28. Scontri e avvicinamenti

"Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione."
-Marcel Proust


Benjamin

"Che ti salta in mente?" appena vede che sono leggermente tornato in me, Mason decide che è arrivato il momento di farmi la paternale. "Andare da lei e parlarle così. Senti Ben, stiamo provando in tutti i modi a starti accanto, ma non fai altro che: allontanarci dicendo che è tutto okay per poi fare queste cazzate. Sai che ti voglio bene, e sai che se ti parlo così è proprio per questo. Queste scene non fanno bene né a te né a lei, e nemmeno hanno senso. Potevi dirle di amarla, appena ha conosciuto Jack, non era tardi, ma ora non puoi incolparla di qualcosa di cui non ha colpe."

"Ok." è l'unica cosa che dico, non avendo voglia di affrontare l'argomento e sentendo le tempie pulsare a causa del post sbornia. Forse non avrei dovuto bere così tanto, ma quando bevo l'alcool alleggerisce momentaneamente ciò che sento dentro.

"Ok cosa? Non te la caverai così." mi punta un dito contro, alzando la voce, mentre Maria lo riprende, chiedendogli di fare piano, ma al momento sembra così frustrato e stanco da non volerle prestare attenzione. "Devi prendere la decisione di tornare in te, una volta per tutte. Non puoi continuare a fingere che non ti faccia né caldo e né freddo niente per poi soffrire seppellendo tutto dentro di te, assolutamente. Tutto questo, a lungo andare, ti ucciderà dentro. Volevi evitare di soffrire, volevi evitare che Isabella stesse male, ma alla fine tu sei ridoto così e a lei dai colpe che non ha. Questa storia non ti porterà a niente."

"La lascerò in pace. Tranquillo Mason. Sono solo ubriaco, altrimenti non sarei andato da lei."

Il mio migliore amico ride nervosamente e scuote la testa come se fosse stufo. "Non è questo il punto, bensì che devi prendere la decisione di parlarle. Sappiamo entrambi che non finiranno qua le tue scenate, perché non fai altro che pensare a lei e l'alcool ti toglie ogni freno inibitorio per farti agire come vorresti. Ed è inutile che tu faccia così ora, come se non ti importasse di niente, perché so che non è così. Lo vedo come la guardi, lo vedo come ti isoli ogni giorno e ripercorri mentalmente i momenti vostri, non c'è bisogno che mi spieghi ciò che ti sta frullando in testa, in quegli attimi te lo si legge in faccia... quella che stai adottando non è la soluzione giusta."

So che mi vuole aiutare, che le sue parole sono dette per farmi smuovere, ma ottiene un effetto diverso, perché sento le sue parole quasi come opprimenti e mi sento innervosire a ogni frase che dice. "Mason, basta. Davvero. Non ha senso questo discorsetto adesso. Isabella sta con Jack, non ti è chiaro forse, e io voglio continuare la mia vita a modo mio."

"La tua vita a modo tuo? Lei sta con Jack?" ripete le mie frasi come se fossero assurde e ride nervosamente "Però non sono io quello che le ha fatto una scenata oscena, perciò direi che non stai per niente gestendo bene le cose, la tua vita non la stai vivendo a modo tuo, stai sprecando tutto."

Mi alzo di scatto dal divano, ignorando il giro di testa che mi colpisce, e mi posiziono davanti al mio migliore amico, guardandolo in modo serio. "Io sto gestendo tutto benissimo. Il fatto che abbia fatto una cazzata oggi, ripeto che non significa che la rifarò. Non andrò un'altra volta ubriaco da lei, rilassati Mount."

"Ti stai incazzando con me?" me lo chiede sconcertato, scuotendo la testa più e più volte come non capacitandosi di questo "Io provo ad aiutarti e tu ti incazzi. Non ho più parole. Non mi parli delle tue cose, mi allontani, stai male e non ti vieni a confidare con me, quando cerco di aiutarti te la prendi, cosa devo fare? Pensavo fossi il tuo migliore amico, ma a volte sembra che non ti importi niente di ciò che ci lega. Prima non eri così, ma da qualche mese non sei più tu, già prima di incontrare Isabella, e dopo lei le cose sono solo peggiorate."

Sentire questo mi fa male, malissimo. Spalanco la bocca, non so sapendo cosa dire per rimediare. Io non voglio che lui pensi che io non ci tenga a noi e che sia per questo che non gli parlo, lo faccio solo ed esclusivamente per non scaricargli addosso tutti i miei pensieri e dolori. "Ma che cazzo dici, Mason?" le parole mi escono più nervoso e meno dolci di quanto vorrei "Pensi questo? Sono sempre stato un amico leale, non vedo come tu possa anche solo azzardarti a dirlo. Forse non hai mai davvero capito niente di me."

"Essere leali non significa che tu non mi voglia tenero lontano... e ora, invece di trattarmi così, avresti potuto decidere di aprirti con me, o con Maria, rimediando, ma invece ti sei messo sulla difensiva." Il centrocampista fa spallucce come a dire che per lui la discussione è finita qua "Io torno a casa, qua non ho più niente da fare, buonanotte Benjamin."

Afferra le sue cose ed esce nervosamente da casa mia, mentre Maria lo rimprovera. Mi passo la mano nervosamente sul viso e dico alla mia amica di andare pure con lui, rassicurandola sul fatto che sto bene. Lei sembra non sapere cosa fare, indecisa se correre a calmare lui o stare accanto a me, ma capendo che per il momento io non parlerò dei miei sentimenti né di altro che riguarda tutta questa storia, si avvicina a lasciarmi un bacio sulla guancia, pregandomi di chiamare se ho bisogno, ed esce per raggiungere Mason.

Sospiro nervosamente e mi lascio cadere sul divano, una volta che sento la porta chiudersi. Poi afferro tutte le cose che trovo accanto a me e le lancio a terra, in un gesto di stizza. Sento i muscoli tesi per colpa della rabbia, sento il vuoto dentro che si fa sempre più ampio e mi fa sentire quasi come se quell'oscurità mi avesse completamente ingoiato...

Non so cosa fare. Non so risalire. Pensavo che avrei superato Isabella con il passare dei giorni, ma non è stato così. Lei mi manca sempre di più e questo sentimento mi sta consumando dentro... è come se avessi conosciuto la tranquillità, quella che mi salvava dai miei pensieri ossessivi e dai miei attacchi di panico, la mia ancora, e poi mi fosse stata strappata dalle mani e per questo fossi stato scaraventato nella parte più fredda e buia.

E ora come scappo da tutto questo? Le parole non mi aiutano. Invece di risolvere, incasino sempre tutto di più, e non vorrei fosse così. Vorrei essere in grado di tenere vicino perlomeno i miei amici, quelli che ci sono sempre stati, ma è tutto così confuso, dentro me tutto va così male, faccio a pugni con me stesso e mi ritrovo sconfitto, in ogni caso.

Mi passo le mani sugli occhi e strofino più e più volte, cercando di non mettermi a piangere come se fossi un bambino, cercando di respirare normalmente e cacciare via questo senso di colpa che mi fa sentire sbagliato per tutte le persone che mi sono intorno, ma soprattutto per Isabella. Non sono mai stato adatto a lei, è sempre stata troppo speciale per me, e ora è dove dovrebbe essere: con qualcuno che potrà amarla e apprezzarla come dovrebbe.

In fin dei conti se sto così, se sono in questa situazione, la colpa è solo mia... non posso lamentarmi e non posso prendermela con nessuno se non con me stesso.

*****

Isabella

Torno sul pianeta Terra, abbandonando i miei pensieri, quando la mano di Jack accarezza i miei capelli e mi incastra un ciuffo dietro l'orecchio. Mi giro verso di lui, seduto alla mia sinistra sul divano di casa, e mi rendo conto di aver pensato solo a Benjamin per tutto il tempo.
Non faccio altro che rivivere la scena fuori dal mio negozio, lui che mi incolpa e io che sento il cuore farsi piccolo piccolo nel mio petto. So che non dovrei dargli così tanto peso, visto che era ubriaco e visto che sto frequentando un'altra persona, ma non è per niente semplice.

"Isa... che sta succedendo?" lo sguardo di Jack è serio, come se avesse capito bene ciò che mi tormenta, anche se so che non può essere così visto che non gli ho mai parlato nemmeno minimamente di ciò che c'è stato tra me e Ben.

"Ho un po' di pensieri, ma tu non hai colpe. Anzi, mi scuso per essere un po' distratta." rispondo alle sue carezze, posando una mano sulla sua guancia e accarezzandogli la pelle coperta dalla barba, dopodiché mi siedo a cavalcioni su di lui, osservandolo attentamente negli occhi. "Tu sei così dolce e gentile con me... non devo togliere del tempo a te per altro, non quando siamo insieme."

"Isabella, sai che puoi parlarmi, vero? Non giudicherò mai ciò che mi dici." posa le mani ai lati della mia testa e mi tira i capelli all'indietro, in modo tale da lasciare libero il mio viso. "Con te sto bene, è solo un mese che stiamo insieme ma mi sembra di essere rinato. Sorrido di più, ho una ragione in più per alzarmi al mattino, sapere che vedrò il tuo sorriso mi fa stare bene, come non mi succedeva da tanto."

Non capisco se senta il cuore accelerare più per il senso di colpa di dare a un altro tutto questo potere mentre sto con lui o più per le belle parole che mi riserva. Era ciò che volevo, no? Essere amata e rispettata. Avere una relazione vera e sentirmi apprezzata, perciò so di essere fortunata ad aver incontrato Jack che mi dà tutte queste cose.

Sorrido in risposta e anniento la distanza, dando vita a un bacio passionale. Lui ricambia all'istante, chiedendomi l'accesso con la lingua e rendendo il bacio così ancora più intenso. Io chiudo gli occhi, infilando le mani in mezzo ai suoi capelli e cercando di concentrarmi sulle sensazioni che mi regala e non su ciò che è successo fuori dal negozio.

Ho messo una pietra sopra alla relazione con Ben, ho deciso di essere felice e di concentrarmi sulla relazione che ho sempre sognato, non gli permetterò di farmi sentire male e in colpa per qualcosa che ha deciso lui. Non gli permetterò di farmi soffrire ancora.

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