New York City, non lasciarmi più!

-È incredibile- commentò la ragazza facendo scorrere uno strano aggeggio a pochi centimetri dal mio corpo -È assurdo! Non ci posso credere.

-Non mi piace questo coso- commentai guardando male l'affare nelle mani di Simmons -Per niente.

-Tranquillo, Peter, è innocuo- tentò di tranquillizzarmi Coulson guardando divertito la scena dall'angolo della stanza.

-Anche se fosse, non toglie il fatto che non mi mette a mio agio- misi in chiaro.

-Stai calmo, ho finito- disse Simmons appoggiando l'affare sul tavolo del laboratorio -I parametri coincidono, Fitz?- domandò al ragazzo, dall'altra parte della stanza.

-Oddio- commentò lui entusiasta fissando lo schermo del PC -È una cosa assurda! L'energia rivelata è esattamente identica a quanto abbiamo calcolato: provengono seriamente da un'altra dimensione!

-Certo, certo- dissi rinfilandomi il costume che mi avevano fatto levare, lasciandomi in mutande e nell'imbarazzo più completo -Ma ora potreste prenotarci un volo per New York City? È più di un'ora che sto cercando di convincervi a portarci lì.

-A questo punto non possiamo fare in alcun altro modo- commentò Coulson -Anche gli esami con Alex e (come hai detto che si chiama?) Logan sono stati positivi... Pare tu abbia detto la verità.

-Questo lo sapevo già- mormorai ficcandomi la maschera sugli occhi.

-Sicuro di non poter rimanere qui un altro po'?- mi chiese Simmons -Sarebbe fantastico poter studiare l'energia della dimensione B da vicino!

-Per quanto mi addolori- dissi acido -Credo che dovrò andare a scuola entro...- diedi un'occhiata all'angolo del mio campo visivo, dove un orario fluttuava, scandendo rapido i secondi -un'ora circa.

-Non è un problema questo- disse Coulson -I nostri jet possono superare la velocità sonora in dieci secondi.

-Wow- commentai, non sapendo che altro dire.

La porta del laboratorio si spalancò e Logan fece il suo ingresso, corrucciato.

-Scusate, non per interrompere la vostra chiacchierata, ma penso dovremmo andare ora- disse incrociando le braccia.

-Sì- lo apostrofò Alex sbucando dietro di lui -Se potessimo partire adesso sarebbe il massimo.

-Certo- disse Simmons -Però passate presto! Magari possiamo fare altre ricerche, ci divertiremmo!

Manco morto pensai scandalizzato mentre Coulson ci guidava fuori dal laboratorio.

*

-Questo doveva essere il mio giorno libero- commentò May guardando storto Coulson.

-Ti rifarai, nel frattempo cerca di portare queste persone a New York City sani e salvi- le disse lui camminandole dietro.

-So cavarmela da solo- dicemmo all'unisono io e Logan. Ci lanciammo un'occhiata truce tra di noi e Alex alzò gli occhi al cielo.

May sospirò.

Ci fermammo davanti a dei metal detector che conducevano sulla pista di lancio, dove un piccolo jet ci aspettava pazientemente.

-Bene, ragazzi. Vi saluto- disse Coulson sorridendoci amichevole.

-Grazie di tutto, Phil- gli disse Alex.

-Ritenetevi fortunati ad averci trovati, rimaniamo qui solo due giorni per fare rifornimento e poi partiamo per Roma: c'è una questione da risolvere con...- si bloccò, poi scosse la testa -roba dello S.H.I.E.L.D.

-Arrivederci, grazie- dissi e gli strinsi la mano. Rivolse un sorriso veloce a Logan prima di tornare sui suoi passi e sparire nelle vie della struttura.

-Bene- borbottò May passando attraverso il metal detector, il quale non suonò.

-Perché questi cosi?- chiesi indicando le porte di metallo.

-Misure di sicurezza. Rivelano solo oggetti di autentica pericolosità che non sarebbe lecito portare su un jet ultra veloce da milioni dollari- rispose la donna fissandomi mentre passavo attraverso l'aggeggio senza che esso emettesse un fiato.

Anche Alex passò incolume.

Quando fu il turno di Logan, l'uomo fissò circospetto la lucina verde che lampeggiava ai lati della porta.

Poi sospirò e la attraversò.

Un suono acuto e fastidioso rimbombò tra le pareti della stanza e la lucina si tinse di rosso, prendendo a pulsare freneticamente. Wolverine sorrise.

-Ma sei in maglietta e pantaloni senza tasche!- fece notare Alex mentre May lo guardava truce -Perché suona?

-Tranquilla- Logan scrollò le spalle -Mi capita spesso.

*

Ah! Adoro i sedili, su questo non ci piove sorrisi tra me e me mentre guardavo fuori dal finestrino le case che scivolavano via.

Quella poltroncina era anche più comoda di quanto avevo sperato, compresa di distributore di bibite e merendine.

Il pensiero di me attaccato all'armatura ubriaca era ormai lontano e sapevo che da ora in poi mi sarei tenuto ben lontano quando si parlava di Alex, Mark.64 (o qualunque altra tuta di Iron-Man) e un filo di ragnatela. Poco ma sicuro.

Il viaggio durò mezz'ora. Troppo poco, a mio parere: come minimo sarei rimasto seduto là... per sempre! Ma il Queens, alla fine, non era neanche tanto lontano e, purtroppo, sono stato obbligato a scendere dall'aereo.

In realtà "scendere" è un termine un po' troppo vago, se vogliamo essere precisi, ci siamo buttati dall'aereo.

Quindi, ricapitolando... non solo mi avevamo costretto ad alzarmi dal mio adorato sedile, ma mi ero anche dovuto gettare da un jet supersonico. Ma stiamo scherzando?!

Melinda May fornì ad Alex e Logan due paracadute e io mi sarei gettato con quello incorporato nel costume.

Non ho assolutamente voglia di descrivere i dettagli del tuffo nel vuoto, anche perché basta immaginare tre figure che precipitano nel nulla, appena cadute da un aereo, e che spalancano il paracadute prima di atterrare su un certo laboratorio della Stark nominato in precedenza.

Osservammo da lì il jet che volava via con gli occhi sgranati.

-Simpatica, la tipa- commentò Logan spostando il paracadute aperto da una parte e liberandosene.

-Un po' seria però hai ragione- dissi staccandomi a mia volta il paracadute.

Annotai mentalmente di rimetterlo in funzione dopo che tutto questo fosse finito.

-Bene- disse Alex un attimo dopo mentre stavamo pigiati dentro l'ascensore che portava ai piani inferiori -Adesso la prima cosa da fare è...

-Cercare Tony Stark!- esclamai io, eccitato.

-No- mi corresse la ragazza -Dobbiamo andare a scuola.

-Cosa?!- esplosi mentre le porte dell'abitacolo di aprivano e noi uscivamo in una gigantesca stanza dipinta di bianco e azzurro, piena zeppa di computer e ologrammi, dove un sacco di persone facevano scorrere immagini fluttuanti o digitavano qualcosa a tastiera.

-Questo posto odora di lusso- commentò Logan incrociando le braccia.

-Shh!- fece Alex -Tentate di non farvi notare, dobbiamo uscire il più silenziosamente possibile.

-Mmm- feci io -Non so se ti sei accorta che sono l'unico tizio vestito di rosso in un universo bianco, quindi... sì, ovviamente passerò inosservato qui.

Momentaneamente Logan mi stava davanti e la sua massiccia figura impediva agli scienziati nella stanza di vedermi, ma la cosa non sarebbe durata a lungo.

-Sì, guarda che farlo notare non migliora la situazione- mi disse tra i denti la ragazza.

-Non c'è una porta di servizio o cose così?- chiese Wolverine.

Alex ci pensò un attimo.

-No- rispose un secondo dopo scuotendo la testa -L'unica è uscire dalla porta principale.

-Fantastico- borbottai sarcastico.

-Peter?- mi chiese Karen nella mia testa -Vuoi che attivi la modalità "invisibile"?

-Esiste una modalità invisibile?- chiesi sgranando gli occhi con un sorriso compiaciuto.

-Esiste tutto- disse Karen allegra -La attivo?

-E me lo chiedi!- esordii -Hai idea in che situazione mi trovo adesso?!

-No- rispose Karen tranquilla -La attivo?

-Sì- dissi rassegnandomi a fare giri di parole -Attivala.

-Peter, con chi stai... Wow!- disse Alex fissandomi come avessi due teste.

Mi guardai le mani e con mia grande sorpresa mi accorsi che non si vedevano, erano praticamente trasparenti e solo ad analisi attenta si distingueva un tremolio nella zona in cui si muovevano le mie dita.

-Fortissimo- sussurrai tra me e me -Da quando esiste questa modalità?

-Da sempre- rispose Karen.

-E non me l'hai mai detto?

-Non me l'hai chiesto.

Sbuffai, poi alzai lo sguardo su Alex.

-Problema uno, risolto- sorrisi.

-Ehi, ragazzini, sbrigatevi là dietro- fece Logan -Qui iniziano a guardarci male.

-Va bene, tu comincia a camminare rapidamente verso l'uscita e vedrai che si aggiusta tutto- gli disse Alex.

Wolverine le lanciò un'occhiata e cominciò a camminare.

*

In meno di un minuto avevamo attraversato tutta la stanza e ci eravamo ritrovati fuori, davanti ad una delle infinite e trafficate strade di New York City.

Mi ci era voluta un'incredibile forza di volontà per non fare degli scherzi ai ragazzi del laboratorio, per esempio prendendo un oggetto e facendo finta che volasse, interpretando un perfetto fantasma. Sarebbe stato troppo forte! Riflettei che uno di quei giorni l'avrei fatto.

Karen disattivò la modalità che da adesso in poi sarebbe stata la mia preferita e sentii fluire l'adrenalina dentro di me. Un'energia che conoscevo bene, un'allegria che mi era amica, che non mi lasciava andare, che Spider-Man avrà sempre nel cuore.

Ero di nuovo nel mio elemento. Ero di nuovo a casa.

La voglia di volare tra i palazzi, la voglia di zigzagare tra i grattacieli, di lanciare ragnatele, di dondolare, di vivere, mi investì come un'onda d'urto.

-Ok- dissi ad Alex -Quel è il piano?

*

Mi appoggiai al braccio, ignorando Ned, e continuai a maledire la sorte, che, evidentemente, aveva qualcosa contro di me.

Lanciavo occhiate dubbiose alla lavagna, dove la Prof illustrava il crollo dei capitali degli anni '20, e mi chiedevo cosa cavolo avevo fatto di male per beccarmi due ore di Storia mentre Alex andava a divertirsi con Logan.

La cosa mi suonava male, come una nota stonata in una canzone famosa. Erano state cinque ore orrende. Avevo dovuto sorbirmi un'intera mattinata di studio con Ned che mi tormentava di domande assurde, senza poi contare la sgridata della professoressa davanti a tutta la classe, la quale aveva spiegato a gran voce quanto sia importante la puntualità e un'altra serie di cavolate che non mi avrebbe rifilato se avesse saputo cosa avevo fatto fino a cinque minuti prima.

Non ero neanche riuscito a godermi due minuti di volo tra i grattacieli. Ero in un ritardo mostruoso per la scuola e, nel tentativo di risparmiare la poca dignità che mi restava, mi ero fatto la strada dal laboratorio a casa in un minuto e venti secondi, nei quali i pensieri viaggiavano veloci quanto io lanciavo ragnatele.

Alex avrebbe fatto un giro per New York con Logan. Non andando a scuola da due settimane nessuno avrebbe notato la sua mancanza, quindi mi aveva congedato dicendo che dovevo sbrigarmi e di non preoccuparsi per lei.

Ero entrato in camera maledicendo quella maledetta finestra inceppata con cui dovevo litigare tutte le volte per poterla aprire e, una volta in camera, mi ero infilato i primi vestiti trovati nell'armadio per poi schizzare fuori di casa rimpiangendo lo spararagnatele che avevo nascosto sotto il letto.

E ora eccomi lì, un ragazzo distrutto dalla noia e senza nessuna intenzione di prestare attenzione alle parole dell'insegnante.

Domani è sabato mi ripetevo Domani sto a casa, domani faccio quello che voglio

Ma domani sembrava non arrivare mai. Non quando i secondi dell'orologio appeso al muro andavano piano, ad un ritmo monotono e lento, la classica ninna nanna che si usa per far dormire i bambini... o anche i ragazzi.

Battei le palpebre.

Quanto ancora avrei dovuto sopportare quella tortura, quanto ancora avrei dovuto lottare contro il sonno e ignorare Ned. Quanto? Quanto?!

Il suono stridente della campanella riecheggiò per i corridoi della scuola e io sobbalzai, raddrizzando la schiena di scatto.

-Dormito, Peter?- mi chiese Ned sorridendo.

-Ma che dici?- gli dissi ricambiando il sorriso.

Uscimmo da scuola e io tirai un forte sospiro di sollievo. Non avrei sopportato un altro minuto lì dentro neanche se mi avessero minacciato.

Appena fuori dal cancello Logan aspettava a braccia conserte, fissando le macchine che sfrecciavano sulla via di fronte alla scuola.

Di Alex nessuna traccia.

Guardai Ned.

-Ahm... io devo andare- gli dissi sbrigativo.

Lui si accigliò.

-Non metterti nei guai.

-Cosa?

-Scherzo!- scoppiò a ridere e mi diede una sonora pacca sulla spalla che mi tolse il fiato -Ciao, Pete, ci vediamo.

-Sì, ciao- mi allontanai da lui in tutta fretta, mentre Logan mi adocchiava con il solito sguardo burbero.

-Tutto a posto?- mi chiese.

-Sì, a posto. Dov'è Alex?- dissi.

-La ragazzina? È andata a cercare lo zio, non so...- scrollò le spalle -Ci incontriamo a casa tua.

-A... casa mia?- domandai con una faccia da imbecille.

-Sì, problemi?- chiese Logan.

-No- risposi stupidamente mentre ricercavo una scusa credibile da dire a zia May sul perché mi portavo a casa un uomo adulto proveniente da un'altra dimensione.

Mi incamminai verso casa mentre Logan mi seguiva impettito.

Perché un ragazzo di quindici anni dovrebbe portarsi a casa un tipo come Wolverine? Non c'è un motivo! Nessun ragazzo normale lo farebbe!

Accidenti, le cose si mettevano male.

Esitai un attimo davanti alla porta di casa mia, pregando che l'idea geniale mi si accendesse nel cervello nell'arco di due secondi.

Non arrivò.

Spalancai la porta.

Un biglietto era attaccato alla maniglia, da dentro.

Sono al supermercato.

May

Non potei trattenere un sorriso di gioia. La sorte era di nuovo dalla mia!

Senza chiedere niente a nessuno Logan si diresse filato in cucina e spalancò il frigorifero.

-Che stai facendo?- gli chiesi gettando la cartella in mezzo al corridoio.

-Non avete della birra?- chiese osservando attentamente ogni scaffale.

-No- risposi -Se vuoi abbiamo delle bibite gassate.

Logan sorrise.

-Sai che già un altro ragazzo mi aveva risposto così?- mi disse afferrando una bottiglia di Coca-Cola e richiudendo lo sportello.

Fece per bere a canna ma lo bloccai porgendogli un bicchiere.

Mi guardò un attimo, poi versò la bibita nel cilindro di vetro borbottando qualcosa.

-Chi ti aveva risposto così?- gli chiesi versandomene a mia volta un bicchiere.

Scrollò le spalle.

-È stato un paio di anni fa alla Xavier accademy- mi guardò -Nulla di importante.

*

Imparai che intrattenere Logan era più complicato del previsto.

Sembrava che ogni cosa proponessi fosse troppo noiosa o troppo monotona per lui.

-TV?

-Stai scherzando, spero.

-Nintendo?

-Cos'è?

-Scarabeo?

-Mi prendi in giro?

-L'impiccato?

-Era già vecchio quando ero piccolo io.

-Quanti anni hai?

-Meglio che tu non lo sappia.

-Film?

-Non è come la TV?

-Chiacchierare?

-Ci siamo già detti tutto.

-Monopoly?

-A scuola mi tormentano con questo gioco.

-Respirare e basta?

-Seriamente?

Avrei volentieri proposto di uscire e fare una passeggiata, ma il fatto che Alex non aveva specificato quando sarebbe arrivata complicava le cose, visto che dovevamo stare chiusi in casa fino al suo arrivo.

Era andata a cercare Tony Stark. Fantastico, da un certo punto di visto ero contento che ci fosse andata lei: era sua nipote, certamente avrebbe dato più retta a lei che a me; ma dall'altro... Poteva aspettarmi, no?

E poi, seppur Iron-Man fosse un Avenger importante, non era certo l'unico. Non avevo idea di quante persone ci volessero per sconfiggere una telepate omicida, ma a mio parere due Avengers, una ragazzina senza poteri e un tipo con sei artigli... Ok, sì, forse potevano bastare. Ma non era più prudente chiamare un altro paio di supereroi, giusto per essere sicuri?

Capitan America? Sì, potrebbe andare, ma non va molto d'accordo con il signor Stark, e ciò è uno svantaggio enorme, visto ciò che cosa è successo all'aeroporto in Germania, nel 2016.

Vedova nera? Forse lei è meglio lasciarla stare, mi metteva sempre un po' di inquietudine con quel suo modo di fare tetro e serioso.

Thor? Andrebbe bene, ma di solito è in giro per l'universo a fare cose strane e raramente torna sulla Terra...

Hulk? Assolutamente no! Abbiamo bisogno di cervello qui, e seppur Banner sia sveglio e intelligente, non ho intenzione di dovermi preoccuparmi di un bestione verde imbestialito che spacca ogni cosa che tocca.

Dottor Strange? Mmm... "Meditazione. Forza, ragazzi, stiamo tutti in sintonia con l'universo. Manteniamo la calma e tentiamo di assimilare l'energia che ci manda il cosmo...". No, scordatelo.

-Scopa- disse Logan ripulendo il tavolo.

Feci una smorfia. Poi gettai la mia ultima carta, un due di mazze, che Wolverine recuperò con un due di coppe.

-Mi sa che hai vinto ancora tu- dissi cominciando a contare le mie carte -Rivincita?

-Va bene.

Mi rimisi a distribuire il mazzo.

*

Lanciai un'occhiataccia al sette bello con cui Logan ripuliva il tavolo sorridendo soddisfatto.

-Diventa noioso giocare quando sai vincerai- commentò mostrandomi che nelle carte guadagnate risplendevano tutti e dieci gli ori.

Buttai sul tavolo le mie tre carte, frustrato. Avevamo giocato almeno una ventina di partite e indovinate quante ne avevo vinte io? Zero! Uno zero tondo e assolutamente antipatico!

Non sapevo se Logan barasse o cose così, ma la cosa certa è che mi ero stufato di giocare.

Proprio in quel momento il campanello emise due trilli concitati e io feci un balzo sulla sedia mentre Wolverine mi guardava male, riordinando il mazzo.

May! Pensai, e la paura mi azzannò il petto.

-Fai silenzio- dissi a Logan tra i denti e lui scrollò le spalle.

Mi alzai e mi diressi alla porta con lo stomaco in subbuglio.

Girai la chiave un paio di volte e la aprii mordendomi il labbro.

Sgranai gli occhi all'inverosimile e la bocca seguì a ruota.

Mai, mai avrei immaginato che dietro alla porta ci fosse chi c'era. Strabuzzai gli occhi e chiusi la bocca tentando di darmi un contegno, ma il cuore aveva cominciato a battere forte per la sorpresa e lo stupore, mentre la mente tentava di capacitarsi della visione.

-Buongiorno- farfugliai stranito.

-Salve, Parker- disse Tony Stark.



Nota di Coss:

Per chi non l'avesse notato i personaggi nominati all'inizio (Simmons, Fitz, May... ecc) sono tutte persone che appaiono nella serie TV di Agents of S.H.I.E.L.D.

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