29. Compito completato

"Sei insieme la quiete e la confusione del mio cuore."
-Franz Kafka

Fisso il telefono tra le mie mani e poi la porta dell'appartamento di Benjamin, in modo alternato. Non so perché abbia deciso di venire qua, non so se questa sia la cosa migliore o meno, non so se sia giusto che io sia qua visto ciò che mi ero ripromessa, visto che io sto con Jack, e non so nemmeno perché il difensore mi abbia scritto di venire fino a casa sua... nel messaggio è stato fin troppo vago.

Avevo deciso, appena qualche giorno fa, di tenere l'inglese lontano da me, perché la nostra relazione passata non condizionasse ciò che sto provando a costruire, ma invece eccomi qua... come ogni volta che c'è lui di mezzo, non riesco a essere oggettiva e agire in modo distaccato o, perlomeno, razionale.

Sbuffo nervosamente e poi suono il campanello, infilando il telefono nella tasca posteriore dei jeans e aspettando che venga ad aprire. Immediatamente, infatti, sento i suoi passi provenire dall'interno e, poco dopo, la porta si apre davanti ai miei occhi.

Ben appare davanti a me, bello più che mai... indossa una felpa nera e dei jeans del medesimo colore, e ha stampato sul viso un sorriso dolce e un po' teso, come se non si aspettasse che davvero potessi accettare il suo invito, e in realtà capisco la sua meraviglia, visto che neppure io stessa sapevo se venire qua o meno.

"Ehi... Isa..." I suoi occhi blu brillano e il mio stupido cuore perde un battito, ancora reagisco così? "Ti va di entrare?"

Annuisco appena alla sua domanda, così lui mi fa spazio e mi fa accomodare nel suo appartamento. Evito di guardarmi intorno per impedire ai ricordi di invadermi. Evito di guardarmi intorno per non permettere al mio cuore di perdersi nelle emozioni che abbiamo condiviso nei diversi angoli di questa casa. Noi non stiamo più insieme, ma sono certa che se mi girassi, vedrei i fantasmi di noi due che ci stringiamo e facciamo l'amore come se il tempo fosse solo un concetto immaginario.

"Ti ho chiamato qua per farti sentire una cosa... io solitamente, soprattutto ultimamente, lascio a metà le cose che inizio, mi arrendo prima di provarci davvero... la paura di fallire mi condiziona da sempre, ma stavolta mi sono messo d'impegno, perché era una cosa che mi ricordava te, che mi ricordava noi." lo osservo mentre si dirige verso il pianoforte e si accomoda, si scrocchia le dita, e inizia a suonare.
Una dolce melodia risuona nell'aria e ci metto pochissimi secondi a rendermi conto di che canzone sia... amo "Why", ma soprattutto mi ricorda noi, mi ricorda quando l'abbiamo suonata insieme perché lui diceva di non esserne capace, mi ricorda l'intensità di quel momento.

Io resto a guardarlo quasi con la bocca aperta, rendendomi conto che davvero ha imparato alla perfezione questo brano, ma non è solo questo... suona in modo leggiadro, quasi sfiorando solamente in tasti, con una grazia unica. Capisco subito che davvero si è impegnato a fondo per imparare a eseguire questa canzone in maniera esemplare, e sorrido senza rendermi conto. E mentre lo sto a sentire, tutto ciò che di negativo pensavo per colpa della nostra ultima litigata, vola via come se non ne fosse mai esistito.

Mi avvicino più a lui, posando una mano sul piano e osservandolo ancora più attentamente mentre pigia i tasti. Alza la testa rendendosi conto che gli sono quasi accanto e sorride. Sorride quasi fiero di essere davvero riuscito a mostrarmi ciò che ha imparato, sorride quasi fiero di essere riuscito a completare l'obiettivo che si era posto.

Appena finisce di suonare, applaudo ammaliata e colpita. Ha suonato in modo davvero straordinario, ma sapevo che ce l'avrebbe fatta. Sapevo dal primo momento che l'ho sentito suonare qualche tempo fa che, qualora avesse creduto un po' di più nelle sue capacità, sarebbe stato in grado di raggiungere un livello superiore a quello che aveva.

"Woah Ben... sono davvero contenta che tu ci abbia provato, perché hai del talento."

I suoi occhi chiari si colorano appena sente le mie parole e annuisce in modo distratto, facendomi uno spazio sulla seggiola del piano e invitandomi subito dopo ad accomodarmi. Ci penso su qualche secondo, ma poi accetto il suo invito e mi siedo al suo fianco. Le nostre braccia si sfiorano, e il calore e il profumo che emana il suo corpo mi rende davvero difficile il compito di ragionare lucidamente. So che sto con qualcuno e non dovrei provare queste sensazioni o avere questi pensieri, ma la vicinanza con Chilwell è sempre stata un debole per me, dal primo minuto a quel bancone del bar dove ci siamo conosciuti.

"Isa... non sapevo se chiamarti o meno, non volevo complicare ancora di più le cose, soprattutto per le brutte parole che ti ho detto l'ultima volta che mi sono presentato davanti a te, ma alla fine ho deciso di farlo. Volevo farti sentire che ero riuscito a fare qualcosa che non pensavo possibile, volevo farti vedere che grazie alla tua vicinanza ho capito che posso fare tante cose che pensavo non facessero per me." parla con un tono basso e mi guarda intensamente, ma non capisco se si stia riferendo solamente alla canzone o c'è di più nel suo discorso, qualcosa di velato. "Questo è il mio modo per ringraziarti di essermi stata vicino e aver provato a rendermi migliore, ed è il mio modo per scusarmi per aver fatto lo stronzo tante volte con te... non pensavo davvero che sei stata egoista a cercare altrove l'amore che non ti stavo dando, stavo solo cercando un pretesto per odiarti... ma non ce l'ho fatta."

"È tutto ok, Ben..." sento gli occhi pizzicarmi mentre gli rispondo, perché in questo momento lo sento vicino e lontano allo stesso tempo. Sembra quasi che il suo discorso sia una presa di consapevolezza che ci faccia dire un definitivo addio a ciò che abbiamo condiviso. "Ero delusa... ma non posso odiarti nemmeno io, non ce la faccio. So che hai un grande cuore qua dentro." gli poso una mano sul petto e lui lascia cadere lo sguardo sulle mie dita che lo sfiorano, poi rinizia a guardare i miei occhi "Sono felice che tu abbia finito lo studio di questo brano... ti deve far capire che non hai nessun vero ostacolo davanti a te, puoi fare tutto Benjamin, anche se con paura o con i tuoi tempi."

Lui sorride in modo quasi malinconico, tanto che anche il suo sguardo si incupisce un po'. "Jack è fortunato... non si trovano donne come te, non si trovano persone così buone al mondo, è una cosa davvero rara."

Il mio cuore accelera notevolmente davanti alle sue parole e per un momento vorrei scoppiare a piangere come una bambina.

Jack è fortunato? Peccato che io avrei amato te, Ben... avrei amato te senza nessun limite... saresti potuto essere tu quello "fortunato". Tengo questo pensiero per me e annuisco appena, poi gli lascio un bacio sulla guancia e poi una carezza. "Prenditi cura di te, Ben." gli lancio un'ultima occhiata mentre lui sorride leggermente, quasi in modo costretto, così mi alzo e, dopo avergli sorriso un'altra volta, esco da casa sua.

Sento i piedi quasi fatti di piombo, mi sembra più che complicato muovermi, andare via. Mi sembra di star facendo uno sforzo immane, e questo mi fa sentire anche una fitta al petto, forse per il peso di tutto ciò.

Forse era questo il mio compito nella vita di Benjamin, salvarlo dai suoi pensieri più oscuri e dargli la forza di riniziare a lottare e credere in sé. Forse ero solo un personaggio chiave e di passaggio, ma il destino non aveva messo in conto che a stargli così vicino avrei rischiato di innamorarmi di lui e stare male... forse questo era solo un effetto collaterale.

Quando esco all'aria aperta, prendo un respiro profondo che mi riempia i polmoni e mi faccia respirare in modo normale e non affannato, prendo un respiro che non mi faccia scoppiare definitivamente a piangere.

Ho una relazione, ho qualcuno accanto che è pronto a costruire con me qualcosa... per quanto abbia amato Benjamin, non potrà davvero esserci niente tra noi.
La scena di oggi è come se avesse messo fine a ogni piccola possibilità che era rimasta nascosta nei desideri più nascosti e che non osavo nemmeno guardare.

Ho svolto davvero il mio compito... ho fatto ciò che dovevo con lui, ma evidentemente tutto si conclude qui e così. Nessuna fine romantica, nessuna anima gemella trovata così per caso, niente di niente. Io non sono la sua metà mancante, ed è ora che me ne faccia una ragione.

È chiaro che non devo e non posso più aspettare qualcosa che non arriverà mai... devo iniziare a vivere e programmare ciò che sarà, smettendo di rimuginare su ciò che è stato.

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