Capitolo 15: "Il boomerang della certezza"

"Eddai Kat, cosa è successo?" chiese il moro, preoccupato per l'amica.
E Kathrin si era ritrovata a dover rispondere per l'ennesima volta a Zack, che aveva posto l'ennesima domanda alla rossa.
Kat aveva ben altri programmi, e tra questi non era contemplato quello di subire un interrogatorio da parte dei suoi amici.
Quest'ultima, Zack, Alex e Chris erano seduti ognuno sul proprio letto, e Chris aveva ospitato con piacere l'amica, sul suo letto, lasciando che la rossa spendesse circa cinque minuti, solo per abbracciarlo.
Purtroppo per Kathrin, subito i tre avevano notato qualcosa di diverso nella ragazza, come se quest'ultima avesse la testa totalmente altrove.
E questo era strano, Kathrin non aveva molti amici e, che ne sapessero, e sapevano molto dell'amica, essa non aveva relazioni sentimentali con qualcuno.
I suoi modi di fare, l'espressione triste che aveva in volto, tutto aveva fatto insospettire i tre ragazzi, che ora la guardavano preoccupati più che mai.
Kat non volevo mostrarsi debole, solo una persona al campus aveva visto la sua debolezza, Zack, che non aveva mai parlato con gli altri di quell'episodio, sotto richiesta della stessa Kathrin.
Eppure quei tre "marmocchi", come li definiva lei, avevano capito subito che qualcosa non andava.
Ma cosa?
La rossa non sarebbe stata in grado di rispondere.
Precisamente neanche Kathrin sapeva cosa avesse.
Ma sapeva che la sua mente continuava a tornare alla sera del giorno prima, non capiva perché, ma non gli dispiaceva ricordare gli occhi di Michael intenti a studiarla.
Eppure la cosa la inquietava nello stesso momento.
Era un bel rompicapo, quello che Kathrin stava cercando di risolvere.
Michael ormai era entrato nella sua testa e non aveva assolutamente l'intenzione di andarsene.
Ma il peggio, per Kathrin, era proprio il fatto di non riuscire a capire se a lei dispiacesse o meno la cosa.
E questo a Kat faceva paura, cos'era esattamente quello che provava al pensiero di quel ragazzo?
Interesse? Attrazione? O inquietudine?
La ragazza aveva anche pensato all'opzione di essere masochista.
Se no, per quale altro motivo avrebbe voluto rivedere quel ragazzo pericolosamente bello?
Però tra tutto quel casino che aveva in testa, come sempre, Kathrin scartava alcune opzioni, ai suoi occhi banali.
Se avesse detto a cosa pensava e cosa gli suscitava, probabilmente, qualcuno gli avrebbe detto "Sei solo innamorata".
Ma lei aveva sempre considerato l'amore una presa in giro, un sentimento che avrebbe portato solo tanto dolore e tanti rimpianti.
L'amore non esiste e, nel caso esista, non fa per Kathrin.
Era quello che pensava, il suo cuore era freddo, privo di sentimenti. E nessuno avrebbe potuto riscaldare quel cuore di ghiaccio. Lei stessa ne era convinta e la sua testardaggine non aiutava a migliorare la soluzione.
In più non sapeva cosa e come rispondere ai tre amici che adesso la guardavano ansiosi, curiosi ma anche preoccupati.
Loro conoscevano solo la Kat volenterosa e così forte da sostenere tutti, anche se nel frattempo era lei a crollare.
Per fortuna, trovò una via di scampo e dopo avrebbe dovuto ringraziare Austin per quello.
"Non ha importanza. Preoccupatevi invece del gran bel succhiotto che ha Chris sul collo" disse ridacchiando sotto i baffi per la sua grande idea.
Zack e Alex iniziarono a tempestare il povero Chris di domande, il quale stava guardando male la ragazza che però contraccambiò con un sorrisetto complice.
Un sorriso falso.
Palesemente falso, non era capace di mentire, non bene almeno.
Ma in quel momento i suoi amici erano troppo impegnati ad assillare il biondo per notarlo, però, anche se lo avessero notato, lei avrebbe negato.
Aveva decisamente mentito, quella situazione era più opprimente e più grave di quanto potesse sembrare, il pensiero di Michael la ossessionava.
Ma Kat era sempre Kat, una ragazza maledettamente testarda e incurante delle conseguenze di ciò.

-

Cam stava cercando alla rinfusa dei documenti dalla borsone. Odiava quando non riusciva a trovare le cose.
"Uffa" disse buttando il borsone a terra e portandosi le mani tra i capelli, sarebbe impazzito.
Quei documenti erano importantissimi e assolutamente fondamentali, glieli aveva dati sua sorella l'ultima volta e se non li avesse trovati in tempo, si sarebbe pentito a vita, non poteva e non doveva perderli.
"Hey, calmati. Cosa stai cercando?" chiese Austin intento a completare il livello di uno stupidissimo giochino sul telefono.
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio ultimamente aveva sempre la testa tra le nuvole, pensava sempre al ragazzo biondo, alle sue labbra, alla sua voce dolce e premurosa, piena d'amore.
Lo amava e lo desiderava, niente importava più di quello.
"Da che pulpito viene la predica! Da quand'è che sei tu quello calmo?!" ribatté l'altro urlando.
Cameron era fuori di se,stava andando tutto bene, Jonah e Zack non potevano essere più felici, Austin e Christopher stavano finalmente insieme e si amavano, Michael non si era più fatto vivo, Kathrin era sempre la stessa, Alex stava bene e, in ogni caso, non lo avrebbe detto a lui, ma si sarebbe confidato coi suoi amici.
Tutti felici, tutto perfetto, nessuno che avesse davvero qualcosa a distruggerlo dentro, pensava che Alex lo avrebbe capito, che Austin se ne sarebbe accorto.
Eppure né il suo migliore amico, né il suo ragazzo si erano accorti di quanto stesse male, non si erano neanche degnati di chiedergli come era andata con sua sorella, nonostante sapessero della sua condizione familiare.
Austin non diede molta importanza alla prima parte della domanda, ma la seconda quasi lo ferì,un po' per il tono e un po' per ciò che realmente aveva detto. Era davvero cambiato?
È possibile che quel ragazzino fosse entrato nella sua vita stravolgendola completamente?
Forse si era addolcito ed aveva un po'modificatole sue abitudini, ma alla fine era sempre se stesso, Chris aveva solo contribuito a renderlo una persona migliore, ma Austin restava Austin.
"Evidentemente si è scopato per bene il culo di quel ragazzino" disse Jonah spezzando così la tensione, ma facendo anche irritare Austin.
Amava stuzzicarlo, perché sapeva avrebbe risposto alla provocazione.
Austin si avvicinò velocemente, a gandi falcate, senza palare, lo prese per il colletto, facendolo arretrare di poco, sbattendolo contro il muro e lo alzò da terra come se niente fosse.
Le prese in giro erano una delle cose che non sopportava, ma soprattutto quell'essere non si doveva permettere di parlare in quel modo di Christopher.
Quel gesto gli fece ricordare la sera della festa di inizio anno quando svolse il medesimo movimento, per proteggere il suo ragazzo, nonostante a quel tempo non lo considerasse per niente.
Sorrise instintivamente, ma si riprese subito dopo, ricordando quello che era appena successo e la situazione in cui si trovava.
"Non ti permettere più" disse semplicemente Austin mollando la presa.
Cameron era rimasto in silenzio, ma quella situazione gli dava sui nervi, non era di buon umore e non aveva voglia di separare quei due, nel caso la situazione fosse diventata seria.
Cam stava per ribattere ma sentì un tonfo alla porta.
Si girò verso di essa e la trovò chiusa, si guardò intorno, ma vide solo Jonah, che, stanco, si era lasciato andare contro il muro, scivolando a terra.
Il castano era decisamente sull'orlo di una crisi di nervi e quella situazione non avrebbe aiutato.

-

Alex era accoccolato sulla spalla del suo compagno, ormai non si vedevano molto spesso, ognuno impegnato nei propri affari e nei propri problemi, senza contare gli impegni che la scuola gli dava.
Stavano per incominciare le vacanza natalizie e le verifiche, insieme ai compiti erano sempre più frequenti ed impegnative
Purtroppo non riuscivano a stare molto insieme e tutte le volte che erano comunque tropo stanchi, anche solo per abbracciarsi, per molti quella situazione sarebbe stata pesante, ma non per i due ragazzi, in tutto quel tempo passato ad amarsi avevano sviluppato una specie di resistenza, a quelle situazioni poco piacevoli.
Ma Alex non aveva tenuto conto del fatto che Cameron, quel giorno proprio non era in se.
"Amore mi sei mancato" disse Cam baciando le labbra soffici del minore, che si tesero immediatamente in un sorriso.
Alex annuì piano, prima di chiudere gli occhi, aveva davvero tanto sonno, aveva pianto tanto ed ora voleva solo stare abbracciato al suo ragazzo.
"Non ti sono mancato?" ribatté Cameron con un briciolo di stizza nella voce, come se fosse offeso.
"Eh? Si scusami è che sono molto stanco" disse cercando di rimediare e lasciando un piccolo bacio sulla guancia di Cameron, che però si allontanò subito dopo, per guardare il ragazzo in volto.
"Alex, ti vedo molto strano in questi giorni. Lo so che l'incontro con tuo padre ti ha frastornato un po', però sai che io ci sono... Vero?"
"Non ho niente, ho solo sonno" ribatté Alex sperando di sviare il discorso.
Ne aveva già parlato con Zack e non era stato facile, non se la sentiva di riparlarne, soprattutto col suo ragazzo, si sarebbe preoccupato troppo e il tutto avrebbe portato solo ad altre complicazioni.
"Non mentirmi,ti conosco fin troppo bene" disse Cam cercando di mantenere un tono dolce, ma serio, era preoccupato per Alex.
Già si vedevano poco, inoltre ora gli mentiva anche? Lui voleva solo aiutarlo, si preoccupava, come avrebbe fatto chiunque.
"Ho detto che non ho niente smettila!" disse Alex alzandosi e stringendo i pugni.
Se non voleva parlare allora non capiva perché Cameron stesse insistendo tanto.
"Ah giusto, perché dovresti parlare dei tuoi problemi col tuo ragazzo, non ha proprio senso, preferisci rifugiarti sotto le coperte, nella tua stanza, insieme ad altre persone, ma con me proprio no. Ovvio, mi sembra logico!" ribatté Cameron a tono, stringendo i denti e guardando male il volto del suo ragazzo, che non sembrava neanche troppo sorpreso dalle sue parole.
"Si, hai ragione, ho dei problemi. Contento? Lo sai ora, ma a differenza di qualcuno, io non sono così egoista da volere che tutte le attenzioni siano su di me a causa del mio dolore" rispose Alex puntando un dito contro all'altro.
"Ma cosa vuoi saperne tu del mio dolore?! E poi, prima di parlare di egoismo, fatti un esame di coscienza! Ti è mai passato per la testa che forse io stessi male dopo aver visto mia sorella?"
L'atmosfera era tesa, troppo.
I due erano consapevoli del fatto che nessuno, aveva davvero torto o ragione, e che quel discorso non aveva alcun senso.
Si stavano solo sputando veleno addosso per sfogarsi, il problema è che non avevano ancora capito, non poteva esserci cosa peggiore in quel periodo.
"Non sei stato l'unico a stare male quel giorno Cameron!" urlò Alex, imponendosi mentalmente di non scoppiare a piangere, non davanti a Cameron, non in quel momento.
"Ma almeno io ti sono stato vicino dopo, tu invece non ti sei neanche degnato di chiedermi come stavo!"
Alex non rispose.
A dire il vero quel giorno, era troppo distrutto per accorgersi dei sentimenti di Cameron, ma non poteva dirglielo.
Forse era davvero egoista, ad aver pensato al proprio dolore, quel giorno, avrebbe almeno potuto chiedere qualcosa a Cameron, invece quasi non gli aveva parlato.
Alex era sempre così indifeso e Cameron sempre così forte.
Ma nel momento in cui Cameron era ceduto ed era diventato fragile, lui non se ne ara accorto, lui, Alex McCardue, il ragazzo che amava, lo aveva lasciato soffrire in silenzio, da solo con il suo dolore.
"Cameron... Io..."
"Mi dispiace" non erano parole difficili da dire, ma Alex non riusciva a pronunciarle.
Poi fu Cam a parlare.
E quelle due parole rimasero solo nella mente di Alex.
"Io voglio solo aiutarti. Ti capisco sai, anche io soffro alcune volte. Ma questa non è una giustificazione. Se non vuoi parlarmi allora tolgo il disturbo!" disse Cam sorpassando Alex e andando verso la porta.
Per un solo istante Cameron aveva sperato che il castano lo fermasse, ma in quell'esatto momento Alex aveva dubitato.
Quando il giovane si era girato, verso la porta, essa era rimasta aperta e in quella stanza era rimasto solo.
"Che cosa ho fatto..." disse Alex, pentito, guardandosi le mani e iniziando a bagnarle delle sue stesse lacrime.
Quella volta, non ci sarebbe stato nessuno ad asciugargli le lacrime.

-

"Amore mi sei mancato" disse Austin baciando il suo piccolo.
Chris ancora non ci credeva, Austin, proprio lui, in quei giorni si era dimostrato una persona completamente nuova.
Non perché fosse un'altra persona, ma perché Chrsi lo aveva completamente stravolto e spesso i suoi atteggiamenti erano cambiati, facendosi più gentili e meno bruschi.
Era dolce, tranquillo, sempre sorridente. Era diverso.
Lo amava così com'era. Dolce, generoso, sorridente, lo amava... Il bello di tutta quella situazione era che, anche se era arrogante e apatico lo amava comunque.
Se era geloso o arrabbiato lo amava sempre e comunque.
L'amore basta.
L'amore aveva cambiato la vita di tutti e due, l'amore aveva stravolto tutto.
Aveva vinto addirittura sul cuore di pietra di Austin.
L'amore vinceva su tutto.
Austin era sempre Austin. Era il solito infame e arrogante ragazzo, però da quando stava con Chris era diventato premuroso con quest'ultimo.
Chi avrebbe mai detto che Austin-cuore-di-pietra si sarebbe innamorato di qualcuno, così velocemente poi.
La suoneria del telefono di Chris interruppe il loro bacio, facendo chinare il biondo, quanto bastava per afferrare l'apparecchio.
Lesse il nome sul display e rimase quasi sorpreso, non tanto per l'orario, dato che era notte fonda, o per l'essere chiamato in se, ma per il nome della persona che lo stava chiamando, pensava non si sarebbe mai più fatto vivo.
Non aveva cancellato mai il suo numero, non ne aveva avuto il coraggio, in fondo, quel ragazzo era parte del suo passato, della sua vita, e questo non poteva cambiarlo.
"Rispondi" disse Austin incoraggiandolo ad accettare la chiamata.
"Austin, è Michael" rispose il biondo guardando il moro, come se attendesse una risposta.
"Rispondi comunque" disse tranquillamente il moro guardando serio il suo ragazzo, tenendo però sempre un piccolo e leggero sorriso sulle labbra.
Cosa voleva dire "rispondi comunque" fino a cinque secondi prima, Christopher pensava che quei due si sarebbero scannati se solo si fossero ritrovati l'uno davanti all'altro; ora invece Austin voleva che lui, il suo ragazzo, parlasse con Michael, il suo ex?
Austin doveva essere pazzo, perché mai avrebbe dovuto accettare la chiamata.
"Ma se poi continua ad assillarmi?" a queste parole, una smorfia, si dipinse sul volto del povero Austin, che si stava per rimangiare le sue stesse parole, pronunciate poco prima.
Però si trattenne dal farlo e sospirò, cercando di guardare Christopher, infondendogli così un po' di sicurezza.
Lo amava troppo.
"Mi fido di te, vai e chiudi una volta per tutte questa faccenda" disse il moro lasciando un bacio a stampo sulle labbra del biondo, prima che quest'ultimo annuisse e si alzasse per uscire.
Però, prima che potesse uscire dalla stanza, Chris, fu interrotto, per un'ultima volta da Austin.
"Vai da lui, per poi tornare da me. Ok Christopher?"
Chris annuì e uscì dalla camera 210 col sorriso sulle labbra.

NOTE AUTORE
PSYCHOIXX

Buon pomeriggio a tutti!
Come al solito ecco il capitolo.
Non ho nienta da dire, tranne di goderlo tutto per bene, perchè le scena rose e fiori non ci accompagneranno ancora per molto.

Detto questo, alla prossima!

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