Capitolo 17
Mi svegliai la mattina presto. Non avevo mai dormito così male, però mi sentivo molto meglio.
Mi guardai attorno non sapendo cosa fare. Mi alzai dal letto e andai alla finestra.
- Anche tu sveglia? Mi fa piacere non essere l'unica che non riesce a dormire qui dentro! -
Sussultai nel sentire quella voce vivace e mi girai di scatto.
Una ragazza dai capelli corti color viola mi guardava dall'altro letto. Non mi ero accorta che la tenda era rimasta aperta.
- Sono Anastasia. - mi sorrise.
- Ludovica, piacere - mi avvicinai a lei, ricambiando il sorriso.
- E così sei stata aggredita anche tu dai rottweiler? - mi chiese.
- Sì... per poco non mi sbranava -
- Io ero a fare una tranquilla passeggiata da sola nel bosco. Sono comparsi dal nulla... mi sono arrampicata su un albero ma sono comunque riusciti a mordermi. - indicò la sua gamba sinistra.
- Due cani? Io ero a cavallo ma ce ne era solo uno -
- Ludovica scusami ma ieri sera ho ascoltato il tuo racconto... - abbassò lo sguardo un po' imbarazzata.
Scoppiai a ridere.
- Tranquilla non c'è problema -
- Scusa davvero... comunque... è possibile che ti ho già vista? Magari a scuola? -
- Sì... tu vai in seconda giusto? Io sono in terza -
- A ecco... mi sembrava -
Rimanemmo a chiacchierare a lungo, fino a quando non entrò Alex nella stanza. Ci salutò e rimase anche lui a chiacchierare con noi per un po'.
- Ludovica fra circa due ore arrivano i tuoi genitori - mi annunciò ad un certo punto.
Sorrisi e Anastasia mi chiese il numero di telefono.
L'infermiere cambiò ad entrambe le garze e disinfettò le ferite, dopodiché uscì dalla stanza.
Dormii per una mezz'oretta e quando mi svegliai vidi Manuel che passeggiava per la stanza.
- Buongiorno Ludo, vedo che stai bene - mi salutò e si avvicinò al letto.
- Sì molto meglio, grazie -
- Volevo dirti che Valentina è nella stanza accanto alla tua... se dopo vuoi passare a salutarla... -
- Come mai è qui? Cosa è successo? - mi misi a sedere.
- Ieri sera Francesco l'ha portata a casa e sta mattina si è svegliata con 40.5 di febbre... i suoi genitori non ci sono e quindi ho pensato che qui possono seguirla meglio... Francesco mi ha sconsigliato di portarla qua ma io l'ho fatto lostesso - mi guardò come per chiedermi cosa ne pensavo.
- Secondo me hai fatto bene Manuel -
Mi alzai dal letto, mi misi le ciabatte e uscii dalla camera seguita dal mio istruttore. Entrammo nella stanza accanto e nel primo letto vidi la ragazza. Non si capiva se dormiva oppure aveva solo gli occhi chiusi.
- Come mai le è venuta la febbre? Lo sanno? - chiesi a Manuel.
- A causa dello stress eccessivo... e del lungo tempo passato insonne. Adesso capisco come abbia fatto in tre giorni a domare quasi completamente quel cavallo pazzo! -
- Non... è pazzo - Valentina aprì di poco gli occhi.
- Vale!! Vedrai non ci metterai tanto a guarire - mi sorpresi delle mie stesse parole.
- Cosa ci faccio io qui?! - domandò con più energia.
- Devi capire che a casa da sola... con il febbrone che ti ritrovi, saresti stata peggio - Manuel le si avvicinò.
- Non ero da sola... c'era Francesco -
Manuel la guardò in modo strano ma non disse nulla, si limitò a sedersi sulla sedia accanto al letto.
- Lui non sa che sei qui... pensa tu sia a casa tua. Lui non voleva che ti facessi portare qua, quindi appena è andato al maneggio per svolgere i soliti lavori di scuderia... -
- Perché? Almeno diglielo... perfavore Manuel -
Lui parve riflettere un momento. Guardò Valentina, poi me, poi di nuovo Valentina. Si alzò dalla sedia.
- Va bene... solo perché me lo chiedi tu - le strizzò l'occhio e lei lo ringraziò con lo sguardo.
- Se avete qualcosa da dirvi voi due... io vado al maneggio. Tornerò a trovarti Vale. A dopo Ludo - Manuel se ne andò.
Restai da sola con la ragazza con cui avevo sempre litigato e odiato. Mi sentivo a disagio.
- Siediti ti prego -
Obbedii in silenzio.
- Devi farmi un favore, Ludovica. Se te la senti... - mi guardò negli occhi.
- Certo, dimmi -
- Finché sono qua devi occuparti di Beauty... cazzo dovrei essere a casa!!!! Manuel e le sue idee di merda!! -
La guardai a bocca aperta.
- Non so se hai presente, ma oltre a te non gli si può avvicinare nessuno... - mormorai.
- Lo so... ma Francesco è troppo occupato e non ci arriverà mai -
Un brivido mi attraversò la schiena.
- Non... è difficile. Portagli il fieno come a un cavallo qualsiasi. Ho lasciato apposta la rete attaccata alla staccionata... nella parte vicino alle querce. Non devi neanche entrare nel tondino - fece una pausa e io annuii.
- Per l'acqua stessa cosa... la vasca è vicina alla rete del fieno -
- D'accordo... non devo strigliarlo vero? - mi assicurai di non dover fare altro.
- No... ma una volta al giorno prendi la frusta lunga... quella che usano con la carrozza. Entra nel tondino con quella -
- Cosa?! -
- Lasciami finire... stai al centro del tondino... e fallo galoppare per mezz'ora almeno. Comincia con un quarto d'ora di trotto e poi solo galoppo... così si stanca e sarà più calmo -
- E se mi viene addosso come faccio? - non mi piaceva quell'idea.
- È terrorizzato dalla frusta. Non proverà mai ad avvicinarsi, te lo assicuro. Lo farai? -
- S-sì lo farò - balbettai incerta.
- Grazie... finché non torno io -
- Certo - mi alzai dalla sedia quando sentii qualcuno entrare. Vidi il medico che era entrato ieri nella mia stanza.
- Ehm buongiorno... adesso vado. Ti farò sapere, Vale - la guardai.
Non mi rispose ma capii che si aspettava da me ciò che mi aveva chiesto di fare.
Uscii in fretta dalla stanza e vidi mia madre che entrava dove avevo dormito io.
- Ciao tesoro - mi salutò con un abbraccio.
Dopo aver recuperato le mie cose e aver salutato Anastasia, tornammo a casa.
La sera stessa andai al maneggio.
Subito riempii una rete di fieno e mi diressi verso il cavallo pazzo. Appena mi vide scappò sul lato opposto del tondino. Legai la rete di fieno e riempii la vasca di acqua, dopodiché rimasi a osservarlo; quanto era bello.
Ma al pensiero di entrare nel tondino mi si gelò il sangue nelle vene.
Entrai in scuderia per distrarmi un po'. Decisi di strigliare Venere.
- Piccola come stai? - Marco mi prese in braccio. Non lo avevo sentito arrivare.
- Benissimo adesso che ci sei tu - lo baciai.
Andammo a parlare sulle panchine nel cortile e io gli raccontai tutto ciò che era successo. Non smise un momento di abbracciarmi. Quanto gli volevo bene. Rimanemmo lì fino a quando vedemmo arrivare Francesco.
Ci staccammo e notai che era molto in ansia: non avevo mai visto lo stalliere in quello stato.
Appena ci raggiunse appoggiò le mani sullo schienale di una panca e ci guardò inarcando un sopracciglio.
- Avete per caso visto Valentina? -
#Spazioautrice
Salveeeee :-*
Vi ringrazio di cuore per aver letto questo libro fino a questo puntoo
A prestoo :-)
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