Parte 4

-Dovresti riposare-mi disse il padre di Tae- Sono giorni che non lasci la stanza, se non per comprare da mangiare e farti una doccia-

-Perché non si sveglia?- chiesi osservando il ragazzo disteso nel letto d'ospedale.

-Ha preso un colpo molto forte Hoseok, ha bisogno di rimettersi in forze, si sveglierà- strinse una mano sulla mia spalla.

Dopo l'esplosione lo portammo urgentemente in ospedale. Il dottore ci informò che doveva essere operato per rimuovere le numerose schegge presenti nel suo corpo e per bloccare l'emorragia celebrale in corso. Furono le ore più lunghe della mia vita, dopo 4 ore il dottore ci disse che l'operazione era stata un successo, i parametri erano stabili, con un po' di fortuna non avrebbe riportato danni. Da allora decisi di non lasciarlo solo nemmeno un attimo, volevo essere al suo fianco nel momento in cui si sarebbe svegliato, ma era passata una settimana e ancora nulla.

-Hai sentito gli altri?- mi chiese.

-Si sono stati costretti ad andare alla sede centrale per alcune deposizioni. Sono in viaggio di ritorno-

-Devo ringraziarvi, non avevo mai visto Tae così felice. In tanti anni ho provato di tutto per compensare la mancanza di sua madre, ma nonostante tutto mancava sempre qualcosa. Sono bastate poche settimane con voi per farlo sorridere di cuore. Sai, di solito durante le superiori ogni adolescente ha le prime esperienze con l'amore, ma lui non è mai stato interessato a queste cose, mi sembrava strano-mi guardò serio prima di continuare, sentivo un nodo alla gola, non sapevo come avrebbe reagito al sapere che il figlio fosse innamorato di un ragazzo, e se mi avesse odiato? Se mi avesse allontanato da lui? – tu lo ami?- concluse e non esitai a rispondere.

-Si, lo amo immensamente, dal primo momento in cui l'ho visto. Eravamo solo due bambini quando ci siamo conosciuti, era diverso da tutti gli altri che conoscevo, ho sempre pensato fosse speciale. Nonostante tutti questi anni passati senza vederlo, non riuscivo a togliermelo dalla testa. Mi sono sempre chiesto che tipo di persona fosse diventata, e devo dire che ero sorpreso quando ho scoperto che avremmo entrambi fatto parte della squadra, è stata una piacevole coincidenza-

-Non è stata una coincidenza- disse l'uomo sorridendomi. Lo guardai con aria interrogativa.

-Parlava sempre di quel bambino che aveva conosciuto nella serra, sapevo che i suoi sorrisi erano spesso forzati, ma solo quando parlava di te il sorriso nasceva sinceramente. Per questo motivo ho chiesto al tuo capo di mandare te, e per questo io ho mandato Tae. Speravo che incontrandoti sarebbe tornato ad essere felice, e sono contento di aver preso la decisione giusta- sentì gli occhi umidi. Quest'uomo, era grazie a lui se ci siamo rincontrati, è a lui che devo la mia felicità. Mi sorrise prima di lasciare la stanza dirigendosi alle macchinette. Presi la mano del ragazzo che da troppo tempo ormai era in silenzio e la strinsi.

-Hai sentito Tae, è stato tuo padre, lui ha fatto in modo che ci ritrovassimo. Dobbiamo ringraziarlo. Smettila di poltrire, voglio rivedere il piccolo ed energico te correre per la villa, che ora in tua assenza è così silenziosa. Per tutti questi anni ti ho amato in silenzio, ma ora che so che anche tu mi ami voglio dirti tutte le parole che non ti ho detto, voglio darti tutti i baci che ho sempre sognato di darti, voglio stringerti a me. Per questo , non puoi abbandonarmi così, non osare lasciarmi solo, senza di te io sono vuoto, io ho bisogno di te. Per favore piccolo, svegliati. Sei sempre stato tu, tu e solo tu sei il mio girasole- le lacrime iniziarono a percorrere il mio viso senza che potessi fermarle.

-E...tu...sei...sempre...stato...il...mio...sole- sentì la sua flebile, ma bellissima voce.

-Tae...Tae...- mi gettai su di lui cercando di fargli il meno male possibile, e lo strinsi a me – sei un pazzo, mi hai fatto perdere dieci anni di vita, non farlo mai più. Promettimi che sarai sempre al mio fianco. Promettimi che non mi lascerai mai - mi allontanai e premetti le mie labbra sulle sue, un contatto leggero, che fece prendere il volo alle farfalle nel mio stomaco. Vidi la sorpresa e il rossore comparire sul suo viso, prima di lasciar posto al suo splendido sorriso quadrato.

-Te lo prometto Hobi-

-Tae- suo padre tornò nella stanza con due caffè in mano, e alla vista di suo figlio sveglio cominciò a piangere.

-Vi lascio soli, vado a chiamare gli altri- dissi prima di lasciare la stanza.

[TAEHYUNG POV]

Mio padre si avvicinò velocemente a me per poi abbracciarmi fra le lacrime. Ero contento di vederlo sano e salvo.

-Non piangere papà, sto bene-

-Non ho mai avuto così tanta paura, avevo il terrore di perderti-

-Avrei fatto di tutto per salvarti papà, e non esiterei a rifarlo-

-Devi smetterla di far preoccupare le persone. Anche i ragazzi erano in ansia per te. Hoseok non ha mai lasciato la tua stanza- mi sorrise e un velo di imbarazzo si impossessò di me e lui se ne accorse- è un bravo ragazzo Tae, mi piace, e poi almeno ora sono più tranquillo nel sapere che c'è qualcuno che eviterà che tu faccia disastri- non potevo spiegare la felicità provata nel sapere che mio padre accettava la mia relazione con Hobi. Il nostro discorso fu però interrotto dai ragazzi che entrarono nella stanza come una valanga. "Taeee" urlarono tutti prima di saltarmi addosso fra sorrisi e lacrime.

-Siamo felici che ti sia risvegliato - disse il più piccolo.

-Ci hai fatto davvero preoccupare marmocchio- seguì Suga.

-Tu...Tu...piccolo miserabile, giuro che se solo osi pensare un'altra bravata simile ti faccio fuori con le mie mani- disse Jin puntandomi un dito contro, prima di abbracciarmi.

-Ci hai fatto morire di paura, non farlo mai più. È un ordine- sentenziò Namjoon.

Pochi giorni dopo fui dimesso e potei tornare alla villa con i miei amici.

* * *

Le sue labbra divoravano le mie, in un bacio desideroso e bagnato, un bacio che conteneva tutte le parole e i sentimenti tenuti nascosti in tutti questi anni. Mi fece delicatamente distendere sul letto, mettendosi sopra di me, posandosi sui gomiti per non pesare sul mio corpo. Mi privò di ogni indumento, prima di fare la stessa cosa per sé. Guardò il mio corpo e vidi la tristezza nei suoi occhi. Ero sul punto di chiedergli se qualcosa non andasse , quando si chinò su di me e cominciò lentamente a posare dei baci su tutte le mie cicatrici. Sentivo bruciare ogni singola parte del mio corpo dove le sue labbra si posavano. Portò il suo viso a pochi centimetri dal mio, misi una mano dietro la sua nuca e lo tirai a me, catturando nuovamente quei boccioli rosei che tanto avevo desiderato. Si spostò sul mio collo lasciando leggeri morsi per poi baciare quello stesso punto, facendomi liberare i gemiti che tentavo di nascondere per la vergona.

-Non trattenerti Tae, voglio sentirti- disse con voce roca al mio orecchio, creandomi brividi lungo tutto il corpo che confluivano tutti in un unico punto. Cominciò a percorrere tutto il mio addome con la lingua, fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio sesso.

-Voglio farlo io Hyung- dissi spingendolo sul letto e prendendo posto su di lui. Lasciai umidi baci su tutto il suo corpo prima di arrivare al suo interno coscia mordicchiando dolcemente la sua pelle. Lo senti rilasciare dei gemiti che mi incentivarono a continuare. Inglobai completamente la sua asta, cominciai a succhiare e leccare, alternando veloci e lenti movimenti circolari della lingua, sentendolo diventare sempre più duro. Continuai quel vortice di movimenti fino a quando non capì che fosse vicino, in quel momento mi staccai e guardai i suoi occhi pieni velati dal desiderio. Invertimmo le nostre posizioni e tornai con la schiena su materasso. Lo vidi inumidirsi le dita e portarle a stimolare la mia entrata. Stinsi gli occhi per il fastidio mentre lui tornò a divorarmi nel tentativo di distrarmi, sussultai all'ingresso del secondo dito.

-Shhh, passerà presto- mi sussurrò. Continuò a sforbiciare, preparandomi alla fase successiva. Non riuscivo più a resistere, volevo diventare un'unica cosa con lui.

-Rendimi tuo Hyung- lo sentì ispirare profondamente e sistemarsi meglio fra le mie gambe. Cominciò a penetrarmi lentamente, e una fitta di dolore mi invase. Tornò a baciarmi avidamente, dandomi il tempo di abituarmi alla sua presenza, poi gli diedi il consenso a muoversi. Si mosse lentamente, avanti e indietro, e sentì il dolore lasciar posto al piacere più intenso. La stanza si riempì dei nostri gemiti. Aumentò la velocità e la forza delle spinte, le mani saldamente ancorate ai miei fianchi. Cominciai ad andargli incontro, seguendo i suoi movimenti, aprì gli occhi per guardarlo, e la vista, nonostante le lacrime per il piacere, fu la più bella che avessi mai visto. Sentì i suoi movimenti diventare sempre più sconnessi, l'orgasmo ci invase nello stesso momento, facendomi sentire pieno di lui. Rimanemmo così per qualche minuto, guardandoci negli occhi, sorridendo, cullati dal suono dei nostri cuori che battevano all'unisono. Uscì da me, lasciandomi una sensazione di vuoto.

-Ho qualcosa per te- disse alzandosi e prendendo una scatola, me la porse e mi disse di aprirla. Al suo interno c'erano due collane abbinate, una con un girasole ed una con un sole. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

-Sono...sono bellissime- dissi con voce spezzata.

-Girale- disse. Girai il sole e notai le lettere "JH" incise, mentre il girasole era marchiato da "KT". Prese la catenina con il sole e me la mise al collo, mettendosi poi quella con il girasole.

-Ti amo Kim Taehyng. Tu sei il mio girasole- disse sorridendomi.

-Ti amo anch'io mio sole- risposi per poi baciarlo dolcemente sulle labbra.

6 ANNI DOPO

-Che vuol dire che si comporta in modo strano Tae- chiese Jimin.

-A me sembra sempre il solito, anche ieri durante la missione era ben concentrato- seguì Kookie.

-Non lo so ragazzi. Sembra così assente, sempre con la testa fra le nuvole. Quando provo a parlarne mi risponde che va tutto bene, ma a me sembra così strano-

-Da quanto tempo è così?- chiese il più piccolo.

-Una settimana- sospirai.

-Non può essere colpa del lavoro? Fare il medico mi sembra stancante. Forse ha solo bisogno di distrarsi un po', dopo tutto i suoi orari di lavoro sono pesantissimi-

-Non lo so. Ma se c'è qualcosa che lo turba vorrei me ne parlasse-

-Tae, oggi siamo tutti invitati da Namjoon e Jin per il loro anniversario, vedi come si comporta questa sera, e se la serata non lo aiuterà a rilassarsi ne parlerete- concluse Jimin.

* * *

-Congratulazioni- urlammo tutti, alzando i calici per festeggiare la coppia.

-Sembra ieri quando Namjoon ti ha fatto la proposta di matrimonio. E non dimenticherò mai la tua faccia- rise Jimin.

-E nonostante tutti questi anni insieme siete ancora felici e contenti come una coppia di nonnetti- replicò il più piccolo guadagnandosi un pugno sul braccio dal leader.

-Grazie a tutti per essere qui ragazzi, davvero, voi siete la mia famiglia- rispose Jin commosso.

-Fu un matrimonio fantastico. Certo se togliamo i tuoi scleri nei preparativi- continuai io.

-Già. Ci hai sfruttati fino alle ossa, e tutto gratis- seguì Suga ricevendo un'occhiataccia dal maggiore. Tutti ridemmo, era vero, i preparativi furono veramente distruttivi per noi. Fummo obbligati ad aiutare Jin con tutto, i fiori, la location, il catering, e si anche i vestiti, perché doveva approvare i vestiti che avevamo intenzione di indossare. Ma ne valse la pena. Passammo tutta la serata e ricordare i vecchi tempi all'università, quando ancora vivevamo tutti insieme. Dopo la laurea rimanemmo tutti a Seoul ma andammo a vivere i posti separati. Non che la vita con Hobi fosse noiosa, ma mi mancavano i momenti passati tutti insieme sotto lo stesso tetto.

Il giorno dopo mi svegliati con un mal di testa tremendo, avevamo esagerato con l'alcool. Mi mossi nel letto tastando al mio fianco in cerca di Hobi, ma non lo trovai, al suo posto c'era un bigliettino, sentì il cuore in gola.

Ti aspetto al parco dietro casa. Devo parlarti.

Queste semplici parole bastarono a distruggermi. Voleva lasciarmi, ne ero sicuro, ecco perché era così distratto in questi giorni. Non gli avrei reso il tutto facile, avrebbe dovuto darmi una seria motivazione, che io accettassi, ed ero sicuro che non ne esistessero. Mi vestì in fretta e raggiunsi il luogo dell'incontro. Era un parchetto isolato, nonostante fosse ben curato non era molto conosciuto. Andavamo spesso lì per dei picnic al chiaro di luna, amavo quel posto, l'ho sempre considerato il "nostro posto segreto", non posso credere che abbia deciso di lasciarmi proprio lì. Ero arrabbiato. Lo vidi, era sul piccolo ponte in legno intento a fissare il suo riflesso nell'acqua. Rimasi a fissarlo in silenzio, avevo paura di avvicinarmi, perché consideravo ogni mio passo verso di lui come una vicinanza alla fine. Decisi di avanza però quando alzò lo sguardo e mi vide. In poco tempo fummo l'uno di fronte all'altro, rimanemmo in silenzio per qualche secondo.

-Grazie per essere venuto- disse.

-Di cosa mi devi parlare?- mi sentivo morire dentro, cercai di non darlo a vedere, ma il tono di preoccupazione mi tradì.

-Sai, in questi giorni ho pensato tanto a noi, al nostro rapporto. Ho ripensato al nostro primo incontro in quella serra, e lì che cominciò tutto. Il nostro amore sbocciò proprio insieme a quei fiori. Per tanti anni ci siamo amati in silenzio, senza fare un passo verso l'altro, per paura, per incertezza o per altro. Quando stavo per perdere le speranze siamo stati mandati qui per formare un nuovo gruppo, e quando ho saputo che ti avrei rivisto ero al settimo cielo, non esistono parole per spiegare il mio stato d'animo. Poi ci fu l'incidente alla sede, lì mi dichiarasti i tuoi sentimenti, e senza darmi il tempo di darti una risposta, e ti sei lanciato in una missione suicida. In quel momento ho provato nuovamente il terrore di perdere la persona amata, prima mio padre, poi tu. Decisi che se avessi perso anche te, non avrei mai più amato nessuno. Ma ti sei svegliato e in quel momento è cominciata la nostra vita insieme. È stata una vita piena di alti e bassi, spesso abbiamo litigato, abbiamo riso, abbiamo pianto, c'eravamo sempre l'uno per l'altro. Ma non abbiamo fatto tutto soli, se non ci fossero state le persone che oggi formano la nostra famiglia forse noi oggi non saremmo qui. Ripensando a tutto questo ho preso una decisione, e voglio comunicartela proprio davanti a loro- mi voltai e vidi tutti i nostri amici, e mio padre. Tutti sorridevano calorosamente. Vidi mio padre avvicinarsi e stringermi in un abbraccio, per poi posare una piccola scatola tra le mani di Hobi. Tornai con gli occhi su quel ragazzo che era capace di scatenare la più grande confusione in me. Fece un grande respiro, mi sorrise, si inginocchiò e aprì la scatola rivelando l'anello al suo interno. Non potevo crederci, io ero convinto volesse lasciarmi e invece... portai le mani alla bocca.

-Kim Taehyung. Vuoi sposarmi e vivere il resto della tua vita al mio fianco?-

-Sì...Sì...mille e mille volte sì- gli saltai al collo e iniziai a baciarlo tra le lacrime e i festeggiamenti dei nostri amici. Guardai mio padre, anche lui sorrideva fra le lacrime.

-Voi...voi lo sapevate- dissi puntando Jimin e Kookie.

-Certo che lo sapevamo, Hobi è andato con Suga a scegliere l'anello- rispose Jimin.

-Mica potevamo rovinarti la sorpresa, è una settimana che tentiamo di organizzare il tutto per non farci beccare- sorrise il più piccolo.

Ero felice. Così come il sole e il girasole, ora anche noi saremmo stati legati per sempre.

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