6. L'inutile senno di poi
"E se avessi ragione a sentirmi in colpa?"
-Fonte: Tumblr
Benjamin
Picchietto le dita sul volante mentre lancio prima un'occhiata al negozio e poi ai fiori poggiati sul sedile del passeggero, decidendo se scendere da questa auto sia la cosa giusta oppure no.
Non so perché io sia qua, so solo che dentro sentivo la necessità di farlo, perciò sono salito in auto, sono andato dal fioraio per acquistare un mazzo carino di fiori, e ho guidato fino ad arrivare davanti a dove Isabella lavora.
Lo so, può risultare incoerente questo mio gesto, ma il fatto è che io mi sento davvero troppo in colpa per ciò che le ho fatto e non riesco a non pensarci. Spero che accetti le mie scuse e i fiori, in modo tale che possa superare finalmente questa storia e dimenticare tutto una volta per tutte.
Sospiro debolmente e poi afferro i fiori, scendendo finalmente dalla macchina. Appena i miei piedi toccano l'asfalto, sento immediatamente l'agitazione tornare a farmi visita, ma cerco di non darle il potere di vincere.
Chiudo l'auto con il telecomando e poi attraverso la strada per poter arrivare al negozio.
Mi passo la mano libera tra i capelli, in un gesto ansioso, e poi spingo la porta per poter entrare. Mi guardo intorno per qualche secondo e poi mi giro verso il bancone, sentendo la sua voce gentile che mi saluta.
Le sorrido in modo impacciato e poi mi avvicino a lei, salutandola a mia volta e porgendole subito il mazzo di fiori. "Ti ho portato questi, volevo solo fare un gesto carino per chiederti scusa per come mi sono comportato a casa mia. Non volevo essere troppo irruente."
Lei spalanca la bocca con aria scioccata, evidente che non si aspettava una cosa del genere da parte mia, poi annuisce leggermente e li afferra.
Ammetto che mi fa davvero piacere il fatto che li stia accettando, una parte di me pensava che me li avrebbe tirati in faccia. Evidentemente è una persona migliore di me, non so se al suo posto avrei accettato delle scuse e un regalo.
"Benjamin, sono molto belli. Mi piacciono molto i tulipani." sorrido sentendo le sue parole e mi appunto mentalmente di comprare un regalo per Maria visto che mi ha suggerito lei che fiori prendere, riesce sempre a salvarmi "E comunque non ce n'era nessun bisogno, ti ho detto che è tutto ok."
La analizzo per qualche secondo, come per capire se sia sincera o per captare qualcosa che la tradisca, ma non trovo nessuna traccia di falsità nel suo volto. Sembra davvero sincera. "Mmh... non capisco come sia possibile, però non importa. Volevo regalarteli e l'ho fatto, ok?"
Questo è solo un gesto per chiudere definitivamente tutto, mi serviva per non sentire anche il peso della situazione con lei oltre a tutto il resto. Davvero non ho bisogno anche di questo.
"Ho capito, Benjamin. Va bene, li accetto. Però sappi che ho davvero dimenticato cosa è successo, non ce l'ho con te." Sembra ancora distaccata, come se volesse mantenere le distanze, ma so che è sincera e sta cercando di dimostrarmelo, come se non volesse assolutamente che io pensassi il contrario.
"Ok..." In realtà non so più cosa dirle. Pensavo che regalarle i fiori e sentirle dire che è tutto ok, mi avrebbe aiutato a superare la cosa, ma non so se sia davvero così. Non so perché, ma è come se in qualche modo mi sentissi ancora insoddisfatto. "Va bene... comunque ti ho rubato già troppo tempo prezioso, ora ti lascio lavorare."
Annuisce trovandosi d'accordo con la mia decisione, e ammetto che questo un po' mi infastidisce, ma fingo che non sia così. Perché dovrebbe poi? Mica voglio che mi dica che è felice che io sia qua o che mi dica che vuole passare altro tempo con me. Assolutamente. È proprio perché l'ho sentita diventare invadente che l'ho cacciata, no? "Va bene, buona giornata, Benjamin." mi congeda in modo sempre cordiale e gentile, perciò io mi volto di spalle ed esco velocemente dal negozio senza aggiungere altro.
Non mi giro più verso di lei nemmeno una volta e mi allontano fino ad arrivare alla mia auto, sedendomi immediatamente all'interno, permettendo così alle mie gambe di rilassarsi, visto che le sentivo pesanti come non mai per colpa dell'ansia.
Accendo la radio a un volume basso, tanto per tenermi compagnia, e sorrido quando in una stazione a caso becco una canzone di Shawn Mendes, uno degli artisti che Maria ama maggiormente. Penso che mi abbia fatto imparare metà della sua discografia da quando siamo amici, specialmente la canzone che ha fatto da sottofondo al suo primo bacio con Mason proprio al concerto di Shawn.
Ridacchio davanti a questo pensiero, mentre la immagino parlare e raccontare questo con enfasi, con Mason che la fissa in silenzio e la guarda sorridendo e completamente rapito.
Deviando la mia mente verso questi episodi vissuti con i miei migliori amici, mi sento più rilassato.
Sospiro buttando fuori tutta l'agitazione accumulata da questa mattina, convincendomi che è andata bene la mia missione di consegnare i fiori a Isabella e mettere a posto le cose tra noi.
Non c'è nulla che mi deve far sentire insoddisfatto. Sono riuscito a sistemare le cose con lei. Ho avuto la conferma che non sta dando peso più di tanto a ciò che è successo la mattina a casa mia. Ho capito che ha accettato il mio gesto e ha archiviato tutto. Cosa dovrei volere più di questo? Direi nulla.
Le cose sono andate come dovevano, e finalmente posso archiviare anche io questo episodio con lei, tornando finalmente alla mia vita prima di incontrarla. Probabilmente ora potrò avere nuovamente un briciolo di capacità di respirare in più.
*****
Sorseggio un goccio d'acqua, infilzando poi un pezzo di fettina di tacchino con la forchetta, senza staccare lo sguardo dallo schermo della televisione, visto che si sta giocando l'anticipo della Premier, ossia Manchester United- Manchester City, insomma, uno di quei derby di lusso che non si può perdere per nessuna ragione al mondo. Una partita del genere è sicuro che genererà spettacolo, e per chi ama il calcio questo è qualcosa di vitale.
Continuo a mangiare la mia carne e le mie verdure, prestando super attenzione alla partita, finché il mio telefono attira la mia attenzione. Lo sguardo mi cade sullo schermo e trasalisco quando leggo una notifica di Instagram: "Isabella_00 desidera inviarti un messaggio".
Mi pulisco le labbra con il tovagliolo che ho accanto e afferro il cellulare, in modo tale da poter leggere ciò che mi ha scritto. Ammetto che sono molto sorpreso, non mi aspettavo un messaggio da parte sua. Pensavo che, nonostante abbia accettato le mie scuse, non volesse più avere a che fare con me.
Apro la notifica e leggo velocemente, spinto dalla curiosità:
"Ho pensato a quello che è successo a casa tua e ho pensato al gesto carino che hai fatto stamattina, portandomi i fiori fino a lavoro per scusarti. Magari siamo stati troppo precipitosi, vedendo tutto ciò... perciò proporrei di rivederci. Ti andrebbe?"
Devo rileggere più volte per assicurarmi che il senso del messaggio sia questo, ma poi mi convinco di aver capito bene. Mi sta chiedendo di uscire.
Scuoto immediatamente la testa e sento una strana sensazione fastidiosa pungermi il petto. Ma perché l'ha fatto? Ma cosa non ha capito del fatto che non voglio legarmi?
Insomma, va bene uscire con una persona una volta, farci sesso e poi basta. Se rivedi la stessa persona con cui ha fatto sesso per una seconda volta, non è più una cosa occasionale. No, assolutamente. In quel caso diventa l'inizio di una relazione, e io non posso e non voglio assolutamente questo.
Mi sento soffocare al solo pensiero. Non voglio uscire con nessuno. Mi mette a disagio il solo pensarci. Non voglio nulla che ha a che fare con i sentimenti. Voglio divertirmi senza avere contatti con quella persona, senza avere dettagli sulla sua vita. Voglio avere meno confidenza possibile con chi faccio sesso.
Non vorrei che lei abbia confuso il mio gesto dei fiori per chissà cosa. Io volevo solo essere gentile visto che ho fatto lo stronzo, non volevo certamente che pensasse che provo interesse per lei e che sono disposto a incontrarla e provare a costruire qualcosa. Oddio, assolutamente no.
Sbuffo nervosamente, sferrando un pugno al cuscino del divano, poi mi spettino i capelli in modo impulsivo e frustrato. Perché deve continuare a starmi addosso? O sta dentro i miei pensieri, o riappare in carne e ossa nella mia vita proprio quando non sto pensando più a lei. È una specie di condanna?
Io, quella sera che l'ho incontrata, volevo solo divertirmi, non volevo altro. Invece non riesco a liberarmi di lei e del suo pensiero.
E ora cosa dovrei fare? Io non ho nessuna intenzione di accettare il suo invito. Dovrei nuovamente mettere in chiaro le cose? Magari provando a essere meno duro di quando l'ho mandata via da qua.
Alzo gli occhi al cielo, sentendomi confuso su cosa fare e mi ritrovo a maledirmi per averla notata in discoteca e averla portata a casa mia. Quanto mi è costata quella notte di sesso? Avrei dovuto farmi i cazzi miei, senza ombra di dubbio, vedendo i risultati, ma si sa, il senno di poi non aiuta a risolvere nulla.
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