Capitolo 20: "I will always love you"
“Siete cugini?!” avevano chiesto contemporaneamente Zack e Christopher.
I due Sperks si guardarono con disprezzo per alcuni secondi, poi tornarono a guardare i loro compagni.
In poche parole i quattro erano rimasti soli in salotto, quasi subito, dato che il padre di Austin aveva delle commissioni da sbrigare fuori casa e i due ragazzi avevano qualcosa da spiegare ai loro fidanzati.
Austin non aveva ancora rivolto la parola a Zack, non sapeva che fosse lì, tanto meno a Jonah, nessuno lo aveva avvisato che sarebbe tornato a casa per le vacanze natalizie, non lo aveva mai fatto, e ora piombava lì, dicendo che sarebbe restato in quella casa per due settimane, non lo sopportava.
“Ovvio, infatti non riesco a staccarmelo di dosso, si insedia anche in casa mia ora!” dice Austin sbuffando e abbandonandosi contro lo schienale del divano sul quale era seduto con Chris.
“Ti ricordo che in questa casa ci siamo cresciuti insieme...” disse Jonah, ricordando i tempi quando ancora i due ragazzi, a quel tempo bambini, andavano d'accordo e si erano promessi di non lasciarsi mai.
Tempi troppo lontani e troppo belli.
“Ma tu non ci metti più piede da due anni, perché proprio ora?! Si può sapere cosa vuoi?! A differenza tua io non ti ho fatto niente!” urlò Austin alzandosi di scatto e prendendo la sua giacca, per poi uscire, ignorando Chris che lo stava chiamando a gran voce.
Ci furono diversi minuti di silenzio, fino a che non fu Jonah a riprendere la parola.
“Scusa Christopher, forse ho sbagliato, non doveva andare così, scusate” disse guardando sia il biondo che il suo ragazzo, che si erano girati entrambi verso di lui.
Il biondo tornò a sedersi, sul divano, senza mai staccare gli occhi da quelli di Jonah.
“Non è un problema, era nervoso da quando ci siamo fermati a parlare con su padre, però vorrei chiederti una cosa” disse guardando il ragazzo che annuì in risposta.
“Anche io vorrei sapere qualcosa” disse Zack, guardando il biondo davanti a se.
I due compagni di stanza ne avevano già parlato, sapevano che i loro fidanzati non andavano d'amore e d'accordo, quindi ne avevano già parlato, solo che non erano mai giunti ad una conclusione.
Che tipo di rapporto c'era tra Austin e Jonah?
Il fatto che fossero cugini non cambiava il fatto che il rapporto tra loro fosse stano ed anormale.
“Volevamo sapere perché t e Austin vi odiate così tanto?” chiese Christopher.
“Io non lo odio, anzi, io voglio molto bene ad Austin, e molto probabilmente anche lui me ne voleva, tempo fa; ma da qualche anno le cose sono cambiate, principalmente per lo stesso motivo per cui i nostri padri vanno in disaccordo: quattro anni fa i nostri genitori hanno deciso di separarsi, dopo aver litigato e mio padre ha abbandonato l'attività di famiglia, trasferendosi all'estero. Io andavo ancora a scuola con Austin, praticamente eravamo come fratelli quando eravamo piccoli ci scambiavano addirittura per gemelli, mio zio e mio cugino mi avevano proposto di rimanere a vivere in questa casa, avevano fatto di tutto per convincermi a restare, ma io decisi di seguire mio padre. Il peggio è che neanche io volevo andarmene, ma ho pensato da egoista e sono andato con mio padre. Il peggio però è arrivato la mattina del 25 dicembre di quattro anni fa, quando Austin era corso in camera mia, saltando sul letto, sperando di trovare il suo migliore amico, il suo fratello, invece aveva trovato solo una stanza vuota. Da persona insensibile quale sono ho deciso di andarmene senza dire niente a nessuno. In seguito ho riprovato ad avvicinarmi ad Austin, dopo un anno circa, sperando che gli fosse passata l'arrabbiatura, ma lui non era mai stato arrabbiato, ma solo deluso da me, non mi parla più da allora."
Chris non si aspettava niente del genere, ma soprattutto non avrebbe mai pensato che Austin avesse avuto una persona tanto importante al suo fianco, che ora stava piangendo per lui, davanti ai suoi occhi, davanti agli occhi di tutti, indifeso e vulnerabile, solo per quel ragazzo troppo testardo ed orgoglioso per perdonarlo.
Zack invece aveva preso la mano di Jonah e l'aveva stretta appena aveva visto quella lacrima solcare il viso del moro.
Era così strano vederlo piangere, lui non piangeva mai.
Lui era quello che ignorava il mondo.
Quello che camminava a testa alta.
Quello che non soffriva.
Quello forte.
Eppure ora stava piangendo.
Ma a quanto pare essere invincibili, non è nella natura umana.
+
Alla fine Kathrin non aveva chiamato proprio nessuno, tanto meno Michael.
Era una ragazza troppo timida, non sarebbe mai stata un grado di fare la prima mossa, anche perché non aveva esperienze in quel campo amoroso.
Se fosse stato per lei allora avrebbe vissuto benissimo anche senza quelle emozioni che sembravano più dei sintomi di una strana malattia mortale.
Tremore, giramenti di testa, mal di stomaco, tachicardia e malinconia.
Sì, decisamente una malattia mortale, se fosse stata in un ospedale gli avrebbero dato massimo 3 mesi di vita, classificandola come malato terminale.
Addio mondo crudele, l'amore era troppo difficile per quella ragazza.
Ma a quanto pare non par Michael, che in quel momento esatto aveva fatto squillare il telefono della rossa, che tranquillamente si stava facendo la doccia.
Kathrin era uscita velocemente, andando ad afferrare il telefono.
Una delle cose che non bisognava mai fare, era interrompere Kathrin durante una doccia o nel bel mezzo della notte; sempre se si voleva rimanere vivi.
La ragazza aveva preso in mano il telefono, facendolo poi scivolare tra i vestiti accatastati per terra, senza accorgersi di aver accettato la chiamata ed averla messa in viva-voce.
“Sono infreddolita, bagnata e nuda! Giuro che chiunque sia gli stacco i gioielli di famiglia!” si mise a farneticare mentre cercava ancora il telefono.
Poi sentì una risata, ritrovò il telefono e capì.
Aveva accidentalmente combinato un casino, poi chi era dall'altra parte del telefono che se la rideva?!
“Scusa tanto rossa ma i miei gioielli vorrebbero rimanere al loro posto!”
Kat riconobbe la voce.
E gli cadde il mondo addosso.
Qualcuno lassù, da qualche parte aveva deciso che la sua situazione sentimentale doveva peggiorare ancora di più.
Perché Michael la stava chiamando?
Chi gli aveva dato il suo numero?!
“Ah! Sei tu, scusa, non mi ero accorta di... Dimentica quello che ho detto!” disse velocemente Kathrin prendendo al volo un asciugamano per asciugarsi i capelli.
Un'altra piccola risata si fece sentire.
“Almeno posso ricordarmi del fatto che sei nuda e bagnata?” chiese in tono scherzoso il ragazzo.
Kathrin avvampò, sentendo le guance diventare di un innaturale color rosso pomodoro.
L'imbarazzo era troppo, quindi la ragazza tentò di cambiare discorso.
“Come hai avuto il mio numero di telefono?” chiese sperando che il ragazzo si dimenticasse del precedente “argomento”.
“L'ho chiesto a Christopher, semplice.” rispose con aria di sufficienza il giovane che non si era fatto problemi a rispondere.
Allora quel biondino aveva dato il numero di telefono di uno all'altro e viceversa.
Kat doveva riconoscerlo, in questo il biondo aveva avuto un che di sadico, nel metterla in una situazione del genere.
“E perché volevi il mio numero di telefono?” chiese ancora la ragazza.
“Beh, sei una persona interessante e le vacanze di natale sono noiose, avevo pensato che tu potessi essere la persona giusta per movimentare un po' la mia noiosa vita, che ne dici?”
-
Alex era tutta la mattina che non riusciva a stare fermo, Cameron gli aveva mandato un messaggio dicendogli che sarebbe stato da lui entro le 11:30.
Però il povero ragazzo era troppo agitato e si era messo a camminare per tutto il campus con i suoi bagagli in mano, sperando di non sembrare un completo idiota.
Cameron sarebbe arrivato entro poco e lui non sapeva cosa fare, cosa avrebbe potuto dirgli?
Lui sinceramente avrebbe solo voluto baciarlo ed abbracciarlo, come faceva un tempo, ma non era così facile, ci aveva pensato su in quelle ore, era facile pensare che sarebbe andato tutto bene, ma se non fosse stato così?
Il suo telefono iniziò a vibrargli nella tasca, era Cameron, lo stava chiamando, probabilmente era arrivato e non lo aveva ancora trovato.
“Alex, dove sei?” chiese il suo ragazzo appena accettata la chiamata.
“Ehm, arrivo, sei all'ingrasso? Sto arrivando, resta lì, mi raccomando, io” Alex provò a continuare la frase, però fu interrotto da Cameron.
“Amore, tranquillo, ci penso io, dove dei?” chiese il maggiore facendo sospirare di sollievo Alex.
“Davanti alla mensa”
La chiamata fu chiusa e subito il ragazzo davanti all'edificio si sentì più leggero.
Alex iniziò a guardarsi in torno, sperando di vedere da un momento all'altro il suo ragazzo andargli in contro e non dovette aspettare molto.
Poco dopo vide il ragazzo che tanto amava correre verso di se, urlando il suo nome.
E in quel momento Alex se ne fregò altamente di tutto quello che aveva pensato e corse in contro il suo ragazzo, abbandonando la borsa con dentro le sue cose.
Abbracciare Cameron, per Alex, fu una delle cose più belle della sua vita, per non parlare del bacio che si erano dati appena erano riusciti a non tramare ma a prendere il volto l'uno dell'altro per accarezzarsi.
Cameron si chiese più volte come avesse fatto in tutti quei giorni senza l'unico ragazzo che poteva farlo sorridere in quel modo.
Erano stati lontani solo cinque giorni, eppure era stato insopportabile per Alex, stare da solo al campus, vedendo i suoi amici che avevano scelto di rimanere lì ancora per qualche giorno, prima di partire per tornare dalle loro famiglie, innamorati, mentre lui era solo.
Ma ora andava tutto bene, ora Alex sentiva le braccia di Cameron stringerlo a se, come se fosse la cosa più preziosa che aveva, e forse era proprio così.
“Mi sei mancato così tanto...” aveva sussurrato Cameron ad Alex, stringendolo maggiormente a se.
“Anche tu mi sei mancato da impazzire amore, scusami, sono stato un'idiota!” rispose Alex dandosi la colpa di tutto ciò che era successo, ma a quanto pare a Cameron non interessava gran che, soprattutto perché ora era tornato a baciarlo, come se niente fosse, nel bel mezzo del campus, dove il loro amore era iniziato e dove erano cresciuti insieme mano nella mano.
“Vieni, ti porto a casa.” disse Cameron staccandosi e recuperando la borsa del suo amato.
“Sei sicuro che vada bene?” chiese Alex afferrandogli una mano e stringendola nella sua, così minuta e piccola.
“Si amore... Ma sappi che mia sorella e uno dei miei fratelli in particolare, ti faranno molte domande... Saranno un po' assillanti, siamo una famiglia strana noi!”
TRE GIORNI DOPO
Era arrivato il 20 dicembre e ancora Austin si ostinava a non rivolgere la parola a Jonah, neanche un “ciao” o qualcosa del genere, lo ignorava e lo guardava da lontano con disprezzo.
La situazione era diventata abbastanza imbarazzante, soprattutto per Zack e Christopher, che non si facevano problemi a parlare l'uno con l'altro, anche in presenza dei due cugini.
Chris aveva anche iniziato a parlare più frequentemente con Jonah, cosa che ad Austin non piacque affatto.
Però per fortuna c'erano anche dei momenti in cui i ragazzi potevano stare da soli e godere di qualche momento di intimità, anche se ovviamente non potevano urlare al mondo intero quanto gli piacesse fare l'amore ogni sera col proprio fidanzato.
“Chris... A cosa stai pensando?” chiese Austin mentre stringeva a se i compagno, per poi coprire entrambi con la coperta.
“Niente di che, ho solo un po' sete, vado a prendere da bere, torno subito” disse il biondo prima di lasciare un veloce bacio sulle labbra del compagno e scendendo dal letto, rivestendosi velocemente.
Chris aveva imparato a conoscere quella casa, ora conosceva meglio i parenti di Austin e Jonah, soprattutto il padre del primo, che lo aveva accolto come un figlio.
Scese velocemente le scale che lo portarono al piano inferiore, così andò in cucina, per prendere dell'acqua, ma si ritrovò qualcuno di sua conoscenza davanti.
“Buon giorno” lo salutò Jonah sorridendogli.
Chris in quei giorni aveva imparato che i due cugini si assomigliavano più di quanto si potesse immaginare.
“Caso mai buon pomeriggio” rispose Chris ricambiando il sorriso.
Il maggiore porse una bottiglietta d'acqua al biondo che accettò con piacere.
“Vi siete diverti per caso?” chiese Jonah facendo sussultare il povero ragazzo davanti a se.
“E-Eh?” disse Christopher non capendo bene a cosa si riferisse.
“Ehi.. Non che me ne ricordi, ma questi sembrano appena fatti...” disse Jonah avvicinandosi al biondo e sfiorandogli il collo con le dita gelide.
Il biondo sentì distintamente la differenza di temperatura, sui segni rossi e caldi che Austin gli aveva lasciato poco prima, contrastante con le dita fredde di Jonah che lo toccavano delicatamente.
“Almeno non sono l'unico!” rispose Chris sorridendo nel vedere che anche Jonah aveva degli strani segni sul corpo.
“Non ti facevo una persona attenta a certi particolari.” disse il moro cambiando discorso.
“Sei tu che hai incominciato!” ribatté il biondo ridendo coinvolgendo in quella risata anche l'altro.
Era strano parlare in quel modo con una persona che prima conoscevano appena, o ignoravano per altri motivi.
Jonah sembrava proprio un bravo ragazzo e spesso Christopher si era ritrovato a sorridere di felicità, per Zack, che aveva trovato una persona come il moro.
“Buon pomeriggio ragazzi, come va?” chiese il padre di Austin facendo la sua grande entrata i cucina, sempre provvisto del suo sorriso a 32 denti.
Entrambi i ragazzi salutarono l'uomo rispondendo al sorriso.
Nonostante tutto Chis non vedeva molte somiglianze tra Austin e suo padre, invece aveva notato che Jonah e suo padre si assomigliavano parecchio, che se quest'ultimo aveva fatto una faccia disgustata quando aveva visto insieme suo figlio e Zack insieme.
“Che belli questi periodi, quando siamo tutti insieme, in famiglia, che bei momenti, era bello anche quando lavoravamo insieme. Beh, ma tanto tra poco sarà di nuovo così!” dice il signor Sparks allegramente.
Chris si girò velocemente verso l'uomo, senza capire cosa intendesse dire.
“Zio, è meglio di no...” aveva sussurrato Jonah.
“Perché? Non sa ancora che mio figlio alla fine dell'anno verrà a lavorare con noi?”
“Cosa?”
Chris doveva aver sentito male, per forza.
“Ah, non te lo aveva detto?”
No che non glielo aveva detto. Austin non gli aveva detto niente del genere!
“Christopher, sono sicuro che Austin” il biondo ignorò il resto della frase, andando verso la camera in cui avevano alloggiato lui ed Austin.
Sembrava quasi corresse, ma non voleva far notare al suo ragazzo quanto odiasse il fatto di non essere venuto prima al corrente di quella situazione.
Entrò in camera, trovando il suo ragazzo in piedi davanti alla scrivania, intento a sfogliare un libro.
Chris non gli diede molta attenzione, si volse verso la sua valigia, mezza vuota, poi la aprì e iniziò a rimetterci le proprie cose dentro.
“Amore cosa stai facendo?” chiese Austin girandosi e vedendo il suo ragazzo girare per la stanza cercando i vestiti.
“Me ne vado!” disse semplicemente Christopher chiudendo la valigia.
Austin sperò di avere qualche problema d'udito, perché non credeva a quello che aveva sentito.
“Cosa?”
“Hai sentito bene!” disse il biondo alzando quasi subito il tono di voce e fermandosi, per guardare il volto del moro, che non muoveva un solo muscolo.
“Ma perché?! Ho fatto qualcosa di sbagliato?!” chiese Austin avvicinandosi all'altro ragazzo.
“Se hai fatto qualcosa di sbagliato? Austin, tu te ne tornerai a lavorare con tuo padre alla fine di quest'anno, andandotene dalla P.C.A. lasciandomi solo, e mi chiedi se hai fatto qualcosa di sbagliato?! Non me lo hai detto, ecco cosa hai fatto!” a quelle parole Austin strabuzzò gli occhi e iniziò a tremare.
“Tu come... Quando?” al moro non venivano neanche le parole, gli si bloccavano nella gola, senza riuscire ad uscire, senza trovare una via di fuga.
“3 minuti fa, quando sono sceso in cucina, ho incontrato Jonah e tuo padre, e lì ho saputo!” Chris era su tutte le furie, perché era rimasto all'oscuro di tutta quella faccenda così importante?!
“Te lo ha detto quello stronzo, vero?! Dio, perché non si fa gli affari suoi?!” sbottò Austin distogliendo lo sguardo e serrando i pugni.
“È stato tuo padre a dirmelo Austin e smettila di incolpare Jonah di tutto! È un bravo ragazzo e non vedo perché tu ce l'abbia tanto con lui!” rispose a tono il più piccolo.
“Scusa che importanza ha ora?! Ma soprattutto non vedo perché lui debba essere migliore di me!”
“Non dico che lo sia, dico semplicemente che forse lui avrebbe detto al suo ragazzo che lo avrebbe abbandonato alla fine dell'anno perché sarebbe andato a lavorare col padre. Cosa che tu non hai fatto!” disse in fine il biondo, uscendo dalla stanza di Austin, dirigendosi verso la porta.
“Chris aspetta! Io te lo avrei detto prima o poi!” lo chiamò Austin seguendolo.
“Se pensavano che me lo avessi già detto, questo vuol dire che è già troppo tardi!”
“Aspetta ti prego! Dove vai?!”
“A casa. Lontano da te!
Erano già fuori da casa Sparks, e si stavano praticamente urlando contro, Christopher non si era neanche reso conto che avesse iniziato a piangere, ma Austin se ne era già accorto da un bel po'.
Il biondo portò un braccio verso la strada, ad indicare che cercava un taxi.
“Christopher ti prego...” anche Austin stava per crollare, si vedeva benissimo che presto anche lui avrebbe ceduto ed una piccola lacrima avrebbe potuto solcargli il viso.
“Non mi pregare Austin, qualsiasi cosa tu dica peggiorerai solo la situazione.” disse Chris facendo accostare un taxi ed aprendo la portiera.
E ora?
Finiva così?
Senza niente? Senza un briciolo di possibilità per loro due?
Come era possibile?
Austin si stava chiedendo del perché le sue gambe non si muovessero, per andare verso l'altro ragazzo, fermandolo, prima che il suo cuore si spezzasse in mille pezzi, impossibile da ricomporre una volta rotto.
Forse era vero, forse Austin poteva solo peggiorare la situazione, ma non poteva lasciare che Chris si ne andasse senza dirgli niente.
Così si fece forza e prima che il biondo richiudesse la portiera dell'auto disse le prime parole che gli vennero in mente e probabilmente le più vere del mondo.
“Christopher, io ti amerò per sempre.”
NOTE AUTORE
PSYCHOIXX
Eccoci!
Questo è il capitolo più importante della storia!
Molti di voi sicuramente penseranno ad una rottura tra i Christin ma non date nulla per scontato. Potrebbero ritornare insieme ma non sarà facile. Chris è profondamente deluso: il fidanzato non solo lo ha mentito, ma ha nascosto una situazione GRAVISSIMA. Austin se ne andrà dall'accademia, questo è quello che ha fatto rompere il cuore di Chris. Non è tanto il mentire per sè, ma è la cosa che ha nascosto. Chris non si fida più di Austin, ed è deciso a lasciarlo. In caso succeda questo, vi prego di non rimanere troppo delusi. Detto questo, a presto!
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