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Molti dei tavoli del ristorante vennero occupati. Seguendo le direttive che gli erano state date Jongdae si occupò di servire le bevande che Jaebum e Youngjae avevano preparato e le pietanze che uscivano dalla cucina. Su alcune cose si sentiva ancora insicuro, ma Hiolyn e il resto del personale lo incoraggiò tranquillizzandolo stesse facendo un buon lavoro. Le parole dei suoi amici sui possibili comportamenti dei clienti, ma quelli avuti fino a quel momento risultarono molto gentili e comprensivi perciò pensò che se fossero stati tutti così le paure dei ragazzi sarebbero state infondate.

<<Jongdae, Hiolyn>> li richiamò il proprietario.

Questi lo raggiunsero lasciando la sala nelle mani degli altri componenti dello staff.

<<Si?>> chiese la ragazza.

<<Preparate un tavolo privato per cinque>>

<<A che nome?>> domandò ancora lei.

<<Park>> rispose l'uomo.

<<Quel Park?>> e nel fare quella domanda la ragazza sembrò frustrata.

<<Sì. Dopo averlo preparato lascia che se ne occupi Jongdae>> disse.

<<Ma capo>> provò a ribattere ma fu interrotta da un gesto con la mano e un tono categorico.

<<Niente storie, ora andate>>

I due si misero subito al lavoro, ma Jongdae non poté ignorare l'espressione di preoccupazione sul viso della ragazza. Aveva provato varie volte a catturare la sua attenzione, ma questa sembrava persa fra i suoi pensieri. Conclusero i preparativi molto velocemente, e subito la ragazza si mosse a grandi falcate verso il bancone. Sembrava arrabbiata e Jongdae non riusciva a capirne il perché. La seguì e le si affiancò sperando di capire cosa scatenasse in lei quel comportamento.

<<Dammi un bicchiere d'acqua, fredda, ghiacciata>> ordinò battendo le mani sul bancone richiamando l'attenzione di Youngjae.

<<Rilassati donna, che ti è preso?>> domandò inarcando un sopracciglio ma dandole ciò che aveva chiesto.

<<Park>> disse buttando giù il contenuto del bicchiere in un solo movimento <<E lo ha assegnato a Jongdae>> sbraitò.

<<Ma si è bevuto il cervello?>> domandò Jaebum avvicinandosi ai ragazzi. <<Perché dovrebbe mandarlo in pasto ad un branco di lupi?>>

<<Me lo chiedo anche io. Sono ormai mesi che ho a che fare con loro e nonostante questo ho sempre voglia di ficcargli una forchetta in un occhio>> sbottò.

<<Non dirlo a me, avrei già messo del cianuro nelle loro bevande se non rischiassi di finire nei guai>> concordò Youngjae.

<<Qualcuno mi può gentilmente spiegare cosa sta succedendo?>> chiese finalmente il castano. Tutti si voltarono verso di lui, in silenzio per qualche secondo.

<<Quelli sono dei ragazzini viziati, figli di papà, odiosi, che si divertono a mettere in imbarazzo le altre persone>> disse Youngjae.

<<Per non parlare delle battutine a sfondo sessuale ogni due per tre che potrebbero far arrossire persino una pornostar>> continuò Hiolyn.

<<E quando bevono danno il peggio di loro>> concluse Jaebum.

<<Ma a parte questo non capisco la vostra preoccupazione. Sono un ragazzo, dovrebbero contenersi con me no?>> disse Jongdae.

<<Oh non pensare che questo ti possa aiutare. Una volta metà del personale prese l'influenza, così uscì in sala per aiutare. Mi toccò servire quel tavolo, e il fatto che non un ragazzo non ha di certo placato il loro comportamento. Per loro maschio o femmina non fa differenza>> spiegò il minore, ricordando l'episodio.

Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che un movimento all'ingresso del locale attirò la loro attenzione. Cinque ragazzi, che avrebbero potuto avere più o meno la stessa età del castano, stretti e spavaldi nei loro abiti firmati si muovevano a loro agio nella sala.

<<Buonasera tesoro>> disse quello che sembrava essere il capobanda, posando il suo braccio sulle spalle di Hiolyn <<Ci mostri il nostro tavolo?>>

La ragazza era troppo occupata a pensare se fosse meglio staccargli il braccio a morsi o un calcio diretto nei paesi bassi per rispondergli prontamente, ma in suo aiuto accorse il castano.

<<Sarò io a servirvi per questa sera signori>> disse, mantenendo un tono cordiale.

<<Uhh, carne fresca>> esultò uno dei ragazzi, avvicinandosi a pochi centimetri dal suo viso leccandosi le labbra.

A Jongdae bastò solo quel gesto per emulare i suoi pensieri a quelli dei suoi amici, e dovette trattenersi per evitare di dare una testata al ragazzo che lo aveva appena paragonato ad una bistecca. Nonostante questo combatté per mantenere un sorriso di circostanza, facendogli strada fino al loro tavolo. Aspettò che tutti i ragazzi prendessero posto per poi consegnare ad ognuno di loro un menù.

<<Tornerò fra poco per prendere la vostra ordinazione>> disse gentilmente.

<<Posso ordinare te servito su un piatto d'argento? Sembra un piatto davvero invitante>> ridacchiò uno dei ragazzi.

Jongdae lo ignorò e tornò al bancone trovandovi ancora tutti i ragazzi.

<<Ma se gli ficco qualcosa giù per la gola potrebbe passare per un innocuo soffocamento di massa?>> chiese retorico.

Gli bastarono pochi minuti passati con loro per fargli capire che quei ragazzi avrebbero reso quella serata lunga e infernale. 

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