La Foresta dei Ghoul


Titolo: La Foresta dei Ghoul

Autore: @SamAdel13

Elementi segreti: Foresta, Ghoul, Gatto




Il sole tiepido del mattino aveva investito la camera da letto. Jane si svegliò con calma, concedendosi qualche minuto avvolta nella trapunta calda sulla quale spiccava un motivo di ciclamini e orchidee. Aspettò che suonasse la sveglia prima di alzarsi ma il tempo che passava lasciava sorgere un terribile dubbio che le si concretizzò quando decise di guardare l'ora: era in ritardo. - Ahi! - Ricadde sul letto più velocemente di quando si era alzata e guardandosi i piedi vide il perche: la sveglia era finita in terra rompendosi. - Maledetto gatto. -
Si vestì velocemente, promettendo a se stessa di raccogliere tutto più tardi e meditare seriamente sulla possibile castrazione del colpevole.
Arrivata davanti alla biblioteca trovò il signor White spazientito. - Sono le 8:30 signorina Smith - la riproverò aspramente l'anziano, - la biblioteca doveva essere aperta già da mezz'ora! - Armata della pazienza e di un sorriso di circostanza lo superò aprendo la porta. - Mi spiace signor White, di solito... - ma le scuse furono liquidate da un gesto della mano del vecchio.

Seduta alla scrivania si massaggiò il collo mentre il computer finiva di accendersi. Era un vecchio modello e ci voleva un po' prima che caricasse tutti i driver e fosse pronto a collaborare con lei. Aveva già fatto richiesta al comune per un poterne acquistare uno nuovo ma l'impiegato con il quale aveva parlato non era stato incoraggiante sull'esito della risposta: - e poi acosa serve un computer in biblioteca -, le aveva detto per congedarla. "Già , a cosa serve", pensò guardando la lista di libri nuovi da inserire e quella delle richieste di volumi praticamente sconosciuti. Sospirò rassegnata all'ottusità.

Un quarto alle tredici il signor White fu l'ultimo ad uscire dalla biblioteca, rigorosamente senza salutare, ma sapeva che sarebbe tornato puntuale alle quindici e trenta quando avrebbe riaperto dopo la pausa pranzo. Adesso la biblioteca era sola per lei.
Durante l'orario di lavoro era difficile leggere senza essere interrotti, per questo motivo aveva iniziato a preferire quelle manciate di ore libere quando si apprestava a leggere una nuova storia.
Quel giorno accompagnò la sua insalata di pollo con una raccolta di racconti: "La Foresta dei Ghoul".

* * *
Cagliostro arrivò puntale alla finestra della biblioteca. Era sempre aperta per lui.
Con un balzo entrò e si avviò pimpante verso il suo pranzetto ma la sua ciotola era vuota.
Con miagolii insistenti cerco di attirare l'attenzione della donna ma notò che di lei non c'era traccia. Dal momento che non c'era nessuno balzò sulla scrivania indirizzandosi verso il piatto lasciato indifeso quando un bussare violento lo soaventò. Correndo urtò il libro che finì per terra.
Ciò che seguì per il gatto fu sconcertante.
Dalle pagine uscì fuori qualcosa che solo nell'aspetto ricordava la sua padrona.
L'essere dagli occhi spenti era spaesato fino a quando il suono alla porta non rapì la sua attenzione. Il signor White non ebbe il tempo di lamentarsi questa volta. Venne ingoiato dalla creatura.

* * *
Il pomeriggio stava giungendo al termine, l'orario di chiusura era previsto per le sei. Finalmente sarebbe potuta tornare a casa e godersi un tè caldo in veranda finendo di leggere il libro alle ultime luci del giorno.
Era una storia avvincente: una creatura innominata aveva disseminato il panico in un villaggio di montagna e solo un eroe poteva fermarlo.
Ripensandoci per un attimo la trama era un cliché eppure era straordinario e anche se non riusciva a ricordarsi bene i capitoli che aveva letto doveva assolutamente finire di leggerlo.
Prima di spegnere le luci notò il cappello del signor White dimenticato su uno dei tavoli da lettura e solo in quel momento notò che nel pomeriggio non era tornato. Era la prima volta che accadeva da quando lavorar lì.

Tornando a casa si fermò in erboristeria per comprare il tè nero. Eleonor la salutò calorosamente e mostrò il nuovo angolo relax: un divanetto antico in stile Luigi sedicesimo con elegante tavolino basso. - Non credi sia un amore? -, domandò a Jena. - È davvero fantastico, lo hai preso dall'antiquario vicino alla chiesa? - mentre parlava si era già accomodata tastando il tessuto damascato. - Si, però l'ho fatto rifoderare da Fred -, disse orgogliosa ammirando il lavoro del marito. - Puoi aspettarmi qui che di là c'è Olivia, ci metterò solo un minuto - disse congedandosi e andando nel retrobottega dalla figlia. Il divanetto era davvero comodo e la posizione era perfetta per leggere così me approfittò.
* * *

Cagliostro si introdusse nell'erboristeria passando tra le gambe di Olivia che usciva dal retro. Quando riuscì a chiudere il libro una zampata graffiò la copertina.

* * *

Vedendo la busta sul bancone Jane pensò che Eleonor l'avesse poggiata lì senza che se ne fosse accorta, presa come era dalla storia.
Prese la busta e uscì, urlando verso il retro salutò: - Intanto vado, ti ho lasciato i soldi sul bancone. Ciao Olivia! -
Una sferzata di vento la colse appena fuori dall'uscio e un giornale le finì in faccia. Togliendoselo notò che si era tagliata.
- Aggredita da un giornale, oggi non c'è pace! -

* * *
Il cielo volgeva verso colori caldi, pieni di sfumature rosse e rosate, mentre l'aria iniziava a pizzicare la pelle. Per Jane era piacevole questo contrasto visivo e sensoriale: non c'era niente di meglio del freddo autunnale mentre il tramonto si soffermava, per pochi minuti, davanti alla sua veranda, scomparendo poi dietro le colline, per darle quel senso di tepore unico.
Cagliostro le saltò in grembo facendole rovesciare il tè caldo sulle ginocchia e sul libro che aveva preso in prestito alla biblioteca comunale.
-Stupido gatto! - Scattò in piedi sgocciolando il libro e fissò il gatto valutando l'idea di tirargli la tazza dietro, per contro, lui si voltò andandose infastidito.
Rientrando in casa si diresse verso la cucina, alla fine, l'idea di raccogliere altri cocci era meno invitante di quella di pulire la sua copia di "La Foresta dei Ghoul", anche se avrebbe dovuto pagare sicuramente una penale.
Prima di andare a letto si medicò il braccio: non riusciva a ricordare come aveva fatto a bruciarsi.

* * *
Il gatto fissava il volume riposto nella libreria,
tutto il corpo fremeva e con balzo saltò su. Una zampata dopo l'altra riuscì a spingere il libro finché non finì a terra, con un tonfo più leggero di quello del piano di sopra, aprendosi.
Con gli artigli tesi ridusse in brandelli tutte le pagine. Dalle scale arrivava il rumore di qualcosa che strisciava e cadeva ma era troppo lenta.
Cagliostro si fermò un momento a guardare negli occhi la creatura: una volta mostrano amore verso di lui adesso erano solo un riflesso di vuoto male. Con due ultime arpate ruppe la rilegatura andando a separare totalmente la copertina dal resto del libro. Si sentì un rumore di ossa rotte e la creatura smise totalmente di muoversi.

* * *
-Quindi non si sa nulla? Non é che é scappata? - domandò Chris al padre. - E dove credi sia andata? - chiese di rimando i scatola do le ultime cose. - Non lo so, Jane era strana. - A Chris non andava giù di dover passar il weekend a svuotare la casa della cugina scomparsa.
-Dobbiamo portarci anche il gatto? - Cagliostro gli si steofinava alle gambe. - Si, prendi pure quel Libro. - Chris butto il volume nella scatola: "La Foresta dei Ghoul",forte.-

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