Capitolo 16 - Sgattaiolando fuori si salvano vite

Tutti erano all'erta. Tre attacchi finora. Nessuno andava da nessuna parte da solo, e questa volta rimase così. Dopo due settimane, tutti erano ancora terrorizzati. A parte Luna, nessuno andava da nessuna parte senza almeno due persone con loro.

Le settimane passarono, e Clarissa non tornò a lezione. A James e me era concesso di andarla a trovare ogni tanto, e non era molto incoraggiante. Certo, alcuni giorni era in grado di parlare e sedersi e si comportava in modo perfettamente normale. Altri giorni, però, passava dall'essere normale ed allegra al dare di matto. Era costantemente legata al letto in modo da impedirle di andarsene, perché quando non era lucida, non ricordava nulla, e finiva per farsi male da sola se ne aveva la possibilità. 

James portava costantemente con sé la mappa e il mantello ormai. Si sentiva tremendamente in colpa per non aver avuto la mappa quando Rose e Clarissa erano state attaccate. "Se solo l'avessi portata, sapremmo chi è stato."

Wren sembrò diventare più nervosa col passare del tempo. Mangiava meno del solito, e la cosa iniziava a preoccuparmi. Capii che anche Albus se ne era accorto, ma nessuno di noi aveva idea di cosa fare al riguardo.

Febbraio passò, e non successe nulla. Il cielo divenne di un grigio tetro, e la pioggia sembrava perenne.

Un venerdì all'inizio di Marzo, James e Albus ricevettero lettere identiche. Sbirciai quella di Albus e vidi, in una grafia grossa e maldestra,

Caro Albus,

So che hai i venerdì pomeriggio liberi, quindi vuoi venire a prendere un tè da me verso le tre?

Non ci siamo parlati proprio fino ad ora. Portaci pure i tuoi amici.

Hagrid

Albus mi guardò. "Ti va di venire? E tu, Wren?"

"Certo."

"Venire dove?" Chiese Wren.

"Da Hagrid per un tè più tardi."

Wren fece spallucce. "Va bene."

"Com'è Hagrid? L'ho incontrato solo una volta, quando ci ha portato per il lago."

Albus mi fissò. "Lo hai incontrato solo una volta?" Annuii lentamente. "Cosa? Come? James e io non ti abbiamo portata a conoscerlo?"

Scossi la testa. "No..."

Albus sospirò drammatico. "Beh, è ora che lo incontri."

Il giorno passò lentamente. Luke riuscì a sciogliere un altro calderone a Pozioni, ed io non prestai attenzione a cosa mettevo nella mia pozione, facendola evaporare perché avevo aggiunto troppe lumache cornute.

Alle tre in punto, James ci incontrò all'enorme entrata del castello. Ci avvisò di non mangiare nulla se non volevamo romperci un dente, poi corremmo per il prato verso casa di Hagrid, tentando di non bagnarci troppo nella pioggia. Nel frattempo che raggiungemmo la porta di casa sua, eravamo bagnati fradici e tremanti.

Hagrid ci aprì la porta sorridente, e subito si spostò per farci entrare. "Allora, James, Albus, mi presentate le vostre amiche?"

"Lei è Astra, e questa è Wren," disse James, sedendosi al largo tavolo.

"Il piacere è mio," disse, allungando una delle sue enormi mani per farsela stringere. Sentii la mia mano venire schiacciata, ma la lasciò subito andare. "Scusa. Mi scordo della mia forza a volte."

Ci sedemmo tutti attorno al tavolo, e James si lanciò in un'accurata descrizione dello scorso mese. Hagrid aveva sentito di Clarissa, ovviamente, ma James rivelò tutta la storia di come avevamo spaventato l'aggressore. Dovetti interromperlo molte volte per correggerlo ("Non hai duellato con l'aggressore!"), cosa che Hagrid sembrava trovare divertente.

"Ad Hogwarts non ci erano tanti pericoli dalla guerra," Hagrid disse lentamente.

"Dice che chiuderanno la scuola?" Chiese Wren.

James, Albus ed io la fissammo. Non ci avevo mai pensato. Se avessero chiuso Hogwarts...io cosa avrei fatto? Non avevo dove andare! Mi avrebbero sbattuto in una casa famiglia finché non avessi fatto diciotto anni, poi sarei stata sola, senza amici e in difficoltà. Oppure sarei stata mandata di nuovo dai Lewis e avrei dovuto sopportare altri sei anni di tortura prima di potermene finalmente andare. Non poteva succedere...non potevano chiudere Hogwarts...

"Non lo so..." disse Hagrid. "Potrebbero, ma penso che acchiappano chiunque sta facendo questi attacchi prima."

Feci un sospiro di sollievo. Ovviamente avrebbero acciuffato l'aggressore. Avevo visto gli auror pattugliare i corridoi. Se auror nominati dal Ministero non potevano tenere Hogwarts sicura, niente poteva.

James sorrise. "In ogni caso, se chiudessero Hogwarts allora la professoressa McGranitt dovrebbe ammettere che l'aggressore è più forte delle sue protezioni, e ciò non accadrà mai."

Hagrid rise. "La professoressa McGranitt è una brava persona, James. Non ci metterebbe in pericolo voi studenti se può evitarlo."

Con la coda dell'occhio, vidi James fare l'occhiolino ad Albus. Dovetti chiedermi il perché solo per un secondo, perché James chiese, "Hagrid, è vero che avevi un drago?"

Hagrid sorrise, poi subito si accigliò. "Chi te l'ha detto?"

"Mio padre. Disse che avevi un uovo di drago che si è schiuso."

Hagrid sospirò. "Beh, sì, ci avevo un drago. Norberto era la cosetta più carina del mondo. Ora è in Romania, però, e vive una vita felice con tuo zio Charlie."

Lo fissai. "Dove accidenti lo hai trovato un uovo di drago?"

"Oh...sai com'è...l'ho trovato..."

James ruotò gli occhi. "Hai trovato un uovo di drago lasciato in giro così?"

Hagrid annuì. "Solamente trovato. Ma parliamo d'altro ora."

Albus iniziò a parlare del suo gufo, lamentandosi del suo nome per la millesima volta. Sembrava che Hagrid avesse ascoltato la storia di Silly più di una volta, ma ascoltò educatamente, e si astenne dallo sbattere la testa sul tavolo, a differenza di certe persone (cough James cough).

Dopo circa un'ora, salutammo e tornammo a scuola, buttando discretamente i dolcetti che ci aveva dato in un'aiuola. James disse che agli gnomi piacevano, il che era molto più di ciò che potevo dire di noi.

James e io corremmo verso gli allenamenti di Quidditch, quindi Wren e Albus scattarono dentro mentre noi arrancavamo nella pioggia verso il campo. Fred ci raggiunse all'uscita del castello, portando un ombrello. Non era abbastanza grande per tre persone, quindi James insistette che gli piaceva bagnarsi, e per dimostrarlo si mise a piroettare nella pioggia per tutta la strada verso il campo mentre io e Fred ridevamo.

Il resto della squadra ci stava aspettando quando arrivammo. Caroline Long e Jaycee si stavano già allenando con la Pluffa, mentre Drake provava a bloccare i loro tiri. Quando Ryan ci vide, rilasciò i Bolidi e il Boccino. James e Fred salirono immediatamente sulle scope ed inseguirono le sfere nere. Io scattai verso il Boccino.

Alle sette, Ryan ci chiamò a terra. Drake aiutò James e Fred ad acchiappare i bolidi, ed io posai il Boccino (che avevo catturato quarantacinque volte durante quell'allenamento) nella scatola in cui si tenevano le palle da Quidditch. Poi Ryan ci chiamò tutti vicino.

"La partita contro Tassorosso è tra un mese, giusto?" Annuimmo. "Ora, lo scorso anno la loro squadra era tremenda e noi facemmo del nostro meglio per farli segnare un paio di volte, giusto Jaycee?" Jaycee annuì, sorridendo.

"Beh, quest'anno hanno un nuovo capitano, e una nuova squadra, in effetti. Se vi ricordate, Teddy Lupin era molto bravo come Portiere l'anno scorso." James mi guardò e sorrise mentre Ryan continuò. "Ha allenato bene la sua squadra, e hanno battuto Serpeverde la scorsa settimana."

Tutti aspettarono ansiosamente che Ryan continuasse.

"Tuttavia, non hanno sconfitto Corvonero un mese fa, noi sì." Ryan sorrise. "Abbiamo la vittoria in pugno. Se vinciamo, la Coppa è nostra!"

Un grido d'esultanza partì dalla squadra; James salì sulla scopa, volteggiando attorno alle nostre teste. Alla fine Jaycee dovette ricacciarlo a terra.

Dopo ci sbrigammo a tornare dentro, tremanti per la pioggia. La Sala Grande sembrava calda e invitante quando ci entrammo.

Cascai vicino a Wren, e James si sedette vicino a me. Mi sembrò di notare Wren fare l'occhiolino a Rose, seduta di fronte a noi. Le ignorai e mi concentrai sul cibo.

James e Albus si lanciarono in un acceso dibattito sul Quidditch, ed io avrei anche prestato attenzione, eccetto che non sapevo nulla di Quidditch professionale. Mi interessavano solo le partite che giocavamo a scuola, ma avevo l'impressione che se James e Albus lo avessero saputo avrebbero passato una settimana ad insegnarmi tutto ciò che c'era da sapere sul Quidditch professionale, probabilmente coinvolgendo anche la madre dato che ne scriveva per lavoro. Risultato finale: ne sarei diventata ossessionata, un po' come quando lessi Narnia e ne divenni fissata. La signora Lewis aveva un enorme armadio vecchio nel seminterrato ed io ogni volta sgattaiolavo lì giù e lo aprivo, provando a trovare Narnia.

Alla fine, dopo che quasi caddi addormentata nella zuppa, Wren mi portò di sopra in sala comune, e presto andammo entrambe a letto. Stranamente, per quanto fossi esausta, mi ci volle un po' per addormentarmi.

L'attacco a Clarissa mi fece pensare. Ovviamente l'aggressore non aveva ancora trovato ciò che cercava, o non avrebbe torturato Clarissa fino all'orlo della pazzia...oppure oltre. E ciò voleva dire che, prima o poi, avrebbe attaccato di nuovo. E, dato che la fine dell'anno era solo tra qualche mese, probabilmente era disperato. Avrei solo voluto sapere quando, chi, e perché.

Mi addormentai mentre cercavo risposte a queste domande, e a quanto pare la mia mente rimase sull'argomento, perché i miei sogni quella notte furono pieni di quelle domande.

Stavo correndo per un corridoio. Era un corridoio qui, ad Hogwarts. Non sapevo esattamente da cosa stavo scappando, ma mi terrorizzava. Girai un angolo e scattai per il corridoio vuoto, scappando da un ignoto inseguitore.

Girai in un corridoio e incontrai un vicolo cieco. Provai a tornare indietro, ma mi trovai davanti la figura col mantello.

Alzò una mano e abbassò il cappuccio, rivelando...

Wren?

Ma mentre la vidi, si trasformò in Albus. Poi Luna. Poi Arthur. James. Rose. Scorpius. Iris. Lacy. Luke.

Provai ad urlare, ma la voce non mi funzionava. Provai ad afferrare la bacchetta, ma mi sentii come se  mi stessi muovendo immersa in uno sciroppo denso.

La figura con le facce cangianti, che attualmente mostrava Lillie, ma cambiò rapidamente in Roxanne, alzò la bacchetta e me la puntò contro. Non potevo neanche muovermi mentre la persona sussurrava, "Crucio."

Scattai seduta, avvinghiata nelle lenzuola e ansimante. Rose, Lacy, e Iris stavano dormendo felicemente dall'altro lato della stanza, e iniziai a rilassarmi. Era solo un incubo. Era una cosa di cui avevo sempre avuto paura: che i miei amici mi facessero del male di proposito un giorno. Anche mentre lo pensavo, mi derisi da sola. Albus, farmi del male? Wren? Era ridicolo. C'era qualcosa di matto in quell'incubo, il tipo di incubo pazzo che non facevo da tanto tempo.

La mia mente tornò all'ultimo incubo, quello con la donna che uccide l'uomo. Quello...quello era differente da questo, in qualche modo. In realtà non sembrava per niente in incubo. Più come se stessi assistendo allo svolgersi degli eventi, come se fosse successo davvero davvero. Magari quello era come la maggior parte dei sogni...questo era differente. Alzai le spalle. Se avessi avuto un telefono e la connessione ad Internet, avrei cercato diversi tipi di incubi ed il loro esatto significato. Supposi che la pazzia di quello di stanotte fosse dovuto al fatto che ero esageratamente esausta.

Sbirciai verso il letto di Wren, sperando che fosse sveglia, possibilmente. Dovevo parlare con qualcuno, o questo incubo mi avrebbe tormentato per un po'. Ad ogni modo, se non mi fossi distratta, sicuramente non mi sarei addormentata di nuovo.

Stranamente, Wren non era neanche qui. Mi accigliai, e guardai l'orologio che Rose teneva vicino al suo letto. 1:38...dov'era?

Mi alzai e scesi in punta di piedi nella sala comune, aspettandomi di trovarla rannicchiata su una delle grandi poltrone vicino al camino. Non era da nessuna parte. Iniziando a preoccuparmi, condussi una veloce ricerca nella sala comune, prima di correre dalla prima persona che mi era venuta in mente per aiutarmi a trovarla.

James.

Salii silenziosamente le scale del dormitorio dei ragazzi del secondo anno. Esitai prima di aprire la porta, dolorosamente consapevole che non avrei dovuto essere qui. Tuttavia, ciò che stava accadendo era più importante di una stupida regola.

Fortunatamente, tutti e tre i ragazzi stavano dormendo. Ci volle solo un attimo per capire quale fosse James. Marcus Dillingham e Colin Canon avevano entrambi i capelli biondi. Il letto di James era il più vicino a me quando entrai, e ci scivolai vicino.

Mi accigliai. Sarebbe stato molto più facile aspettare semplicemente il suo ritorno nel mio caldo, comodo letto. C'era ancora tempo, potevo semplicemente sgattaiolare di nuovo nel dormitorio come se nulla fosse successo.

Ovviamente non potevo farlo. C'era uno psicopatico in circolazione. Per quanto ne sapevo, Wren poteva essere la prossima vittima della maledizione Cruciatus. Non potevo permettere che le succedesse; non se potevo impedirlo, almeno. Scossi gentilmente James.

I suoi occhi si spalancarono subito, grazie al cielo. Si guardò intorno furiosamente per un attimo circa, poi si concentrò su di me. "Cosa ci fai qui?" Sussurrò.

"Wren è sparita...sono preoccupata..." dissi a bassa voce.

James si accigliò, e subito si sedette. "È sparita...così all'improvviso? Non l'hai vista andarsene?"

Scossi la testa. "Mi sono svegliata e il suo letto era vuoto."

Velocemente aprì il baule e tirò fuori l'argenteo mantello dell'invisibilità. "Andiamo."

Arrivammo in fondo alle scale prima che James pensasse di portare anche Albus. Era semplicemente equo. Per quanto strano possa sembrare, avevo l'impressione che fosse geloso di quanto spesso sgattaiolavamo fuori dai dormitori. E, ovviamente, Wren era anche sua amica.

Mi rifiutai di salire di nuovo nel dormitorio dei maschi, quindi James mi lasciò vicino al camino e corse a svegliare suo fratello. In pochi minuti, stava trasportando un Albus sbadigliante per le scale, e mise il mantello su di noi. Poi, andammo.

Quando fummo scesi di un paio di piani, James disse una parolaccia (facendo sussultare Albus) e disse, "Ho dimenticato la mappa!"

"Dovremmo andare a prenderla?" Albus chiese all'istante.

"No, Wren potrebbe essere nei guai," dissi fermamente. "È già sparita da almeno venti minuti."

James annuì. "Va bene, allora."

Dopo di questo camminammo silenziosamente. All'improvviso, James ci spinse tutti e tre contro un muro mentre due auror ci passarono di fronte. Lo guardai allarmata.

Gli occhi di James riflettevano la mia preoccupazione. Velocemente li seguimmo, faticando a correre e rimanere coperti dal mantello contemporaneamente.

Ci fermammo bruscamente in un corridoio vicino ai sotterranei, dove un gruppo di circa sei persone era ammassato su qualcosa a terra. James si avvicinò, poi sospirò di sollievo. Ci tirò indietro di circa sette metri prima di sussurrare, "Non è lei, ma penso che la ragazza sia comunque stata attaccata."

"Chi è?" Albus ed io chiedemmo all'unisono.

"Credo sia Trilia Bones..." James disse, accigliandosi. "Una ragazza di Serpeverde, in ogni caso."

"Se è Trilia, ha senso. Sua madre era nell'ES, ricordi?"

"È messa male?" chiese Albus.

"Non credo," disse James, scuotendo la testa. "Stava parlando, e la stavano aiutando a sedersi. Probabilmente, con tanti auror qui, hanno spaventato l'aggressore prima che fosse troppo tardi."

"Penseresti che qualcuno che usa la maledizione Cruciatus su bambini innocenti abbia l'intelligenza di piazzare un incantesimo insonorizzante attorno a sé..."dissi.

James annuì. "Come Muffliato. Ad ogni modo, ora almeno una persona di ogni Casa è stata attaccata."

"D-Dovremmo andare a prendere la mappa..." Albus disse con una paura nella voce evidente.

James sospirò. "Forse è una buona idea..."

"Avremmo dovuto farlo da subito," dissi. "Mi dispiace."

James alzò le spalle, poi disse, "Andiamo solo a prenderla, ok? Se Trilia è qui, allora Wren probabilmente non è stata attaccata."

Silenziosamente tornammo da dove eravamo venuti, evitando auror e Gazza e Mrs. Purr. Non riuscivo a non sentirmi in colpa. Se avessi semplicemente seguito il suggerimento di Albus di andare a prendere la mappa, avremmo potuto impedire che Trilia venisse attaccata. Certo, era Trilia, ed era pessima quasi come Nico e Ciara, ma comunque non si meritava la maledizione Cruciatus.

Albus e io aspettammo fuori dal buco del ritratto mentre James correva a prendere la mappa. Al suo ritorno, la aprimmo all'istante e cercammo il nome di Wren.

"Eccola," sussurrò Albus, "finalmente." Indicò un punto vicino alla torre di Corvonero, con due puntini che indicavano il nome di Wren e di Elias Brown, il fratello di Iris.

"Beh, andiamo." James indicò la via, e corremmo per i corridoi, stando attenti al vento. Se era con Elias, era tutto a posto. L'aggressore non aveva mai attaccato due persone.

Un bel niente era a posto.

Raggiungemmo i corridoi dove i puntini erano ancora piazzati, immobili, per trovare entrambi svenuti a terra.

Immediatamente abbandonammo il mantello e corremmo verso di loro. Wren sembrava essere stata schiantata, con la bacchetta a terra, a qualche centimetro dalla mano dalla quale doveva essere caduta. Elias somigliava a Rose la notte di Halloween, rannicchiato sul pavimento, che gemeva occasionalmente.

Quando ci inginocchiammo vicino a lui, i suoi occhi si spalancarono. Per un momento, ci fissò, completamente terrorizzato, ma poi sembrò registrarci come amici, e si rilassò. Io e James ci sedemmo vicino a lui.

"Albus, va a chiamare papà e la McGranitt," James sibilò. Albus saltò in piedi e corse verso l'ufficio di suo padre.

"Cosa è successo?" Sussurrai, provando a non spaventare il poveretto.

Fissò il soffitto. "Se ne è andato?"

"Chi?" Chiesi emozionata. Elias aveva visto chi era stato?

"La...la persona c-che lo ha fatto..."

"Fatto cosa?" James lo spronò.

"La...lo sapete... Crucio..."

James annuì. "Hai visto chi è stato?"

"Io...no...beh...ha abbassato il suo...il suo cappuccio...ma non potevo vedere nulla...aveva già lanciato l'incantesimo..." la sua voce si affievolì.

Sembrava che James volesse chiedergli altro, ma gli mimai non adesso con la bocca, e lui annuì. Elias chiuse gli occhi di nuovo mentre James e io estraevamo le bacchette, all'erta verso altri attacchi.

Nel giro di qualche minuto, due auror, il professor Potter, madama Chips, e la professoressa McGranitt arrivarono sulla scena. Ormai Elias riusciva a sedersi, e Wren si stava riprendendo, e Madama Chips annunciò che tutti e due stavano bene. La McGranitt annuì cupa prima di condurci nel suo ufficio.

Fece segno ad Albus, James e me di sederci, mentre faceva apparire due sedie confortevoli per Wren ed Elias, vicino ad una già occupata da Trilia Bones, la quale ci lanciò un'occhiataccia quando entrammo. Gli auror uscirono tutti, tranne il professor Potter. Madama Chips iniziò a badare ai suoi pazienti, mormorando sottovoce ogni due minuti che, "Sarebbe molto più facile in infermeria."

La professoressa McGranitt si accigliò di fronte a me e James, poi sospirò. "Perché siete sempre voi due?"

James alzò le spalle. "Fidatevi, professoressa, non vogliamo questo più di quanto lo vogliate voi." Avrei potuto giurare che il professor Potter avesse fatto l'occhiolino a James.

La professoressa McGranitt sospirò. "Quindi, cosa è successo questa volta? Perché eravate fuori dai letti in primo luogo?"

"Beh..." dissi esitante, "in realtà stavamo cercando Wren."

Quello la sorprese. Le sopracciglia della professoressa McGranitt schizzarono in alto, e si girò verso Wren. "Come mai lei era fuori dal letto, allora?"

Wren aprì la bocca per rispondere, poi si accigliò. "Io...non mi ricordo..."

Il professor Potter si schiarì la gola. "Pensiamo che l'aggressore non abbia usato la maledizione Cruciatus su di lei. L'ha solo schiantata ed obliviata."

La preside annuì. "Va bene. Forse il signor Brown sarà in grado di chiarire qualche dettaglio tra un paio di minuti." Si girò di nuovo verso di noi. "Cosa avete visto questa volta esattamente?"

"Esattamente quello che avete visto voi, in realtà," dissi io. "L'attaccante era già fuggito quando siamo arrivati."

Madama Chips ci interruppe in quel momento. "Se ha finito di parlare con la signorina Bones, lei avrebbe proprio bisogno dell'infermeria..."

La professoressa McGranitt la congedò, dicendo, "Sarebbe meglio." Madama Chips portò gentilmente Trilia fuori dall'ufficio.

Elias prese un respiro tremante. "Professoressa? L'attaccante continuava a chiedere dove era qualcosa..."

La McGranitt guardò verso il professor Potter, le cui sopracciglia erano corrugate. "Cosa ha detto esattamente?"

"Beh...H-ha detto...'Dove l'ha nascosta? Dov'è? Trovala!' I-io non no cosa volesse dire..."

"Poi ha usato la maledizione Cruciatus?" Chiese James, guadagnandosi un'occhiataccia da entrambi gli insegnanti.

Elias semplicemente annuì. "Penso che Wren lo abbia spaventato, però."

"Sul serio?" Chiese Wren.

"Perché era fuori dal dormitorio, signor Brown? E per caso sa come mai la signorina Predatel vagava vicino alla torre di Corvonero?"

"Beh...sì..." Elias abbassò lo sguardo sulle sue mani, nelle quali teneva un piccolo pacchetto che era sul pavimento vicino a dove lo avevamo trovato. "Domani è il compleanno di Iris, e volevo che trovasse il suo regalo sul letto la mattina, perché è così che facciamo sempre in famiglia... quindi ho chiesto a Wren se poteva prenderlo e piazzarlo stanotte... Immagino che avrei dovuto semplicemente darglielo e farlo nascondere a lei..." Iniziò a piangere, e Wren gli accarezzò la spalla confortante, evidentemente non provando alcun rancore verso il ragazzo che l'aveva messa in posizione di essere schiantata. 

"Professoressa?" disse James, facendosi fissare da tutti. "Quando siamo arrivati, non so se se lo ricorda, ma Elias ha detto che l'attaccante ha abbassato il cappuccio mentre lo attaccava...forse è per questo che Wren è stata schiantata ed obliviata invece di...ci siamo capiti..."

Il professor Potter alzò le sopracciglia. "Hai visto l'aggressore?"

"N-non proprio...non vedevo molto...solo il contorno...non ricordo..." Elias singhiozzò tra le lacrime.

La McGranitt decise che era ora che Albus, James, e io tornassimo a letto, e il professor Potter ci accompagnò fuori. Appena prima che passassimo per il buco del ritratto, tirò fuori qualcosa dalla tasca del cappotto e la diede a James.

"Il mantello dell'invisibilità..." James guardò suo padre. "Mi dispiace, l'ho dimenticato nel corridoio, ma è successo tutto così in fretta e io-"

"È tutto ok, James," disse il professor Potter, provando a sembrare severo. Non stava funzionando, però; un sorriso stava apparendo. "La prossima volta però stai più attento."

Alle parole la prossima volta, James sorrise ad Albus e me. Albus scosse subito la testa, più pallido di un fantasma, ma io gli feci un sorrisetto. Ovviamente ci sarebbe stata una prossima volta. Come ci divertirebbe ad Hogwarts senza uscire fuori dal dormitorio ad ogni ora senza una ragione?







Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima.

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