Capitolo 32
- Che noia - sussurrai ad Enrico mentre seguivamo gli altri verso la gelateria.
Finalmente potevamo stare vicini senza che gli altri se ne accorgessero.
Enrico mi prese la mano e mi strattonò verso la stradina che portava al parco. Lo seguii incerta.
- Dove vuoi andare? Non voglio che Stefano ti prenda a pugni di nuovo. Se ci scopre... -
- Non me ne frega. Lui non può comandarti, Valentina - mi guardò serio.
- Hai ragione. Sono la tua ragazza non la sua - andai vicino a lui e ci prendemmo per mano.
Dopo aver camminato un po', ci sedemmo su una delle panchine nel parco. Enrico tirò fuori da una tasca dei pantaloncini corti un pacchetto di sigarette.
- Da quando fumi? - sorrisi alzando un sopracciglio.
- Ti ricordi la festa al maneggio? Quella in aprile per Caterina? -
Annuii, curiosa.
- Ecco... nel borsone che mi ero portato quella sera ho trovato questo pacchetto mezzo pieno. Me ne ero dimenticato. Sono di Samuel - mi strizzò un occhio e mi mise una sigaretta tra le labbra, accendendomela.
Dopo che se ne accese una anche lui, mi mise un braccio intorno alle spalle. Mi appoggiai a lui, con la testa sulla sua spalla.
Dopo un po' mi prese le gambe e me le mise sulle sue ginocchia.
- Non stai più comoda così? -
Scossi la testa dandogli un pizzicotto.
Restammo a parlare su quella panchina per un po', dopodiché ci avviammo direttamente alla selleria.
Gli altri non erano ancora arrivati.
Appena entrammo nel negozio, la commessa sgranò gli occhi e dopo aver oltrepassato il bancone della cassa, ci corse incontro e mi abbracciò.
- Oddio Valentina!!! Quanto tempo che non ti vedo! Cosa fai da queste parti? - aveva le lacrime agli occhi.
- Ciao Sara, diciamo che ho ripreso a montare... -
- Davvero?! Sono così contenta di vederti! Posso esservi utile? - lanciò un'occhiata a Enrico.
Sara era una vecchia amica di famiglia e si incontrava spesso con mia madre. Tutto ciò di cui avevamo bisogno per i cavalli e per l'asino, lo compravamo da lei.
- Ehm, no grazie siamo solo passati a dare un'occhiata - le sorrisi e poi la presentai ad Enrico.
Ci dirigemmo verso il reparto destinato alla monta inglese. Non c'ero mai entrata e il mio ragazzo parve capirlo.
- Se vuoi dopo possiamo andare a vedere anche l'altro reparto... io non ci sono mai entrato lì -
Non risposi subito ma dopo un po' annuii.
Comprai una nuova cavezza per Beauty. La presi uguale a quella che avevo appeso in camera di Lolly, solo che chiesi a Sara di incidere sulla targhetta di metallo il nome del mio cavallo.
Enrico comprò delle nuove fasce da riposo per Joey.
Passammo nel reparto western.
Enrico sgranò gli occhi e mi indicò una bacheca appesa alla parete infondo, al centro delle rastrelliere delle selle.
- Sei tu... con la tua cavalla ? -
- Sì... è Lolly quella -
Sulla bacheca c'erano tantissime foto di molti cavalieri e cavallerizze scattete durante delle gare di reining, barrel racing, cutting e, in minor numero, di Trail class.
Di me e Lolly ce n'erano parecchie.
- Questa è Angelica con Furia? - chiese Enrico indicandomi una foto di mia sorella e la sua cavalla intanto che eseguivano uno spettacolare sliding stop.
- Sì -
Mi voltai cominciando a osservare un nuovo modello di stivali.
- Vale sono arrivati gli altri - il mio ragazzo sbuffò.
Ridacchiai e poco dopo cambiammo di nuovo reparto per seguire gli altri.
Ludovica e Arianna stavano convincendo Angelica a comprarsi degli stivali nuovi, adatti al salto ostacoli.
Stefano, Samuel e Simone guardavano testiere.
Uscimmo dal negozio alle sei di sera e finalmente ci dirigemmo verso le macchine.
- Bimba vuoi che guido io fino a casa tua? -
- Se non vuoi altro - tirai le chiavi della mia macchina ad Enrico che le afferrò al volo.
- Tu sali con me, Enrico! I posti sono quelli di prima - ringhiò Stefano.
- Non fare il bambino, Sfefano. Ci vediamo domani a lezione. -
Salimmo in macchina; Enrico al volante, io di fianco a lui e dietro Angelica con Ludovica.
Dopo un po' che eravamo in viaggio, Angelica si lamentò della musica.
- Non cominciare con le tue critiche, grazie - alzai il volume e cambiai canzone. Dai Linkin Park passai ai Guns n' Roses, una band che Angelica non sopportava e dalle smorfie che faceva capii che anche Ludovica odiava il rock.
Enrico mi fece l'occhiolino.
- Sei devi essere crudele, fallo fino in fondo - e così dicendo fece partire You give Love a bad Name dei Bon Jovi.
La scena fu abbastanza comica: dietro Angelica e Ludovica che urlavano dal disgusto e si coprivano le orecchie con le mani, davanti io e Enrico che cantavamo a squarciagola con i finestrini aperti.
Quando entrammo nel piazzale di casa mia, Angelica invitò Ludovica ad entrare a bere qualcosa.
Salimmo tutti e quattro in casa.
Trascinai Enrico in camera mia. Lo vidi fermarsi a fissare le foto della mia cavalla attaccate al muro.
- Allora non è solo con Beauty che monti a pelo - mi guardò.
Intuii che era rimasto colpito dalla foto in cui monto Lolly senza finimenti, così gli raccontai del periodo che avevo passato in Austria, al centro addestramento.
Poco dopo Angelica irruppe in camera mia con la cena, seguita da Ludovica.
- Vale la mamma e il papà dormono da amici sta sera... abbiamo la casa per noi - Angelica continuava a parlare, instancabile.
Ludovica avrebbe dormito con mia sorella e la mattina dopo sarebbero andate direttamente al maneggio, visto che era domenica.
Quando finalmente se ne andarono dalla mia stanza, mi precipitai sotto le coperte del mio letto, seguita da Enrico Bastarono pochi secondi per farmi cadere in un sonno beato, tra le sue braccia.
Come ogni giorno, alle 5:30 suonò la mia sveglia. Enrico la spense con una manata violenta.
- Ma a che ora ti svegli? Sei pazza? - mi strinse a sé e richiuse gli occhi.
- Carissimo, devo alzarmi... torno tra poco - mugugnai assonnata.
Mi alzai dal letto controvoglia e dopo essermi messa la tuta da lavoro sopra il pigiama, andai al recinto delle pecore con il mangime. Pulii l'abbeveratoio e strigliai Achille.
Infine riempii le mangiatoie delle galline e aprii i pollai.
Tornai in camera mia, tirando la tuta da lavoro sulla sedia delle scrivania.
Mi infilai sotto le coperte e dopo qualche secondo sentii Enrico che mi abbracciava.
Mi addormentai di nuovo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top