Capitolo 48

Socchiusi gli occhi per qualche secondo, a causa della forte luce che mi investì appena entrai nel campo gara.
Stavo malissimo.
L'ultima volta che avevo galoppato in quel campo avevo il cappello da cowboy e le staffe più lunghe.
Mi guardai in torno.
Il ragazzo prima di me, in sella ad una cavalla grigia, stava completando il percorso.
Mi girava la testa.
Gli spalti erano pieni zeppi di persone, tutte con gli occhi fissi sulla gara.
Chiesi a Beauty un trotto sostenuto.
Stranamente lo stallone era calmo, reagiva subito ai miei comandi, teneva sempre un orecchio verso di me.
Lo speaker annunciò il punteggio del ragazzo e subito dopo il mio turno.
Automaticamente l'attenzione del pubblico si spostò su di me e Beauty.
Mi mossi nervosamente sulla sella e senza che me ne rendessi conto allungai le redini, prendendole con una mano sola.

Il vento mi scompigliò i capelli quando Lolly scattò al galoppo verso il primo barile.
Gli urli della folla mi mandarono in bestia mentre ci giravamo attorno puntando subito al secondo.

- Più forte bella, l'ultimo... - mormorai alla mia cavalla prima di affrontare l'ultimo barile e sfrecciare alla velocità della luce verso l'uscita del campo gara.
Mi piegai sul collo di Lolly mentre la velocità del suo galoppo aumentava ancora regalandomi la sensazione di volare.
Tagliammo il traguardo senza neanche accorgercene, la gente impazzita sugli spalti.

Impiegammo qualche secondo per fermarci.
Scesi immediatamente di sella per abbracciare la mia cavalla, ansimante per la corsa.
Subito ci raggiunsero Angelica e i miei genitori, euforici.
- Questo è un record! Il tuo tempo non lo batterà nessuno! - sorrise mio padre, spostando un ciuffo di criniera dalla fronte di Lolly.

Due lacrime silenziose mi rigarono le guance quando suonò il campanello.
Beauty partì immediatamente al galoppo, lo guidai verso il primo ostacolo.
Successe tutto molto velocemente.
Gli zoccoli che sfioravano il terreno e si staccavano da terra, veloci e precisi senza mai rallentare.
Guidavo lo stallone con le ginocchia, tenevo le redini sciolte.

Fu durante quei brevi istanti che compresi che non potevo più fermarmi, che restare ancorata al passato non aveva più senso, mi avrebbe spezzato.
Avevo sollevato quello stallone nero dal degrado, facendolo diventare il centro della mia vita, diventando il centro della sua vita a mia volta.
Non potevo abbandonarlo. Non potevo deluderlo; se lo avessi fatto sarebbe caduto di nuovo senza più rialzarsi.

Non sentivo nulla. Mi sembrava di vivere in un mondo surreale.
Lo speaker annunciò il nostro punteggio.
Beauty non si fermò dopo aver saltato l'ultimo ostacolo e proseguì il suo folle galoppo fino al campo prova.
Solo quando fummo fuori dal campo visivo del pubblico, lo stallone rallentò fino a fermarsi all'inizio del corridoio della scuderia.
Ci accerchiarono diverse persone.
Non riconobbi nessuno, rimasi immobile, con una ciocca della criniera del mio cavallo tra le dita.

Mentre il caos intorno a noi andava aumentando, avevo davanti agli occhi la scena che quasi un anno prima mi aveva distrutto l'anima.
Cosa sarebbe successo se non fossi mai uscita in cortile con Lolly, se quel giorno avessi deciso di strigliarla in box circondata dal chiacchiericcio degli altri cavalieri? Se invece di caderle dalla groppa fossi stata trascinata anch'io dai puledri?

Beauty cominciò a camminare. Non badai a lui, tolsi i piedi dalle staffe e rimasi legata a quei pensieri.
All'aperto il sole splendeva ancora e qualche cavallo della tenuta pascolava nei paddock.
In quel luogo nulla era cambiato, ma per qualche ragione mi sentii lontana dal passato, come se l'incidente fosse accaduto decenni prima.
Costeggiammo la staccionata bianca di uno dei paddock.
Quando Beauty si fermò per bere da una fontanella, incontrai gli occhi grigi di Francesco. Teneva lui lo stallone per le redini, lui lo aveva condotto lì e io non me ne ero accorta.
Nessuno parlò, a rompere il silenzio fu Beauty che sbuffò contento.
Scesi da cavallo e rimasi ferma a fianco dello stallone, senza sapere cosa dire; avrei voluto ringraziare Francesco, dirgli qualcosa ma avevo perso l'uso della parola.

- Non perderai mai il vizio di tenere le redini sciolte - sorrise e mi strinse in un abbraccio.
Per un momento rimasi ferma, sorpresa del gesto. Ricambiai l'abbraccio.

La gara di salto ostacoli era passata, mi venne in mente ciò che avevo idea di fare in seguito. Di lì a qualche giorno me ne sarei andata da quel posto che ormai non aveva più niente per me. Mia madre mi odiava, mio padre aveva deciso di uscire dalla mia vita, i miei animali erano stati veduti.
Senza rendermene conto cominciai a piangere in silenzio. Francesco mi strinse più forte. Sapevo che lui mi sarebbe mancato, era come un secondo papà per me ormai.
Non so per quanto tempo restammo fermi, ma quell'abbraccio mi portò a uno stato di calma e sollievo che non provavo da molto tempo.

- Scusami... - mormorai asciugandomi le guance e gli occhi dalle lacrime.
Francesco sorrise appena, prima di spostare lo sguardo verso l'ingresso del maneggio coperto.
- Non vuoi sapere la tua posizione in gara?- disse poi, alzando un sopracciglio. In mano aveva ancora le redini di Beauty.
- Credo di aver fatto tutto il contrario di quello che tu mi hai insegnato -
- No Valentina, non credo - sorrise di nuovo.
Guardai lo stallone nero. Era rimasto immobile, calmo come non lo era mai stato.
- Hai visto com'è tranquillo il tuo Beauty? -
- Sì ma,... non capisco... sembra un altro cavallo -
- Ha semplicemente capito. Non sono poi così stupidi i cavalli - questa volta Francesco rise di gusto, appoggiando una mano sul collo dello stallone.

Senza fretta tornammo in scuderia per strigliare nuovamente Beauty.
- Allora intanto che tu sistemi Beauty vado a vedere il vostro punteggio. Sicura che non vuoi venire? -
- No grazie Franz,... a dopo -
Lo stalliere uscì dal box lasciandomi sola con il mio cavallo.
Ripensai alla prima volta che lo avevo visto, quando veniva scaricato dal trailer tenuto per le longhine da ben quattro uomini. I suoi primi giorni di permanenza al maneggio chiuso nel piccolo tondino di addestramento, completamente solo. Ribelle alle briglie, arrabbiato con il mondo, deluso dagli essere umani. Scartato, solo perché nessuno aveva cercato di capirlo.
Poi la mia rabbia contro la sua, pioggia, fatica, insulti e tanta tristezza. Alla fine avevamo compreso uno il dolore dell'altra, non eravamo poi così diversi. Due anime spezzate che insieme riuscivano a completarsi e a stare di nuovo bene.

Mi accorsi che Beauty mi stava fissando, come se cercasse di leggere i miei pensieri. Ricambiai il suo sguardo e sorrisi.
Quando allungò il collo e appoggiò il muso contro la mia spalla, immersi le mani nella sua criniera appoggiando a mia volta la fronte sulla sua. Amavo quello stallone nero, le ero grata per aver ridato un po' di colore alla mia vita, per avermi rimessa in piedi dopo essere sprofondata negli abissi per la morte atroce di Lolly.

Non mi importava nulla del punteggio che avevamo raggiunto in gara, la cosa importante e di cui in quel momento mi resi conto, era che entrambi ci eravamo lasciati il passato alle spalle. Ora eravamo pronti per ricominciare davvero, insieme.


#spazioautrice
Questo capitolo è nelle Bozze da quasi un mese. Per me è molto importante, si tratta di un risultato raggiunto capitolo dopo capitolo.
Ho continuato a riscriverlo e finalmente sta sera credo di essere soddisfatta di questo lavoro.
Spero possa piacere anche a voi, miei carissimi lettori che portate pazienza per i miei tempi biblici di pubblicazione.

GRAZIE



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