Capitolo 7: il passato può avere un volto

Mi risveglia ma era come se non avessi ancora aperto gli occhi, il buio mi rendeva quasi impossibile distinguere le figure.

"Hai dormito bene, Stark?", all'improvviso una lampadina si accese proprio davanti a me accecandomi con la sua luce bianca. Un uomo sulla trentina.

"Che piacere rivederti! Sempre inutile come sette anni fa" mi tolse il pezzo di scotch color marrone che fino quel momento mi impediva di parlare. Non capivo chi potesse essere; il viso non mi diceva nulla, come il resto nel corpo.

"Chi diamine sei?"forse avrei dovuto chiedere meno sgarbatamente visto che quella legata alla sedia ero io, ma in quel momento non riuscivo a nascondere la paura e il mistero che si celavano dietro la rabbia con cui porsi la domanda. " Tuo fratello, Blake Stark" disse mentre gli occhi color ghiaccio mi penetravano nel profondo; continuavano a non dirmi niente su quel uomo: come faceva a essere mio fratello se non l'avevo mai visto? Perché sembrava avercela con me?

"Non sei tanto intelligente a svelarmi il tuo nome e cognome dopo avermi rapita, pensi che non dirò tutto una volta uscita di qui" parlai senza pensare al fatto che probabilmente mi avrebbe uccisa da lì a pochi minuti. " Pensi davvero che uscirai da questo magazzino viva? - lo guardai mentre rideva guardandomi disgustato, i capelli color petrolio gli ricadevano sul viso pulito mascherato da tanto odio e disprezzo " Non ti ha mai parlato di me nostro padre, vero? Dimenticare è sempre la scelta migliore per chi non vuole vedere e sentire".

" Sei un bugiardo. Non ho fratelli né sorelle, tu non sei nessuno" esclamai con voce glaciale ringhiando, lui si avvicinò fino ad arrivare a tre centimetri dal mio viso: non mi spostai. "Il vero bugiardo qui è tuo padre, evidentemente deviare il discorso per tutti questi anni rendeva tutto più semplice " non ci pensai due volte a sputargli su un piede.

" Stai attenta ragazzina, non sai quanti limiti riesco a varcare" dalla tasca del giubbotto nero tirò fuori un coltellino decorato con lineamenti in ferro placato nero e mi sfiorò la parte centrale della gola.

" Qual è il mio ruolo in tutto questo? " la mia voce non aveva alcun colore, era semplicemente apatica, " Quello che tu chiami padre ha lasciato una donna incinta morire di fame, senza soldi! Ci ha rovinato la sola vita che avevamo, ma ovvio che una bambina nata nel lusso non può capire ciò, e ora che mia madre è morta voglio vendicarla con la persona che Tony Stark ama più al mondo, sua figlia" dentro alle sue grida riuscivo a percepire dolore e rabbia, come se quegli avvenimenti toccassero anche me. Mio padre non sarebbe mai stato in grado di fare questo, per quanto duro possa sembrare non è una persona meschina.

" Capirà anche lui, un giorno, cosa vuol dire perdere una persona che si ama senza aver potuto fare niente per proteggerla, e oggi sarà quel giorno" aprì la valigetta gialla che si trovava sul pavimento in cemento e ne tirò fuori una siringa dal liquido incolore ma fu proprio in quel momento che ci fu un tonfo seguito da dei pezzi di cemento armato che vennero scaraventati verso di noi: la parete alla mia destra era stata distrutta e quello che ne rimaneva era la polvere e residui del muro. Mi bastò che la nebbia di polvere svanisse per vedere mio padre nelle vesti di Iron-Man, Spider-Man, Loki, Steve e Natasha; dopo un paio di secondi che se ne stavano fermi in posa dissi: "Con calma, vi prego, mettetevi in posa così vi faccio una foto da pubblicare sul NY Time" incredibile come anche in questi momenti il mio sarcasmo usciva senza problemi. Tutto il team si girò verso di me, bastò uno sguardo di mio padre per farmi capire che non era quello in momento di scherzare.

Blake mi prese, con uno scatto, il braccio e avvicinò la siringa pronto a iniettare in contenuto dentro il mio corpo, "Io invece starei fermo se fossi al vostro posto, potrei uccidere Elly con una sola mossa", la rabbia mi ribolliva dentro; chi si credeva di essere?


Peter's Pov.

Il GPS creato da Bruce ci portò grazie ad un oggetto di Elly davanti a un magazzino, era enorme.

"Tony, sfonda il muro" fu Steve nelle sembianze di Captain America a parlare.

"Ma c'è la porta" dissi guardando l'entrata alla nostra sinistra. "Già che ci siamo facciamo anche un'entrata a effetto, no?" questa volta mi rispose Tony che mi guardava da sotto la maschera di Iron-Man. Sfondammo il muro dell'edificio, come era stato deciso, e appena la polvere si dissolve riesco a vederla. Lei. Era legata con una corda a una sedia in acciaio e accanto ad Elly c'era un ragazzo con una decina di anni in più di noi due. Che casino avevo fatto?

La guardammo per un po' finché non se ne uscì con: "Con calma, vi prego, mettetevi in posa così vi faccio una foto da pubblicare sul NY Time", in quel momento la fulminai con lo sguardo e poi feci per lanciare una ragnatela.

"Io invece starei fermo se fossi al vostro posto, potrei uccidere Elly con una sola mossa" il ragazzo dai capelli neri parlò portando una siringa vicino al braccio di Elly, negli occhi di lei vennero alimentate delle piccole scariche di elettricità viola: com'è possibile?

" Mr. Stark..." esclamai mentre continuavo a osservare attentamente la ragazza. L'elettricità passò dai suoi occhi al braccio che il ragazzo stava stringendo, la scossa fu talmente forte che cade a terra ma si rialzò subito dopo, "Ti avevo detto di stare attenta ragazzina". In ragazzo infilò la siringa nel suo braccio e pian piano i suoi occhi si spensero, non li chiuse, sembrava morta.

"Elly!!" gridai ma oramai era troppo tardi, non mi sentiva più. Corremmo verso di lei, il ragazzo oramai era scappato, ci avremo pensato dopo a catturarlo, ma ora dovevamo portarla alla Torre dove ci aspettavano Sam, Bruce, Clint, Visione e Wanda; appena ci videro corsero in soccorso e il sig. Stark e Bruce portano Elly nel laboratorio. Spero che andrà tutto bene, è stata tutta colpa mia... mi dispiace Elly, non voglio perdere anche te.


Spero davvero che il capitolo VII vi sia piaciuto, vi aspetto al prossimo! Lasciate la stellina e un commento. A presto! :D

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