Capitolo 24
Mi svegliai in un letto comodo in una stanza non tanto grande, con la luce che entrava da due abaini enormi. Mi guardai intorno senza alzare nemmeno la testa dal cuscino. Dall'altra parte della stanza, parallela al letto, c'era una scrivania piena di fogli e fascicoli.
Seduto dietro quel disastro, c'era Francesco che mi guardava con i suoi severi occhi grigi. Distolsi lo sguardo da lui, sentendomi a disagio. Ad un tratto si alzò dalla sedia e venne a sedersi sul bordo del letto. Cercai di alzarmi. Avevo molto meno mal di testa ma una fitta di dolore alla caviglia mi convinse a rimanere dov'ero.
- Fai piano o ti farai male di nuovo -
Mi misi a sedere appoggiandomi allo schienale del letto. Abbassai lo sguardo sulle coperte.
- Sono le 17:20... penso che tu abbia dormito abbastanza Valentina. Hai ancora mal di testa? -
- No... cioè... un po' - guardai la mia caviglia destra; lo stalliere me l'aveva bendata e sopra le garze mi aveva messo una specie di cavigliere rigido.
- Prima è venuta tua madre a cercarti... era piuttosto arrabbiata perché non le hai risposto al telefono -
Alzai le spalle perché non mi interessava niente di mia madre.
- Ah non ti importa? Vabbè... comunque le ho detto che saresti tornata a casa dopo cena perché davi una mano a pulire il fienile dopo la festa... e che in quel momento eri fuori con dei cavalli. Non mi sembrava il caso di dirle che in realtà eri qui a dormire dopo una serata devastante - Francesco studiò la mia espressione, aspettandosi una risposta.
- Grazie -
Parve deluso dalla mia risposta.
- Vale, guardami. Negli occhi. -
Con timidezza obbeddii. Quando incontrai il suo sguardo desiderai di sparire o di essere da qualche altra parte. Avevo deluso l'unica persona che davvero aveva creduto in me. L'unico che aveva deciso di aiurarmi sul serio. L'unico che non avrei mai voluto deludere.
- Scusami Franz, mi sono comportata da idiota... non volevo farti stare male così... non... - cominciò a tremarmi la voce dalla vergogna che provavo in quel momento.
Lui si sedette vicino a me e mi mise un braccio intorno alle spalle. Non riuscii a trattenere le lacrime e in poco tempo mi ritrovai a singhiozzare come non facevo da tempo. Appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi inondati dalle lacrime.
Lui rimase in silenzio, cominciando a giocare con le dita delle mie mani come aveva già fatto altre volte.
- Lascia perdere quello che è successo... le stupidate le fanno tutti alla tua età, io compreso ho combinato guai... forse me la sono presa un po' troppo - Francesco sussurava, come se mi stesse dicendo un segreto.
Quando tornai a essere un po' più tranquilla, gli chiesi di raccontarmi della sera precedente.
- Cos'è che ho fatto con Beauty?! -
- Praticamente barrel con gli alberi del viale. Senza sella, senza briglie... senza cavezza. C'era un bel numero di persone che è uscito dal locale per guardarti -
- Che idiota - mormorai prendendomi la testa fra le mani.
Francesco si alzò dal letto e indicò la mia caviglia.
- Non è la prima volta che te la sloghi vero? - si risedette sul letto e mi prese il piede.
- No... è la quarta volta - ammisi.
- E non te la sei mai fatta mettere a posto o sbaglio? -
Scossi la testa, in imbarazzo.
- Beh per tua fortuna i legamenti non sono lesionati... altrimenti non riusciresti nemmeno a camminare. Ma è un punto molto delicato adesso per te... devi stare attenta. Per un po' di giorni ti consiglio di tenere la cavigliera e di non montare -
Annuii in silenzio.
- Vieni di fuori? Più tardi ti riporto a casa Vale -
Mi alzai dal letto. Per un attimo mi girò la testa e dovetti chiudere gli occhi, ma passò in pochi secondi. Il primo passo che provai a fare risultò abbastanza tragico; caddi letteralmente addosso a Francesco che, per la prima volta quel giorno, mi sorrise.
- Devi abituarti a camminare con quell'affare sul piede - disse scherzosamente.
Dopo essere usciti dalla stanza, che scoprì essere l'ufficio dello stalliere, scendemmo le scale che portavano sul piano dove c'erano tutti gli altri uffici amministrativi del proprietario del centro ippico.
- Eila ragazzi!! Valentina, giusto? Io sono Luca, il proprietario del maneggio - l'uomo ci venne incontro.
Guardai Francesco con uno sguardo interrogativo e lui alzò u sopracciglio.
- Piacere mio - gli strinsi la mano.
- Quando avete finito con i vostri lavori, vieni nel mio ufficio che ti devo parlare - Luca mi sorrise, salutò lo stalliere e se ne andò.
Ero parecchio confusa.
Scendemmo nelle scuderie.
- Francesco mi prepari Lulabell che ho lezione?! - Alice comparve nella sala dei mangimi, urlando come sempre.
- Arrivo - rispose il ragazzo a denti stretti.
- Torno subito - mi rivolse un occhiata scocciata prima di seguire Alice, controvoglia.
Continuai a preparare i secchielli di mangime per i cavalli.
Quando finii uscì dal locale e mi diressi verso il box di Lulabell per vedere se Francesco aveva finito.
Passando davanti al box di Pride, mi accorsi che al suo interno c'era qualcuno che piangeva. Mi avvicinai in silenzio. Il cavallo non c'era. Seduta per terra con una cavezza in mano, singhiozzava Stefania.
#Spazioautrice
Buongiorno a tuttii :-)
Mi scuso per aver aggiornato così tardi è che ho riscritto un paio di volte questo capitolo perché non mi convinceva molto =-O
Vabbè... se vi è piaciuto lasciate una stellina <3
Un abbraccio a tutti :-*
A prestoo :-)
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