Capitolo 4

- Allora ci hai pensato? -
- Non c'è niente a cui pensare, Angelica - Scossi la testa.
- Così hanno deciso e io obbedisco. -
- Vedrai che ti divertirai e comincerai di nuovo a cavalcare ! - Angelica sorrise speranzosa.
Era passata una settimana da quando mia sorella aveva incontrato le ragazze del maneggio in passeggiata; erano riuscite a convincerla a chiedere a mia madre di farle prendere lezioni di monta inglese e di salto ostacoli. Con Furia. Una cavalla eccezionale nel reining ma che a mio avviso nel salto a ostacoli non sarebbe andata lontana. Ma i miei genitori avevano acconsentito lo stesso, iscrivendola già il giorno dopo.
Quella sera stessa mi era arrivata una e-mail dal professore coordinatore della mia classe, dove venivano spiegati i dettagli sul tirocinio obbligatorio che avrei dovuto cominciare una settimana dopo. Quando avevo letto dove lo avrei svolto, per pochi secondi mi girò la testa; al Centro ippico Red Moon.
Avevo cercato di non pensarci per tutta la settimana, ma adesso che il week-end era arrivato, non potevo fare a meno di preoccuparmi. Sicuramente in sei settimane di stage mi avrebbero fatto cavalcare.
Passai il sabato in uno stato di totale angoscia e agitazione; come se non bastasse, i miei genitori e mia sorella continuavano a ricordarmi di preparare ciò che avrebbe potuto servirmi. Così dopo pranzo mi chiusi in camera e controvoglia presi il lungo scatolone che avevo nascosto sotto il letto sperando di non doverlo più aprire. Lo spolverai e poi, con uno sforzo di volontà enorme, lo aprii. La prima cosa che vidi fu il cappello da cowboy. Senza che me ne accorgessi, una lacrima ci cadde sopra. Mi asciugai gli occhi e misi da parte il cappello prendendo gli stivali western, cominciando a pulirli con uno straccio umido. Dopo averli lucidati per bene, estrassi i tre paia di jeans da monta western, ognuno con la rispettiva cintura in cuoio, alcune camicie a quadri e i due paia di guanti. Adagiai tutto sul letto. Nello scatolone c'erano ancora pochi oggetti, ma vederli fu come ricevere una bastonata. Presi la scatola contenente le medaglie e le coccarde che avevo vinto alle gare di barrel racing e subito mi vennero in mente i trofei che tenevo nascosti sempre sotto il letto ma in altri contenitori. Guardai l'ultimo che avevo vinto e con un mal di stomaco pazzesco lessi il nome della mia cavalla inciso sul piedistallo color oro. Iniziai a ordinarli nell'angolo buio che c'era tra l'armadio e il muro, in fondo alla mia stanza. Appesi su quel pezzettino di parete anche le foto che c'erano sul fondo dello scatolone. Le attaccai un po' storte dato che vedevo tutto sfuocato a causa delle lacrime che mi offuscavano la vista.
Quando ebbi finito, chiusi lo scatolone ormai vuoto e lo rimisi sotto il letto. Fu allora che urtai qualcosa: afferrai l'oggetto e quando lo portai alla luce, mi cedettero le ginocchia e mi ritrovai a singhiozzare sul pavimento. Avevo in mano la cavezza e la longhina della mia amata cavalla. Lolly. Un incrocio tra un Quarter Horse e un Haflinger, con il mantello sauro. La cavezza era in pelle nera con una targhetta di metallo dove avevo fatto scrivere il suo nome. Attaccai cavezza e longhina sull'attaccapanni che c'era sul fianco dell'armadio rivolto verso il muro. Sotto avevo appeso i tre paia di jeans e le camicie. Infine appoggiai il cappello sul poco posto che rimaneva sull'attaccapanni.
Mi sedetti sul letto intanto che i ricordi continuavano ad affiorare nella mia mente. Quando l'immagine dell'ultima volta che avevo visto Lolly si presentò in mezzo a tutto, decisi di uscire con il mio gregge. Era passato più di un anno da quel giorno ma lo ricordavo perfettamente.
Presi il bastone da pastore e la mia solita borsa con dentro un sacchetto di mais schiacciato per le pecore.
Uscii in cortile. Angelica stava strigliando Furia vicino al paddock delle pecore.
- Vai a fare un giro? - Mi chiese posando la brusca.
- Sì così mangiano un po'. Dov'è Flocky ? -
In quel momento vidi il gregge spostarsi bruscamente di lato lasciando passare il mio cane da pastore, un incrocio tra un border collie e un pastore belga, che correva a tutta velocità verso di me. Passò sotto lo steccato e mi saltò addosso.
- Flocky non si corre così in mezzo alle pecore!!! - Scossi la testa pensando al duro addestramento dell'anno prima con il mio cane. Aveva solo un anno e mezzo e con le pecore era formidabile, ma quando voleva giocare non pensava più agli animali e qualche volta le spaventava facendole correre in tutte le direzioni.
Oltre a lui avevamo altri tre cani: quello di Angelica, una femmina di razza Cocker, nera con le zampe e la punta delle orecchie marroni, di nome Ambra e i due pastori maremmani bianchi dei miei genitori, Perla e Vicky, guardiane di tutta la fattoria.
- Tu vai in passeggiata? - chiesi ad Angelica visto che aveva finito di strigliare Furia e la stava sellando.
- Esatto. Ho appuntamento al maneggio con le ragazze che ho conosciuto l'altra settimana. Hanno detto che mi fanno fare un giro completo del maneggio per vedere un po' gli spazi che hanno e conoscere le persone che ci lavorano. - Da come me ne parlava, sapevo che non vedeva l'ora di andare.
- E pensare che tu ci passerai sei settimane di tirocinio. Non sai quanto ti invidio Vale!!! - Angelica sorrise e montò in sella.
- Sì fantastico proprio - risposi sarcastica aprendo il cancello rischiando di venire sommersa dal gregge. Meno male che avevo solo dieci pecore.
Cominciai a camminare dando i comandi a Flocky che chiudeva la fila. Bell, la pecora che comanda il gregge cioè quella che seguono le altre, mi diede una spinta nelle gambe con la testa. Era la mia preferita quindi, cercando di non farmi notare dalle altre, le allungai una manciata di mais schiacciato. Ci avviammo verso i pascoli comuni in mezzo al bosco. Avanzavamo lentamente perché nel mese prima quasi tutte le mie pecore avevano partorito e quindi dovevo controllare che gli agnelli non rimanessero indietro. In tutto ne avevo sette.
Quando arrivammo ai pascoli, mi sedetti sotto una betulla e guardai il gregge sotto il bel sole pomeridiano di inizio aprile. Chiamai Flocky accanto a me dato che non c'era bisogno del suo intervento. La cosa che mi colpiva sempre delle mie pecore era che quando mi fermavo, sedendomi per terra, non si allontanavano mai tanto da me e qualche volta alzavano la testa nella mia direzione o venivano vicino a me per mordicchiarmi le maniche della felpa o per vedere se dalle mie mani ricevevano un po' di mais. Volevo un gran bene a tutte ed ero pronta a qualsiasi cosa pur di tenerle lontano da minacce e pericoli.
Persa nei miei pensieri e con il dolce tintinnio dei campanelli nelle orecchie, caddi in uno stato di dormiveglia rilassante che spazzò via tutte le mie angosce e preoccupazioni; avrei voluto restare li in eterno.

#Spazioautrice

Ecco il quarto capitolooo :-) :-) :-)
È un po' più corto del solito lo so, ma non ho avuto molto tempo per scrivere :-/

Vi ringrazio davvero di aver letto la mia storia fino a questo punto sperando che non sia noiosa

A prestoo :-)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top