Capitolo 5

È ormai sera, quando raggiungo Shadow al "rifugio". La sua felpa nera emana un tepore particolarmente piacevole, ma io sono immune agli effetti del freddo, mentre lui no, ed è ancora a torso nudo. Non mi stupisce che abbia acceso il fuoco.

Vorrei rendergli la felpa, ma purtoppo al contrario di lui ho il senso del pudore.

Visibilmente imbarazzata, mi siedo accanto a lui, davanti al fuoco. Cerco di non pensare a cosa sia successo poco fa, ma non ci riesco. Il suo sguardo è assente, le iridi azzurrissime. Sta affilando un legnetto con un coltellino, probabilmente per usarlo come pezzo di una qualche recinzione, e lo fa quasi meccanicamente.

"Li stanno sterminando tutti. Uno per uno." Mormora all'improvviso, senza staccare lo sguardo dal pezzo di legno.

"I mezzosangue?" Rispondo, mentre il mio sguardo si fissa sullo scoppiettare del fuoco.

Shadow smette di affilare il legnetto, e lo posa da parte insieme al coltellino.

"E io che dovrei aiutarli..." Dice scuotendo la testa con un sorriso amaro.

"E invece, vado contro loro e li uccido, per salvare una di quelli che loro considerano miei nemici." Continua.

"Anche voi demoni ci odiate?" Chiedo. Shadow fa un piccolo cenno della testa:"Purosangue, sanguenobili... Non esiste gente più stupida. Dovrei fare parte di loro, e uccidere, uccidere tutti i mezzosangue. Così sarebbero fieri di me... Ma non sono nato per questo."

"Che vuoi dire?"

"Sai, è vero quello che hai detto poco fa. I baci dei demoni sono letali. Me lo ricordo, tutti pensavano che il futuro mi riservasse grandi cose. Avevo un talento per uccidere, ed ero il primo della classe in strategia, astuzia e combattimento. Non avevo scrupoli o pietà. Quando si trattava di uccidere qualcuno, squarciandogli la gola o risucchiandogli l'anima, io ero il più bravo di tutti. Ma un demone aspetta fino alla maggiore età per compiere ciò che da sempre attende con ansia. Il primo, letale bacio. Me lo ricordo, quel giorno. Tutti dovevano affrontare quella prova, ma colui su cui si contava maggiormente ero io. Sembrava scontato, il fatto che avrei avuto successo." Ferma un secondo il suo discorso, e fissa i suoi occhi sui miei: "E poi?" Gli domando.

"E poi, lei era lì. Una mezzosangue, proprio come te. Aveva l'aria così indifesa e spaventata, l'avevano catturata da poco, e io dovevo ucciderla per superare una stupida prova. Ero determinato a farlo, e vidi una lacrima rigarle il viso, mentre le mie labbra toccavano le sue. Ma oltre quello, non accadde nulla. Provai, e riprovai, ma lei sembrava solo stare meglio. Le ferite sul suo corpo si rimarginarono, e i suoi lividi scomparvero. E più accadeva, più i fischi di disapprovazione aumentavano. L'umiliazione, la delusione di me stesso, la rabbia. Fu il momento più brutto della mia vita... Che stupido che ero. "

"Cosa è successo dopo?"

"Mi hanno portato da una di quelle stupide streghe...come si chiamano, chiaroveggenti? Insomma, pensavano si trattasse di una maledizione, e in effetti lo era. Un'antica profezia, di cui non mi parlarono mai davvero chiaramente. Erano strani, sempre vaghi quando ne parlavano. Fatto sta che vollero esiliarmi, senza spiegarmi bene il motivo. E beh, eccomi qua."

Lo fisso a bocca aperta. La sua storia è praticamente quasi uguale alla mia.

"Per caso, ti hanno detto di non parlarne con nessuno?" Gli chiedo, dato che a me lo hanno detto.

"Uuh, milioni e milioni di volte. Ma cosa vuoi che me ne importi, dei loro consigli? Con te sento di poter essere sincero." Sentire una cosa del genere mi davvero piacere. Nessuno si è mai fidato di me.

Appoggio la mia testa sulla sua spalla, e chiudo gli occhi. Lui all'inizio rimane freddo e rigido, ma poi sembra sciogliersi e sentirsi a auo agio.

"Io e te siamo più simili di quanto credi."  Sussurro.

"Shadow...Ma tu stai congelando!" Esclamo notando il tremolio delle sue braccia.

"Io? No... Solo che, sono abituato a temperature abbastanza...calde. Ma non sento affatto freddo, davvero." A ogni parola di quella frase, però, il tremolio aumenta.

In cerca di una soluzione al problema, il mio sguardo si sofferma sulle mie mani: "Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?" Esclamo.

Mi sistemo meglio davanti a lui, e faccio per posare la mia mano sul suo petto, ma non so perché, esito per un secondo: "Sentirai un leggero brivido di freddo, ma poi ti sentirai meglio." Lo rassicuro. Lui non risponde, non so nemmeno se mi abbia ascoltato. La sua attenzione sembra concentrata sui miei occhi.

Quasi colta da una improvvisa timidezza, abbasso lo sguardo, e poso sul suo petto la mia mano, con decisione. All'inizio non accade nulla, ma poi una scia di ghiaccio comincia a formarsi, fino a diventare un tessuto.

"Chi ti ha insegnato queste cose?" Chiede stupito.

"Mia madre" Rispondo con un sorriso. Shadow fa una smorfia strana, ma divertente.

"Non sono abituato al troppo luccichio." Dice, ma io lo zittisco con un gesto della mano. Lui la afferra, osservando le mie dita sottili e lunghe, come se non avesse mai visto una mano in vita sua.

"Anch'io ho questa!" Esclama, indicando la voglia sul lato sinistro del mio mignolo, e mostrando a sua volta la sua. È nello stesso, identico punto, solo che si trova sulla mano destra, mentre da me si trova nella sinistra. Sono entrambe due mezze lune.

Lentamente, posiziono la mia mano accanto alla sua, in modo tale che le due voglie si uniscano. Sono perfettamente simmetriche, e formano una sfera rotonda. All'inizio non succede niente, ma poi le voglie si illuminano, diventando argentate e sprigionando una luce bluastra. Ritraggo la mano, spaventata.

"Ma che...?!" Esclamo basita.

"Che razza di stregoneria è?" Dice Shadow a sua volta, massaggiandosi la voglia che adesso è tornata alla normalità.

"Shadow...Penso ci sia qualcosa, sotto tutto questo." Dico. Ne sono convinta.

"Insomma...La profezia, il fatto che entrambi siamo stati mandati via, la voglia..." Continuo.

"Non è possibile..." Dice lui tra sé e sé." So quello che dobbiamo fare." Dice poi, mettendosi a frugare all'interno di una bisaccia che non avevo notato fino ad ora.

Poi, tira fuori una piccola sfera. Non so a che cosa possa servire.

"È un portale." Afferma, come se avesse letto nei miei pensieri.

"Luna, adesso serve solo che ti fidi di me. Abbiamo una faccenda da risolvere." Mi porge la sua mano, e io l'afferro, un po' titubante.

"Tieniti forte." Mi raccomanda. Poi scaglia la sfera da qualche parte, ed essa si trasforma in una specie di specchio dalla forma ovale, all'interno del quale scorrono delle immagini talmente velocemente da non riuscire a distinguerle.

"Salta!" Esclama, ed entrambi saltiamo all'interno di quel portale. Non so dove siamo diretti, né cosa Shadow abbia in mente. Ma non so per quale motivo, qualcosa mi spinge a fidarmi di lui. Ed è qualcosa di davvero forte, che non riesce a farmi pensare ad altro.

Apro gli occhi, rendendomi conto solo adesso che li ho tenuti chiusi mentre saltavo: sono in un luogo mai visto prima. Ha l'aspetto di un deserto, solo che qua e là vi sono persone. Ma non sembrano felici, tutt'altro. Alcune lavorano, trasportano pesanti carichi, altre si disperano, non si sa per quale motivo. Altri ancora stanno semplicemente legati per terra, sotto il sole cocente. Non si lamentano, e sono immobili, ma hanno ustioni in tutto il corpo, e sono bagnati dal sudore. Fa caldo, terribilmente caldo.

"Non avere paura. Nessuno qui ti farà del male." Mi rassicura, mentre mi stringo a lui.

"Ma dove siamo?" Chiedo, ma Shadow non risponde. Le figure inquietanti della gente che si dispera caratterizzeranno i miei incubi per settimane, ne sono certa.

Ma dopo aver percorso un certo tratto di strada, il vasto deserto sembra aver fine, dando inizio invece a una fitta vegetazione. Potrei dire di essere all'interno di una foresta pluviale. L'atmosfera intorno sembra alleggerirsi, ma il caldo non diminuisce affatto.

Al di sopra dei grandi alberi, si intravedono creature alate, ma non sono uccelli. Le ali sono come quelle dei pipistrelli, e coloro che le portano hanno aspetto umano. Demoni.

Questi sembrano volgere occhiate non molto amichevoli a Shadow, mentre passiamo. Alcuni addirittura spiccano il volo e scappano, spaventati. Credo che anche loro faranno parte dei miei incubi, per un bel po'.

"Madre! Sono io, Shadow. Sono tornato!" Urla.

"Shad?" Dice una voce femminile alle nostre spalle. Ci voltiamo di scatto. Una donna, alta, splendida, con un paio di ali nere fatte di piume, ha uno sguardo perso.

Shadow si avvicina a lei, che tende le braccia in avanti e lo abbraccia. I suoi occhi sembrano lucidi.

"Sei impazzito? Cosa ci fai di nuovo qua?" Dice prendendogli il volto tra le mani. Come risposta, lui si fa da parte, in modo tale che la donna mi veda. Lei sbarra gli occhi, e si porta una mano al petto, come presa da un colpo. Mi si avvicina, con aria incredula. Sfiora i miei capelli, e posso vedere le sue mani tremare.

"Jack Frost..." Sussurra, fissando i suoi occhi neri sui miei, come se avesse letto i suoi lineamenti nei miei.

"Cosa?" Chiede Shadow.

"Jack Frost." Ripete lei, articolando bene e facendo due passi indietro.

"Cioè?" Lui sembra ancora più confuso.

La donna inspira ed espira profondamente, prima di riprendere a parlare.

"Colui che ha ucciso tuo padre."

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