12.Il Martini colpisce ancora

"L'intesa mentale fa paura perché di un bel corpo puoi fare a meno, ma di una mente che si incastra con la tua no."
-Fonte: Tumblr

Isabella

Amelia e David continuano a parlare tra di loro, dandomi la sensazione che tra poco si salteranno addosso, cosa che mi fa sentire veramente a disagio, e immediatamente mi chiedo perché abbia accettato di venire qua. So bene che ogni volta finisce che loro si appartano e io rimango sola, a bere come una sfigata qualsiasi, ma la mia migliore amica insiste sempre affinché io esca con loro, in modo tale da non lasciarmi sola, e oggi ha insistito ancora di più perché spera che io mi distragga un po' dall'argomento 'Benjamin Chilwell' che è un pensiero fin troppo fisso nella mia mente.

Una parte di me, però, più che toglierselo dalla testa, ha accettato di unirsi a questa serata con la sola speranza che potessi incontrarlo ancora in modo del tutto casuale, come la prima volta, visto che il locale è lo stesso di quella sera. Forse sono solo una sciocca ad avere questa speranza, ma davvero penso che se i nostri destini si sono incrociati, ci sia un perché, e penso che potrebbe accadere ancora e ancora.

Ordino un altro drink fruttato e poi mi giro verso i miei amici che stanno ridacchiando e parlottando. David le sta sussurrando qualcosa all'orecchio, con espressione maliziosa, mentre lei ride e gli accarezza il petto, facendo ben intendere che le loro intenzioni sono tutt'altro che caste.

Scuoto la testa sorridendo appena, perché comunque sia sono felice di vedere la mia amica così serena con qualcuno che la ama e apprezza veramente, poi ruoto appena il capo per osservarmi intorno, quasi con fare casuale, ma il mio cuore accelera notevolmente quando i miei occhi si posano su un tavolino della zona riservata. Riconosco immediatamente Mason Mount e Maria, la sua fidanzata, così continuo a osservare attentamente, immaginando che ci sia anche lui, e infatti lo vedo subito dopo.

È seduto nel divanetto davanti a loro, con in mano un bicchiere, mentre ride per qualcosa che ha appena detto la sua amica. Mi incanto a guardarlo e resto paralizzata dalla sua bellezza. Nel momento in cui si passa la mano libera tra i capelli, mi manca quasi il respiro e sento il cuore battermi all'impazzata nel petto.

Non riesco a credere che sia davvero qua davanti a me, proprio come avevo sperato, e non riesco a credere che mi basti così poco per farmi sorridere come un'ebete mentre lo guardo. Sembra così spensierato in questo momento e non posso fare a meno di ricordare che sembra davvero più leggero quando si parla dei suoi amici, come se lo aiutassero a scrollarsi di dosso qualunque sia il pensiero che lo affligge.

Richiamo l'attenzione di Amelia, picchiettandole la gamba, poi mi giro appena verso di lei, per assicurarmi che mi stia prestando la giusta attenzione, e le indico Ben con un leggero cenno del capo. "Guarda chi c'è, non riesco a crederci."

"Vacci a parlare." nuovamente mi volto a guardarla, vedendo la sua espressione tranquilla, come se fosse una cosa da niente ciò che mi ha appena detto "Tanto so bene che non vedevi l'ora di incontrarlo, perciò vai da lui e non lasciarti scappare questa occasione, sennò chissà quando ricapiterà." penso per un po' alle sue parole e poi sospiro appena, rendendomi conto che ha ragione, ma non so se troverò il coraggio per andare da lui. Essere respinta davanti ai suoi amici non è una cosa che mi stuzzica particolarmente. Sì, voglio riprovare ad avvicinarmi a lui, ma non così, mi metterebbe a disagio.

Bevo un sorso del liquido nel mio bicchiere e poi faccio spallucce, confusa su cosa fare, mi sento davvero combattuta, perché una forza immaginaria mi spinge verso lui, e non riesco a fare nulla per controllarla. "Starò qua per il momento, appena esce dal privè andrò a parlargli." Amelia annuisce senza ribattere, consapevole che ho preso una decisione e non cambierò idea, poi io concentro nuovamente la mia attenzione sul difensore, continuando a sorridere senza neanche rendermi conto.


Mason

Non so più quanto la mia ragazza e il mio migliore amico abbiano bevuto, ma ormai si sono coalizzati nel parlare a vanvera e a fare battute di pessimo gusto dettate dal Martini, ridendo come dei bambini per ciò che dicono loro stessi. Io continuo a fingere di reggerli il gioco, ma in realtà il mio divertimento nasce dal fatto che sto immortalando vari momenti con dei video. Non vedo l'ora che sia domani per prendermi gioco di loro facendoli vedere in che condizioni erano.

"Mase, ma credi nell'amore a prima vista o devo ripassarti davanti?" sgrano appena gli occhi davanti alle parole della mia fidanzata, mentre le indico il posto accanto a me che è occupato da lei, come smentita per le sue parole.

"Mari, amore, non vorrei dire, ma non sei passata da nessuna parte, sei seduta." lei assottiglia lo sguardo dopo aver sentito le mie parole e incrocia le braccia al petto, mettendo su il broncio, dopodiché si alza e si va a sedere accanto a Ben, rivolgendomi un'occhiata fiera per ciò che ha appena fatto, mentre io mi batto la mano sul viso, con fare esasperato.

"Tu non apprezzi l'arte, Mason Tony Mount." mi rimprovera come se non concepisse quello che le ho detto, mentre Ben annuisce, dandole subito manforte. Questi due, insieme e ubriachi, sono un'associazione a delinquere.

"Esatto, Mount, tu non apprezzi l'arte." le fa eco il mio migliore amico, puntandomi un dito contro e alzando la voce più del dovuto. Oddio, ma sono completamente partiti.

Provo a sorridere nella direzione della mia fidanzata, invitandola a tornare a sedersi accanto a me, ma lei scuote la testa e sorride maliziosamente, facendomi così capire che sta per sganciare un'altra di queste perle. "Mason, ma per caso ti chiami Google? Perché hai tutto ciò che cerco."

"Tu, quando ci siamo conosciuti, dicevi che queste mie battute da rimorchio erano penose, e ora le usi tu." le ricordo, nonostante sappia bene che parlarle come se fosse sobria è inutile, ma mostrarle questo video domani sarà la cosa più esilarante del mondo.

"Ma io non devo rimorchiarti, sei già mio." le sue parole mi fanno sorridere e scuotere la testa, ma non faccio in tempo a ribattere che Ben le dà una leggera gomitata al braccio, per attirare la sua attenzione, e poi le indica il soffitto. Lei immediatamente alza lo sguardo e,  stranito mi giro anche io, ma non vedendo nulla rinizio a guardare loro, per capire ora che hanno.

"Guarda Mari, nessuno mi aveva detto che le luci qui dentro erano in realtà delle stelle cadenti." lei apre la bocca con stupore, formando una 'O', mentre annuisce trovandosi evidentemente d'accordo con Chilwell.

"Hai ragione, ce l'hanno nascosto, ma sono davvero delle stelle cadenti." io li guardo quasi con aria scioccata, non credendo alle mie orecchie, poi scoppio a ridere. Non capisco come possano essere così in sintonia da ubriachi. Ben che dice cazzate, lei che gli dà manforte come se effettivamente ci fossero davvero stelle cadenti sul soffitto. Per me tutto ciò resterà sempre un mistero. Quando bevono e stanno insieme, è come se diventassero una sola persona.

Continuano a fissare il tetto per qualche attimo, sempre con gli occhi colmi di emozione, poi Ben abbassa lo sguardo e sussulta, come se avesse visto un fantasma. Per un secondo, penso di seguire la traiettoria visiva, ma lascio perdere sicuro sia un altro dei suoi vaneggi, almeno finché non parla. "Dio, ma c'è Isabella." si alza immediatamente in piedi, pronto a uscire dal privè per raggiungere la ragazza che sembra tormentare i suoi pensieri da poche settimane, ma io faccio lo stesso e gli impedisco di andare.

"Non sono sicuro sia una buona idea. Sei ubriaco marcio, B." lui si libera dalla mia presa e scoppia a ridere, dandomi così conferma del fatto che non riuscirò a farlo ragionare.

"Voglio andare solo a parlare, torno subito, amici." prima che possa ribattere, lui va via, mentre io impreco. Certo che per essere ubriaco ha i riflessi piuttosto veloci.
Sbuffo rumorosamente, sperando che non faccia nessuna cazzata. Avrei preferito non andasse da lei in queste condizioni, sembra piuttosto confuso su Isabella già senza alcool, non vorrei che stasera peggiorasse le cose. Però, è anche vero che è adulto e non posso trattarlo come se fosse un bambino... solo spero davvero sappia tenere il controllo della situazione.

Mi passo la mano sul viso, frustrato, e poi torno a sedermi al mio posto, rendendomi conto che Maria si è nuovamente accomodata accanto a me. Lascio scivolare lo sguardo su tutto il suo corpo e mi mordo il labbro osservando le sue forme messe in evidenza dal vestito nero che ha addosso. Mi manda fuori di testa, letteralmente.

Sorridendo con finta innocenza avvicina la sua mano alla mia gamba e poi la bocca al mio orecchio, respirando delicatamente e facendomi venire in mente molti modi per finire la serata.
Quando poi posa le sue labbra sulle mie, la mia testa smette di provare preoccupazione e apprensione.
Lei riesce a calmarmi sempre, in qualunque momento, e non le sarò mai abbastanza grato per questo, è la mia salvezza.

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