5. Fattorino delle pizze
"Mi chiedi 'come stai?' Come vuoi che stia? Mi sveglio nella notte ho la tachicardia."
-Fonte: Tumblr
Benjamin
Isabella si allontana un po', lasciando a Mari il tempo per scegliere cosa prendere, così respiro profondamente e, senza sapere perché, mi avvicino a lei. È come se i miei piedi camminassero da soli e non potessi controllarli. Mi prenderei volentieri a schiaffi in questo momento, non ho per nulla il controllo delle mie azioni, ma per fortuna almeno l'attacco di panico sembra rientrato.
"Isabella..." richiamo la sua attenzione e lei smette di piegare la piccola giacca che ha in mano. Devo dire che il fatto che lavori in un negozio di bambini mi fa ancora più sentire ansioso su quello che sarebbe potuto essere il nostro rapporto secondo lei. Magari sogna una famiglia? Non sarò di certo io a dargliela.
"Sì?" mi osserva dritto negli occhi, con sguardo quasi assente. Non sembra arrabbiata con me e, lo ammetto, questo mi meraviglia.
"Volevo solo sapere se stessi bene..." Sussurro, sentendomi in imbarazzo per le mie stesse parole. Dovrei farmi gli affari miei e continuare a fingere che non la conosco, ma non riesco.
Lei sorride con ammarezza e poi annuisce appena, portandosi i capelli dietro le spalle quasi come se si sentisse in soggezione. "Va tutto bene, Benjamin. Ti serviva qualcosa?" I suoi occhioni cangianti mi scrutano attenti e mi disturba il fatto che non ce l'abbia con me e che io non riesca a decifrare i suoi veri pensieri e le sue vere emozioni.
Perché non si incazza? L'ho trattata di merda. L'ho praticamente umiliata, eppure lei mi parla con gentilezza. Sì, è molto poi distaccata rispetto a quando ci siamo conosciuti al bar, ma comunque gentile e senza lasciar trasparire neanche una punta d'odio.
Insomma, dovrei essere soddisfatto e felice che non mi odi, o perlomeno che non stia male per ciò che le ho fatto, ma in realtà mi dà tremendamente fastidio che sembra quasi non fregargliene nulla. Che pretendo? L'ho cacciata da casa mia perché ho sentito che invadeva il mio spazio e ora mi incazzo comunque perché sta facendo l'esatto contrario?
Cosa ho che non va? Perché devo rendere complicato qualcosa che è facilissimo?
"Non mi serviva nulla." rispondo scocciato, passandomi una mano tra i capelli "Pensavo che ci fossi rimasta male e volevo accertarmi che fosse tutto ok."
Lei annuisce e poi fa spallucce, continuando a sostenere il mio sguardo come se nulla fosse. Non arrossisce più per me e questo mi fa sentire estremamente in colpa. Era dolce quando lo faceva e mi faceva impazzire. Non che in questo momento mi lasci indifferente, anzi... sinceramente mi piacerebbe ripetere ciò che abbiamo fatto a casa mia. Farlo sopra al tavolo è stato incredibile.
"No, Benjamin. Avrei dovuto? È tutto ok." mi sorride in modo gentile e poi mi lascia una carezza sul braccio prima di tornare da Maria per continuare ad aiutarla, senza aggiungere altro e senza lasciarmi il tempo di ribattere.
Io resto fermo per un attimo, scioccato dalla sua reazione.
Non ho idea di come spiegarmi ciò che è appena successo, e non ho idea di come mi senta. È possibile che io sia deluso perché lei non sembra interessata a ciò che le ho fatto? Rieccola la mia contraddizione, penso che questo sia sintomo di pazzia... sì, probabilmente sto davvero impazzendo.
Sbuffo nervosamente e poi, infilandomi le mani nelle tasche della giacca, raggiungo nuovamente la mia migliore amica, cercando di non posare più lo sguardo su Isabella.
Non so cosa mi stia prendendo, ma è qualcosa che non mi piace, e non ho bisogno di altri pensieri che si aggiungono a tutti quelli che ho già. Ho bisogno solo di un po' di tranquillità, non penso di chiedere molto.
*****
Mi perdo a osservare le gocce che si schiantano sulla vetrata di casa mia, dimenticando per qualche secondo di essere in compagnia degli altri, ma appena Mason mi rivolge la parola, torno sul pianeta Terra, smettendo di osservare un punto indefinito sentendomi quasi fuori dal mio corpo.
"Ben, com'è andata con la tipa del bar? Non mi hai dato nessun dettaglio." Maria gli dà un colpetto sul fianco, come per rimproverarlo della sua domanda. Evidentemente non gli ha raccontato della conversazione che abbiamo avuto in macchina mentre andavamo a prendere il regalo a Summer, e le sono grato per questo. Sono certo che Mason si sarebbe preoccupato inutilmente.
"Va bene, Mari. Non è un problema." tranquillizzo lei, poi riposo lo sguardo sul mio migliore amico, sentendomi gli occhi addosso di tutti i presenti. "È stato divertente, una bella serata." taglio corto così, costringendomi a sorridere prima a lui e poi a Kai, facendo poi loro un occhiolino allusivo.
Entrambi mi fanno i complimenti per il successo e poi, per fortuna, riniziano a parlare di altro. Io li adoro, da morire, ma davvero avere l'attenzione su di me, in questo momento, è l'ultima cosa che voglio.
Sono tre giorni che dormo peggio del solito e non so nemmeno perché. So solo che il senso di colpa e il viso di Isabella continuano a tormentarmi, nonostante lei mi abbia detto che sta bene quando sono stato al negozio dove lavora.
Mi sveglio nel cuore della notte a causa di incubi che non ricordo e sento l'ansia paralizzarmi ogni volta. Già quando mi alzo, mi sento esausto. Mi sento come se fossi completamente condizionato da questa emozione negativa nel petto. Temo che le persone presto chiuderanno i loro rapporti con me. Mi sembra di ferirle e ho sempre paura di dire qualcosa di sbagliato. Mi sembra di essere perennemente sbagliato e fuori posto. Mi sembra di essere un peso per tutti.
È straziante svegliarsi con questo umore tutte le mattine, ed è ancora più straziante pensare di meritare di stare così. Perché sì, la mia mente sta iniziando a pensare che se provo questo disagio, chiamiamolo così, è perché ho fatto qualcosa per meritarlo.
I miei occhi si posano su Kai che accarezza dolcemente la gamba di Sophia, la sua nuova ragazza, in modo quasi spontaneo e, solo per qualche secondo, mi chiedo cosa si provi a sentire un sentimento reale e forte per qualcuno.
È passato davvero troppo tempo dalla mia ultima relazione seria, e comunque non penso fossi davvero innamorato, assolutamente. Non penso di aver mai provato amore per nessuna donna. Per questo mi chiedo spesso se esista davvero tutto ciò, finché non ricordo della relazione che hanno i miei migliori amici. Ma lo ripeterò sempre, però, Mason e Maria sono davvero un'eccezione in tutto e per tutto.
Io non credo che proverò mai nulla di tutto questo, neanche lontanamente, ma non mi dispiace. Non sono interessato a nulla del genere, per nulla.
Il campanello suona e io immediatamente mi alzo per andare ad aprire, visto che stavamo aspettando il fattorino delle pizze. Prendo dei soldi dal portafogli per pagare e poi li consegno al giovane ragazzo, lasciandogli il resto e augurandogli "buon lavoro". Ammetto che mi fa sentire leggermente meglio, un po' sollevato, quando lui mi ringrazia sinceramente felice di aver ottenuto qualcosa in più nel suo lavoro.
Lo so, non è un gesto grandioso o eclatante, ma mi fa stare bene fare delle opere del genere, perciò perché non farlo? Soprattutto adesso che sono così atterrito.
Lo saluto e poi chiudo la porta con il piede, posando i cartoni delle pizze a tavolo subito dopo e richiamando l'attenzione dei miei amici per dirgli che è finalmente arrivata la cena. Tutti si alzano immediatamente, affamati visto che stavamo aspettando già da un po'. Ma è sempre così quando ordiniamo nella pizzeria italiana, hanno così tante ordinazioni che finiscono sempre per tardare.
Ovviamente, però, non siamo autorizzati a mangiare pizza che non sia, cito testualmente, "vera pizza" senza che Maria ci ammazzi. Perciò ordiniamo sempre là e devo ammettere che sono davvero molto buone. Niente a che vedere con le pizze che facciamo qua, bisogna proprio ammettere che in Italia ci sanno davvero fare con la cucina.
Ci accomodiamo tutti e io, per qualche secondo, mi perdo a osservare la tavola di casa mia con i miei amici intorno, e questo mi rende un po' più felice. È una piccola cosa, ma una cena con chi amo mi regala un po' di spensieratezza, e sono questi i momenti che vorrei ricordare quando cado nello sconforto e nel panico.
Vorrei ricordare la bellezza delle piccole cose e non dimenticare mai che vale la pena vivere per godersi tutto questo.
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