Capitolo 42
- È colpa tua se domani sarò morta -
- Non credo che tua mamma si arrabbi perché vieni a dormire da me sta notte. Piuttosto perché sei stata a vagabondare per due giorni con Beauty - Enrico mi guardò dall'alto in basso.
Era più di un ora che ero a casa sua e avevo appena finito di asciugarmi i capelli dopo aver fatto una bellissima doccia calda.
Perfortuna avevo i vestiti puliti che non avevo usato al campo estivo, quindi indossai quelli.
Chiusi la cerniera del mio borsone e andai a sedermi sul letto del mio ragazzo.
Enrico mi raggiunse subito e si sdraiò di schiena, trascinandomi su di lui.
Non mi lasciò nemmeno il tempo per rendermene conto, che già le sue labbra si scontrarono con le mie.
Non ricordo per quanto rimanemmo così, ma ad un tratto la situazione di ribaltò e mi ritrovai sotto di lui.
Fuori era già buio pesto e dalla finestra intravidi la luna piena splendere in cielo.
Rimasi a casa sua quella notte; la più bella e dolce di tutta la mia vita.
- Vieni a cavallo dopo pranzo? - Enrico mi porse le briglie di Beauty.
- Perché no? Alle due vicino al tondino piccolo? -
- Perfetto. Hai intenzione di andare a mangiare a casa? -
- Sono obbligata o mia mamma mi uccide sul serio - scossi la testa, impegnandomi per rimanere seria.
Verso le undici di mattina, andai a salutare Francesco per poi correre a casa.
Il primo che venne a salutarmi fu Flocky. Mi saltò addosso, leccandomi affettuosamente.
- Ehi piccolo mi sei mancato - lo riempii di carezze.
- Ah Vale!! Che fine hai fatto? - Angelica mi corse in contro.
- Niente di ché alla fine, no? -
- Spiegalo alla mamma!! È furiosa. Stai attenta a come parli o ti riempie di botte. - Angelica parlava in un sussurro, seria.
- Ma cosa vuoi che faccia!! -
- Papà se ne è appena andato. Hanno litigato e lui dormirà dalla nonna per un po' di notti... almeno fino a quando la mamma non si calma -
- Cosa?! Come se ne è andato?! - guardai mia sorella come se stesse parlando in cinese.
- Sì, hai capito bene Vale. Circa due ore fa è andato via. Ma torna non preoccuparti. Non ti lascerebbe mai -
- Non lascerebbe mai neanche te. La mamma dov'è? -
- Lo sai bene che tu sei la sua preferita. Comunque la mamma è in casa. Buonafortuna, io vado da Furia in stalla -
Angelica corse via con la cavezza in mano.
Entrai in casa e appoggiai il borsone vicino alle scale.
- C'è qualcuno? - gridai.
Comparve mia madre sull'uscio della cucina.
- Ti pare il modo di tornare a casa? - disse con le mani strette a pugno e la voce tagliente.
Per qualche motivo inspiegabile mi venne da ridere e dovetti impegnarmi per rimanere seria.
- Ma aspetta ti spiego il motivo, non è che... - non arrivai a concludere la frase che con uno schiaffo mi fece sbattere contro la ringhiera delle scale.
Mi morsi la lingua inavvertitamente e subito ingoiai sangue.
- Non provare più a fare una cosa del genere!! Sei stupida come tuo padre!! - mi puntò il dito contro e con un calcio fece cadere il vaso di porcellana decorata a mano regalatomi da mia nonna, dopo uno dei suoi viaggi.
Nel vedere i cocci sparsi ovunque, l'odio che avevo sempre provato verso mia madre prese il controllo della mia mente.
Con un balzo le saltai addosso spingendola contro il muro.
- Non parlare male del papà quando quella che lo tradisce sei tu!! -
- Cosa ne sai tu Valentina? Niente, proprio niente - questa volta cercò di colpirmi con il manico della scopa, la prima cosa che le sue dita trovarono, appena dietro la porta della cucina.
- Ti ho vista in macchina con quel frocio eh, non pensare che io sia stupida! - le urlai contro e completamente fuori controllo le tirai un pugno in faccia.
- La pagherai questa, stonza!! - con una ginocchiata nello stomaco che non riuscii a schivare, mi mise fuori combattimento.
Mi inginocchiai per terra.
- Puttana - l'ultima cosa che riuscii a dire prima che una violenta bastonata alla tempia mi fece perdere i sensi.
~ L'odore di pneumatici bruciati e di freni surriscaldati riempiva l'aria. Non capivo niente, mi sembrava di vivere in un incubo.
Camminavo e non mi accorgevo delle persone che urtavo.
Poi la vidi. Sdraiata su un fianco, la testa in una posizione innaturale e il collo squarciato. Gli occhi spalancati, le pupille verso l'alto.
Mi fermai davanti a lei, incapace di staccare lo sguardo dai suoi occhi. Le andai vicino e mi accovacciai vicino alla sua testa.
- Lolly -
Quando la toccai il mondo parve cadermi addosso.
Le dita divennero sporche del sue sangue, la testa cominciò a girarmi.
Non mi sembrava reale.
Passò un'eternità di tempo prima che mi accorsi di qualcuno che mi chiamava.
Un uomo che non avevo mai visto si avvicinò a me, pronunciando parole che non capivo.
Ero cosciente di una sola cosa: Lolly, la mia Lolly, era lì stesa sull'asfalto, con il mantello inzuppato di sangue, morta.
Vidi una ragazzina piangere mentre mi fissava dal marciapiede.
Incrociai il suo sguardo per un attimo prima che il mio campo visivo venne invaso da un sacco di persone che correvano ovunque, di fretta.
Porsi la mia attenzione verso Lolly e le posai una mano su una guancia... ~
#Spazioautrice
Spero che non vi siate dimenticati della mia storia durante tutto questo tempo dove purtroppo non ho più aggiornato :-\
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