Le storie - La cantina infestata (Astra_Ale)
„E se ci fosse qualcuno qui con noi?"
„Beh, qualcuno c'è di sicuro, tipo ragni, scarafaggi..."
„Oddio che schifo, dai Giorgio smettila. Intendo qualcun altro"
„Ahh, il mostro balù? Certo, non la sai la leggenda di questa cantina?" „Cos'è?"
„Pochi anni dopo la sua costruzione, ci fu un periodo di piogge e maltempo tale che fece straripare tutti e due i fiumi qui vicini, e la cantina venne sommersa. Il maestro vinicolo aveva un'attenzione maniacale per le sue botti, e si dice che sia rimasto qui cercando di salvarle, urlando e pregando per poi morire annegato. La cosa strana è che non fu mai trovato il suo corpo. Nei vari anni si sono sentite poi storie di persone che incontravano un uomo qua sotto, il quale insisteva per aiutarlo a portare fuori le botti prima che l'acqua salisse..."
Kevin scosse la testa.
„Dai Giorgio non dirle ste stronzate che poi Anna ha paura per niente." „No ragazzi, io ho paura di queste cose, ma davvero è successo?"
„Non lo so, me lo raccontava mio nonno. Diceva di non crederci ma questa stanza non si usa più da decenni, per scaramanzia. Io non credo in queste cose e secondo me è inutile lasciare una stanza vuota, posso farmi una stanza per me, sarebbe fantastico."
„Si, poi ci inviti."
Erano un gruppo di amici da tanto, anche se al momento mancava Rocco, superstizioso com'era non ci pensava neanche per sbaglio a scendere lì sotto.
„Ragazzi ma non possiamo tornare indietro?"
„Perché, hai paura? Figurati, i fantasmi mica esistono"
La luce di un neon si spense per un attimo, poi tornò.
Anna si fermò tirando Giorgio per il braccio.
„Avete visto anche voi quello che ho visto io?"
„Ma cosa? Ti sembra di vedere cose che non ci sono" fece Giorgio.
„No no, ho visto qualcosa anche io" ribatté Kevin.
„Ragazzo scusate io torno indietro, non voglio finire come quello degli horror."
Giorgio sbuffò.
„Ormai siamo a più di metà, è inutile fermarsi."
„Kevin è inutile che mi tocchi sulla spalla per farmi paura, tanto lo so che sei tu."
„Cosa dici Anna, non ho fatto nulla! Sarà stato Giorgio."
„Si certo, io dall'altra parte? Non ho le braccia die Barbapapà, così tanto non mi allungo"
„Vi giuro qualcuno mi ha toccato la spalla, è dietro di me, ma ho troppa paura per girarmi, che ansia..."
„Lo faccio io" disse Kevin, „Vedrai che non c'è nessun-ALLEH! E questo chi cazzo è?!"
Di colpo si spinsero tutti verso Giorgio, osservando la figura dietro di loro. „Presto, le botti, dovete aiutarmi! L'acqua sta salendo"
Scoppiò il panico. Iniziarono a spingersi, correndo a perdifiato verso il basso. Anna urlava spaventata a morte mentre Kevin imprecava senza sosta. Ad un certo punto, Giorgio li bloccò.
„Che idioti che siamo, magari era un dipendente che deve fare il simpatico. Comunque intanto siamo arrivati alla stanza."
Anna, che soffriva anche di asma, aveva il fiatone e le tremavano le mani.
„Ve lo scordate che entro, siete scemi? Voglio uscire da qua."
Kevin si guardava intorno guardingo.
„Magari era davvero solo un dipendente... E comunque se era lì non può essere anche qua dentro." „E va bene, vi seguo solo perché non voglio rimanere fuori da sola"
„Io ho un piccolo pugnale in caso servisse" bisbigliò Giorgio. „Non faccio domande" commentò Kevin.
Insieme varcarono la porta, entrando nella cantina abbandonata. Era impolverata, con qualche goccia di vino rosso sangue qua e là
„Visto, non c'è niente di strano qua."
Appena detto la porta si chiuse dietro di loro con un tonfo.
„Sta succedendo di nuovo... „
Anna si strinse a loro mentre Giorgio iniziava a essere spaventato sul serio. „Sembra di stare in quei film horror scadenti."
Kevin sospirò.
„Ragazzi, l'acqua, sta salendo l'acqua! Le mie botti!"
La voce proveniva da fuori la porta. D'un tratto il pavimento iniziò a bagnarsi, prima solo poche gocce, poi sempre più tanta acqua, che saliva inesorabile. Imprecazioni e maledizioni riempirono la stanza, come a coprire il terrore che provavano: come era possibile che ci fosse dell'acqua? Come sarebbero usciti?
Si trovarono ben presto immersi fino alla vita mentre cercavano altre uscite, dopo aver appurato che la porta fosse bloccata. Anna tremava dalla testa ai piedi ma si dava da fare, finché non trovò una
piccola finestrella dietro degli scatoloni. Con l'aiuto degli altri, spaccò il vetro con una sedia, poi cercarono un modo per raggiungerla . I gesti erano frenetici, l'acqua quasi alla gola. Riuscirono ad infilarsi e fuggire, stupiti. Non sembrava vero, eppure erano bagnati fradici.
Giorgio non volle mai più parlarne, così nemmeno loro.
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