Capitolo 15 - Guerre Stellari ad Hogwarts
Dopo qualche giorno riuscii con successo a togliermi dalla testa le immagini dello specchio.
Quasi.
A volte, se mi distraevo in classe, mi ritrovavo a fare sogni ad occhi aperti su di loro. Sogni in cui cucinavo con mamma, o rastrellavo le foglie nel giardino con papà. Oppure magari giocavo ad acchiapparello con mio fratello, o leggevo a mia sorella.
Ogni volta che accadeva, subito provavo a concentrarmi di nuovo sul professore. Non potevo diventarne ossessionata. Come aveva detto James, avrebbe anche potuto non essere reale affatto.
Un giorno, ero a lezione di Pozioni, facendo del mio meglio per copiare Wren mentre tagliava abilmente il dittamo e lo misurava. Magari non ero un fenomeno con un coltello, ma almeno capivo cosa stessi facendo. Al tavolo di fronte a me, Luke e Albus erano chiaramente in difficoltà. Wren continuava a sibilargli istruzioni con la scusa di star cercando un coltello migliore.
Luke cliccava la sua penna ogni volta che aveva bisogno d'aiuto. Tutti nel primo anno sembravano confusi dalla penna, un marchingegno babbano del quale apparentemente non avevano mai sentito parlare. A causa di ciò, Luke si sforzò di usarla il più possibile. Credo che fosse uno dei suoi averi più preziosi.
Il professor Sulcan si aggirava furtivamente nella stanza, piazzandosi dietro le spalle di tutti, accigliandosi ogni volta che sentiva il click della penna di Luke pur essendo incapace di localizzarne la fonte. Sembrava avere un'attenzione particolare per i Grifondoro, rendendoci più maldestri e nervosi di quanto saremmo stati con un altro professore. Dubito che i click della penna aiutassero.
La parte peggiore di lui era che impediva a Rose e Scorpius di lavorare insieme. Scorpius era seduto vicino ad un bruttissimo Serpeverde chiamato Atticus Calrone, e Rose era incastrata con Henry Tinter, un Grifondoro che riusciva sempre a far esplodere la sua pozione.
All'improvviso, Albus e Luke urlarono e saltarono all'indietro, ribaltando il tavolo su cui io e Wren stavamo lavorando. Esso cadde su uno degli scaffali che conteneva libri di Pozioni ed ingredienti extra, facendo cadere tutto a terra e creando un enorme casino. Prima che ebbi il tempo di urlargli contro, la pozione di Luke prese fuoco, sciogliendo il suo calderone ed incendiando il tavolo. Gli studenti urlavano, e il professor Sulcan spense il fuoco immediatamente, prima di girarsi verso i due ragazzi.
Albus osservava il casino con gli occhi sgranati per lo shock. Lentamente, si girò per guardare Luke, completamente calmo in quel caos.
"Cosa," sibilò il professor Sulcan, "è stato?" Il suo sguardo si alternò tra entrambi i possibili colpevoli prima di decidere per quello più ovvio. "Luke!"
"Sono tuo padre!" Luke urlò, poi rimise su il sorrisetto. Tutti lo guardarono sbalorditi, tranne me. Era troppo. Luke che rimaneva lì, sereno e tranquillo, tra i rimasugli della sua pozione, che urlava citazioni di Star Wars al professor Sulcan. Mi piegai in due dalle risate.
"C-cosa?" Chiese il professore, leggermente basito.
"Cerca dentro di te!" Luke disse coraggiosamente. "Tu sai che è vero!"
Wren mi lanciò uno sguardo strano mentre ero seduta sul pavimento, provando a contenere le risate. L'ultima cosa che volevo era che Sulcan si accorgesse di me.
Il professor Sulcan si accigliò. "Ragazzino, non apprezzo che ci si prenda gioco di me." Indicò me con un cenno della testa.
Ma Luke non aveva ancora finito. Saltò su uno dei tavoli e citò, in tono molto drammatico, "Tu puoi distruggere l'imperatore. Lui lo ha previsto. Questo è il tuo destino! Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio! Vieni con me. è l'unica strada." Si atteggiò in una posa eroica mentre osservava l'orizzonte.
Tutti lo fissarono, sbattendo gli occhi confusi. Persino io ero scioccata. Voglio dire, era pur sempre Luke, ma conosceva quel film a memoria o qualcosa del genere? Ed era lui un totale idiota? Era stato incredibilmente divertente, ma il professor Sulcan probabilmente non era il bersaglio migliore.
Il professor Sulcan ruppe il silenzio abbaiando, "Ne ho abbastanza! Punizione stasera, e venti punti in meno a Grifondoro per aver disturbato la lezione!"
"Ne è valsa assolutamente la pena," Luke mi sussurrò mentre usciva dalla classe. Mi diede il cinque e corse via.
"Cosa accidenti è stato?" Wren mi chiese mentre salivamo le scale del sotterraneo.
"Oh, sai, Star Wars."
"Star Wars?" Albus chiese confuso.
"Un vecchissimo film degli anni settanta o qualcosa del genere."
"Oh, un film..." Wren annuì. "Ne ho sentito parlare. Sono come le foto magiche, più o meno...giusto? Ma più lunghi, e con una storia?"
Annuii. "Immagino di sì. Più o meno. Hanno anche i suoni, e sono molto fighi."
"Figo," disse Albus. "Credo che papà ne abbia visto uno. È cresciuto coi babbani."
Ruotai gli occhi. "Quest'estate ci vedremo un film, ok?"
"Va bene!" Albus disse entusiasta.
Wren sorrise leggermente. "Va bene..."
~~~~
Tutti i Grifondoro del primo anno, e la maggior parte del secondo anno, attesero ansiosamente il ritorno di Luke dalla punizione. Per quanto ne sapevamo nessuno aveva mai fatto nulla del genere nella classe del professor Sulcan. La maggior parte dei più grandi, specialmente Victoire, si lamentavano di quanto fosse stato stupido, avevamo perso venti punti! Ma quelli del primo e del secondo anno lo trovarono divertentissimo, specialmente dopo che Lillie ed io gli spiegammo cosa fosse Star Wars.
Era tardi quando Luke finalmente passò per il buco del ritratto, e sembrava esausto. Tuttavia, appena ci vide, sorrise fiero e camminò con atteggiamento da spaccone verso il nostro gruppo, accalcato vicino al camino.
"Cos'è successo?" James chiese quando Luke si buttò su una delle sedie.
"Ti ha maledetto?" Chiese una terrorizzata Mackenzie.
"Una volta ha costretto mio fratello, Elias, a pulire tutti i calderoni," disse Iris rabbrividendo.
"Ti ha fatto tagliare lumache?" suggerì Henry.
"Ew!" Lacy colpì Henry con un cuscino. "Schifo!"
"Pensavamo fossi morto, amico," Eric disse serio.
"Come mai ci hai messo così tanto?" Chiesi.
Luke sorrise. "Fatemi parlare!" Silenzio istantaneo. "Ci ho messo così tanto perché mi ha fatto pulire tutto il casino che ho combinato senza magia."
Molte persone sussultarono.
"Come hai fatto così in fretta?" Chiese Rose, con l'ammirazione che si faceva strada nella sua voce.
"Semplice. Quando non guardava ho usato la magia."
James alzò le sopracciglia. "Bravo. Quasi degno di James."
Colin Canon gli diede uno scappellotto giocoso. "Arrogante, eh?"
"Sul serio, James," Mackenzie aggiunse ridendo.
Luke sorrise. "Io dico che era anche più che degno di James. Più che altro degno di Luke."
James ruotò gli occhi. "Ti piacerebbe che sia così." Dovette abbassarsi quando Luke gli lanciò un cuscino.
Molti di quelli del secondo anno ruotarono gli occhi e se ne andarono, apparentemente "troppo maturi" per Luke e James o qualcosa del genere.
Alla fine, altre persone se ne andarono a letto. Presto, anche Luke si alzò. Quando iniziò a salire le scale, mise la mano in tasca. Si fermò all'improvviso.
"Cosa c'è?" Chiesi.
"La mia penna! Non c'è più! Devo averla lasciata nell'ufficio del professor Sulcan!"
Feci spallucce. "Prendine un'altra."
"Non posso averne un'altra prima dell'estate! I miei si rifiutano di avere gufi in giro per casa!"
Mi accigliai. "Beh, mi dispiace..." all'improvviso ebbi un'idea. "Sai, potrei riuscire a prenderla, senza essere beccata..."
Luke sembrava scettico. "Oh davvero?"
"Fammi provare, ok?"
Alzò le spalle rassegnato. "Ok. Magari se non riesci a prenderla, posso chiedere a Lillie di scrivere ai suoi per farmene mandare una. Odio le piume." Sospirò e arrancò sulle scale.
Non persi tempo a cercare James. Era ancora seduto vicino al fuoco, ascoltando Lillie che gli spiegava come funzionava Instagram. Sembrava incredibilmente annoiato, ed era più che felice di farsi trascinare via da quella conversazione da me.
"Cosa c'è?" Chiese.
"Puoi prestarmi il tuo mantello?"
James si accigliò. "Non dovrei prestarlo agli altri, in realtà. Perché?"
"Beh, Luke ha lasciato la sua penna nell'ufficio del professor Sulcan, e non potrà averne un'altra, quindi..."
Con un sorrisetto furbo, James disse, "Hey, verrò con te, ok?"
"Sul serio?"
"Qualunque cosa pur di allontanarmi dalle complesse macchinazioni di quella cosa, quell'Insta-gram. Andiamo."
James ed io passammo attraverso il buco del ritratto prima che lui ci coprisse col mantello. Camminammo silenziosamente per i corridoi, incrociando Gazza due volte e Mrs. Purr una. James non aveva neanche portato la mappa. A chi serviva sapere dove fossero le persone se queste non potevano vederti?
Lentamente, ci facemmo strada verso i sotterranei. La porta dell'ufficio del professor Sulcan era chiusa a chiave, ma James mormorò, "Alohomora," e si spalancò. Mi stupiva sempre come potesse essere tutto semplice nel mondo magico.
Una volta dentro, chiusi velocemente la porta e scivolai via da sotto il mantello. Entrambi accendemmo le punte delle bacchette e cercammo sul pavimento per una sottile penna nera.
Era freddo ed umido, e non capivo come mai qualcuno avesse scelto di avere l'ufficio qui. Avevo sentito che anche i dormitori di Serpeverde erano nei sotterranei. Come facevano a sopportarlo?
Alla fine, James trovò la penna, ed uscimmo dall'ufficio e praticamente corremmo fuori dal sotterraneo. Il resto del castello era molto più caldo.
All'improvviso, un urlò echeggiò per le sale. James mi guardò, e corremmo nella direzione del suono.
Non prestammo attenzione a dove correvamo. Gli urli continuarono per circa dieci minuti, gradualmente diventando più sommessi, prima che trovassimo finalmente il corridoio da dove venivano.
Lì, all'altra estremità del corridoio, c'era la figura col mantello, in piedi vicino alla forma senza vita di una studentessa, mentre le lanciava una maledizione. Indovinai che la studentessa fosse svenuta; non volevo pensare a nessuna alternativa.
James osservò scioccato la scena di fronte a noi, poi all'improvviso urlò e iniziò a correre verso la figura col mantello. Mentre correva, mi lanciò il mantello.
"James, no!" Iniziai a correre dietro di lui.
Nel frattempo che raggiungemmo la studentessa, la figura era sparita. James cadde sulle ginocchia vicino alla ragazza, la quale ora gemeva e si contorceva convulsamente. James la girò leggermente così da farci vedere il suo viso.
"Clarissa..." Sussultai, cadendo sulle ginocchia vicino a James.
Prima che uno di noi potesse fare qualunque cosa, Gazza zoppicò nel corridoio. "Hey, che ci fate voi fuori dai letti?"
James e io ci spostammo così che la forma prostrata di Clarissa fosse ben visibile. Il suo sguardo arrabbiato sparì, rimpiazzato da un semplice broncio. "Tu, vai a chiamare la preside."
James saltò in piedi e corse verso l'ufficio della McGranitt. Io non mi spostai. Clarissa non era neanche svenuta, in realtà. I suoi occhi erano aperti, ma fissavano il vuoto. Tutto il suo corpo tremava, e non sembrava capace di muoversi minimamente.
Dopo quella che sembrò un'eternità, sentii i passi che indicavano il ritorno di James, seguito dalla professoressa McGranitt, il professor Potter, e Madama Chips.
"Cosa è successo?" Chiese la professoressa McGranitt bruscamente.
James mi guardò. "Beh, um, abbiamo sentito urla, quindi siamo venuti a vedere cosa fosse successo, nel caso qualcuno si fosse matto male, e abbiamo visto di nuovo l'aggressore."
il professor Potter sgranò gli occhi. "Che aspetto aveva? Dove è andato?"
"Beh, indossava di nuovo il mantello," dissi lentamente. "Però è andato da quella parte." Indicai la direzione in cui l'aggressore era scappato.
Il professor Potter annuì e andò. Gazza scelse quel momento per parlare.
"Mi sembra che questi due abbiano la strana abitudine ad arrivare appena succedono certe cose...e non è strano che l'aggressore indossi sempre un mantello? Peccato..." sorrise in modo eloquente...
James lo guardò male. "Se ci sta accusando, si sbaglia. Non faremmo mai una cosa del genere."
"Ed io ti credo, James," disse la McGranitt fermamente. "Signor Gazza, sarebbe così gentile da non accusare uno studente senza prove?"
Gazza mormorò qualcosa e zoppicò via, brontolando.
"Non si sta riprendendo," Disse Madama Chips, un accenno di paura nella voce.
"Sì, beh, prima che facciamo qualunque cosa, questi due devono andare a letto. Siete stati molto coraggiosi stanotte, ma avete bisogno di dormire. Tornate al dormitorio."
James e io arrancammo lentamente via. Neanche indossammo il mantello. Ormai non importava.
"Dici che vivrà?" Sussurrai.
James sospirò. "Probabilmente. Non credo sia quello che li preoccupa."
Mi accigliai. "Cosa vuoi dire?"
"Beh, a volte, la maledizione Cruciatus può far perdere la testa alle persone. Se è stata usata su di lei abbastanza a lungo, Clarissa potrebbe impazzire."
Sgranai gli occhi. Sarebbe stato terribile. Era una brava persona, almeno credevo. Non la conoscevo bene, ma sapevo che Luna aveva un'opinione davvero alta di lei, e Luna tendeva ad aver ragione su cose del genere.
James rise amaramente. "Sai, Astra, sei l'unica persona di cui possa fidarmi davvero in questa storia. Lo abbiamo visto entrambi, due volte."
"Almeno sai che sono innocente," dissi, sorridendo tristemente.
"Già, come se mi servissero prove. Pensare che sia stata tu sarebbe come pensare che sia stato Albus, o Wren, o Mackenzie. Sei troppo buona per una cosa del genere."
A quello sorrisi raggiante. Lo pensava davvero? "Anche tu lo sei."
Lui mi sorrise. "Essere amico tuo è un po' come avere un'altra sorella, a parte il fatto che con te non litigo."
Non so perché quelle parole mi trafissero il cuore come un coltello, ma ero d'accordo con lui e mi misi a ridere. Aveva senso che James mi vedesse come una sorella. Io lo vedevo come un fratello...
Giusto?
Una volta tornati in sala comune, entrambi andammo subito a letto. Wren era ancora sveglia quando raggiunsi la camera, ma non ero dell'umore giusto per parlare, piuttosto scelsi di stendermi e provare a dormire.
La mattina, a colazione, il professor Potter annunciò l'attacco a Clarissa. Non disse in che condizioni era, solo che i suoi genitori erano venuti. Una cosa che disse suscitò un sacco di reazioni miste.
"Il Ministero della Magia ha nominato molti auror per sorvegliare Hogwarts da oggi in poi. Pattuglieranno i corridoi, assicurandosi che nessun altro venga aggredito. Se scoprite qualcosa, ditelo a me, alla professoressa McGranitt, o ad uno degli auror immediatamente."
la maggior parte dei Tassorosso e dei Grifondoro erano emozionati. Auror ad Hogwarts! Alcuni degli studenti più grandi sembravano preoccupati. Probabilmente avevano realizzato quanto fosse grave la situazione se il Ministero aveva adottato protezioni extra.
Dopo la colazione, la professoressa McGranitt fece venire sia me che James nell'infermeria. I genitori di Clarissa ci sorrisero grati quando la preside gli spiegò come avessimo spaventato l'aggressore, salvando Clarissa da altre torture.
La madre di Clarissa, una bellissima donna asiatica chiamata Cho, pianse mentre si ringraziava e ci abbracciò. Il padre fu un po' più riservato, e ci strinse la mano.
Avevo la terribile abitudine di farmi scappare cose dalla bocca nei momenti peggiori." Starà bene?" Immediatamente mi pentii di aver chiesto.
Durante la notte, a quanto pareva, Clarissa si era addormentata oppure era stata fatta addormentare. Si muoveva senza sosta, gemendo e lamentandosi, ed agitandosi nelle coperte. Madama Chips era vicino a lei e provava incantesimo dopo incantesimo per scacciare gli incubi. Alzò lo sguardo solo brevemente per dirmi che era troppo presto per saperlo. Dopo un po', cacciò via me e James.
"Che collegamento c'è tra Clarissa ed Andrew e Rose?" Chiesi mentre camminavamo per le sale deserte. La maggior parte delle persone era fuori a godersi la bella giornata e ad allontanarsi dalla depressione di un altro attacco. Per qualche motivo, non avevo voglia di stare fuori. Non sembrava giusto godersi l'aria aperta e la giornata di sole mentre la povera Clarissa stava impazzendo in infermeria.
James si accigliò. "Ti ho detto dell'Esercito di Silente, giusto?" Annuii. "Beh, anche la madre di Clarissa ne faceva parte, insieme ai genitori di Rose e Andrew."
"Ma perché qualcuno dovrebbe aggredirli?" Chiesi. "Pensi che abbia chiesto a Clarissa le stesse cose?"
"Probabilmente." James sospirò. "Perché non può essere più semplice?"
Alzai le spalle e cambiai argomento. "Chi altro qui è discendente dei membri dell'Esercito di Silente?
"Un sacco di persone. C'è una lista di tutti i membri in biblioteca, credo."
Corremmo per tutta la strada, fermandoci solo quando per poco non abbattemmo una ragazza di Corvonero che portava una pila di libri più alta di me. James scandagliò gli scaffali e tirò fuori un libro chiamato, La Caduta di Lord Voldemort. Girò le pagine finché non trovò una foto di una pergamena con una ventina di nomi sopra.
"Vediamo...Beh, Roxanne e Fred, i loro genitori c'erano entrambi." Disse dopo un minuto. "E Robby Thomas, è un Tassorosso."
"Colin Canon, ovviamente," aggiunsi.
"La zia di Jaycee Bell ne faceva parte."
"Iris e suo fratello, anche sua zia c'era."
"Eric, suo padre e sua madre ne facevano parte entrambi," disse James.
"Lacy e sua sorella. Il loro padre era Ernie Macmillian, giusto?"
"Già. Ed Elizabeth Finch-Fletchley, Corvonero del tuo anno."
"Ovviamente Luna e i suoi fratelli," aggiunsi.
"Oh, ed io e Albus. E Arthur, immagino."
"E...un attimo, Trilia Bones?"
James si accigliò. "Chi?"
"È una dei tirapiedi di Ciara e Nico. Ma a quanto pare sua madre, o zia, credo, era nell'Esercito di Silete. Susan Bones." Indicai il nome.
James alzò le spalle. "Beh, mi sa che hai ragione. Ora dobbiamo solo capire chi sarà il prossimo."
Passammo ore a scorrere la lista, provando a capire chi sarebbe potuta essere la prossima vittima, e cacciando idee a raffica su cosa stesse cercando l'aggressore. C'erano troppe persone per stringere il campo e trovare chi sarebbe stato il prossimo. Anche escludendo chi non era parente diretto di un membro, comunque rimanevano una quindicina di persone.
"Magari ci sbagliamo completamente," dissi dopo qualche ora, sospirando sconfitta. "La signora Rogers era legata al professor Paciock e ai tuoi zii in qualche modo?"
"È uscita con mio padre una o due volte," James disse, alzando le spalle. "Non credo però che ci aiuti molto."
"Ottimo."
Finalmente, dovemmo rinunciare. Non avevamo trovato assolutamente nulla, e avevamo saltato il pranzo, tra l'altro. Stavo morendo di fame mentre camminavamo per la Sala Grande.
"Dove siete stati tutto il giorno?" Chiese Wren quando mi sedetti vicino a lei.
"Biblioteca."
Arthur, Wren, Albus, e Luna mi fissarono.
"Non è possibile." Wren disse alla fine.
"Tu hai speso tutta la mattinata in biblioteca?" Arthur chiese scioccato.
"C'era anche James?" Annuii. "Allora stai mentendo!" Albus disse trionfante. "Non passerebbe mai tutto il giorno in biblioteca!"
"Non sta mentendo..." Wren disse, corrucciandosi. "Cosa stavate facendo, allora?"
Alzai le spalle. "Niente di che in realtà. Ricerca. Provavamo a capire perché l'aggressore stia attaccando gli studenti, ma non abbiamo trovato nulla."
"Oh," disse Albus . "Beh, Immagino James possa passare tutto il giorno a fare quello."
In quel momento, qualcuno iniziò ad urlare, e subito tutti si zittirono tranne una ragazza di Corvonero, che urlava ad uno dei suoi compagni di casa.
Dominque Weasley pestò il piede a terra. "Non mi interessa che non dovrei sedermi lì! Lì è dove c'è tutta la mia famiglia! Lì è dove ci sono tutti i miei veri amici!" Giuro, l'intera sala sussultò quando lo disse. Dominique marciò orgogliosa verso il tavolo di Grifonrosso e si sedette tra Victoire e Andrew. Appena si sedette, i sussurri si scatenarono.
"Mi chiedo cosa sia successo..." disse Arthur, fissando suo fratello, con il quale Dominique stava flirtando.
"Fa così da qualche giorno," Luna disse serena. "Mi chiedevo come mai si comportasse così. Immagino che i Gorgosprizzi se ne siano finalmente andati dal suo cervello, permettendole di chiarire i suoi pensieri."
Guardai Wren. "Già..." Wren sembrava confusa quanto me.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top