Parte 10



Jongdae, non riusciva ancora a credere che il biondo, a sorpresa, avesse deciso di portarlo a casa sua. Da una parte era felice che avesse deciso di presentargli la sua famiglia, dall'altra non poté far altro che lasciarsi sopraffare dalla paura. Non si riteneva mentalmente preparato per incontrare i suoi genitori. Mille e più domande cominciarono a vagare nella sua mente. Andrà tutto bene? E se non facessi una bella impressione? Se non gli piacessi? Se non mi ritenessero abbastanza per loro figlio? Cosa farei? Tutte queste domande, che una ad una, nascevano in lui non facevano altro che peggiorare il suo stato d'animo.

<<Jongdae, tutto bene?>> chiese il maggiore, notando che il ragazzo fosse ancora immobile vicino all'auto senza dire una parola o muovere un muscolo. A quel richiamo il castano scosse la testa, no che non andava tutto bene, stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di tornare al campus a piedi o riuscire, in qualsiasi modo, e implodere.

<<Certo, sono solo...sorpreso>> mentì, vedere il sorriso del suo ragazzo gli impedì di essere totalmente sincero. Portare il proprio partner a casa propria, e per di più un ragazzo, non era certo una cosa semplice, eppure lo aveva fatto con tale semplicità che il minore non poté domandarsi se fosse l'unico ad essere così preoccupato e ansioso.

Il biondo prese la sua mano, cominciando a trascinarlo all'interno della villa, ma fecero giusto in tempo a metterci piede quando un urlo li prese alla sprovvista.

<<Oppa!>> quell'urlo fece sobbalzare il minore, costringendolo a portarsi una mano sul cuore, nel tentativo di calmarlo. Fece giusto in tempo a vedere qualcuno saltar giù dalle scale e correre fino a saltare al collo del suo ragazzo <<Perché non mi hai detto che saresti tornato?>>

<<Ciao Hesoo, volevo farvi una sorpresa>> sorrise, accarezzandogli dolcemente i capelli <<Ho portato qualcuno con me>>

A quelle parole la ragazza si staccò di colpo, portando subito lo sguardo su Chen, in silenzio accanto a loro. Gli si avvicinò lentamente, studiandolo in ogni particolare, per poi afferrare il suo viso e spostarlo a suo piacimento riuscendo ad osservarlo da ogni angolazione. Lo afferrò per le braccia e lo fece voltare lentamente, continuando a studiarlo come fosse una specie rara e difficile da vedere. A lavoro concluso si allontanò di un passo, il castano rimase immobile e con sguardo confuso e agitato si voltò a guardare il proprio ragazzo ridacchiare alla scena, provò a lanciargli un'occhiataccia, ma la ragazza prese a parlare.

<<Oppa, è il tuo fidanzato?>> chiese continuando ad osservarlo con sguardo critico.

<<Sì>> disse avvicinandoglisi e posandogli una mano sulla spalla <<Hesoo, ti presento Kim Jongdae, Jongdae ti presento mia sorella>> spiegò.

<<Piacere di conoscerti, sono Kim Jongdae, ma puoi semplicemente chiamarmi Chen>> si presentò il castano, inchinandosi educatamente.

La ragazza rimase in silenzio qualche secondo.

<<Mi piace, approvo>> urlò abbracciandoli entrambi <<Ciao Chen-oppa, sono Hesoo spero possiamo diventare molto amici>> continuò, inchinandosi per poi afferrare la mano del ragazzo e scuoterla animatamente. Il castano sorrise, nonostante la stramba prima impressione la ragazza non era di certo una cattiva persona, e in cuor suo sentiva sarebbero potuti divenire ottimi amici.

<<I nostri genitori dovrebbero tornare fra poco, perché intanto non andate a disfare i vostri bagagli? Vi chiamerò appena saranno qui>> riprese la ragazza. Minseok annuì e dopo aver preso le nostre borse mi fece cenno di seguirlo. Saliti al piano superiore notai che alle porte vi erano appese delle targhette con dei nomi ad identificare i proprietari delle stanze. Il biondo aprì la porta con il suo nome sopra, scoprendo così una stanza fin troppo grande per una persona sola. Le pareti erano tinte di bianco erano piene di poster di vari cantanti e di foto che ritraevano il maggiore insieme a Chanyeol, Sehun e Kai. L'intera stanza era arredata con un perfetto equilibrio fra stile classico e moderno. Sul letto al centro della stanza vi era una coperta raffigurante un lupo occupato a ululare alla luna.

<<Puoi sistemare i tuoi vestiti in quell'armadio lì>> disse il biondo, dopo aver posato sul letto entrambe le loro borse.

<<Ma questa non è la tua stanza?>> domandò Chen.

<<La nostra>> ammiccò l'altro, facendo avvampare il minore.

<<Sei sicuro che ai tuoi vada bene?>> chiese ancora.

<<Chen>> disse avvicinandosi pericolosamente all'altro <<Non ho la minima intenzione di lasciarti dormire tutto solo in una casa che non conosci, e ai miei andrà bene non preoccuparti>> concluse, posando le labbra sulle sue in un dolce bacio che bastò per far demordere l'altra da ogni possibile protesta.

<<Approfittatore, non puoi comportarti così>> piagnucolò. Il maggiore conosceva fin troppo bene i suoi punti deboli e sapeva a cosa puntare per far sciogliere l'altro.

<<Stanza mia, regole mie>> ridacchiò.

Dopo aver afferrato un cuscino e averlo lanciato contro l'altro, che prontamente fu afferrato, i due cominciarono a disfare i bagagli. Quando ebbero finito qualcuno attirò la loro attenzione bussando alla porta.

<<Oppa, i nostri genitori sono arrivati,vi aspettiamo giù>> esordì Hesoo prima di tornare velocemente al piano inferiore.

Minseok si mosse, ma dopo aver notato il minore ancora immobile sul letto tornò indietro.

<<Qualcosa non va?>> chiese preoccupato.

<<E se non devessi piacergli?>> domandò, non riuscendo a trattenere i suoi pensieri. Il maggiore sorrise a quel pensiero, prese posto accanto a lui e intrecciò le loro mani.

<<Jongdae, andrà tutto bene, sii semplicemente te stesso e vedrai che i miei genitori si innamoreranno di te, proprio come ho fatto io>> lo tranquillizzò, schioccandogli un veloce bacio sulle labbra. E grazie a quelle poche parole, seppur di poco, il suo nervosismo si affievolì. Stringendo la mano del suo ragazzo e facendo profondi respiri raggiuse la cucina, dove la signora Kim era occupata a preparare la cena.

<<Omma>> la chiamò. La donna si voltò e dopo aver visto il ragazzo lasciò qualsiasi cosa stesse facendo per abbracciarlo.

<<Il mio bambino>> disse dolcemente.

<<Non sono più un bambino>> protestò altrettanto dolcemente il biondo.

<<Non discutere, per me sarei sempre il mio bambino, anche a quarant'anni>> sorrise <<E lui?>> chiese, dopo aver notato la sua mano intrecciata a quella del castano.

<<Lui è Jongdae>>

<<Oh, finalmente ho l'onore di conoscere il famoso Jongdae, sai mi ha raccontato molto di te>> disse abbracciando anche il minore.

<<Solo cose positive spero>> ridacchiò.

<<Beh, gli hai rubato il cuore, e lo ami nonostante alle volte possa essere un vero testardo, cosa c'è di più positivo?>>

<<Omma>> la richiamò, mettendo un broncio che i due ritennero adorabile.

<<Andate da tuo padre forza, io devo continuare con la cena>> disse, facendo l'occhiolino per riprendere poi la sua postazione. Minseok, sbuffando imbarazzato, lo guidò verso il salone, sicuro di trovarci il padre. E così fu, l'uomo, comodamente seduto su una poltrona era occupato a leggere un libro, non accorgendosi così dei due ragazzi.

<<Ciao papà>>

<<Oh figliolo, bentornato, sono così felice di vederti>> lo abbracciò. Nonostante all'apparenza potesse sembrare serio e composto , il castano, lo vide ammorbidirsi alla vista del figlio. Finalmente la figura del padre, tanto raccontato dal maggiore, poté avere un viso. Lo sguardo dell'uomo si spostò curioso dal figlio al ragazzo al suo fianco.

<<Papà, ti presento Kim Jongdae, il mio ragazzo>> lo introdusse al padre.

<<Piacere di conoscerla signore>> s'inchinò.

<<Così, sei tu il ragazzo che sta cercando di portarmi via l'erede. Non te lo permetterò, non ti accetterò mai>> disse serio, e il castano poté giurare di aver sentito il proprio cuore fermarsi per un momento. Lentamente si alzò dalla sua posizione, stringendo ancora più forte la mano del maggiore e cominciò a tremare. Lo sapeva, stava andando tutto troppo bene.

<<Ti sfido a duello>> continuò poi, assumendo una posizione da combattimento classica della scherma, facendo sgranare gli occhi del minore che guardò confuso il suo ragazzo.

<<Yah papà, falla finita. Lo dico io che i libri cavallereschi ti fanno male>> lo riprese Hesoo.

<<Ma>>

<<Niente ma. E poi sono sicura perderesti contro Chen-oppa>> disse poi sicura di sé.

<<Non dovresti tifare per tuo padre tu?>> piagnucolò.

<<Io tifo sempre per il mio oppa, e quindi sono automaticamente dalla parte di Chen-oppa>> concluse.

<<Tu piccola...>> borbottò l'uomo, facendo ridere i suoi figli. Dopo quello scambio di battute il castano si sentì finalmente calmo. La famiglia di Minseok era veramente simpatica, così ogni sua paura fu soppressa.

<<Benvenuto in famiglia Jongdae>> continuò l'uomo, stringendogli la mano sorridendo.

<<La cena è pronta>> li richiamò la signora Kim.

I quattro raggiunsero la sala da pranzo e si sistemarono intorno al grande tavolo presente. I due ragazzi si sedettero l'uno affianco all'altro, Hesoo davanti a loro e i genitori del maggiore presero posto ai capotavola. Cominciarono così a parlare di svariati argomenti, ma Hesoo e la signora Kim continuavano a lanciarsi occhiate complici, troppo curiose, non riuscirono a resistere.

<<Oppa, come vi siete conosciuti?>> domandò la ragazza. I due si guardarono e il maggiore cominciò a ridacchiare al ricordo mentre il castano assunse una sfumatura quasi rossastra.

<<Non credo sia così interessante>> rispose Jongdae.

<<O avanti, queste cose sono sempre interessanti caro>> lo incalzò la donna.

<<Ci siamo scontrati al campus, e mi ha chiamato muro>> disse ancora ridendo il biondo. Il silenzio calò nella stanza, prima che tutti i presenti, Chen escluso, cominciarono a ridere.

<<Oppa, di soprannomi divertenti ne hai avuti, ma muro è quello più originale>>

<<Ero di fretta per la prima lezione, così non ho prestato attenzione alla strada e sono finito per scontrarmi contro di lui>>

<<E sei anche caduto>> lo prese in giro.

<<Yah>> piagnucolò.

<<Beh, è stato un bell'incontro alla fine no?>> s'intromise il padre. I due annuirono in concordanza.

Ricominciarono a parlare, ma poco dopo la signora Kim riprese a parlare.

<<Chi ha fatto il primo passo?>> chiese curiosa.

<<Ovviamente io>> rispose il biondo orgoglioso <<Anche se mi ha dato dello stalker>> rise ancora.

<<Ma insomma figlio, che mi combini?>> rise la donna.

<<Sapeva tutto di me, e io a mala pena sapevo chi fosse, la domanda è sorta spontanea>> rispose imbarazzato il minore.

<<Dovevo pur sapere qualcosa prima di cominciare a corteggiarti>> si giustificò.

<<Ti ha corteggiato bene oppa?>> domandò Hesoo.

Il ragazzo, ricordando tutte le dolcezze e premure riservategli arrossì, per poi annuire.

<<Questo è il mio ragazzo>> rispose fiero l'uomo.

Il minore, nonostante i momenti d'imbarazzo e le domande frequenti dei famigliari, si sentì felice e parte della famiglia. I signori Kim lo trattavano come un figlio, e Hesoo come fosse un vero fratello. Ora sapeva da chi Minseok aveva preso le sue ottime qualità. Non gli sarebbe dispiaciuto passare più tempo con loro, ed era convinto che nei giorni che avrebbe passato lì si sarebbe divertito. Proprio nel momento in cui decise di addentare un pezzo di carne la signora Kim decise di intervenire ancora una volta.

<<E avete già...beh avete capito>>

A quelle domanda così improvvisa Jongdae quasi si strozzò con il cibo, a Minseok saltarono di mano le bacchette, il signor Kim sputò fuori la sua bevanda e Hesoo spalancò la mascella lasciandola cadere sul tavolo.

<<Omma!>> la richiamò Minseok, dopo aver recuperato lucidità, dando delle pacche alla schiena del suo ragazzo per cercare di evitarne il soffocamente.

<<Omma m-ma che domande sono?>> s'intromise Hesoo.

<<Che c'è, era una semplice domanda>> si giustificò.

<<Semplice quanto basta per uccidere 3 persone su 5 a tavola>> protestò il marito <<Tesoro, credo siano abbastanza grandi per gestire privatamente la loro vita sessuale>>

<<Ero solo curiosa>> borbottò indossando il broncio.

<<Ed è meglio che resti solo una curiosità senza risposta>> concluse Hesoo, non intenzionata ad avere particolari sulla vita sessuale del fratello, soprattutto a tavola.

La cena finì poco dopo, e Jongdae poté ringraziare il fatto che si fosse conclusa senza ulteriori domande imbarazzanti. Nonostante la donna avesse quasi tentato di ucciderlo però, si offrì per aiutarla a lavare i piatti e ripulire la sala da pranzo insieme a Hesoo. Minseok e il padre invece raggiunsero il salone dove si misero a discutere su alcune cose riguardanti l'azienda di famiglia e Jongdae, che ogni tanto si prendeva qualche secondo per osservali poté giurare che il suo ragazzo, concentrato sul lavoro, potesse essere ancora più bello. Per un momento, si perse ad immaginare entrambi alcuni anni dopo, e pensò che sarebbe stato il futuro più bello che avrebbe potuto mai sognare. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top