Capitolo 15

Bianco. Solo bianco. Silenzio.
Cercai di aprire piano gli occhi ma li richiusi subito a causa della luce accecante. Li strofinai con le mani. Li riaprii e questa volta la luce sembrava meno forte di prima.
Mi guardai intorno; che ero in una camera di un ospedale l'avevo capito. Ero da sola. Mi misi a sedere e notai la tenda tirata alla mia destra, che evidentemente mi separava dall'altro letto.
Mi sdraiai di nuovo e presi a guardare il soffitto. Cominciarono a riaffiorarmi nella mente le immagini di ciò che era successo nel prato: Venere, il rottweiler, Beauty, Valentina... cosa sarebbe successo se lei non fosse arrivata in quel momento?
Oltre a quella domanda, tante altre si formarono nella mia testa. Imbrovvisamente la voglia di vederla e chiederle spiegazione di tutto, mi sorprese.
Sentii la porta aprirsi e successivamente qualcuno spostò di poco la tenda.
- Ludovica sei sveglia! Meno male!!! - mia madre si sedette sul mio letto.
- Come stai? -
- Mi sento meglio - risposi sorridendo.
- Bene! Così domani mattina puoi già tornare a casa - mi baciò la fronte.
- Come sono arrivata qua? - chiesi.
- Manuel ti ha portata qua... eri svenuta. Poi ha chiamato me e sono arrivata il prima possibile. Il padrone del cane è stato denunciato. Ma non importa... - mi prese una mano.
- Da quanto sono qua? -
- Da poco più di un ora, tesoro. Ma la cosa importante è che tu stia bene -
Rimanemmo a parlare ancora per un po', dopodiché mia madre dovette andare a casa.
Rimasi da sola. Volevo dormire ma non riuscivo; avevo troppe domande a cui non sapevo darmi risposta.
Presi il telefono e scrissi ad Arianna:

Ludovica: Eila Ari! Come va?

Dopo poco mi arrivò la sua risposta:

Arianna: Piuttosto, come stai tu?! Manuel mi ha detto che ti ha attaccata un cane e che Venere si è imbizzarrita...

Ludovica: Sì è vero... adesso sto bene tranquilla. Domani torno a casa, credo.

Arianna: Sarà meglio per te!! Lo sai che odio non vederti per troppo tempo!!

Ludovica: Anch'io :-* Vabbe ti scrivo quando arrivo a casa... buonanotte

Spensi internet e misi il telefono sul comodino. Erano le 20:30 ma fame non ne avevo.
Stavo per addormentarmi, quando la tenda si spostò di nuovo e un infermiere alto e giovane entrò nella stanza.
- Tu devi essere Ludovica, vero? - chiese sorridendo.
- Sì - risposi un po' assonnata.
Lui si sedette su una sedia vicino al mio letto.
- Io sono Alex - mi porse la mano ed io gliela strinsi debolmente.
- Domani mattina potrai tornare a casa... sei stata fortunata che non ti sia andata peggio - si passò una mano tra i capelli e poi mi prese il piede fasciato. Non me ne ero neanche accorta di avere una ferita.
Lentamente tolse il gancetto in ferro che teneva ferme le bende e poi le tolse.
- Meno male che avevi gli stivali da equitazione. Avresti il piede distrutto a quest'ora altrimenti - mi guardò in modo strano.
Rimasi in silenzio.
Mi disinfettò la ferita e cambiò le garze. Quando ebbe finito, si alzò e incrociò le braccia.
- Dovresti ringraziare le tua amica... -
- In verità... non... è una mia amica - mi misi a sedere, appoggiata ai cuscini che avevo dietro la schiena.
Alex si sedette nuovamente sulla sedia.
- Come no? L'uomo che ti ha portata qui ha raccontato che è stata una tua amica a... a uccidere il cane -
- Abbiamo sempre litigato... lei è una stagista... al maneggio. L'ho vista la prima volta quando mi ha quasi investita con la sua moto -
Alex sorrise.
- Carino come primo incontro. -
Sghignazzai anch'io.
- Non proprio... - scoppiai a ridere di nuovo.
- E poi cosa è successo? - mi guardava con i suoi curiosi occhi verdi.
- Lei è venuta a scusarsi del suo sbaglio, il giorno dopo. Ma io non l'ho perdonata perché ero troppo arrabbiata e... - qualcuno bussò alla porta.
Prima che Alex potesse rispondere, entrò un'altro uomo con il camice bianco e mi sorrise.
- Lo so che non è l'ora giusta, ma qualcuno vorrebbe parlarti, ragazza - il medico si scostò di poco ed entrò Manuel seguito da Valentina.
Il medico se ne andò e nella stanza rimasero l'infermiere, Manuel e Valentina. Quest'ultima aveva delle occhiaie pazzesche e un polpaccio fasciato. Indossava dei pantaloncini corti neri, una canottiera verde acqua e una corta camicia di jeans con le maniche rimboccate fino ai gomiti. Era la prima volta che la osservavo davvero.
L'infermiere si alzò dalla sedia e si presentò, dopodiché lui e Manuel uscirono dalla stanza lasciandomi da sola con Valentina.
- Grazie - mormorai guardandola. Aveva lo sguardo basso e quando alzò la testa e i suoi occhi incontrarono i miei, notai il rossore tendente al viola che le circondava l'occhio destro.
- Come stai? - mi chiese in tono piatto.
- Adesso sto bene... ma se non fossi arrivata tu... - non finii la frase perché non ce n'era bisogno.
- Venere sta bene... ha solo qualche graffio e la ferita alla zampa non è grave - mi informò guardando fuori dalla finestra.
- Cosa facevi con Beauty? -
- Niente di importante... Perché eri in passeggiata da sola? -
- Gli altri non c'erano... e avevo voglia di montare -
Valentina chiuse un attimo gli occhi, come se una fitta di mal di testa le si fosse presentata improvvisamente.
- Stai bene? - le chiesi, accigliata.
La ragazza si appoggiò alla parete vicino alla finestra e dopo un attimo riaprì gli occhi.
- Sì, sono solo stanca -
- Perché non monti mai? - la domanda mi uscì inavvertitamente.
Incontrai nuovamente i suoi occhi ambrati.
- Ti ho vista con Beauty... sei molto brava -
Si sedette per terra prendendosi la testa tra le mani.
- Non posso -
- Cosa vuoi dire? - ero troppo curiosa di capire.
Proprio in quel momento entrò Alex nella stanza e dopo aver lanciato un'occhiata a Valentina, mi disse che mia mamma aveva chiamato per dire che non arrivava a tornare in ospedale, quindi sarebbe venuta la mattina seguente per portarmi a casa.
- Voi parlate pure comunque... è un eccezione questa ma avete tutto il tempo che volete - mi sorrise e prima di uscire squadrò di nuovo Valentina che sembrava avesse un mal di testa assurdo.
Quando uscì dalla camera, mi alzai dal letto e andai a sedermi vicino a lei. Aprì un momento gli occhi e mi lanciò uno sguardo interrogativo.
- Se solo avessi montato Lulabell al posto di Venere sarei riuscita a scappare... Venere non ascoltava i miei comandi - appoggiai la testa sul muro.
- Forse avresti dovuto ascoltare cosa voleva dirti lei... - faticai a capire le parole sussurrate da Valentina.
- Ma come? Si è lanciata al galoppo non appena il cane le ha morso una zampa. Ho provato a farla girare ma non mi ha ascoltato... ignorava il morso - fu in quel momento che mi accorsi di quanto Valentina fosse pallida.
- Ma sei sicura di stare bene? -
- È da quando ho fatto il Join-up con Beauty che non dormo... -
- Il cosa? -
- Dal giorno in cui mi hai consigliato di portare i fiori sulla tomba di Lolly... - aveva gli occhi lucidi e sembrava dovesse addormentarsi da un momento all'altro.
Mi pietrificai di colpo. Volevo dirle qualcosa ma non sapevo quali parole usare.
La porta della stanza si aprì di nuovo ed entrarono Alex, Manuel e Francesco.
Tornai nel letto prima che potessero scostare la tenda.
Appena ci videro, Manuel si sedette sul bordo del mio letto, Alex sulla sedia e Francesco rimase in piedi.
- Cosa è successo? - chiese Manuel guardandomi.
- Valentina non sta bene - dissi di getto, ricevendo uno sguardo tagliente da parte sua.
- Si vede - disse Alex alzandosi e andando verso di lei. Cercò di prenderle il polso ma Valentina non glielo permise. Si alzò da terra e dopo aver salutato freddamente, uscì barcollando dalla stanza.
I tre uomini si guardarono confusi e dopo un attimo se ne andò anche Francesco.
- Devi spiegarmi cosa è successo, Ludovica - Manuel si sedette sul letto e Alex sulla sedia, entrambi in attesa che io cominciassi a parlare.

#Spazioautrice

Ecco di nuovo un capito depresso XDXD
spero non sia noiosoooo

A prestoo :-)

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