15. Attimi di pace

"La pace interiore che provo solo quando sono fra le tue braccia, sul tuo petto, con la tua mano che mi accarezza, il suono del tuo respiro che mi tranquillizza e io che scivolo lentamente in paradiso."
Fonte: Tumblr

Benjamin

Apro gli occhi di scatto quando un rumore assordante, all'interno della mia stanza, mi sveglia. Mi metto subito a sedere, portandomi la mano al petto per lo spavento, e i miei occhi si posano su Isabella che è in piedi davanti al letto. Mi rivolge uno sguardo colpevole e dispiaciuto, poi mi sorride in modo dolce, facendomi così perfino dimenticare del fatto che mi sono svegliato di soprassalto.

"Scusami, Ben. Non volevo svegliarti, stavi dormendo così tranquillamente, mi dispiace. Mi è caduto il telefono dalla tasca dei jeans, mentre mi rivestivo." anche il suo tono è dolcissimo e mi chiedo come sia possibile che, a differenza della maggior parte delle persone che mi rivolgono la parola appena sveglio, lei non mi dà nessun fastidio. Persino in questo momento è piacevole sentirla parlare.

"Tranquilla, non importa." le lancio un'occhiata più attenta e mi rendo conto che sembra pronta ad andarsene, perciò corrugo la fronte, guardandola con curiosità e confusione. "Stavi andando via?" la domanda risulta più infastidita di quello che vorrei, ma lei non dà peso a questo, annuisce solamente, confermando i miei sospetti. "Non c'è bisogno che tu lo faccia, prima potremo mangiare qualcosa." non so perché lo dico, ma le parole mi escono da sole dalla bocca.

"Ma io pensavo che tu non volessi fare colazione, visto ciò che è successo l'altra volta... volevo solo evitare di crearti problemi." le sue parole mi fanno sentire una fitta al cuore, ma comunque mi alzo dal letto e mi avvicino a lei. Addosso ho solo i boxer e lei arrossisce quando mi vede così davanti a sé, come se non mi avesse visto anche in condizioni peggiori.

"Lo so cosa ho detto l'altra volta, ma ora voglio che tu stia qua." passo la mano sul suo viso e le sfioro delicatamente la guancia, mentre i suoi occhi restano incollati ai miei, curiosi di sapere dove voglio arrivare. In realtà nemmeno io so dove voglio arrivare, ma non mi va che vada via. Ho bisogno ancora di un po' di tempo con lei prima di tornare a sentire i pensieri assordanti nella mia testa. "Mangiamo insieme e parliamo un po', ti va?"

Lei annuisce, rispondendo alla mia domanda, posando poi l'indice sul mio petto nudo. Basta questo gesto per farmi venire nuovamente una forte voglia di lei. Devo respirare profondamente per non spogliarla, come ieri notte, e farla mia ancora. "Va bene, Chilwell. Allora mettiti qualcosa addosso e raggiungimi in cucina. Se me lo permetti, cucinerò io qualcosa..." Sembra quasi non sappia se dirmi questo sia la cosa più giusta e mi dispiace che sia tesa e indecisa sulle parole da usare, perché teme di darmi fastidio. Non mi piace che abbia paura quando sta con me, per nulla.

"Sì, mi va bene. Vai pure, arrivo."

La osservo mentre sorride, felice della mia risposta, poi esce dalla stanza, mentre io inizio a cercare velocemente una maglia da indossare, perché sto morendo di fame e, inoltre, non vedo l'ora di essere nuovamente con lei. Ormai è chiaro che nessuno dei due voglia una relazione, ma non posso non rendermi conto di come mi senta diverso in sua compagnia. Sospiro e afferro una semplice maglia bianca dal primo cassetto del comò, poi la indosso mentre mi avvio in cucina.

Mi appoggio allo stipite della porta con la spalla, fissandola attentamente mentre spacca un uovo e lo versa in una piccola ciottola. Sorrido automaticamente e poi entro nella cucina, schiarendomi la gola per attirare la sua attenzione. "Sei sexy mentre sbatti le uova." ridacchio vedendola alzare lo sguardo di scatto e arrossire ancora per me. Amo che abbia nuovamente iniziato a diventare rossa in mia presenza.

"Dovevi vestirti, Ben." mi fa notare, senza guardarmi, indicandomi in modo frettoloso con una mano.

"Ma mi sono vestito, ho messo questa." tiro leggermente la maglia, sorridendo sornione e avvicinandomi a lei fino a esserle accanto. "Non sono mica nudo. E poi, stanotte lo ero e non ti creava nessun problema." la prendo in giro, vedendola alzare gli occhi al cielo ma senza riuscire a trattenere una risata.

"Sei spiritoso stamattina..." posa il mestolo che aveva in mano dentro alla ciotola e si gira completamente verso me, mentre io faccio qualche altro passo per avvicinarmi maggiormente a lei. A questa distanza sento il suo respiro addosso e la mia mente inizia a immaginare cosa si potrebbe fare prima di colazione. "Perché mi guardi così, Chilwell?"

"Non ti guardo in nessun modo." sussurro, posando la mano sul suo fianco e sorridendole appena. "A parte che sto resistendo alla tentazione di spogliarti." lo dico con nonchalance, ma lei sgrana gli occhi e mi osserva come se mi fosse sbucata una seconda testa. "Che c'è?"

Lei mi fissa prima le labbra e poi gli occhi, in modo alternato, e dopo qualche secondo fa combaciare le nostre bocche, alzandosi sulle punte e mettendo le mani dietro la mia nuca. Io ricambio in pochi secondi, spostando velocemente dal bancone le cose che stava usando per cucinare e facendola sedere lì su, con una mossa veloce. Dopodiché mi sistemo meglio tra le sue gambe, continuando a baciarla con foga. Le nostre lingue si incontrano e scontrano in modo quasi violento, mentre le mie mani si spostano sulla sua schiena, in modo tale da sganciarle la magliettina. Una volta che gliel'ho tolta, poso le mie labbra sul suo collo e la bacio su tutta la pelle, assaporandola, poi scendo più verso il basso, per poter baciare il suo seno.

Le sue mani si infilano tra i miei capelli e li tira appena, contorcendosi sotto il mio tocco, sotto la lenta tortura a cui la sto sottoponendo. "Ben, ti voglio..." Alzo lo sguardo su di lei e vedo i suoi occhi colmi di desiderio e passione, poi approfitta del fatto che mi sia allontanato per levarmi la maglia e gettarla a terra. "Ok, forse avresti fatto prima a non indossarla, non è durata tanto." ridacchia indicando un punto del pavimento e io sorrido malizioso, avvicinando la bocca al suo orecchio.

"Sapevamo entrambi sarebbe finita così." tiro leggermente il suo lobo con i denti, poi le sbottono i jeans e lei, sollevandosi appena dal bancone, mi aiuta a toglierli. "Sei bellissima." commento osservando il suo corpo quasi nudo, fatta eccezione per le mutande di pizzo che ha addosso.

"Anche tu lo sei, Chilwell." porta le mani sui miei boxer e li fa cadere per terra, ma senza staccare lo sguardo dal mio. L'aiuto a spogliarsi del tutto e mi fa sistemare in mezzo a sé, circondando il mio bacino con le cosce. "Non perdiamo altro tempo, ora, Ben." annuisco comprensivo e, posando le labbra sulle sue per soffocarle un gemito, affondo in lei.

Vengo immediatamente avvolto dal suo calore e da una sensazione di pace e piacere, mentre ancora lei mi attira a sé e io inizio a muovermi. Poso una mano alla base del suo collo e una sul bancone della cucina, in modo tale da avere un appoggio per tenermi saldo e per dare la giusta spinta. Un gemito gutturale mi esce dalle labbra senza che possa trattenerlo, mentre lei mi fa ruotare il volto e mi bacia con foga.

Mi costringo a tenere gli occhi aperti, nonostante l'ondata di piacere, perché è davvero una visione in questo momento. La sua fronte leggermente sudata, i suoi capelli scombinati e i suoi occhi colorati da una luce forte di libido. È qualcosa di troppo bello per privarmene.

Ansima al mio orecchio quando smette di baciarmi, facendomi venire voglia di darle di più, di regalarle più piacere, di farle urlare il mio nome, solo il mio. Continuiamo così, alla stessa intensità, senza stancarci mai, per non so quanto tempo, ma non me ne importa. La mia mente non pensa a nessuna cosa brutta, penso solo a lei e a ciò che è in grado di regalarmi.

Quando arriviamo all'apice, lei ripete il mio nome proprio come avevo immaginato, e sorrido compiaciuto, mentre do le ultime spinte e la bacio ancora sulla bocca, continuando a tenerla ferma con la mano sul collo. Lei ricambia il bacio con la stessa intensità, poi io poso il viso sulla sua spalla, riprendendo fiato. Sento i battiti del mio cuore provare a tornare regolari, mentre lei respira in modo affannato al mio orecchio, accarezzandomi i capelli in modo sistematico e dolce.

Io mi rilasso così, restando dentro di lei e posato a lei, con il profumo della sua pelle che mi culla e le sue carezze che tengono spenti i miei tormenti. E al momento non mi interessa di nulla, né di spiegare cosa siamo, né di mettere in chiaro chissà cosa, voglio solo godermi questi attimi di pace.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top