Capitolo 10: "Nuovi ragazzi e nuovi guai"
A ritorno dalla settimana di vacanza le notizie che aspettavano gli studenti erano decisamente tante, e soprattutto... Scioccanti?
Si più dire così?
Anche perché in fin dei conti quello era proprio il termine più coretto, quelli che più furono sorpresi furono Alex e Chris, si erano abituati alla presenza l'uno dell'altro e alla convivenza in quella stanza, ma ora erano comunque felici di quella nuova sorpresa.
Ma non era così per tutti, infatti, contrariamente a loro, Cameron e Austin erano molto più tesi del dovuto.
Erano sempre stati soli, in quella stanza e chiunque si guardava bene dall'entrare in quella camera senza il permesso di uno dei due ragazzi.
Erano loro due e basta, ma era proprio a quello che si erano abituati e niente doveva cambiare, andava tutto benissimo così.
Infatti quella notizia per loro era stata come un fulmine a ciel sereno, quel giorno di rientro, Cameron stava raccontando tutto felice della piccola vacanzina che si erano concessi lui e il suo ragazzo, quando qualcuno bussò alla porta.
Cameron aprì la porta e si ritrovò il responsabile del dormitorio maschile con un'orribile cipiglio in fronte e uno sguardo alquanto stressato.
Gli aveva detto brevemente cosa sarebbe successo quel giorno stesso.
L'accademia non era mai stata così rumorosa, ormai quell'informazione era di dominio pubblico, da quando si era sparsa la voce che tutte le stanza sarebbero incrementate come numero di occupanti.
Ma come già detto, non tutti hanno accolto bene l'idea.
E Austin era uno di quelli, non avrebbe mai condiviso la sua camera con nessuno, oltre che con Cameron.
Erano sempre stati loro due e in quella stanza non ci poteva vivere nessun altro, infatti era quello il piano, rimanere solo loro due, soli nella loro stanza, erano addirittura arrivati a chiedere alla zia di Austin, la segretaria, di fare qualche eccezione per loro.
Ma purtroppo non era proprio possibile, a quanto pare alcune scuole avevano avuto dei problemi e molti studenti si erano ritrovati a cambiare scuola già ad un terzo dell'anno.
E fu così che Austin e Cameron dovettero accettare questa nuova "regola" che, a dire il vero, non andava giù a nessuno dei due.
Era ormai la fine, niente più confidenze e chiaccherate alle 3 di notte, niente più spuntini di mezzanotte, niente più musica ad alto volume, niente più scherzi dalla dubbia ilarità; quella stanza non sarebbe più stata solo e unicamente per loro, ma anche di un nuovo sconosicuto.
Quella consapevolezza, di non poter avere più un posto tutto loro, gli faceva pesare anche il solo pensare che in quella stanza potesse viverci qualcun altro.
Ed ora erano lì, tutti e due seduti sui propri letti a mangiare pop-corn.
Nonostante tutto però quella nuova notizia era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Austin era ormai distrutto, era rimasto al campus per una settimana intera, tutto solo e quando era tornato, il fatto di essere ignorato da Christopher, gli era tornato a pesare, forse più di prima, come se la solitudine avesse solo incrementato il senso di disagio che sentiva ogni volta che lo vedeva, insieme ai sensi di colpa, ovviamente.
Si era reso conto che teneva molto a quel ragazzino, per quanto possa essere sbadato, goffo e un po' stano, gli piaceva, lo incuriosiva, c'era qualcosa, dentro di lui, che tutte le volte, dopo aver incrociato quegli occhi, dallo strano color ghiaccio, lo pregava di girarsi per poter andare dal proprietario di quelle iridi mozza fiato.
E lo avrebbe anche fatto, se solo non fosse così abbattuto.
Però nonostante il momento difficile, Austin non poteva fare a meno di pensare al biondo, magari non tutti i giorni a ogni ora, ma ogni tanto, magari mentre era da solo, ad ascoltare un po' di buona musica, chiudeva gli occhi e l'unica cosa che lo convinceva a riaprirli, non era l'inizio di un nuovo brano, ma della consapevolezza che avrebbe rivisto Chris.
Tutti gli avevano detto di aprirsi e dire tutto chiaramente, ma per Austin non era così facile, anzi, forse era la prova più dura a cui la vita lo avesse mai sottoposto, eppure, dentro di se, sapeva, che sarebbe riuscito a superarla, una volta per tutte, anche se sarebbe stato difficile, ce l'avrebbe fatta.
Ma a questo magari avrebbe pensato un'altra volta, ora la sua mente era occupata da un altro dilemma.
Il nuovo compagno di classe, il peggio è che nessuno sapeva ancora il nome del fortunato, poteva essere chiunque ed era proprio questo a preoccupare i due ragazzi.
"Magari è simpatico, potremmo anche diventare amici..." disse Cameron tentando di spezzare quel silenzio opprimente che regnava sovrano nella loro stanza.
"Certo, magari troviamo la persona più gentile e amorevole del mondo! Ma fammi il piacere, sai che non sono in grado di fare amicizia facilmente, per me sarebbe più facile vincere alla lotteria, piuttosto che farmi degli amici!"
Kattrin poggiò lentamente il telefono sul comodino e chiuse gli occhi.
Proprio non capiva, e poi dicevano che erano le donne quelle complicate!
Certo che anche lei non si trovava in una situazione "piacevole".
Da una parte voleva stare vicino a Chris, dopo tutto erano amici no?
Mentre dall'altra, aveva Austin, un ragazzo testardo e troppo orgoglioso per esporre i propri sentimenti.
Ma una cosa che non poteva proprio fare a meno di pensare era quanto fossero stupidi, non avevano ancora capito che i sentimenti che provavano erano reciproci e si ostinavano, nella loro cocciutaggine, a non volersi parlare, come ogni persona civile e con un briciolo di intelligenza farebbe.
Erano innamorati, e questo lo aveva notato soprattutto in Christopher.
Ogni volta che parlava di Austin i suoi occhi pendevano delle sfumature nuove, come se quel freddo color ghiaccio potesse essere riscaldato, da qualcuno, da Austin, che però non aveva ancora capito niente.
Al biondo sembrava davvero voler risolvere la questione, sembrava quasi che fosse felice, in quei pochi momenti in cui gli parlava del moro, ma poi quando si ricordava cosa era veramente successo si rabbuiava e non riusciva più a recuperare il fantastico sorriso che aveva, poco prima, sulle labbra.
Ma perché proprio Austin? Austin era sempre stato un ragazzo riservato, duro, sicuro di se, scontroso.
Il tipico cattivo ragazzo che i genitori ti raccomandano sempre di tenere a distanza.
E nonostante questo il giovane biondino dal carattere mite e genuino, si era perdutamente innamorato del "bad boy" della situazione, se solo non si fosse trovata anche lei in quella situazione, allora avrebbe scommesso che si trovava in una di quelle storie romantiche che ogni tanto si dilettava a leggere sui libri, dopo essere andata cercare nella sezione dei romanzi rosa.
M la vita non è sempre così facile, a volte le cose succedono e basta, a volte è destino.
E questo Kat lo aveva capito, non decidi tu di chi innamorarti, ma capita all'improvviso in un momento banale della vita.
E così definiva l'amore Kathrin, un completo casino, che ti fa andare totalmente fuori di testa e che ti fa fare pazzie, pazzie come blaterare cose insensate all'amore della tua vita, rischiando di ferirlo e poi far stare male te stesso fino alla fine dei tuoi giorni.
Non sapeva cosa fare esattamente in quel momento, ma una cosa di cui era sicura, era proprio che quella situazione l'aveva stancata, se nessuno si decideva a prendere in mano le redini, allora lo avrebbe fatto lei!
Si mosse istintivamente, quando si alzò dal letto, e sempre l'istinto la portò a correre fino all'altro capo del campus, facendole perdere il fiato e sfinendola quasi del tutto.
Era abbastanza sicura che non se ne sarebbe pentita, ma di sicuro le sue azioni avrebbero comunque portato a delle complicazioni che non avrebbero favorito il calmo e placido susseguirsi delle sue monotone giornate.
Bussò alla porta, giocherellava con le unghie smaltate di colore rosso che aveva fatto qualche giorno prima, giusto per allentare la tensione che si era appena fatta strada nel suo cuore, facendogli venire mille dubbi in appena 2 minuti.
La porta si aprì di scatto e Chris si sporse appena per provare a decifrare l'espressione della ragazza che si era presentata davanti a lui.
"Kat? Cosa ci fai qui?" chiese curioso, ma la ragazza non rispose subito, anzi era impegnata a riprendere ossigeno, dopo quella corsa estenuante.
Christopher stava già per parlare ancora una volta, chiedergli se stesse bene, ma lei lo interruppe.
"Vai da lui Chris!"
-
Zach Yuane si trovava davanti alla stanza 210, un mal di stomaco tremendo lo stava divorando.
Sentiva la testa girare e le mani tremavano.
Dentro era emozionato ma allo stesso tempo impaurito, non si ricordava neanche l'ultima volta che aveva provato sentimenti così contrastanti.
Aveva paura che non l'avrebbero accettato, ma era anche eccitato all'idea di conoscere nuove persone, bussò alla porta, senza troppa convinzione, cercando di ignorare tutta l'agitazione che aveva in corpo, trovando quel briciolo di coraggio che era riuscito a trovare.
I suoi cappelli castano chiaro e i suoi occhi verdi erano spenti, privi di emozioni, come chi sa già i suo dentino e nonostante tutto ne è deluso.
Un ragazzo venne ad aprire la porta al suo futuro, nuovo, coinquilino, che se la stava per fare sotto.
Zach quasi svenne alla vista di quel bellissimo ragazzo dai capelli castani.
"Oh, tu devi essere il nuovo ragazzo. Alex McCardue, piacere di conoscerti!"
Il nuovo arrivato ricambiò la presa, stringendola a sua volta, anche se in un primo momento è stato leggermente titubante.
Per fortuna la tensione se ne era andata quasi subito, dopo aver stretto la mano di quel ragazzo praticamente perfetto.
"Zach Yuane, piacere mio"
"Quindi sei davvero quello nuovo, per un istante ho pensato di essermi sbagliato" disse Alex sorridendogli nervosamente e cercando di coprire così l'imbarazzo, si fece anche leggermente da parte, per far passare l'altro ragazzo.
"Si, vengo da Los Angeles" rispose l'altro entrando timidamente nella sua nuova stanza.
"Dimmi un po', perché ti sei inscritto a questa accademia. Cioè dico Los Angeles è bellissima come città, praticamente un sogno, perché venire proprio qua per il collage?"
"Si è vero, Los Angeles è bella, ma e altrettanto noiosa, dopo che ci vivi per anni, ti viene voglia di cambiare aria... Volevo fare nuove esperienze ecco" rispose Zach appoggiando a terra il suo borsone, che fino a pochi secondi prima gli stava distruggendo la spalla.
"Allora sei nel posto giusto, Zach. Benvenuto" rispose entusiasta l'altro.
"Ne sono felice, grazie"
Il nuovo arrivato era una delle cose per cui Alex aveva ripreso a sorridere, gli piaceva l'idea di vedere facce nuove in quella stanza ormai monotona.
Ma sorrideva anche perché per una settimana intera era riuscito a non pensare al suo passato e a suo padre, in quei giorni Cameron aveva fatto di tutto per farlo stare meglio, alcune volte anche in modo goffo.
L'uomo della sua vita si era impegnato per far si che la loro fosse una vacanza da sogno e infatti ora l'ultima cosa che voleva era svegliarsi.
Christopher si era stancato di correre dietro a quel testardo, cocciuto, idiota, infame, ignorante, pazzo, bellissimo, affascinante, mossa fiato, attraente ragazzo.
Eppure si ritrovava, per l'ennesima volta, nel corridoio che avrebbe portato alla camera di Austin, eppure sapeva che era tutto dannatamente sbagliato.
Perché aveva dato ragione a Kathrin?! Perché?!
Sapeva di aver esagerato e più di una volta era stato tentato di ritornare dal moro per chiedergli scusa e per dirgli che non lo odiava, ma che anzi, i suoi sentimenti erano completamente l'opposto dell'odio.
Era davvero innamorato.
Il problema però non era dirlo, perché se fosse stato solo per quello allora sarebbe bastato un pizzico di coraggio, ma il problema era provare a parlare civilmente con Austin, senza che ci fosse di mezzo dell'astio, in ogni situazione, alla fine litigavano sempre, tutto quello doveva finire.
Troppe volte aveva percorso quel corridoio che portava a quella stanza.
E tutte quelle volte non avevano mai portato ad un momento di gioia, ma avevano causato solo ulteriori problemi.
Bussò alla porta e la figura di Austin comparve davanti a se, perfetto come sempre, sentì anche dei passi dietro di se, ma non ci diede molto peso, più che altro era impegnato a guardare gli occhi sgranati di Austin, che per pochi secondi lo studiarono.
Chris stava per parlare, ma Austin lo precedette, poggiando la mano sulla spalla del più basso, per stringerlo, come se avesse paura che l'altro potesse scappare da lui ancora una volta.
Si abbassò lentamente, mentre Christopher gli andava istintivamente incontro, alzandosi e sollevando il volto, ma qualcosa di inaspettato fece fermare tutto.
"Austin?"
La persona che aveva pronunciato il nome del moro era la stessa che poco prima stava camminando verso quella stanza.
Austin, fino a pochi secondi prima, era abbastanza sicuro che niente avrebbe potuto più rovinare le cose, eppure ora aveva gli occhi sulla figura del ragazzo davanti a se.
Aveva dato le spalle a Chris, gli si era parato davanti, come se lo volesse proteggere da nuovo arrivato, con un volto del tutto sconosciuto al biondo. Che fosse il nuovo coinquilino di Austin e Cameron?
"Jonah"
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