Parte 13


Quando ogni oggetto messo all'asta venne venduto, questa concluse, lasciando spazio al divertimento. Chi era solito partecipare a quegli eventi sapeva già che, ad una determinata ora, i più grandi andavano via costretti dai lavori che li avrebbero aspettati il giorno dopo, ed era proprio in quel momento che per i più giovani cominciava la vera festa. Il grande lampadario in cristallo venne fissato più in alto, e al suo posto nella sala calò una palla a specchi, o più comunemente strobosfera, i tavoli vennero sistemati lungo i bordi della sala in modo da creare una vera e propria pista da ballo. Sul palchetto, il piedistallo che aveva il compito di sorreggere le merci messe all'asta, venne sostituto da una console che il DJ si premurò di collegare, oltre che a delle grandi casse che lo affiancavano, anche a tutto l'impianto audio dello stabile. Il tutto accadde così velocemente sotto gli sguardi confusi dei nuovi arrivati, che mai si sarebbero aspettati che quella serata avrebbe potuto prendere una piega simile. Non fecero quasi in tempo ad assimilare ogni spostamento intorno a loro che le luci vennero velocemente abbassate, la musica assordante riempì il loro spazio e si trovarono davanti i loro ragazzi, fino a poco prima eleganti ed impeccabili, senza giacca e cravatta, con le maniche delle camice arrotolate e i capelli selvaggiamente liberati dalla costrizione di quelle acconciature fin troppo statiche per dei ragazzi della loro età. In poco tempo si ritrovarono tutti in pista a ballare e scatenarsi come se non ci fosse stato un domani. I loro corpi, uniti gli uni contro gli altri, creava fra loro una tensione erotica facilmente palpabile nell'aria, eppure, nonostante questo, nessuno di loro osava azzerare la distanza fra le loro pelli. Fra questi, quello che più cominciò a soffrire della situazione fu proprio Jongdae. Aveva già partecipato ad una festa, e dopo quella a casa del suo ragazzo sapeva benissimo quanto l'altro sapesse muoversi in modo perfetto e seducente, capace di tentare chiunque osasse puntare gli occhi su di lui. Minseok, lasciando che la musica s'insinuasse nel proprio corpo, cominciò a muoversi in modo sinuoso e provocatorio, limitandosi però a lievi contatti e sfioramenti con il suo ragazzo, il quale non riuscì a nascondere le varie scintille che attraversarono i suoi occhi quando l'altro gli si avvicinava come un predatore alla sua preda, per poi allontanarsi nuovamente lasciandolo lì insoddisfatto. Il castano cercò di alleviare i suoi istinti concentrandosi suoi amici che ballavano a pochi passi da lui. Gli basto un piccolo passo e voltarsi leggermente per unirsi a quel ballo scatenato a cui gli altri avevano dato inizio. Ma, a quanto gli sembrò, Minseok non era intenzionato a lasciarlo andare così facilmente poiché, seguito anche dai suoi compagni che fecero la stessa cosa, gli si sistemò alle spalle afferrandolo per i fianchi e guidandolo in movimenti combinati con i suoi. Il risultato fu altri sfregamenti che portarono l'altro a sbuffare silenziosamente, frustrato. Inizialmente le idee del biondo erano quelle di passare una serata divertente con i suo ragazzo e i suoi amici, ma vederlo ballare in quel modo, mentre muoveva i suoi fianchi davanti a lui lanciandogli con gli occhi sguardi di muta richiesta, non poté che cambiare i suoi piani. Si chiese se forse non stesse esagerando a torturare il minore in quel modo, ma vederlo reagire positivamente ai suoi gesti e quel leggero sbuffo gli fecero pensare che no, non stava per niente esagerando, e che quella sarebbe stata una serata interessante. Strinse la sua presa suoi fianchi di Jongdae e fece sbattere insieme i loro corpi in modo deciso ma al tempo stesso delicato, continuando a muoversi costringendo l'altro a seguirlo in ogni movimento. Jongdae finalmente si voltò a guardarlo in viso, con sguardo ricco di amore e desiderio, il maggiore ridacchio fiero di se stesso e dell'effetto che sentiva di avere sull'altro, ma concludere così presto la serata non sarebbe stato divertente.

<<Non avere fretta, ti prometto che ci divertiremo>> sussurrò al suo orecchio malizioso, prima di allontanarsi con i suoi amici per raggiungere il bancone degli alcolici, lasciando il minore confuso e curioso da quelle parole. Non che non capisse cosa significassero in via generale, ma la curiosità nasceva pensando quale fosse il significato che il maggiore nascose in esse.

<<Jongdae, tutto bene?>> urlò Kyungsoo, cercando di farsi sentire nonostante la musica alta, notando il ragazzo immobile con lo sguardo perso al di fuori della pista.

<<Io credo di no>> ridacchiò Luhan al suo posto, considerando che i movimenti dei due non gli erano di certo sfuggiti, come anche a Baekhyun, che si unì facilmente alla conversazione.

<<Sembra che questa notte qualcuno si divertirà>> urlò, continuando a muovere il corpo a ritmo.

<<Io...credo che non sopravvivrò a questa notte>> disse lentamente, sperando di non essere sentito, ma i ragazzi si concentrarono sul movimento delle sue labbra, riuscendo a capire cosa avesse detto.

***

In poco tempo, l'orologio nella sala scoccò le 2 del mattino, e dopo aver ballato, ed essersi provocati a vicenda per tutto il tempo, ognuno di loro decise di lasciare il club per dedicarsi a loro stessi. Fortunatamente, conoscendo l'abitudinarietà di quelle serate, ognuno di loro quella mattina lasciò lì la loro auto, avendo così un proprio mezzo per ritornare a casa senza dover attendere niente e nessuno.

Saliti sulla loro auto, Minseok e Jongdae rimasero per qualche minuto in silenzio, lanciandosi di tanto in tanto qualche occhiata complice, il biondo non poté però far a meno di notare il continuo muoversi del ragazzo al suo fianco. Nei suoi sguardi, nei suoi atteggiamenti, Jongdae sembrava ansioso e trepidante, cosa che fece divertire il maggiore che ghignò vittorioso. Ma c'era una cosa che non sapeva ancora di Jongdae. Il castano era il tipo che, colto alla sprovvista dalle situazioni, tendeva a lasciarsi andare ai pensieri e alle preoccupazioni, ma una volta razionalizzato il tutto era in grado di giocare la stessa moneta che gli veniva offerta. Minseok lo aveva preparato, stuzzicato, per tutta la sera, ed ora lui era pronto a giocare.

<<Fa caldo in auto>> sussurrò, facendo però in modo che l'altro fosse in grado di sentirlo, per poi cominciare a sbottonare lentamente alcuni bottoni della camicia fin troppo aderente. L'altro lo guardò di sott'occhio, per poi riportare velocemente attenzione alla strada, stringendo le mani sul volante. Jongdae sorrise leggermente quando se ne rese conto, quello però non gli bastò, lui era il tipo che non avrebbe mollato fino a che non avrebbe ottenuto ciò che voleva, e quella sera, aveva ben chiaro quale fosse il suo obbiettivo. Il suo sguardò giocò verso lo sportello dal lato del maggiore, accorgendosi di alcuni CD abbandonati nel portaoggetti.

<<Hai dei CD qui? Vorrei mettere della musica, ma alla radio non trasmettono mai nulla di interessante>> chiese.

<<Sono qui>> gli rispose il maggiore facendogli un piccolo cenno con la testa, indicando il sportello al suo fianco <<Ma non posso togliere le mani dal volante>> si giustificò, non sapendo però di essersi condannato solo.

<<Ci penso io>> disse Jongdae, che non aspettava altro che quella risposta. Lentamente si sporse verso l'altro, evitando di coprirgli la visuale sulla strada, ma sistemandosi a pochi centimetri dal suo collo, respirandoci sopra, e allungando la mano per afferrare quei dischi, finendo poi per sfiorare, casualmente, il membro dell'altro facendolo sussultare leggermente, già provato dall'intera serata, che si ritrovò a stringere il volante fino a far diventare le nocche completamente bianche.

Soddisfatto di se stesso, il castano riprese posto sul suo sedile rigirandosi i CD fra le mani, sorridendo. Delle lettere scritte con un pennarello rosso gli saltarono agli occhi, facendogli pensare che quella fosse proprio la sua serata e che la fortuna fosse dalla sua parte. Aprì velocemente la custodia, infilò il disco nello stereo e fece scorrere velocemente le canzoni fino a quella precedentemente scelta. Mirotic dei TVXQ riempì quel piccolo spazio, e al suono di quella canzone il biondo spostò il suo sguardo preoccupato sul minore, si stava trattenendo difficilmente dal parcheggiare l'auto nel primo posto utile e saltargli addosso, ma le continue provocazioni del minore unite ora a quella canzone che cadeva a pennello in quella situazione unita allo sguardo malizioso di quel finto innocente avrebbero rischiato di metterlo alle strette.

Il minore, intenzionato ad andare fino in fondo, cominciò a muoversi lentamente sul sedile, seguendo il ritmo dettato dalle casse, cantando solo alcune frasi di quella canzone, quelle più esplicite e che meglio spiegavano cosa volesse, e automaticamente il biondo si ritrovò ad affondare il piede sul pedale dell'acceleratore, aggrappandosi all'ultima goccia di lucidità sepolta nel suo corpo. Prese un po' troppo velocemente la curva precedente all'imbocco di casa sua, controllando tranquillamente però l'auto che scivolò sulla brecciolina. Non si preoccupò di parcheggiare in modo perfetto l'auto, le sue priorità in quel momento erano altre, ad esempio il ragazzo al suo fianco che lo guardava complice.

<<Scendi, ora>> gli ordinò con voce decisa, prima di tirare velocemente il freno a mano e scendere dall'auto.

L'altro non fece quasi in tempo a scendere che Minseok lo afferrò per la mano e lo tirò via, portandolo verso il retro della villa. Entrarono velocemente nella depandance che il minore non sapeva nemmeno esistesse, ma non fece in tempo a rendersi conto di molto perché il biondo si gli avventò addosso, schiacciandolo contro la porta sbattendola violentemente. Cominciò a divorare affamato le sue labbra facendo pressione con il suo corpo, costringendolo ad adattarsi contro quella superficie dura e fredda. Senza staccarsi dal bacio, il maggiore si premurò di privarlo di giacca e camicia, lavoro ben facile dato che di quest'ultima fossero più i bottoni aperti che quelli chiusi, lasciandolo solo con i pantaloni, portando poi le mani a vagare su quel corpo che tanto lo faceva impazzire. Jongdae da parte sua però, seppur perso in quel momento, non trovò giusto il fatto di essere l'unico mezzo nudo, così imitò i movimenti dell'altro. La giacca andò via senza problemi, ma tutta la passione riversata fra loro gli impedì di trovare liberare l'altro da quell'abbigliamento che gli occludeva la vista di quegli addominali e quella pelle ambrata, optò così per le maniere rudi, afferrò la camicia all'altezza dei pettorali con una presa ferrea per poi tirarla facendo in modo che ogni bottone saltasse via. Il castano non si aspettava però che quel gesto potesse far ribollire ancora di più Minseok, che sentendo la voglia dell'altro, e il suo stesso bisogno di possederlo, ringhiò in quel contatto bagnato. Lo afferrò per le gambe, facendo in modo che le attorcigliasse intorno alla sua vita, portandolo così in camera da letto e adagiandolo sul materasso per poi sovrastarlo. Si staccarono dal bacio quando il bisogno d'ossigeno, represso fino a quel momento, si fece sentire, entrambi affannati. Si scambiarono solo uno sguardo veloce, prima che il maggiore andare a marchiare ogni lembo di pelle davanti ai suoi occhi, e i susseguiti sospiri dell'altro non facevano altro che invitarlo a continuare il suo lavoro. Minseok sentiva di volere di più, si era trattenuto fino a quel momento, intenzionato a rendere quel momento indimenticabile per entrambi, ma aveva raggiunto il limite. Velocemente lo privò di ogni indumento, per poi liberarsene a sua volta. Ricominciò a baciarlo, per distrarlo dal fastidio iniziale della preparazione, ma quando cominciò a sentire l'altro rilassarsi sotto il suo tocco e i suoi gemiti interrompere più frequentemente il loro bacio si rese conto che fosse pronto, e del desiderio in lui di sentirlo gemere sempre più forte. Si sistemò fra le sue gambe, per poi far sì che diventassero una cosa sola. Due anime, unite in un corpo solo. Una danza dettata dai battiti dei loro cuori, dai loro gemiti, dal loro piacere, dai loro nomi. Complici richieste, segni possessivi, prese ferree, mute promesse, fu questo che i due ragazzi si scambiarono quella notte, stringendosi fra quelle coperte blu notte intrise di profumo alla vaniglia. Lasciando che una parte di loro si fondesse nell'altro, passarono il tempo aggrovigliati in quell'impetuosa passione, diventando l'uno dell'altro definitivamente, lasciandosi una ferita di cui null'altro che il loro essere insieme avrebbe potuto alleviarne il dolore. In quella notte silenziosa e calma, solo i loro cuori, le loro voci, e i loro desideri vennero ascoltati dalle stelle che avrebbero custodito quel ricordo e avrebbero vegliato premurose su quei ragazzi innamorati l'uno dell'altro tanto da perdersi nel profondo dei loro tocchi, le carezze dei loro ansimi, e i loro continui "Ti amo" sussurrati all'orecchio. 


Mi spiace, potrebbe fare un po', o tanto schifo. Ma gli esami mi hanno spossata, quindi, ve lo beccate così com'è. 

Ne approfitto per ringraziare chi stia seguendo la storia. 

Kansahamnida <3 Annyeog <3 

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