23. Al Chelsea non si scherza

"Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero."
-Demostene


Osservo Benjamin dormire beato accanto a me con il braccio intorno alla mia vita e sorrido vedendolo tranquillo. Non capita spesso di vederlo in questo modo, ma mi fa davvero bene al cuore vedere la sua tranquillità. Perciò gli stampo un bacio sulla guancia e, stando attenta a non svegliarlo, mi alzo dal divano su cui ci siamo addormentati e mi dirigo in cucina. Ieri, dopo aver suonato ancora un po' il piano, abbiamo deciso di vedere un film e poi sono evidentemente crollata sul suo petto, senza nemmeno rendermi conto.

Appena entro in cucina, però, mi immobilizzo vedendo una signora bionda con i capelli corti che cucina qualcosa ai fornelli. Sgrano gli occhi appena mi rendo conto che dev'essere senz'altro la madre di Ben e mi metterei a urlare se penso che ho addosso i vestiti di suo figlio, chissà che idea si farà ora. È ormai troppo tardi per scappare a gambe levate?

"Ehi, buongiorno." alza il viso verso di me e sorride in modo dolce, mentre spegne il fornello e, dopo essersi pulita le mani sul grembiule che ha legato in vita, si avvicina a me. Sì, è decisamente tardi per scappare. "Vi ho visto dormire sul divano e ho pensato che foste dolci e vi ho lasciati in pace."

"Buongiorno signora... mi scusi le condizioni..." Cerco di giustificarmi, sentendomi a disagio nell'indossare solamente gli abiti di Ben, ma lei muove la mano come per allontanare le mie scuse.

"Niente signora, chiamami Sally. Ma non devi scusarti, sono io che sono piombata qua senza avvisare, tutt'al più sono io a doverti delle scuse se ti ho messo in imbarazzo. Ma comunque sei molto bella anche in pigiama." mi sorride in modo tenero e riesco a scorgere alcuni tratti di Ben in lei. Rivedo lo stesso fare elegante e pacato, rivedo quel non so che di signorile. Non è difficile capire da chi abbia preso suo figlio.

La ringrazio con le gote rosse e poi la osservo mentre sparisce dietro lo sportello del frigo, immagino per prendere le cose da bere a colazione. Io mi passo le mani sul viso, cercando di calmarmi e sentirmi a mio agio, autoconvincendomi del fatto che questa non sia una situazione strana, ma prima che possa accomodarmi a tavola, sento dei passi dietro di me e poi Benjamin posare le mani sui miei fianchi.

"Buongiorno Isa, potevi svegliarmi." sussurra al mio orecchio mentre inizia a lasciarmi baci al lato del collo, facendomi venire i brividi ma anche facendomi sentire a disagio per la presenza di sua madre.

"Ben... non-" provo a parlare, ma lui mi interrompe, parlando al posto mio e facendo aderire il suo bacino al mio sedere. Mi sento arrossire di botto e mi rendo conto che non dimenticherò mai questa giornata.

"Che c'è? Ieri non ti dispiaceva mica tutto ciò..." ridacchia maliziosamente e io faccio per rispondere, ma sua madre mi anticipa di qualche secondo, chiudendo il frigo, rivelando così la sua figura, e poi inizia a parlare facendo voltare entrambi verso lei.

"Buongiorno figliolo, quando avevi intenzioni di dirmi che hai una ragazza così bella? Tu non dici mai nulla alla tua mamma." vedo lo sguardo di Ben venire attraversato da milioni di emozioni diverse, poi vedo il suo viso sbiancare velocemente. È abbastanza chiaro che nemmeno lui si aspettava una visita di sua madre e nemmeno si era accorto di lei quando è entrato in cucina.

"Cazzo!" È la prima cosa che esclama, mentre sua madre gli lancia uno sguardo torvo e poi porta in pancake a tavola. "Cosa ci fai tu qua? Pensavo fossi fuori città con papà fino a dopodomani, potevi avvisarmi che saresti passata."

"Accogli così tua madre dopo due settimane che non la vedi?" glielo chiede con sarcasmo, avendo ben inteso l'imbarazzo di suo figlio. Dopodiché si avvicina a lui e Ben l'abbraccia dolcemente, dandole due baci sulla guancia. "Non mi presenti nemmeno la tua fidanzata?"

"Mamma!" la rimprovera lui, mentre ci accomodiamo a tavola "Non siamo fidanzati, lei è una mia cara amica. Comunque è Isabella." annuisco davanti alle parole di Ben, per dargli maggiore veridicità, poi stringo la mano di sua mamma, presentandomi.

"E tu da quando presti le tue maglie alle tue amiche? E ti anticipo che Maria non vale." gli punta un dito contro togliendogli le parole di bocca e quindi la scusa che aveva già pronta da usare.

"E perché non vale? Anche lei è mia amica, perciò."

Lei arriccia le labbra sospettosa e poi annuisce fingendo di bersi le sue parole, mentre inizia a tagliuzzare il pancake nel piatto. Ammetto che questa situazione è alquanto bizzarra e l'ansia del momento mi fa quasi serrare lo stomaco.

"Che lavoro fai Isabella? Tieni prendi un pancake, sei così bella, davvero." la ringrazio ancora una volta per i complimenti e cerco di non soffocare con la mia stessa saliva quando Benjamin posa la sua mano sulla mia coscia, in modo discreto ovviamente, come per farmi rilassare. Mi scalda il cuore che si sia reso conto della mia agitazione.

"Lavoro in un negozio di abbigliamento e accessori per i bambini."

"Oh... ti piacciono i bambini? Magari ne vorrai uno un giorno? Io li amo moltissimo, dovevi vedere Ben quanto era bello anche da piccolo. Quando verrai a casa ti farò vedere le sue foto, sembrava un cicciobello." sorrido dolcemente e un po' divertita quando vedo Ben alzare gli occhi al cielo con un leggero rossore sul viso.

"Un giorno magari sì, chi lo sa." rispondo in modo vago, mentre la mano di Ben stringe più forte la mia coscia, in modo spontaneo, capisco subito che così sta solo cercando di scaricare la tensione.

Sua madre annuisce e poi scoppia a ridere guardando Ben accanto a me. Quando anche io mi giro a guardarlo, mi rendo conto che è nuovamente bianco, sembra quasi un fantasma. "Dai Ben, non ha mica detto che lo vuole con te... anche se sarebbe bello un bambino con gli occhioni chiari. Poi bello come voi."

"Mamma, ti prego, la metti in imbarazzo... non è la mia fidanzata. Noi siamo solo amici."

Sua madre inarca un sopracciglio in modo furbo e scuote la testa, continuando a mangiare la colazione. "Metto in imbarazzo lei o te? Guarda che è inutile dirmi che siete amici, vedo come vi guardate. E tu non guardi mai nessuno così. Riconosco l'amore eh, non sono mica così decrepita." lo dice con un pizzico di risentimento, poi rinizia a guardare me e sorridere. "Tu che mi dici Isa? Siete solo amici?"

Il mio cuore va veloce mentre mi torna in mente il momento in cui ho confessato di amarlo, ma scrollo le spalle e fingo di essere d'accordo con Ben, nonostante una fitta fastidiosa mi punga le costole. "È complicato... siamo solo amici."

"Ma non può essere complicato, il modo in cui lo guardi è chiaro. E poi conosco mio figlio, so bene che quello non è lo sguardo che riserverebbe a un'amica. A Maria vuole un modo di bene e la guarda con affetto e voglia di proteggerla, ma non è lo stesso sguardo che ha con te."

Io arrossisco mentre sorrido senza riuscire a controllare i miei muscoli facciali. È come se detto da sua madre, la persona che più lo conosce al mondo, renda reale il fatto che piano piano lui si stia lasciando andare e non riesca a mantenere la promessa che si era fatto lui stesso di non iniziare a provare sentimenti.

"Mamma... mangiamo per favore?" Lui quasi la prega, con la voglia di uscire al più presto possibile da questo situazione e cambiare discorso.

Lei annuisce e fa spallucce come se non volesse arrendersi ma per il momento dovesse "Ok, ma comunque io resto dell'idea che hai la fortuna di avere accanto una bella ragazza e che tra voi possa nascere qualcosa di importante." Ben la guarda seria e lei annuisce comprensiva, alzando gli occhi al cielo. "Ok, ok, continuerò a mangiare i miei pancake senza dire altro."

"Grazie mamma." trattengo un sorriso sentendo il tono ironico di Benjamin e vedendo l'espressione annoiata di sua madre, poi anche io continuo a mangiare, mentre iniziamo a parlare di tutt'altro e piano piano vengo messa a mio agio, senza che Ben, però, tolga la mano dal mio ginocchio per un solo secondo... e questo mi fa sentire davvero importante per lui.

*****

"Ti accompagno a lavoro?" Benjamin appare alle mie spalle, posano le mani sui miei fianchi e il mento sulla mia spalla, mentre io giro appena il viso e gli lascio un bacio sulla guancia.

"Oggi sono libera... devo andare a fare una visita."

Lui si stranisce all'istante e mi fa voltare verso sé, guardandomi con preoccupazione. "Se vuoi ti accompagno, noi ci alleniamo di sera e sono libero. Davvero. Dai andiamo."

"Ma tranquillo, non c'è bisogno. Non voglio farti annoiare o perdere tempo."

"Ma che dici?" mi lancia un'occhiata malefica e scuote il capo "A parte che non ho nulla da fare, e poi mi fa piacere."

"Ben... posso andare a piedi. Vediti con Mason, davvero... ho sentito che prima ti ha chiamato per chiederti di vedervi." Lui ancora scuote la testa con la classica espressione di chi non ammette repliche, va a prendere le chiavi della macchina e torna da me, muovendo la mano come a incentivarmi a muovermi. "Benjamin... devo andare dal ginecologo." davanti alle mie parole il suo viso assume una colorazione bordeaux che non gli avevo mai visto prima.

"Dal ginecologo? Oddio... non dirmi che sei incinta..." per un secondo mi viene in mente l'idea di rispondergli sì, ma temo che gli verrà un infarto perciò decido di non essere così cattiva facendogli questo scherzo.

"Non lo sono"

"Ok... hai qualche problema? È necessario?" sembra stia facendo domande smosso dall'imbarazzo e ammetto che mi fa sorridere questo suo lato. "Comunque ok, mi sento a disagio, però non importa. Mi sono proposto e ti accompagno comunque."

"Nessun problema, è una visita di routine."

Lui annuisce poi indica la porta "Ok, andiamo dai..." lo seguo immediatamente dopo aver sentito le sue parole e sorrido dietro di lui per il fatto che si sia interessato a me nonostante l'argomento l'abbia messo a disagio... forse mi sto illudendo troppo, ma tutti questi dettagli mi stanno dando una speranza.

*****

Siamo nella sala d'attesa da qualche minuto e Ben tiene le mani nelle tasche mentre passeggia avanti e indietro. Ammetto che è comica la scena, sembra quasi che stia aspettando un verdetto importante.

"Potevi aspettarmi in macchina, non c'era bisogno che ti dessi fastidio..." alza lo sguardo su di me sentendo le mie parole ma prima che possa rispondermi il ginecologo esce nella sala, facendo il mio nome. "Buongiorno dottore."

"Buongiorno, eccoti... lei entra con la signorina?" si rivolge a Ben che, all'istante, si gira all'indietro come se il medico stesse parlando con qualcuno dietro lui, ma quando si accorge che non c'è nessuno, si rigira in avanti e guarda il ginecologo con stupore e gli occhi azzurri quasi fuori dalle orbite.

"Ah ma sta parlando con me?!" è quasi incredulo e ancora una volta oggi devo trattenermi dallo scoppiare a ridere.

"Può restare fuori, non penso sia necessario." Il medico posa il suo sguardo verso di me sentendomi parlare e spalanca la porta per invitarci a entrare.

"È il tuo ragazzo, magari avete bisogno di consigli sui metodi contraccettivi."

Ben spalanca gli occhi ma mi segue in silenzio dentro la sala, così il medico chiude la porta dietro di sé e poi mi invita a prepararmi per la visita e sedermi sulla poltrona. Faccio come mi ha detto e poi rivolgo lo sguardo a Ben che sta osservando fuori dalla finestra con imbarazzo, per evitare di guardare me.

"Hai rapporto protetti ultimamente?" io serro la bocca all'istante e guardo Ben che ora ha spostato lo sguardo sul mio viso. Vedo il disagio più puro dipinto sul suo viso, mentre il medico riprende a parlare. "Dalle vostre espressioni deduco di no."

"Io prendo la pillola." cerco di rispondere anche se con qualche secondo di ritardo.

"No, intendevo se usate metodi di barriera, come preservativi maschili o femminili."

Scuoto appena il capo e mi mordo le labbra mentre lui mi fa il controllo e Ben continua a spostare lo sguardo da me a fuori la finestra. Per un secondo mi salta alla mente l'idea che presto la aprirà e si butterà giù.

"Pensate di avere dei figli in un futuro prossimo?"

Ancora una volta Benjamin sgrana gli occhi e poi si muove la mano davanti alla faccia come se stesse cercando di farsi aria. "No no, non vogliamo un figlio." Rispondo ancora io, perché penso che Chilwell non abbia nemmeno la capacità di parlare al momento.

"Sicuri?" ribatte il medico davanti alla mia risposta "Siete così giovani."

A questo punto il calciatore del Chelsea apre la finestra come per far entrare aria, ma penso sia più per avere una via di fuga. Ecco che il piano per lanciarsi giù è iniziato.

Il medico continua la visita con le solite domande di routine e io rispondo a tutto tenendo lo sguardo su Benjamin, per essere pronta a chiamare i soccorsi caso mai decida di buttarsi. Poi, dopo finito, mi rivesto e finiti i convenevoli, e dettomi che è tutto a posto, salutiamo il medico e usciamo dalla stanza.

Appena chiudo la porta, mi giro verso Ben che sembra stia riniziando a respirare solo ora. Così mi metto davanti a lui e lo costringo ad abbassare lo sguardo verso me, posandogli una mano sul viso.

"Tutto ok?"

"Ma ti ha davvero guardato-" gli metto una mano sulla bocca per interrompere la sua frase, sentendomi leggermente arrossire.

"Puoi non urlarlo a tutto il mondo?"

Alza le mani in aria come in segno di scuse e annuisce "Mi dispiace, hai ragione... comunque non volevo metterti in imbarazzo lì dentro, scusa se l'ho fatto."

"Non è stato imbarazzante per me." lo tranquillizzo, lasciandogli una carezza sul braccio, mentre iniziamo a camminare per tornare alla macchina. "Per te piuttosto, sembrava che ti stessi per lanciare giù."

Scoppia immediatamente a ridere e io mi incanto ad ascoltare il suono della sua risata. Vorrei ridesse più spesso, è così bello mentre lo fa, starei a guardarlo e ad ascoltarlo per ore.

"Comunque secondo me è stato invadente." lo dice quasi come se ci avesse pensato diverso tempo prima di dare voce a questo suo pensiero, mentre apre le portiere dell'auto. "Mancava solo che ti chiedesse se solitamente ingoi anche."

Arrossisco leggermente ricordando ciò che è successo ieri sulle scale di casa di Mason, ma poi decido di prenderlo un po' in giro. "No quello solitamente è il dentista a chiedermelo."

Lui salta in aria e mi guarda come se fossi appena arrivata dal cielo con una navicella spaziale. "Cosa, scusa?"

"Rilassati." Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi "Sto scherzando."

Lui alza gli occhi al cielo e mi imita facendo una voce che secondo lui è femminile ma sembra solo l'imitazione di un pappagallo. "Dai andiamo Isa... per oggi ho preso già abbastanza colpi, che dici?"

Annuisco continuando a ridacchiare e saliamo in auto, rendendomi conto di sentire il cuore più leggero per il semplice fatto di aver passato con lui dei momenti di quella che sembra pura normalità... perciò per qualche secondo mi permetto stupidamente di fingere che siamo una coppia e che questa situazione non mi farà del male.

*****

Benjamin

Osservo Mason prendersi gioco di Kai mentre Christian tiene lo sguardo fisso sul telefono pensando di non essere notato. Bevo un goccio d'acqua e poi mi sporgo per vedere con chi stia messaggiando, ma lui sposta il telefono di scatto, puntando i suoi occhi su di me.

"Dai, non fare il misterioso, Puli." lo prendo un po' in giro, mentre anche Kai e Mason posano la loro attenzione su di noi. "Con chi parli?"

Abbiamo deciso di cenare a casa mia per passare un po' di tempo insieme, visto che non ci vedevamo solo noi uomini senza le ragazze da un po' di tempo. Avevo davvero bisogno di passare una serata con loro, parlando di cazzate e facendo un po' i coglioni. Quando sono con loro, per qualche istante, mi sembra di tornare un bambino spensierato, e ogni tanto ne ho bisogno.

"Non parlo con nessuno." inarco un sopracciglio sentendo le parole di Christian e poi arriccio le labbra, mentre sul suo viso si dipinge l'espressione di chi ha appena avuto un'idea fantastica. "Tu, piuttosto, cosa ci dici della serata di ieri con Isabella?"

"E voi cosa ne sapete?" ma non faccio nemmeno in tempo a chiederlo che la risposta mi si presenta davanti agli occhi. Infatti Mason mi sta osservando con espressione colpevole.

"Dai... mi è scappato. Scusami Ben." Alzo gli occhi al cielo davanti alle parole del mio migliore amico, poi riposo lo sguardo su Christian.

"È andata bene... ma siamo solo amici."

Kai sbuffa attirando l'attenzione su di sé, e inizia a parlare "Ok, ma passiamo alle cose serie... siete stati insieme ieri? Se la risposta è sì, non siete amici."

"Non in casa mia..." Mason si intromette, ma appena vede la mia espressione, il suo viso sbianca all'istante. "No eh... non dirmi che è successo qualcosa a casa mia." quasi mi prega, mentre io scoppio a ridere per il suo solito essere melodrammatico "Ti prego... non anche tu." Io scrollo le spalle, senza aprire bocca, mentre tutti scoppiano a ridere per Mason che è appena scattato in piedi come se avesse ricevuto la notizia peggiore della sua vita. "No Ben, dimmi dove. Devo far disinfettare una solo stanza o l'intera casa? Oddio no, non dirmi che devo farla smantellare direttamente? Non ci posso credere. Che schifo, Ben. Io organizzo una cosa carina per te e tu mi ripaghi così."

"In teoria l'ha organizzato Maria, tu da solo non sai nemmeno organizzarti la roba da indossare agli eventi per non sembrare un clown." lo prendo un po' in giro mentre lui muove la mano freneticamente e poi se la porta sul cuore.

"No... mi hai tradito in questo modo. Profanatore di case." scuote la testa con fare deluso mentre gli altri lo prendono tutti in giro facendogli pensare alle varie cose che ho ipoteticamente fatto. Io mi limito a godermi la scena e a punzecchiare Mason che sta davvero organizzando la demolizione della sua intera casa, e non posso fare a meno di rendermi conto che, per la prima volta dopo tempo, mi sento davvero felice di questa giornata che sta giungendo al termine.

Ed è inutile che io mi voglia nascondere da me stesso, il merito è di Isabella... e ne sono più che consapevole. Non voglio assolutamente perderla, mi rende più libero e leggero. Mi fa bene come nessuno prima.

Nota: capitolo in collaborazione delle idee di marya588 🤍

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top