22. Il pianoforte

"La paura di innamorarsi deriva essenzialmente dalla paura di soffrire; oppure dalla tendenza a voler arginare il caso, l'irrazionale, le emozioni che potrebbero scompaginare la vita, scardinare certezze e rapporti consolidati."
-Edoardo Giusti

Benjamin

Sorseggio un bicchiere d'acqua e osservo Mason e Maria chiacchierare, ma in realtà non li sto vedendo realmente, la mia mente è troppo impegnata a ripercorrere il momento in cui ieri Isa mi ha detto quelle maledette parole che mi hanno terrorizzato talmente tanto da essere scappato da lei ed essermi comportato come un immenso stronzo.

Non sono nemmeno rimasto per il resto della serata, dopo che sono uscito da quella stanza, mi sono dileguato e sono tornato a casa da solo e non con lei come invece le avevo proposto mentre facevamo sesso. Ma non potevo, non potevo assolutamente portarla con me dopo ciò che mi ha detto. Mi sono sentito come soffocare e mi sono sentito colpevole per ciò che lei ha iniziato a provare. Le avevo detto che saremo rimasti solo amici e invece abbiamo continuato ad andare a letto insieme, e questo è il risultato. E ora che faccio? Io non voglio perderla, ma non posso nemmeno fingere che non abbia sentito quello che ha detto.

"Che succede nella mente di Benjamin Chilwell?" la voce di Maria mi costringe a smettere di rimuginare e alzo lo sguardo su di lei vedendola sedersi accanto a me con espressione preoccupata, mentre Mason va a pagare al bancone. "So che ieri è successo qualcosa con Isa, ma sinceramente non so cosa... ti va di parlarmene?"

"Non so cosa ci sia tra me e lei. Ma sto sbagliando tutto. Non volevo farle male. Non volevo farla soffrire. Non volevo un cazzo di tutto ciò. Eppure lei si è innamorata di me, capisci?" mi trema la voce mentre ripeto le sue parole, non l'avevo ancora fatto. "E io non voglio questo, perché vuol dire che ci siamo spinti troppo in là. Inevitabilmente perderò la sua amicizia."

"Ben, voi non siete amici..." Me lo dice con tatto, ma comunque trasalisco inevitabilmente. Come non siamo amici? Io considero Isabella come una mia cara amica. "... io e te siamo amici, e infatti non andiamo a letto insieme. Tu e lei non siete amici, infatti andate a letto insieme. Capisci dove sta la differenza?"

"Non so cosa dire, a parte che non doveva finire così. Ora non so che fare, penso che mi prenderò il mio tempo per pensarci su, lontano da lei." Maria mi lancia un'occhiata malefica e scuote la testa nervosamente, capisco così che non è d'accordo con le mie parole.

"Io capisco che tu hai paura, sai quanta ne avevo anche io prima di stare con Mason e anche quanta ne avevo quando siamo tornati insieme, ma se tu ora smetti di parlarle, non ci sarà più occasione per recuperare. Avete fatto sesso e poi tu sei scappato, lei sarà già sommersa dai pensieri così. Dovete chiarire, non devi mettere distanza tra di voi che potrebbe essere tradotta come la fine di tutto." sospira profondamente e poi prende le mie mani tra le sue "So che ci tieni a lei, non farle male perché così ne farai anche a te stesso."

"Siamo amici... perciò le cose non possono spezzarsi, così come non si spezzano con te, o con Ele."

"Allora che ne dici di andare io e te a letto insieme da amici?"

Sussulto all'istante sentendo le sue parole e alzo gli occhi al cielo mentre lei trattiene una risata divertita "Mari, ma che dici?"

"Ecco vedi, voi non siete solo amici."

Le do un pizzicotto capendo che si è presa gioco di me e ammicco nella sua direzione muovendo le sopracciglia su e giù in modo malizioso e ironico. "Come se tu non lo volessi."

"Non iniziare solo perché quella volta ci ho provato con te eh." continua a prendersi gioco di me, mentre io sospiro e mi passo le mani sul viso. Lo so che non mollerà finché non avrò ammesso quello che vuole sentire, ma io non posso farlo, perché non voglio nessuna relazione e non posso accettare come se niente fosse che Isabella si è innamorata di me. Io volevo evitarlo perché sapevo bene che non avrei saputo come uscirne se fosse successo.

"Non so che dire... non voglio parlarle al momento." rischierei di rovinare maggiormente le cose perché sono quasi terrorizzato dalla paura.

"Va bene, però stasera vieni a cena da Mason, e mangiamo noi tre insieme. Non accetto un no." mi fa l'occhiolino e poi mi passa dolcemente la mano sulla spalla. Così annuisco consapevole che non posso fare nulla per sfuggire, ma sono speranzoso che una bella serata con loro possa farmi distrarre leggermente.

*****

Quando arrivo a casa di Mason, mi rendo conto che non c'è nessuno, perciò afferro il telefono e mi rendo conto che ho un messaggio da parte del mio migliore amico dove mi dice che sono andati a comprare le ultime cose per la cena e che io posso accomodarmi. Perciò entro dentro la casa con la mia copia delle chiavi, sospirando appena.

Appena accendo le luci, mi rendo conto che c'è un odore particolare e, andando in sala da pranzo, vedo delle candele accese e vari petali di fiori sparsi nella sala, accanto al tavolo imbandito. Mi rendo subito conto che è apparecchiato per due e questo mi sembra immediatamente strano... ma prima che possa farmi qualunque domanda e chiedermi perché Mason e Maria mi abbiano invitato alla loro cena romantica, sento suonare al campanello. Bene, così mi risponderanno direttamente di persona.

Vado ad aprire, pensando che abbiano le mani occupate dai sacchetti della spesa e per questo non possono aprire, invece sussulto quando mi ritrovo davanti Isabella. Che diavolo sta succedendo?

"Cosa ci fai tu qua?" lo chiedo debolmente mentre realizzo che il tavolo così elegantemente apparecchiato dev'essere una trovata dei miei migliori amici. Mi hanno teso una trappola per far sì che mangiassi con Isa perché sapevano bene che non le avrei mai parlato di mia spontanea volontà.

"Volevo vederti e Mari ha avuto questa idea... non arrabbiarti con lei, l'ho assillata tantissimo affinché mi aiutasse." mi fa leggermente sorridere il modo in cui prende le parti della mia migliore amica, quasi facendomi scordare di ciò che è successo ieri.

"Va bene, entra." la faccio accomodare, spostandomi appena dall'uscio, e per qualche secondo mi incanto a seguire i suoi movimenti dolci. Non era mai stata qua e ancora una volta sorrido per come si guarda intorno. "Possiamo iniziare a mangiare se ti va..." lo propongo con un po' di ansia che si espande in me, non sapendo bene come comportarmi.

"Sì, però prima dovrei andare al bagno..."

"Certo, è la seconda porta nel corridoio dopo le scale." indico il piano di su con l'indice e lei, dopo avermi ringraziato, sparisce velocemente dalla mia vista. Sospiro debolmente e mi passo le mani sul viso con fare frustrato, trovando sul tavolo un biglietto. Lo afferro e, immediatamente, riconosco la scrittura di Mari.

"Ci tiene a te, attento. Passate una bella serata." ridacchio mentre leggo e mi immagino Mason e Mari darsi da fare velocemente per preparare tutto questo. Non so davvero come farei senza di loro che mi guardano le spalle e cercano di risolvere le stronzate che faccio. Mi conoscono meglio di chiunque altro anche senza che io parli e questa è una cosa che ritengo davvero speciale.

Improvvisamente sento i passi di Isa farsi di nuovo vicini, così mi avvicino alle scale per osservarla scendere. Non so nemmeno perché lo faccio, so solo che avevo bisogno di guardarla.
Si sistema i capelli dietro le spalle e i miei occhi indugiano sulle sue gambe lasciate scoperte dai pantaloncini che indossa. È davvero bellissima nonostante sia vestita in modo molto semplice e mi rendo conto che questo non mi aiuta certamente nella mia idea di volerle far capire che siamo solo amici, che non voglio perderla per ciò che ha iniziato a provare e che non è lo stesso da parte mia.

"Ti va se parliamo prima di cenare?" si ferma all'ultimo gradino e in questo modo è quasi alta come me che sono giù dalle scale, poi mi fa un cenno affermativo con il capo, invitandomi a continuare. "Mi dispiace per come mi sono comportato ieri. Mi dispiace da morire averti lasciata sola e averti fatto credere chissà cosa, ma la realtà è che sentirti dire quelle parole, mi ha spaventato. Mi ha fatto pensare che ti avrei inevitabilmente ferito, sapendo che io non voglio una relazione, mentre tu..." mette una mano sulla mia bocca in modo delicato e interrompe così il mio discorso. Restiamo il silenzio per qualche secondo, fermi così, a guardarci soltanto, finché lei inizia a parlare.

"Io ero solo presa dal momento, non devi dare peso a quelle parole. Ma Dio, Ben tu devi smettere di scappare così ogni volta. Io voglio che tu mi parli e mi dica cosa non va. Smettila di cercare di allontanarmi, non è ciò che serve né a me né a te."

Fisso attentamente i suoi occhi, mi perdo nelle sue diverse sfumature e, nonostante io non voglia stare con lei, non posso non pensare che sia la donna più bella che abbia mai visto. Averla davanti mi fa sempre perdere il controllo e mi chiedo come sia possibile, qual è la spiegazione a tutto questo? Non trovo nulla che mi dica cosa è ciò che ci lega. Siamo troppo per essere amici ma non siamo nemmeno una coppia. E io ho paura, dannazione se ne ho. Ho paura dell'intensità di ciò che ci lega, ho paura di quanto sia strano e di come mi manchi il fiato ogni volta che mi si presenta la possibilità di perderla.

"Sei davvero bellissima." poso una mano sul suo viso e la accarezzo dolcemente, mentre avvicino le mie labbra alle sue. Mi sento come se avessi una calamita e non riesco assolutamente a starle lontano. "E so che è tutto sbagliato, che siamo solo amici, che continuo a promettere che tra noi sarà sempre l'ultima volta, ma Dio, io ho così bisogno di te. Ti voglio da morire."

Lei sorride appena, facendo brillare il suo sguardo, e io anniento la distanza tra noi, senza aspettare nemmeno che ribatta. Sento così tanto il bisogno di sentire il suo sapore, di sentire il calore del suo corpo a contatto con il mio, che non riesco assolutamente a fare un passo indietro e ricordarmi di quanto sia pericoloso tutto ciò.

Sposto la bocca sul suo collo e lei infila le dita in mezzo ai miei capelli, tirandoli appena e poi butta la testa all'indietro, in modo tale che io abbia più spazio per baciare la sua pelle. Nel frattempo afferro le sue mani e la faccio scendere, per poi farla sedere sul gradino e io mi inginocchio davanti a lei, sorridendo con malizia.

"Che intenzioni hai, Ben? E se tornassero Mari e Mason?" lo chiede con leggero imbarazzo mentre io apro il bottone dei suoi pantaloncini e sorrido scuotendo il capo.

"Non torneranno, ci lasciano tutto il tempo di cui abbiamo bisogno, e io ho bisogno di farmi perdonare per come mi sono comportato ieri." le tolgo velocemente i pantaloni e poi la accarezzo attraverso il tessuto, sentendola immediatamente ansimare e rilasciare un gemito. "Voglio farti rilassare un po', te lo meriti..." infilo le dita sotto l'elastico delle mutande e poi gliele sfilo velocemente.

Alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi carichi di malizia e desiderio, cosa che mi fa desiderare di darle il meglio. Voglio vederla soddisfatta grazie a me, voglio sentirla gridare per il piacere che solo io le faccio provare.
Nonostante siamo solo amici, ammetto che mi fa impazzire l'idea che qualcun altro possa fare con lei tutto ciò che faccio io.

Mi porto i capelli all'indietro in un gesto veloce e poi poso le mani sulle sue cosce e gliele faccio allargare, mentre avvicino il mio viso alla sua intimità. Inizio immediatamente a lambire ogni centimetro di lei, assaporandola e beandomi dei suoi gemiti che presto iniziano a riempire l'intera sala.

"Ben... oddio." le sue parole mi fanno venire voglia di portarla ancora di più all'estasi, perciò vado sempre più veloce con la lingua e poi sposto la mano destra dalla sua coscia, per portarla sulla sua intimità e accarezzare il suo punto più sensibile. Mi aiuto così, strofinando le dita e continuando anche con la bocca, mentre lei continua a implorarmi di andare più veloce perché è quasi arrivata al limite, inarcando la schiena e spingendo il suo bacino più verso di me. Faccio proprio come mi ha chiesto e presto esplode, urlando il mio nome e portando le mani sui miei capelli per tirarli per la foga.

Io alzo la testa e posso vedere il suo viso rilassato e appagato, mentre lei cerca di riprendere fiato e di riprendersi dall'orgasmo appena avuto. Dopodiché metto le mani ai lati del suo corpo e mi sporgo in avanti per poterla baciare sulle labbra. "È sempre bellissimo sentirti e vederti in questo modo."

"Ora tocca a me." sussulto sentendo le sue parole e le lancio un'occhiata interrogativa, mentre lei si riveste e poi si alza. "Siediti Benjamin."

Deglutisco capendo cosa voglia fare, ma ubbidisco agli ordini, senza ribattere. La mia capacità di linguaggio al momento è andata a farsi benedire. La osservo mentre armeggia con la chiusura dei miei pantaloni e io la aiuto a togliermeli e poi a fare lo stesso con i boxer.

"Isa..." pronuncio appena il suo nome mentre lei avvicina le sue labbra al mio sesso e immediatamente lo prende in bocca. Inizia ad andare a ritmo, dentro e fuori, facendomi rilasciare un gemito gutturale.

Porto la mano nei suoi capelli e li raccolto in una coda veloce, tenendoli poi stretti nel mio pugno. Lei continua a muovere la testa velocemente, poi alza lo sguardo verso di me e si ferma un attimo per parlarmi. "Non chiudere gli occhi, voglio vederli... sono bellissimi."

"Potrei dire lo stesso..." Affermo con affanno, sgranando appena gli occhi quando mi rendo conto di ciò che ho detto, ma lei non me lo fa pesare, sorride e rinizia la sua dolce agonia.

La sua bocca e la sua lingua mi mandano in paradiso, non riesco a zittirmi perché sono completamente fuori di me dal piacere che mi sta regalando. Non so perché, ma sento che c'è qualcosa di speciale e diverso in questo fatto da lei.

Inizia ad andare sempre più veloce, accorgendosi evidentemente che sono a buon punto per venire. Poi inizia a massaggiarmi con le mani, cosa che mi fa letteralmente esplodere senza riuscire più a trattenermi, riversando il piacere nella sua bocca.

Si allontana da me e io lo guardo sorridendo, allungando la mano per spostarle i capelli dal viso arrossato e sudato per ciò che le ho fatto prima e per ciò che mi ha regalato adesso. "Scusa Isa, non ti ho detto che c'ero quasi e non ti sei potuta spostare..." lei scuote la testa e sale sul gradino su cui sono seduto, accomodandosi accanto a me e facendo scontrare le nostre labbra in un bacio bisognoso.

"Non volevo spostarmi, avevo capito che c'eri. Ma volevo andasse così... è stato bello."
Me lo dice con un leggero rossore sulle guance, cosa che la rende estremamente dolce e senza malizia, nonostante l'argomento di cui si parla.

"Va bene..." Poso la mano sulla sua guancia e poi faccio in modo che le nostre labbra si uniscano ancora. La bacio dolcemente, senza nessuna traccia di lussuria, voglio solo dimostrarle che davvero ci tengo e che è importante ciò che abbiamo appena fatto, non è scontato.

Non voglio che pensi che per me sia solo uno sfogo, che non valga niente e cose del genere. Voglio che sappia che lei è importante e spegne ogni mio tormento, perché non mi è mai successo prima d'ora.

*****

-Per questa scena è consigliato l'ascolto di "Why" di Shawn Mendes-

Isabella

Ho passato una bella serata con Ben, abbiamo chiacchierato e mangiato, dimenticando presto quello che è successo ieri. Mentirei se dicessi che non sono spaventata da come si svolgono le cose tra noi, da come passiamo dall'allontanarci al cercarci in un batter d'occhio, ma non so stargli lontana neanche dopo ieri.

L'ho visto stare male. L'ho visto piangere e tremare davanti ai miei occhi mentre combattuto cercava di tenermi lontana, ma aveva paura di riuscirci. L'ho visto cercare di tenere a bada i suoi demoni, e ho visto la bontà nei suoi occhi azzurri. Lui non è cattivo, non lo è per nulla, e io voglio solo che capisca che merita di essere amato e che è in grado di amare a sua volta, nonostante pensi di essere marcio.

"Puoi metterti questi vestiti miei per dormire..." Mi porge una sua maglia e un suo pantaloncino da calcio e sorrido quando mi rendo conto di quanto questo gesto sia importante per lui. La prima volta che abbiamo passato la notte insieme mi avrebbe spedita fuori a calci per aver indossato qualcosa di suo, mentre ora me l'ha dato senza che nemmeno lo chiedessi. "Ti aspetto in soggiorno."

Lo ringrazio e annuisco, mentre mi cambio velocemente, felice di indossare qualcosa di comodo. Dopo aver finito di cenare, abbiamo sistemato casa di Mason e poi ci siamo diretti a casa di Ben, per passare la notte qua. Mi ha chiesto se volessi dormire con lui e ho accettato senza che la mia mente si mettesse nemmeno in moto per decidere.

Appena finisco di cambiarmi, raggiungo Ben, sentendolo strimpellare qualcosa al piano. Riconosco subito la canzone, ma mi rendo conto che sbaglia qualche nota e perciò e inizia nuovamente da capo, sbuffando nervosamente. Ripete questa azione per diverse volte, poi mi avvicino a lui, facendogli cenno di andare più in là sulla panchetta, così mi accomodo accanto.

"Non pensavo ti piacesse Shawn..."

"Sai, quando passi ore con Maria in macchina, impari ad apprezzarlo." ride mentre lo dice e i suoi occhi brillano come ogni volta che parla dei suoi amici, mentre io annuisco e poi inizio a suonare la canzone che stava provando a riprodurre.

Presto la melodia di "Why" risuona nell'aria e mi giro verso Ben sentendo il suo sguardo bruciarmi addosso. Mi osserva attentamente, quasi rapito, con gli occhi fuori dalle orbite, mentre sorride. "Ma sei bravissima... non pensavo sapessi suonarlo."

"Non preoccuparti, non abbiamo mai avuto modo di conoscerci così profondamente, tranquillo." gli sorrido in modo dolce, mentre continuo a fargli sentire la melodia, poi prendo le sue mani e gli faccio muovere le dita sui tasti, facendogli seguire gli accordi giusti. "Vedi Ben, il tuo problema è che ci pensi troppo, lasciati guidare dalla musica. Sei bravo, sbagli solo perché ti distrai. Cerca di perdere il controllo per una volta."

Lui annuisce continuando a guardarmi per qualche secondo, poi continua a suonare, mentre io allontano le mie mani delle sue, lasciandolo fare da solo. Sorrido inevitabilmente quando mi rendo conto che sta andando molto meglio rispetto a prima, e quando si ferma applaudo.

"Sono stato bravo eh?" ironizza appena, poi indica il piano con il capo "Ora mi suoni qualcosa interamente? Mi ostino da mesi a imparare ma fallisco sempre, almeno qualcuno così può dargli una melodia!" me lo chiede con dolcezza, posando la mano sulla mia schiena. Così annuisco e inizio a suonare tutto il brano dall'inizio, fino alla fine.

Lui mi sta a guardare in silenzio e non posso fermare le farfalle che svolazzano impazzite nel mio stomaco quando vedo i suoi occhi brillare. Lo fanno ben poche volte e non riesco a credere che stia accadendo proprio mentre guarda me suonare.

Vedere questo suo sguardo mi fa credere che forse anche lui prova qualcosa per me.
Nonostante io gli abbia detto che ho confessato di amarlo solo per la foga del momento, non è così... e in cuore mio spero che davvero anche lui si renda conto di provare qualcosa e che pensi che vale la pena mettersi in gioco anche se pensa di avere paura e di non riuscire ad amare.

E mentre chiudo gli occhi suonando e le note svolazzano leggere nell'aria, esprimo il desiderio che lui scelga per me.
Spero davvero di avere il privilegio di amarlo come merita e di essere amata da lui.

Nota: la scena del piano nasce da un'idea di marya588 🤍

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