30 quando si mostrarono, indossando mantelli neri e rimanendo nell'ombra il più possibile. Dovetti coprirmi la bocca con la mano per non ridere quando Ciara sembrò accorgersi di qualcosa di strano.

"Hai sentito?" sussurrò.

"Ciara, sei paranoica," rispose Nico, chiaramente esasperato.

Ciara, ovviamente non contenta di venir chiamata "paranoica", si zittì subito. Mentre li seguivamo, però, era chiaro che i nostri passi la innervosissero. Continuava a guardarsi dietro nervosa, sforzandosi di vedere nel buio.

Alla fine, raggiungemmo una parte del castello in cui James e io ci sentivamo sicuri di poterci divertire un po'.

James allungò la mano, da sotto il mantello, e fece sbatacchiare la maniglia di una porta. Anche Nico lo sentì, e sia lui che Ciara saltarono. "Accendi una luce," sussurrò, avvicinandosi alla porta mentre io e James ci allontanavamo velocemente.

Ciara mormorò, "Lumos," e la punta della sua bacchetta si accese. La mantenne vicina a Nico, che stava studiando la maniglia.

Alla fine, fece spallucce. "Devo averlo immaginato." Ciara non sembrava convinta, ma sembrò decidere che avrebbe mostrato quanto coraggiosa fosse e prese il comando. Tuttavia, potrebbe averlo fatto perché i nostri passi venivano da dietro di loro.

Dopo, diedi un pugno ad un'armatura.

Potrebbe sembrare doloroso, e lo fu, un pochino, ma il suono ne valse la pena. Non so se lo sapete, ma le armature sono vuote, quindi il suono ci riverberò dentro per parecchi secondi, amplificandosi un bel po' prima di sparire. Nico addirittura fece cadere la bacchetta.

"Chi c'è?" Chiese, raccogliendola velocemente da terra e puntandola verso il principale sospetto, l'armatura. James e io, al sicuro dall'altro lato del corridoio nel frattempo, trattenemmo le risate coprendoci le bocche con le mani.

Ciara tirò il braccio di Nico. "Andiamo a-avanti e basta..."

Ricominciarono a camminare, ora prestando attenzione ad ogni suono. James mi diede un colpetto, poi puntò verso un punto avanti a loro. Capii cosa voleva fare e annuii. Ora avremmo corso vicino a loro.

Mantenendo una presa salda sul mantello, James e io scattammo per il corridoio, sfiorando i due Serpeverde. Nico non esitò nemmeno; girò i tacchi e scappò nella direzione da cui era venuto. Lui era il perfetto Serpeverde, secondo me. Ero un po' delusa dalla mancanza di urla, ma Ciara era rimasta, quindi immaginai che potessimo avere un bell'urlo da lei.

Per qualche minuto, sembrò non accorgersi che Nico se ne fosse andato. Rimase congelata in un solo punto, sbirciando nell'oscurità con la bacchetta alzata. La sua voce tremò quando chiese chi ci fosse, poi ordinò di mostrarsi. Si girò per avere supporto da Nico, poi si accorse che era sola.

"N-Nico?" Chiamò, la sua voce a malapena un sussurro.

Feci un passo indietro, ed una tavola del pavimento scricchiolò sotto il mio piede. Ciara fece un debole gemito e corse in una classe dall'altro lato del corridoio. Sentii una chiave venir girata nella serratura.

"Dovremmo tornare indietro?" Chiesi, tenendo la voce bassa.

James scosse la testa. "C'è un'altra entrata per quella classe."

"Come lo sai?"

"Sono abbastanza sicuro che quella sia la classe di Aritmanzia."

Lo fissai confusa. "Non sei neanche abbastanza grande per studiare Aritmanzia."

Lui ruotò gli occhi. "Ovviamente. Io non la studio. Dominique sì. Ha detto che ci sono due porte, una volta. L'ha salvata dal ritardo un sacco di volte... L'altra porta dovrebbe essere qui..." Mi portò dietro un angolo, e camminammo verso un altro corridoio, dirigendoci verso una porta sulla destra.

Fui sorpresa di vedere che la porta fosse socchiusa. Per regola, le porte delle classi venivano chiuse quando esse non erano usate. Lentamente ci avvicinammo e sbirciammo dentro.

La prima cosa che vidi fu Ciara, seduta a terra di fronte ad un'altra porta, apparentemente sul retro della classe. Stava tremando, e guardava nel buco della serratura. Una cosa di cui era apparentemente ignara era che non era sola. E non parlo di James e me.

Scivolando lentamente tra la scrivania e il retro della stanza c'era una figura col mantello che riconobbi anche troppo bene: l'aggressore anonimo. James mi tirò indietro nel corridoio.

"Dobbiamo chiamare un'insegnante!" Sibilò lui.

"Aspetta! E se oblivia Ciara? Dobbiamo prima vedere cosa succede!"

"Perché dovrebbe obliviare Ciara?"

"I suoi genitori non erano nell'ES," dissi brevemente. Ecco cosa era successo a Wren. Non era che non mi importasse della sicurezza di Ciara, perché non volevo che si facesse male sul serio, ma ero estremamente curiosa. Per fortuna, anche James era estremamente curioso.

Ci spingemmo contro il muro e ascoltammo.

Il sussulto di Ciara fu la prima cosa che sentii. Doveva aver alzato la bacchetta, perché una voce profonda tuonò, "Expelliarmus!" Sentii un leggero tonfo che doveva essere stato causato dalla bacchetta di Ciara che colpiva il pavimento, lontano da lei.

"C-cosa vuoi?" Disse. Potevo immaginarmela, cercare stupidamente e valorosamente di guadagnare tempo, fronteggiando un potente mago oscuro senza bacchetta. Per una frazione di secondo, mi chiesi come mai non fosse una Grifondoro.

"Voglio te," sibilò l'aggressore.

"Cosa?" Potevo sentire la paura, e la confusione, nella sua voce.

"Imperio."

James sussultò. Non sapevo perché. Cos'era "Imperio"?

"Ora, vai ad occuparti dei nostri piccoli spioni. Sono invisibili."

Sentii lo scatto di una serratura mentre l'aggressore chiaramente scappava dall'altra porta, poi lenti passi costanti mentre Ciara camminava apparentemente verso di noi. Una pausa, probabilmente per raccogliere la bacchetta, poi uscì dalla porta.

Sembrava del tutto normale all'inizio. Poi, notai gli occhi. Erano lattiginosi, e appannati, ed io guardai James, confusa. Ciara si guardò intorno, ed invece di aspettare che ci trovasse, James lanciò via il mantello e la placcò da dietro, sfilandole la bacchetta da mano.

Ciara colpì forte il terreno, e si dimenò sotto il peso di James. Dopo un po', sembrò resistere a qualunque cosa la facesse dimenare. All'improvviso, scattò a sedersi, col respiro pesante e gli occhi spalancati. I suoi occhi erano tornati normali.

Fissò noi due. "Cosa è appena successo?"

Seriamente non ne avevo idea, quindi guardai James.

"Hai subito un Imperius," sussurrò. "E l'aggressore forse è ancora qui vicino quindi stai zitta."

Abbassò la voce e chiese sospettosa, "Cosa diamine ci fate voi due qui? Siete stati voi a farlo?"

"No, e cosa stavamo facendo non è importante," dissi rapidamente.

"Quello che è importante è andare a chiamare un insegnante il più in fretta possibile," James disse. "Non ho alcuna idea di dove sia andato l'aggressore, e potrebbe aspettarci."

"E come accidenti dovremmo andare a chiamare un professore senza che lo sappia?" Chiese lei, chiaramente irritata. Credo che avesse capito cosa ci aveva portato nei suoi stessi corridoi nel bel mezzo della notte. "Se non lo avete notato, questo corridoio porta ad un solo posto. la Torre di Corvonero. Ed immagino che l'aggressore sia andato dall'altra parte, cioè dove dobbiamo andare noi."

James alzò lo sguardo, osservando l'ambiente circostante per la prima volta. "Oh. Um. Giusto. Beh..." Mi lanciò una richiesta d'aiuto con lo sguardo. La risposta ovvia era il mantello dell'invisibilità, ma potevamo fidarci davvero di Ciara con una tale informazione? James non avrebbe dovuto parlarne a nessuno.

Ovviamente, a mali estremi estremi rimedi. James sospirò. "Abbiamo un modo, ma tu devi giurare, sulla tua vita, che non lo dirai a nessuno. Papà mi ammazzerà..."

Per mia grande sorpresa, Ciara annuì subito. "Giuro...non lo dirò ad un'anima..."

"Neanche a Nico," aggiunsi in fretta.

Lei sbuffò. "Pensi che direi qualcosa a quell'idiota? Non dopo stanotte." Lei si alzò, ignorando la mano offerta (con riluttanza) da James.

Raccolsi il mantello dell'invisibilità da terra, mentre James spiegava velocemente cosa facesse. Lo indossammo, mentre Ciara cercava di stare il più possibile lontano da me. Era abbastanza complicato sotto al mantello.

Camminammo in punta di piedi, cercando di non fare rumore. Quando girammo l'angolo, quasi sussultai. La figura camminava su e giù di fronte alla porta dalla quale era uscito. Sembrava... più alto, immagino, rispetto a prima. Non mi ci soffermai, però. Velocemente lo superammo. Eravamo a metà strada lungo il corridoio, e iniziavamo a pensare di avercela fatta, quando qualcuno mise il piede su un'asse che scricchiolò.

La testa della figura schizzò su, e noi rinunciammo alla silenziosità. James urlò, "Correte!" e scappammo. Girammo un angolo, e James ci tolse il mantello, spingendolo nelle mie mani. Ciara continuava a gridare aiuto, e presto James e io ci unimmo a lei. In pochi minuti, tre auror ci trovarono. L'aggressore non ci aveva seguiti, a quanto pare.

Portammo gli auror sulla scena del crimine, ora deserta, e Ciara, James ed io spiegammo in dettaglio cos'era successo. Fui sorpresa di notare che lei lasciò ogni accenno ai nostri scherzi fuori dalla storia.

Venimmo subito mandati a letto, scortati nelle nostre sale comuni da un auror. Mentre ci separavamo da Ciara, lei si girò verso di me e sussurrò, "Non credere che questo cambi qualcosa. Rimani un'idiota."

"Lo stesso vale per te," replicai, irritata e stanca. Penseresti che avrebbe potuto mostrare un po' di gratitudine dopo che le avevamo appena salvato la vita.

Immagino che Wren si fosse unita ad Albus in sala comune, perché ci stava aspettando ansiosamente quando entrammo. Albus era addormentato vicino al camino, ma Wren ci assicurò che aveva controllato ogni mezz'ora. Svegliammo Albus e gli raccontammo la storia.

"Che razza di idiota," James mormorò quando dissi loro ciò che mi aveva detto Ciara prima di separarci.

Ruotai gli occhi. "Cos'altro potevo aspettarmi da lei?"

Piuttosto stranamente, quest'attacco non fu menzionato al mattino. James, Albus, Wren, e io non ne parlammo con nessuno, e apparentemente neanche Ciara lo aveva detto a qualcuno, perché nessuno sapeva niente quella mattina.

Ovviamente, capivo come mai la McGranitt avesse scelto di non farlo sapere. Tutti avevano bisogno di concentrarsi sugli esami, non di farsi prendere dal panico riguardo alle aggressioni. Ciara non si era fatta male, d'altro canto, e aveva sconfitto qualunque cosa facesse quella maledizione piuttosto facilmente.

Quando esposi la mia ignoranza riguardo "Imperio," Wren ci trascinò in biblioteca, così che potessimo parlare in pace.

James scosse la testa. "Non sa della maledizione Imperius...come..."

"Babbani..." Dissi, usando il suo stesso tono di voce. "Perché? Cos'è?"

"È una delle tre Maledizioni senza Perdono," Wren disse a voce sommessa.

"Maledizioni senza Perdono?"

"La prima è la maledizione Cruciatus," intervenne Albus. "Quella la conosci."

"Giusto, tortura e dolore. Ok. Poi che altro c'è?"

"La maledizione Imperius," disse James. "Rende la vittima praticamente tuo schiavo. Controlli la sua mente. Puoi fargli fare qualunque cosa vuoi. I seguaci di Voldemort la usavano un sacco."

"Puoi contrastarla, però," Wren aggiunse. "È ciò che Ciara ha fatto, sembrerebbe. Se hai una mente abbastanza forte puoi resistere alla maledizione."

"Va bene..." dissi a bassa voce. "E la terza?"

Wren si morse il labbro. "Avada Kedavra."

Alzai le sopracciglia. "Avada Kedavra? Somiglia ad abracadabra."

"Somiglia a cosa?"

"Roba da Babbani, lascia stare." Sospirai. "Cosa fa?"

"Quella...beh, uccide la vittima. All'istante."

Fissai Wren. "Non c'è modo di contrastarla? Semplicemente...ti uccide? Così?" Scattai io.

James annuì serio. "Una maledizione terribile. La peggiore, secondo me."

"Adorabile. Quindi, c'è una maledizione che può torturarti fino alla pazzia, una maledizione che ti rende uno schiavo senza volontà, e una maledizione che ti uccide in un istante. Questa roba magica non è più così divertente."









Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima.

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