20. Teqball

"La paura è l'emozione più difficile da gestire. Il dolore si piange, la rabbia si urla, ma la paura si aggrappa silenziosamente al cuore."
-Gregory David Roberts

Non ho chiuso occhio tutta la notte. Ho passato ore a ripercorrere la scena con Ben. Ore a ripercorrere attentamente i suoi gesti e a risentire le sue parole rimbombare nella mia testa. Ore a chiedermi come abbia fatto a infilarmi in questa situazione sapendo che lui non voleva nulla di serio con me. Ore a piangere e a darmi della cretina per essere arrivata a questo punto.

Mi scoppia la testa e vorrei tornare a ieri sera ed evitare di accettare di uscire con lui, cosicché mi sarei risparmiata questo dolore. Lo so, forse è vigliacco, ma sarei stata meglio a non sapere cosa realmente pensa di me. Sarei stata meglio a non sapere cosa non prova per me. Sono stata solo un gioco? Bene, ma non volevo saperlo. Era bello passare del tempo con lui, e per quanto stupido possa sembrare, avrei preferito continuare questa strana relazione con lui senza sapere nient'altro.

Mi tiro i capelli all'indietro in un gesto di stizza e poi mi alzo per andare a prepararmi un caffè. Mi devo dare una sistemata e una svegliata, dato che questo pomeriggio devo lavorare al negozio. Non posso stare così, non posso mostrarmi ai clienti con il viso di una che sembra abbia appena affrontato la terza guerra mondiale. No. Assolutamente.

Faccio scendere il caffè dentro la tazzina e mi incanto a guardarlo, finché sento suonare il campanello. Stranita lancio uno sguardo all'orologio e mi rendo conto che non sono nemmeno le dieci, potrebbe essere la mia migliore amica che viene a voler sapere come sto dopo il messaggio ricco di disperazione in cui le ho raccontato cosa è successo con Chilwell.

Perciò sospiro e vado ad aprire, trascinando i piedi perché ho veramente poca voglia, ma sussulto quando mi ritrovo davanti Benjamin. Il primo istinto sarebbe quello di chiudere la porta e rintanarmi sotto le coperte come una bambina, ma mi obbligo a rimanere ferma e a fare la parte della persona matura.

"Ehi... possiamo parlare?" me lo chiede con un tono di voce basso e con gli occhi azzurri lucidi. Osservando il suo viso, mi sembra che nemmeno lui abbia dormito molto, né che si sia curato del suo aspetto stamattina. Indossa una tuta semplice grigia, ha i capelli completamente spettinati e sotto i suoi occhi ci sono delle evidenti occhiaie, ma nonostante ciò è bellissimo come sempre, e io mi maledico per avere questi pensieri dopo tutto ciò che mi ha detto ieri notte.

"Ciao Chilwell, entra!" anche se so che non dovrei, mi sposto dall'uscio e gli permetto di accomodarsi nel mio appartamento, per poi chiudermi la porta alle spalle. Quando poso nuovamente il mio sguardo su di lui, mi rendo conto che sta tremando e, per evitare che io mi accorga, infila le mani nelle tasche dei pantaloni. "Che devi dirmi?" cerco di usare un tono pacato, nonostante tutto, perché non voglio contribuire a farlo stare peggio.

Nonostante le cose tra noi non siano messe benissimo, non mi piace per nulla che lui stia male. So che i suoi problemi sono reali, e so che ha bisogno di aiuto per uscirne, anche se lui fa di tutto per non parlarne, evitando spesso e volentieri l'argomento.

"Ho sbagliato. Mi sono comportato come un pezzo di merda. Lo so. Mi scuso con te dalla prima volta che siamo stati insieme, e magari le mie scuse possono sembrarti false, ma non lo sono." la sua voce è rotta e il suo respiro è affannato, quasi come se fosse reduce da un attacco di panico... e magari è davvero cosi. "Non volevo farti male. Dio, è ciò che voglio evitare fin dal primo momento, è ciò che voglio evitare di farti da sempre. Non voglio che tu stia male per me. Ed è per questo che ti ho sempre avvisato che finisco per ferire chi mi sta accanto perché non so amare. Non so amare me, figurati un'altra persona."

Le sue mani tremano mentre se le passa tra i capelli, e io d'istinto mi avvicino a lui. Poso la mano sul suo viso e accarezzo la sua guancia destra, mentre lui chiude gli occhi, quasi beandosi del momento e del mio tocco. "Benjamin... sembra quasi che tu voglia rovinare ciò che c'è tra noi perché era diventato troppo intenso e importante. Ieri notte ci hai sabotato per questo?" sentendo le sue parole, è questo che mi viene in mente... prima di questo momento non avevo preso in considerazione che potesse essere così. "Tu hai dato le tue attenzioni a lei, per allontanarmi?! Volevi spezzare ciò che abbiamo perché hai paura?"

"Isa... io non..." tenta di giustificarsi, osservandomi attentami, come se potessi in qualche modo suggerirgli una via di fuga, ma poi sospira e scuote la testa. "Non lo so, non so cosa mi è passato ieri in mente. So solo che quando sono tornato a casa, mi sentivo una merda per ciò che ti ho detto e per il solo pensiero che potevo averti allontanata, perciò ho pensato tutta la notte se fosse il caso di venire qua oppure no. So che meriti di meglio, ma sono così egoista che non voglio che esci dalla mia vita."

Sospira debolmente e accarezza delicatamente il mio viso con le dita che ancora tremano. Resto a guardarlo per qualche secondo e poi, senza nemmeno ragionare, mi alzo sulle punte e anniento la distanza tra le nostre labbra. Lo bacio con foga, cercando di farlo calmare in qualche modo, e lui risponde all'istante nello stesso modo.

Le nostre lingue si scontrano e rincorrono, mentre le mani di Ben scendono dal mio viso ai miei fianchi, attirandomi più a sé. "Non so starti lontana, Chilwell." gli levo la maglia bianca che ha addosso e la lancio in una parte a caso del pavimento, mentre lui fa lo stesso con la sottoveste che indosso. "Ho paura anche io, soprattutto dopo ieri, ma ti voglio. E non so combattere tutto questo." bacio il suo petto e poi gli tolgo i pantaloni, lasciandolo con solo i boxer addosso.

"Non so quanto sia giusto tutto questo... ma giuro che è l'ultima volta, dopodiché saremo solo amici." lo promette con voce affannata, mentre le sue dita si infilano sotto l'elastico delle mie mutande e poi le tira via, facendomele scendere lungo le gambe. "L'ultima, Isabella. Non accadrà più dopo oggi, ci stai?"

Lo prendo per mano mentre mi pone questa domanda e lo porto davanti al tavolino di Teqball che ho in soggiorno, per poi sedermi sopra. "Okay Ben, ma voglio farlo qua. Da quando l'ho comprato, qualche giorno fa, ho desiderato provare a fare sesso con te qui su." e non mi interessa se mi sento arrossire come ogni volta, ho questa fantasia e glielo sto dicendo chiaramente. "Dimmi, ti va?"

Per la prima volta da quando è entrato, lo vedo sorridere. Sorride in modo malizioso e, per qualche secondo, sembra che il male e l'oscurità sia svanita da lui, dopodiché si sistema tra le mie gambe, mentre io lo aiuto a liberarsi dei boxer.

"E me lo chiedi?" mi fa sdraiare sopra il tavolino e lui si sistema meglio, abbassandosi leggermente e tenendo una mano alla base del mio collo per tenermi ferma. "Io non mi stancherei mai di farlo con te. Tu non capisco con cosa sto combattendo. Ti voglio ma non voglio ferirti."

Annuisco consapevole e lui, senza preavviso, entra dentro di me con una spinta. Urlo senza riuscire a trattenermi, per la sorpresa, ma poi circondo il suo bacino con le mie gambe, invitandolo a muoversi.

"Lo so, Benjamin. Non mi importa di nulla ora." ed è vero, non so quanto saggio sia nemmeno questo, ma non sento più quel dolore che mi ha tenuto sveglia e fatto versare litri di lacrime, sento solo una gioia immensa propagarsi nel mezzo del mio petto. Quando lui è con me, mi dà queste attenzioni, tutto si spegne, tranne noi due.

"È l'ultima volta." spinge in modo rude e regolare, andando sempre più in profondità, cosa che mi fa gemere in maniera incontrollata. "Saremo solo amici dopo questo." non so quanto creda a ciò che sta dicendo, ma non riesco a contraddirlo mentre, con i capelli disordinati e bagnati appena dal sudore, si muove sopra di me e parla in maniera affannata.

"Ben... mio Dio." passo la mano sul suo petto e accarezzo la sua pelle calda, poi mi aggrappo alle sua spalle e infine stringo i suoi bicipiti tesi che guizzano a ogni movimento. Lui continua ad andare dentro e poi quasi fuori da me, toccando punti sensibili e che nessuno prima di lui aveva mai centrato così alla perfezione.

"Sei bellissima." si abbassa verso di me e mi bacia con foga sulle labbra, quasi con violenza, mentre continua a spingere. Inarco la schiena per il piacere e faccio in modo che possa darmi ancora di più, mentre il basso ventre inizia a contorcersi e infiammarsi grazie a lui. "Scusa se ti faccio male con la mia incoerenza, ma ci tengo a te. Non lasciarmi solo, Isabella."

Scuoto la testa immediatamente e passo le mani sui suoi capelli, portandoglieli all'indietro e facendo in modo che i suoi occhi siano liberi e io possa guardarli.

"Sto qua, Benjamin. Sto qua." continua a spingere con più vigore dopo le mie parole e, dopo poco, raggiungo l'apice urlando il suo nome. Vorrei davvero che questo rapporto tra noi potesse continuare senza problemi, ma so che non è così... ieri abbiamo avuto solo un assaggio di quanto possa essere distruttivo.

Lui continua a muoversi sopra di me, in modo più caotico, e poco dopo mi raggiunge, ringhiando il mio nome e poi si accascia su di me, baciandomi delicatamente il seno, cosa che mi fa rabbrividire.

Sento il suo respiro affannato sulla mia pelle e accarezzo i suoi capelli, mentre anche io cerco di iniziare nuovamente a respirare in modo corretto. "Grazie, Isa... sei speciale... nessuno mi avrebbe mai ascoltato e accolto dopo ieri. Sei una persona fantastica e meriti tanto. Arriverà qualcuno che ti amerà come meriti, e se vorrai io sarò lì per gioirne con te."

Le sue parole mi fanno scendere una lacrima sul viso, ma ringrazio che abbia la testa posata sul mio seno e non mi possa vedere. Dovrebbe essere una cosa dolce e altruista, ma mi fa solamente male. Io non voglio altri, voglio lui... ma lui non vorrà mai me come io invece vorrei.

"Puoi stare accanto a me tutto il tempo che vuoi, Ben." cerco di non fargli sentire la mia voce rotta, mentre spero che questo tempo sia indefinito e duri per sempre.

Lo sento sorridere e poi stringere più forte il mio corpo, mentre il mio cuore accelera ancora di più per il semplice fatto che lui è con me, vicino alla mia anima, e tutto questo mi dà l'illusione che provi qualcosa per me e che sia interamente mio.

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