11. Ford V8 Flathead
Alabama
Apro gli occhi assonnati, cercando ancora di abituarmi all'idea di essere nel mio lettino rosa.
Mi giro per stiracchiarmi, trovandomi però Daniel attaccato al viso, beatamente addormentato.
Sorrido guardandolo, tutto spettinato e con la bocca lievemente aperta come i bimbi.
Cercando di fare piano mi alzo, ridendo nel vedere come inconsciamente occupi subito tutto il letto.
Mi rendo conto solo ora di essermi addormentata truccata e vestita ieri, così decido di andare subito a farmi una doccia fredda per svegliarmi completamente.
Quando esco dal bagno, Daniel è ancora addormentato, mentre dal piano di sotto sento rumore di pentole e chiacchere mattutine.
Mi metto i primi vestiti che trovo e scendo.
Ci sono poche cose al mondo che ami come casa mia, il mio posto a tavola, la mia tazza di Harry Potter e i miei pancake a forma di orsetto.
E no, non mi interessa per niente se non ho più nove anni, queste cose rimarranno per sempre.
"Ben svegliata principessa" Esclama mia mamma vedendomi entrare in cucina, facendomi sorridere. Mi avvicino per lasciarle un rapido bacio sulla guancia, prima di informarmi su papà e nonno, entrambi usciti di casa molto presto.
"Ma meglio così" Continua lei dopo avermi dato le spiegazioni richieste "Così possiamo parlare un po' fra donne".
Dicendo questo mi porge la tazza di caffè fumante e il piatto di pancakes, sedendosi poi davanti a me con una colazione uguale anche per se stessa.
"Allora, Daniel non ha dormito sul divano ieri" Inizia così il discorso più imbarazzante mai affrontato tra noi.
Non che non abbiamo mai parlato di ragazzi, ma insomma, un tempo si parlava di piccole cotte e bacetti a stampo rubati. Da quando le cose sono diventate, come dire, adulte, l'argomento è stato abilmente evitato da entrambe.
Già, nemmeno il classico discorsetto sullo stare attenta e l'usare i preservativi. Non che volessi riceverlo, sia chiaro, ma questo rende ancora più imbarazzante il fatto che mamma parli di Daniel e di dove abbia dormito.
"L'hai notato" Mi limito a rispondere, prendendo un sorso di caffè. Lei sorride, scuotendo la testa e copiando il mio gesto.
"Tesoro, l'abbiamo notato tutti. Papà voleva venire a buttarli giù dal letto, ma gli ho fatto capire che ormai sei grande, non può pretendere tu non dorma con un uomo per il resto della tua vita!".
Annuisco, arrossendo abbondantemente. "Se può rassicurarlo, io e Daniel abbiamo dormito, niente di più" Confesso con totale onestà, anche se mia mamma sembra non credere alle mie parole.
"Bama, anche se aveste fatto l'amore non è mica un sacrilegio! Puoi dirlo a tua mamma, ti ho partorita io sai, come pensi tu sia venuta al mondo" Quasi mi strozzo con il primo morso preso, aiutandomi a deglutire bevendo.
"Mamma ti prego, non farmi ora il discorso che non mi hai fatto a quindici anni" Ribatto, sempre più imbarazzata.
"Va bene, va bene. Ma lasciami dire che il signorino è molto carino, sarei rimasta delusa nel sapere che tra voi non c'era davvero niente come mi avevate detto!".
Vorrei stare qua a spiegarle come effettivamente al nostro arrivo a Scranton tra me e Daniel non ci fosse niente, ma proprio in questo momento l'australiano fa il suo ingresso in cucina.
Il viso addormentato, i ricci scompigliati, il petto nudo e un sorriso confuso.
"Chi è molto carino?" Domanda, sbadigliando e stiracchiandosi.
Io lancio un'occhiataccia a mia mamma, che alza le mani cambiando discorso e mettendosi a parlare del meteo.
Ho passato tutta la mia adolescenza ad evitare questi momenti di sano e puro imbarazzo, ritrovandomici a vent'anni suonati. Pensavo che da adulta certe cose non sarebbero successe più, ma con Daniel sembra io sia tornata indietro nel tempo.
In effetti è una vera e propria cotta adolescenziale, di quelle che ti fanno torcere lo stomaco, che ti fanno sorridere senza motivo, che ti fanno credere nell'amore, l'amore vero.
Daniel
"Ciao!" Diciamo in coro io e Alabama osservando sua mamma che esce di casa, lasciandoci soli.
Ci troviamo in salotto, seduti sul divano, in silenzio. Non è la prima volta che bacio una ragazza, ovviamente, ma erano anni che non mi sentivo così spaesato.
Non so cosa fare, cosa dire o come muovermi. Ho paura che qualsiasi cosa possa rovinare questo equilibrio di cristallo creatosi fra noi.
Alabama è una ragazza straordinaria, ma in questo periodo della sua vita è fragile come una bambola di porcellana e il fatto che si sia fidata di me, non mi dà il consenso nel trattarla come più mi aggrada. Devo prendermene cura, voglio prendermene cura.
"Allora, cosa si fa in una normale mattinata di Scranton?" Chiedo dopo qualche secondo, spezzando il silenzio assordante. A giudicare dal suo sorriso che ne segue, dev'essere sollevata io abbia deciso di parlare per primo.
Come se non ci fosse appena stato un imbarazzo mortale, si alza tutta contenta.
"Conosco un posto che ti potrebbe piacere" Esclama, porgendomi la mano per farmi alzare. Senza batter ciglio la seguo fuori di casa, mentre sale in macchina e mi obbliga al posto del passeggero.
Ci mettiamo un po' ad arrivare a destinazione, ma aveva ragione, la meta è decisamente nel mio stile.
"Teller's" Leggo a voce alta la scritta rossa sulla grande insegna a bordo strada, in prossimità della svolta che prende Alabama, facendoci entrare in quella che facilmente deduco essere l'officina di suo padre.
"Benvenuto nel regno di papà" La ragazza scende dall'auto entusiasta, correndo diretta verso l'interno del garage. Io, dal canto mio, mi sento a casa. Profumo di olio, motore, gomma usurata e asfalto. Un sorriso istintivo mi compare in volto, prima che la stessa Alabama e il Signor Teller attirino la mia attenzione.
Lei mi lancia un paio di guanti da lavoro addosso, ridendo e facendomi cenno di seguirla.
"Dan! Daniel sei vivo?!" Poso a terra la chiave inglese, mia fedele compagna in questa lunga mattinata, spingendomi fuori dal sotto della vecchia Mercedes con cui stavo litigando da un bel po'.
Alabama è in piedi davanti a me, i capelli raccolti in una coda alta, il viso sporco di grasso e gli occhi illuminati dalla felicità.
"Pausa pranzo Ricciardo e non ribattere" Mi dice, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Mi chiede della macchina a cui stavo lavorando, di quale penso sia il problema e di come credo di risolverlo. Ci mettiamo così a parlare dell'auto, mangiando due hot dog caldi e bevendo a metà una birra tiepida. Non il miglior pranzo della mia vita, ma la compagnia vale tutto.
"E quindi pensi di essere vicino ad aggiustarla?" Sembra sorpresa, fin troppo sorpresa, così mi fingo offeso.
"Non credi che io possa farcela? Sai che volevo fare il meccanico da piccolo? Certo, poi il mio immenso talento alla guida mi ha portato altrove" Come risposta ricevo un bello sbuffetto sulla nuca, prima che si rimetta a ridere e a prendere un morso.
"Non è che non credo tu possa aggiustarla, è che la Mercedes dell'ottantanove è il grande mistero della nostra officina. Sono anni che è abbandonata, nessuno è mai riuscita a ripararla, nemmeno mio papà. Tant'è che ci è stata regalata dal proprietario, ormai rassegnato, e da allora prende polvere in attesa che un giovane aitante meccanico si presenti e le ritorni la vita" Spiega lei, facendomi accigliare divertito.
"Vuoi dirmi che ho speso ore e ore della mia esistenza ad aggiustare un auto che non può essere aggiustata?".
La osservo mentre annuisce, sempre più sorridente, scendendo poi dal muretto dov'era seduta e invitandomi a fare lo stesso.
Mi afferra la mano, trascinandomi a forza sul retro dell'officina.
"Questa, invece, è la mia bimba" Toglie un telo verde vecchio ed evidentemente posto lì da anni, scoperchiando una Ford vecchio modello.
"Ford V8 Flathead ti dice niente?" Mi chiede, aspettando una risposta che però non arriva.
"È una gran bella auto d'epoca" Rispondo io "E suppongo essere la tua prima auto".
Annuisce, accarezzando la carrozzeria bianco panna e aprendone la portiera. Nonostante sia vecchio stile, è evidente come la macchina sia stata rimodernata, con interni di pelle nuova e gadget devisamente più moderni di quelli originali.
"Questa, mio caro, è l'auto che più ho voluto in vita mia. Avevo otto anni, ero in Texas con mamma e papà e ci trovavamo in un museo. Esposta una sorella di questo gioiellino, l'ho chiesta così tanto che alla fine papà ne ha trovata una mezza scassata e l'ha rimessa a nuovo giusto in tempo per i miei diciotto anni. Peccato io l'abbia usata poco o niente" Il tono si fa lievemente malinconico, mentre sale dalla parte del guidatore e ruota lo sterzo prima a destra e poi a sinistra.
Mi siedo al posto del passeggero, chiudendo la portiera e guardando con attenzione i dettagli minuziosamente curati. Dev'esser stato fatto un lavoro non da poco per renderla così.
"E come mai una bambina di otto anni si è innamorata di una macchina così?" Le chiedo girandomi verso di lei, che fa altrettanto per guardarmi in faccia.
"Perchè è la macchina di Bonnie e Clyde!" Grida, fin troppo esaltata dalla cosa, mettendosi seduta composta e tirando fuori dal cruscotto le chiavi.
Subito dopo, il vecchio motore inizia a fare rumore, facendo partire la macchina.
danielricciardo
Piace a Fabioquartararo20 e altri
danielricciardo Shout out to @Tellersgarage, had soooo much fun today!
.
McLaren 🔥🔥🔥
AlabamaTellerOfficial New mechanic right? Nice.
/danielricciardo 👨🏻🔧😎
Tellersgarage Good job man!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top