Capitolo 4

"Un demone?!" Istintivamente faccio un balzo all'indietro e finisco di nuovo per perdere l'equilibrio, sporcandomi di nuovo di terra. La cosa sembra divertire molto Shadow, che scoppia a ridere:" Sapevo che sarebbe stata la tua reazione." Dice.

Faccio per ricompormi e spolvero via come posso il terriccio dai miei vestiti: "Bene." Rispondo io "Non mi importa assolutamente niente se sei un demone. Non ho pregiudizi, davvero."

Shadow non sembra molto convinto dalla mia affermazione: "Sai quello che siamo capaci di fare?" Dice con un sorriso inquietante che scopre dei canini affilati. Oh, sì che lo so. Quando frequentavo il corso, non facevano che ripeterci quanto fossero potenti i demoni, e quanto fossero pericolosi per gli spiriti della Radura. Li descrivevano come creature mostruose, abominevoli, da incubo. Ma Shadow è tutt'altro che abominevole.

"Siete capaci di uccidere intere popolazioni con uno schiocco di dita..." Mormoro tenendo gli occhi bassi, quasi in soggezione del suo sguardo.

"Continua." Dice girandomi intorno.

"Siete crudeli, spietati, senza scrupoli. Date incubi agli umani, e le Quattro Leggende sono i vostri più acerrimi nemici."

"Cosa si sa, dei nostri baci?" Sussurra avvicinandosi al mio viso come provocazione.

"Un bacio di un demone è letale. Tra le uniche tre cose capaci di uccidere uno spirito." Sollevo lo sguardo, e quando mi rendo conto di quanto sia vicino, sussulto e mando la testa verso dietro. Shadow ride di nuovo.

"Oh, avanti mezzosangue, non avrei motivo di ucciderti."

"Ho detto che mi chiamo Luna, non mezzosangue."

"Luna. Sai, continuano a definirmi così. Lunatico."

"Un po' l'ho notato. Insomma, cambi continuamente stato d'animo."

"Per questo il colore degli occhi cambia così di continuo. Ma che ci vuoi fare, sono nato in una notte di luna piena."

"Anch'io!" Mi lascio scappare.

"Non te l'ho chiesto." Risponde sgarbato, come mi aspettavo.

"Sei sempre così gentile?" Dico sarcastica.

"Sempre, se non peggio." Confessa.

In quel momento, piomba improvvisamente il silenzio. Rimane a fissarmi con aria annoiata, e io non so cosa dire per rompere l'imbarazzo.

"Perché sei qui?" Chiedo all'improvviso, senza che lui se lo aspetti.

"Come, scusa?"

"Intendo...Qui, da solo. A costruire rifugi con dei legnetti. Da quel che ne so, i demoni vivono in un qualche limbo situato al confine dell'aldilà o che so io."

"Al confine dell'aldilà?" Shadow scoppia in una risata isterica, fino alle lacrime.

"Era solo una supposizione..."

"Non ho mai sentito una cosa più stupida!" Dice continuando a sbellicarsi. Il suo comportamento mi infastidisce, e faccio per andarmene. Ma la sua mano si stringe come una tenaglia sul mio braccio, una stretta davvero forte.

"Non andare via." Dice tutto d'un fiato, smettendo di ridere. I suoi occhi hanno cambiato nuovamente colore, sono di un violetto acceso. Ed esprimono qualcosa di strano, qualcosa che nel suo viso stona: panico.

"Mi stai facendo male al braccio." Gli faccio notare, e lui svelto mi lascia. "Scusa" Mi dice.

"Ma di che." Rispondo, rimettendomi a sedere accanto a lui. Il suo sguardo è ancora perso nel vuoto, sembra fissare un punto fisso, immerso nel suoi pensieri: "Promettimi che non proverai mai più a fare una cosa del genere." Dice all'improvviso, senza smettere di fissare quel punto indefinito.

"Ma cosa?" Gli chiedo, confusa.

"Scappare. Lasciarmi solo senza dirmi niente. Non farlo mai più." Sta cominciando a tremare, non so per quale motivo, non fa per niente freddo.

"Oh, Shadow." Dico dandogli una pacca sulle spalle. In quel momento sembra risvegliarsi da una specie di sonno, e i suoi occhi ridiventano blu: "Ehi! Giù le mani." Mi urla contro, al che alzo gli occhi al cielo, sospirando esasperata e scuotendo la testa.

"E comunque, non hai risposto nuovamente alla mia domanda. È un brutto vizio che hai." Gli dico.

"Il perché sono qui? Beh, non mi va di parlarne."

"Prima o poi dovrai dirmelo." Dico con un gesto della mano: "Perciò ti conviene farlo ora. Niente segreti, è già tanto che mi hai detto che sei un demone, ormai puoi dirmi..."

"No, davvero. Non voglio parlarne." Mi interrompe brusco. Decido che è meglio non insistere, per adesso: "Ookay..."

"Piuttosto...Perché correvi in quella maniera? Sembravi scappare da qualcuno."

"Più che qualcuno, qualcosa..." Rispondo vaga, fissando i palmi delle mie mani che si stanno ricoprendo di brina.

"Ma che diavolo...?" Esclama Shadow vedendo le mie mani riempirsi di ghiaccio.

"Oh, non farci caso." Dico io "Succede sempre."

"Forte." Dice guardandomi improvvisare piccole sculture e figure fatte di ghiaccio.

"C'era una profezia..." Continuo il mio discorso, mentre continuo a creare le figure con aria assorta

"Quale profezia?" Mi chiede. È strano, è la prima volta che sembra realmente interessato a qualcosa che gli dico, il che è un vero peccato, dato che ho giurato di non parlarne con nessuno, figurarsi dirlo a un demone. Per sua sfortuna sono una persona di parola.

"Niente di rilevante." Mi alzo in piedi, dopo che le figure sul palmo della mia mano scompaiono.

"Dove vai?" Mi chiede. Il blu delle sue iridi sta per essere inghiottito di nuovo dal violetto.

"A prendere altra legna." Dico. Beh, in realtà è una scusa per stare un po' da sola, e riflettere se è opportuno restare in quel luogo, non so a quanta distanza dalla Radura, in compagnia di un demone bipolare. "Non preoccuparti, torno subito" Ridacchio, notando la sua espressione. Shadow non sembra entusiasta della cosa, ma forse non vuole piagnucolare come un bambino: "D'accordo." Dice "Però fa' presto, per favore..."

Mentre mi allontano, osservo l'ambiente in cui mi ritrovo. Sono in una specie di bosco, circondata da alberi abbastanza alti e dalla chioma abbastanza folta da lasciar intravedere a malapena il cielo. Quest'ultimo è coperto da nuvole, così tanto da sembrare bianco. Dato che il sole non si vede, non ho idea di che ora sia. Non riesco nemmeno a capire se siamo a mezzogiorno, o nel tardo pomeriggio.

Si respira un'aria così fresca, e un così bel silenzio, qui...

Ad un tratto, un dolore lancinante. Qualcosa mi ha colpito. Abbasso lo sguardo: è una freccia. Ma non una freccia qualunque. È dorata. La riconosco immediatamente. Urlo per l'orrore misto al dolore, mentre la estraggo con fatica dalla mia carne, e la lascio cadere per terra. Cado in ginocchio. Il dolore mi annebbia la mente, e sento una voce alle mie spalle esclamare "Colpita! Un'altra mezzosangue eliminata." Mi tappo con entrambe le mani il punto in cui la freccia ma ha colpita. I miei occhi non riescono a individuare nessuna creatura che avrebbe potuto lanciarmela. La caccia ai mezzosangue da parte dei purosangue perdura dai tempi più antichi, e non conosce tregua. È illegale, nella Radura. Ma qui, probabilmente no. Avrei dovuto fare più attenzione, sono una stupida. Probabilmente sto per morire, poiché il veleno che cosparge le frecce dorate da caccia-ai-mezzosangue sta scorrendo dentro le mie vene, e io mi sento sempre più debole. È letale per gli spiriti. La seconda delle tre cose capaci di ucciderci. Ispiro ed espiro lentamente, nel tentativo di diminuire la dolorosa sensazione. Ma non fa altro che peggiorare. Come vorrei essere a casa, adesso. "Doveva andare così" penso. Una delle tante cose che ci hanno insegnato al corso, è accettare il proprio destino. Io sono scappata da uno che poteva sembrare avverso, e sono andata incontro ad uno ancora peggiore. E adesso non posso più scappare.

Mentre sento le mie forze mancare sempre di più ogni secondo che passa, sento un urlo agghiacciante, e vedo una figura oscura muoversi tra i cespugli. Velocemente. Penso che magari conoscerò il volto di colui che mi ha uccisa, almeno.

Invece no. Conosco quella figura, viene verso di me, e anche di corsa. Shadow. È strano, però: ora ha davvero l'aspetto di un demone, i suoi canini sono diventati zanne, fuoriescono dal labbro superiore, come nei vampiri. Le sue mani sono più affusolate, e al posto delle unghie ci sono artigli, lunghi e affilati, come le zampe di un falco, e intrisi di sangue. E gli occhi, gli occhi sono di un giallo talmente acceso da farli sembrare due fari accesi nell'oscurità.

Dietro di lui, intravedo appena due corpi senza vita. Capisco che sono stati loro a colpirmi. E lui li ha uccisi.

Il ragazzo dai capelli corvini e la pelle pallida mi prende tra le braccia, e strappa la parte di camicia sopra il punto in cui sono stata colpita, scoprendo la ferita. Le dà una rapida occhiata, e dopo si guarda intorno. Poi, inaspettatamente, posa le sue labbra sulle mie.

Perché mi sta baciando? Non posso fare a meno di pensare che voglia uccidermi, risparmiandomi il dolore di una morte lenta, e chiudo gli occhi pensando che a poco tutto sarebbe finito.

Ma quando le sue labbra si staccano da me, io sono ancora lì. E sento le forze tornare nuovamente, e il dolore scomparire. Spalanco i miei occhi, che si fissano sui suoi, azzurri come il cielo d'estate.

Guardo la ferita rimarginarsi in fretta, ma poi mi rendo conto che sono praticamente mezza svestita. Svelta, mi affretto a coprirmi come posso.

"Noi demoni non abbiamo il senso del pudore. Per noi ogni parte del corpo è come un'altra." Sogghigna Shadow con aria superiore, rimettendosi in piedi.

"Che schifo." Mi limito a dire, disgustata.

"Dato che ci tieni tanto, vestiti e poi raggiungimi." Dice sfilandosi la felpa nera e gettandomela quasi addosso."E non combinare altri guai,grazie." È rimasto a petto nudo, e fa per andarsene.

"Shadow, aspetta!"

"Niente domande su quello che ho fatto poco fa per salvarti la vita. E non ringraziarmi. Dovevo farlo, e non per il motivo che pensi tu." Dice, prevedendomi e senza nemmeno voltarsi.

"Il motivo che penso io?" Non so davvero cosa volesse intendere, e ormai è troppo lontano per rispondermi.

Allora tutti si sbagliano sui baci dei demoni. Perché dicono che uccidano, quando hanno incredibili poteri curativi? Forse, nessuno nella Radura lo sa. Chi avrebbe mai baciato un demone, per confermare quella teoria? Ma quel che mi chiedo, è perché uno come Shadow mi avrebbe salvato la vita. Poteva lasciarmi morire, o almeno risparmiare i miei aguzzini, ma non ha fatto niente di tutto questo. Continuo a non capire cosa lo abbia spinto a farlo.

Ma se c'è una cosa più che sicura, e che non avrei mai pensato di poter dire in vita mia è che baciare un demone, o almeno, quel demone...Non è stato affatto male.

Non so come mi viene in mente, ma con estrema cura raccolgo la freccia che mi ha colpita, e la conservo. Se mi dovesse capitare l'occasione di piantarla nel petto di un purosangue dalle intenzioni non molto amichevoli, la coglierò senza pensarci due volte. Hanno dichiarato guerra alla mia specie, e non me ne starò a guardare, la prossima volta.

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