Coulson o non Coulson? Questo è il dilemma...
Sbattei la testa contro la roccia del cunicolo.
Sentii un rivolo di sangue discendermi la fronte mentre il cranio e tutto ciò che lo circonda prendeva a pulsare energicamente.
-Dio, che botta!- gemetti massaggiandomi la ferita e pulendomi il sangue con la manica, maledendo Alex per quella stupida spinta.
Ero riuscito ad attaccarmi alla parete con le mani e coi piedi poco prima di sfracellarmi totalmente sui gradini di marmo e, grazie al cielo, la testa era l'unica cosa che ora doleva.
Nel buio poggiai lentamente un piede sul primo scalino che riuscii a trovare e l'altro seguii a ruota.
Bene, ero in piedi... ora dovevo solo trovare il modo di discendere quella cavolo di scala senza ammazzarmi.
Manco il tempo di pensarlo che delle timide lampade a led anche parecchio usate lampeggiarono in modo quasi impercettibile per poi accendersi sopra di me, illuminando quei gradini della morte che avevo davanti.
Deglutii.
-Oook...- feci tra me facendo un rapido giro su me stesso.
Niente: la porta da cui ero entrato si era richiusa e probabilmente il fatidico minuto delle quattordici e cinquanta era iniziato... l'unica cosa che potevo fare era continuare a scendere verso una probabile e triste fine...
Alla velocità della luce mi spogliai pantaloni e felpa, abbandonandoli ai lati dei gradini e rimanendo in costume da Spider-Man. Per finire in bellezza indossai la maschera.
-Karen, attiva modalità invisibile- dissi mentre sentivo ancora la ferita pulsare sotto il tessuto.
-Certo, Peter- assicurò lei mentre il mio corpo sfumava nell'aria viziata di quel tunnel.
Mi inoltrai sempre più giù, correndo il più velocemente possibile e tentando al contempo di non uccidermi inciampando. Ci vollero forse meno di quindici secondi, poi mi ritrovai davanti all'ennesima porta.
Senza avere la più pallida idea di cosa fare tentai di aprirla. Afferrai la maniglia e la abbassai per poi spingere.
Incredibile ma vero, funzionò!
L'odore che questa volta mi investì fu però diverso da ciò che mi ero aspettato, tenendo conto che, nell'ultimo paio di porte che avevo avuto l'onore di aprire, una tremenda puzza di muffa non era mancata ad accogliermi sulla soglia... Eppure qui c'era odore di pulito... Molto pulito.
Davanti ai miei occhi stralunati si spalancò un lungo corridoio scintillante come solo le basi segrete dello S.H.I.E.L.D (e le proprietà di Tony Stark) possono permettersi.
Lampade a led molto più funzionanti tempestavano il soffitto e il pavimento era lucido come la superficie di un lago.
Come in tutti gli altri corridoi dell'universo anche qui, ai lati, erano posizionate a intervalli regolari molte porte, ognuna di esse meticolosamente chiusa.
Non c'era nessuna anima viva al momento e questo era un punto a mio favore.
Chiudendo silenziosamente la porta dietro di me mi incamminai per la corsia deserta.
Camminai per un po', tenendo le orecchie tese, cercando qualcosa che mi desse un qualche indizio su che cavolo dovevo fare in quella base che sembrava momentaneamente disabitata...
Ancora prima che Karen mi avvertisse della presenza di altri esseri umani il mio senso di ragno mi avvisò che qualcosa si stava avvicinando rapidamente.
Successivamente le voci di persone vive mi giunsero all'orecchio con chiarezza insieme ad altri rumori... Sembravano il tintinnare delle catene... oppure versi di animali furiosi... Probabilmente entrambi.
Sopraffatto dall'ansia aderii al muro e sbirciai oltre l'angolo che il corridoio creava.
La scena a cui assistetti mi fece perdere un battito.
Cinque agenti armati fino ai denti e alti due metri scortavano un uomo che ben conoscevo, incatenato con manette e protezioni fatte di un metallo lucido e certamente resistente.
Logan si dibatteva come dannato, tentando di colpire gli uomini che gli giravano attorno con pistole ben puntate su di lui.
I versi che faceva erano un misto di terrore, ira, confusione... il tutto lo faceva assomigliare a un animale ferito e catturato.
Per un secondo rimasi a fissare questa scena con gli occhi sgranati e il cuore che batteva come un tamburo impazzito, domandandomi come potessi intervenire o se dovevo farlo...
Deglutii a vuoto, tentando di recuperare un coraggio che non avevo.
Feci un profondo respiro, poi decisi di agire.
Camminai in punta di piedi verso il gruppetto di persone, la paura che mi riempiva le vene insieme all'adrenalina che aveva invaso il mio corpo.
Annuii tra me, poi tesi una mano verso l'uomo più vicino. Avrei dovuto fare veloce, o il tutto sarebbe andato a rotoli...
Mi accigliai, deciso come poche volte lo sono stato in vita mia, poi una ragnatela mi partì dal polso e si andò ad appiccicare sulla faccia dell'agente puntato.
Quello cadde all'indietro, tentando di liberarsi e gemendo di spavento.
Non diedi agli altri il tempo di rendersi conto della cosa: con un balzo mi attaccai al soffitto e sparai due fili verso gli altri due uomini più vicini con entrambe le mani. Riavvicinai con forza le due braccia e le teste dei due malcapitati cozzarono una contro l'altra con un rumore inquietante.
Feci una capriola mentre uno dei due rimasti sparava un colpo verso il nulla, nella forse vaga speranza di colpirmi.
Diedi un calcio da dietro al tale che reggeva la catena collegata al braccio destro di Logan e quello crollò in avanti con un tonfo.
Gli impedii il movimento di braccia e gambe con una ragnatela e con l'altra mano bloccai il tipo con la pistola, appiccicandolo al muro più vicino per poi lanciargli un filo lattiginoso in bocca e farlo stare zitto.
Eseguii un'altra capriola per avvicinarmi ai due che si erano colpiti tra loro con il cranio: uno di loro stava cercando di rialzarsi. Non gli permisi di andare oltre nel suo tentativo di rimettersi in piedi, tirandogli un calcio sullo stomaco e facendolo svenire con un colpo bel assestato sulla fronte.
Odio colpire le persone... ma in questo caso non avevo molta scelta.
Atterrai e mi misi le mani sui fianchi, guardando il mio macabro lavoro con un leggero amaro in bocca.
Karen in quel momento disattivò a modalità invisibile e io mi rivolsi a Logan, che mi sorrideva, annuendo.
-Ottimo lavoro, ragazzo- mi disse.
-Beh, grazie- gli feci -Effettivamente mi viene bene tramortire gente.
Wolverine annuì di nuovo, poi però il suo sorriso scomparve e l'uomo si incupì.
-Ma ora è meglio scappare- disse mentre i suoi occhi si stringevano -Prima che suoni l'allarme...
Il senso di vittoria che avevo nel petto sfumò rapidamente in terrore.
-Allarme?
Come se avessi recitato una parola d'ordine l'intero corridoio prese a lampeggiare della classica luce rossa che devono avere gli allarmi mentre una sirena mi strillava nelle orecchie quasi volesse fracassarle in minuscoli frammenti.
-Ma come...?- balbettai, incredulo.
-Niente domande. Andiamo!- Logan, con il tintinnio inquietante che le catene provocavano prese a correre lungo il corridoio dietro di sé; le mani ancora rinchiuse nelle manette di metallo e gli artigli bloccati.
Quando pensavo che le cose non potessero andare peggio la porta appena dietro di me si spalancò di botto e due agenti muniti di una pistola per mano mi fulminarono con uno sguardo che quasi certamente stava a significare "Adesso ti ammazzo!"
Mi lasciai sfuggire un breve lamento per poi precipitarmi dietro a Wolverine, ormai a più di cinque passi davanti a me.
Dietro di me udii gli spari provenienti dalle pistole dei due uomini e, ancora più indietro, altre voci e passi... Era come se improvvisamente la base, da deserta, si fosse popolata di tizi pronti a uccidermi nel giro di pochi secondi.
Gli agenti ora spuntavano come funghi mentre io e Logan continuavamo a correre verso non so dove, forse nella speranza di trovare un'uscita o cose simili...
Un proiettile mi sfiorò il viso e io trattenni il respiro, in panico, prima di fare uno scatto in avanti e mettermi e soli pochi centimetri da Wolverine.
-Dove cavolo stiamo correndo?!- gli feci, agitato.
-Dobbiamo trovare una porta aperta in cui nasconderci!- rispose lui bloccandosi di colpo in mezzo al corridoio.
-Che diamine stai facendo?!- lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite mentre l'uomo iniziava a guardare una per una tutte le porta che riusciva a vedere facendo un giro su se stesso -Le guardie ci raggiungeranno a breve! Sbrigati!- strillai, l'ansia che saliva.
Lui mi lanciò un'occhiataccia prima di seguire il consiglio e rimettersi a correre.
Pochi metri poi urlò:
-Quella!- indicando una porta che a vista era totalmente identica a tutte le altre milioni.
Lo guardai, confuso, poi mi dissi che non avevo niente da perdere e afferrai la maniglia per poi spingere con quanta più forza potevo.
Si spalancò e io mi precipitai dentro cadendo su un pavimento di mattonelle grigie.
Logan mi seguì a ruota, chiudendo la porta e appoggiandosi sopra con la schiena per poi prendere un respiro.
Mi guardò.
Grazie al cielo avevo la maschera, altrimenti avrebbe potuto vedere l'espressione terrorizzata che ora avevo sul viso.
Ora eravamo in una grossa stanza immersa nella penombra. Un accentuato odore di vecchi libri riempiva l'ambiente, ricoperto da archivi cartacei ammassati a formare una sorta di labirinto di librerie cariche di fogli e antichi documenti accatastati sopra.
-Che posto è questo?- chiesi alzandomi lentamente in piedi e facendo un rapido giro su me stesso.
-Penso sia il vecchio archivio- rispose Logan -Ora tutti i documenti sono digitali, ma è qui che sono raccolte le informazioni più vecchie dello S.H.I.E.L.D (nome assurdo, per la cronaca).
-Ah- feci -E... qui siamo al sicuro?- domandai poi, indicando la porta alle spalle di Wolverine.
-Finché non gli verrà il mente di cercare qui, sì- rispose lui facendo una smorfia.
Scossi la testa e lo guardai.
-Ma che ti è successo?- gli chiesi, togliendomi la maschera e fissandolo negli occhi -Cosa ti hanno fatto?
Quello sospirò.
-In pratica non molto- disse -All'inizio erano solo intenzionati a farmi delle domande, ma dopo che ho ammazzato un loro agente si sono infuriati e mi hanno chiuso in cella con queste manette in Vibranio... mi pare si chiami così. Questa roba è molto più dura dei miei artigli e serve una cavolo di chiave magnetica che hanno solo le guardie per aprile.
Battei le palpebre, confuso.
-Ma allora come hai fatto a chiamarmi, ieri?- feci.
Scrollò le spalle.
-Sono scappato dalla cella- rispose, come fosse la cosa più normale del mondo -Ho approfittato del momento in cui mi avrebbero dovuto fornire del cibo e sono fuggito mettendo fuori gioco un agente- fece una smorfia -Poi sono finito nella sala comunicazioni e, scorrendo l'infinita rubrica che hanno in memoria questi tizi ho trovato il tuo numero...
Perché accidenti lo S.H.I.E.L.D ha il mio numero? Pensai, accigliato.
-Dalle informazioni che avevo sentito dire alle guardie e a ciò che avevo visto quando mi avevano portato qui ho potuto dirti quello che sapevo- continuò Logan -Alle quattordici e cinquanta esatte mi avrebbero spostato nel laboratorio; era l'unico momento in cui sarebbe stato molto più facile liberarmi.
-E come sapevi della mano sinistra di Tony?- gli chiesi, poi.
Sorrise.
-Tu curi troppi dettagli, ragazzo- commentò -Beh, nella sala comunicazioni c'era anche un computer che raccoglieva chiunque avesse accesso a questa struttura. Ho avuto il tempo di riattivare la mano di Stark prima che arrivassero le guardie...
Sospirai, ascoltando i passi degli agenti che correvano appena fuori dalla porta e rabbrividii.
-Ma adesso?- chiesi a Logan.
Quello sbadigliò.
-Nella mia vita ho fatto cose molto più assurde, troveremo un modo per uscire- rispose sbrigativo.
-Mi vuoi dire che non hai neanche un minimo piano?!- esclamai sgranando gli occhi.
Mi fissò e sbatté le palpebre.
-A che mi serve un piano?
Sospirai.
-Fa niente... improvviseremo qualcosa.
E mentre dicevo questo qualcosa prese a strillare nella mia testa, il mio senso di ragno mi urlò che qualcosa stava per succedere.
Manco il tempo di riflettere su questo che un rumore proveniente dal fondo dell'immensa stanza mi giunse all'orecchio con chiarezza e quasi sussultai.
Anche Logan tese le orecchie e io e lui ci scambiammo un'occhiata carica di dubbi.
Ecco, un altro rumore!
Sembrava qualcosa che sbatte contro una libreria, il frullio delle pagine e dei documenti aperti, i passi furtivi di una persona...
Logan si portò una mano ammanettata alla bocca, forse tentando di farmi segno di stare zitto... anche se penso che sarei comunque stato troppo spaventato per anche solo respirare.
Mi calai la maschera sul viso e iniziai a camminare il più piano possibile verso chiunque fosse nella stanza con noi, il cuore che ricominciava a battere con un ritmo assurdo.
Karen attivò la visione notturna e nel giro di un istante vidi tutto con chiarezza. Una figura mi schizzò davanti agli occhi, nascondendosi dietro ad un'altra libreria e io la inseguii, cauto.
Wolverine, intanto, stava fermo alla porta: il suono delle sue catene sarebbe servito solo a complicarmi il lavoro.
Poi eccolo lì, un uomo di spalle nascosto dietro ad un archivio. Non mi vedeva, c'era troppo buio per lui.
Deglutii, poi, rapido, gli tirai una ragnatela e quello cadde, preda di quella sostanza vischiosa e appiccicaticcia.
Emise un gemito soffocato prima che io gli saltassi addosso, braccandolo e impedendogli qualsiasi movimento.
A quel punto Logan spuntò fuori da chissà dove, arrivandomi alle spalle.
Gli lanciai un'occhiata prima di tornare all'uomo che al momento teneva la faccia a terra e la cui identità ancora mi sfuggiva.
Lo girai con un gesto fulmineo e il viso che mi trovai davanti mi fece sgranare gli occhi e fermare il cuore per un attimo.
-Ah! Questo lo conosco- commentò Wolverine fissandolo, accigliato.
-Lasciatemi!- urlò Coulson dimenandosi come un ossesso nel tentativo di sfuggire alla mia ragnatela.
-Ma lei che diavolo ci fa qui?- feci guardandolo, allibito.
-Parker, questi non sono affari tuoi! Ora liberami da questa cosa, immediatamente!- gridò il direttore dello S.H.I.E.L.D con una violenza che non riuscii a collegare all'uomo che mi avevano descritto e che pensavo di conoscere.
Guardai Logan e lui ricambiò lo sguardo, dubbioso.
Mi accigliai, fissando l'uomo incravattato e steso a terra, deciso a zittire quel dubbio che ormai mi aveva invaso il cervello da più di un giorno.
Rapido afferrai il radar di EdB2 che mi ero portato dietro e che avevo allacciato al costume (Esatto, l'avevo con me. Non devo per forza dirvi tutto, no?) e lo alzai al cielo come fosse un'arma.
-E quello che è?- mi fece Wolverine fissando l'affare a forma di pera.
-Lo vedrai!- dissi.
Lo accesi tramite l'interruttore laterale che mi aveva mostrato Alex e lo puntai verso il petto di Coulson, sperando le sua camicia fosse abbastanza leggera perché l'aggeggio avvertisse le radiazioni cercate.
-Ehi, no! Che stai facendo?!- urlò il direttore dello S.H.I.E.L.D come se lo stessi per ammazzare.
Mi accigliai e lo feci passare su e giù per il corpo dell'uomo mentre lui si muoveva convulsamente quasi fosse stato posseduto da qualcosa di estraneo
-Tieni quel coso lontano da me!- strillò ancora, come dannato.
-Fermo, Phil- feci -Ora ho finito.
Quando il radar emise il suo tipico bip non riuscii a trattenere un sorriso.
Sotto lo sguardo confuso di Logan e gli occhi spaventati dell'uomo steso a terra il monitor si accese.
È il momento della verità pensai mentre adocchiavo la cifra scritta a caratteri cubitali sul piccolo schermo fatto in casa.
Xal: 48,5
Le emozioni si confusero.
Non sapevo se urlare, ridere o piangere.
Guardai Coulson e, scrutando oltre il suo sguardo, vidi qualcun altro. Qualcuno che non conoscevo, che non avrei voluto conoscere... un Mutante che ci aveva ostacolato e messo i bastoni tra le ruote per giorni interi... ma il cui nome ancora mi sfuggiva.
Eppure ora era lì, davanti a me, e ancora continuava a scappare.
Per troppo tempo quell'antipatico si era preso gioco di me, prendendo un posto che non gli spettava, impedendoci di compiere la nostra missione.
Ci aveva aggirato, confuso, ingannato... e ora era il momento in cui tutto sarebbe andato a posto. Finalmente ogni cosa avrebbe assunto il senso che tanto aveva bramato di avere.
-Chi cavolo sei?- chiesi a quell'uomo dalle sembianze di Coulson con tutta l'autorità di cui ero capace -Chi sei?!
-Ehi, ragazzino! Ma che stai dicendo?- Logan mi guardò come fossi folle e avvertii il suo sguardo spostarsi convulsamente da me alla persona stesa a terra -Questo qui è Phil Coulson... o qualcosa di simile. È il direttore dello...
-No!- mi voltai verso Wolverine e gli mostrai i numeri segnati sul radar -Logan, questo qui è un Mutante!- gli feci mettendogli il monitor proprio davanti al naso -Non so come, non so perché ma questo qui è un cavolo di Mutante!
Solo allora il mio amico iniziò a capire, volgendo nuovamente gli occhi sull'impostore con uno sguardo diverso.
Phil, intanto, stava in silenzio. Non urlava più e nemmeno si muoveva; sembrava una persona rassegnata, che si è arresa al proprio destino dopo anni di lotta contro di esso... e ora lo fissava come un animale ferito fissa il cacciatore che gli ha sparato.
Chiuse gli occhi e li riaprì un secondo dopo che erano di un colore diverso... un giallo oro mischiato a bagliori di stella.
Guardò Logan, la cui espressione mutò in una frazione di secondo, divenendo una metropoli di emozioni e ricordi che non riuscii a identificare.
Wolverine indietreggiò, scuotendo piano la testa mentre il Mutante a terra gli sorrideva con un ghigno beffardo.
-No, non è possibile...- fece l'uomo ammanettato, fissando quello sdraiato come fosse un fantasma -Non è possibile!
-Oh, Logan, quanto sei ingenuo- recitò Coulson con una voce femminile che io non avevo mai udito.
Ciò che accadde dopo mi si impresse per sempre rulla retina; un ricordo e una scena che è impossibile cancellare dalla memoria.
Successe tutto in un secondo, un istante perso in un fiume di altri... ma successe. In uno sfarfallio di colori la pelle e i vestiti del direttore dello S.H.I.E.L.D mutarono ad una velocità impressionante in una danza di piume colorate e aurore boreali.
Il tremolio ricoprì completamente l'intero corpo dell'uomo, celando Coulson dietro a migliaia di scaglie arcobaleno.
Il tutto durò meno di un istante, ma dopo questo spettacolo di colori guizzanti davanti a noi c'era una creatura mistica e quasi irreale, che se non avessi visto con i miei occhi avrei creduto una semplice storiella per bambini.
Una donna interamente blu, ricoperta a intervalli da squame scintillanti che parevano zaffiri pregiati e con capelli di un rosso troppo accesso per un qualsiasi essere umano.
Ma, la verità, la cosa che mi colpì di più continuarono a essere quegli occhi gialli e penetranti che sembravano scavarmi nell'anima. Il suo sguardo dorato mi entrò dentro mentre fissavo quella donna incredibile come fossi un bambino alle prese con un sogno che gli avevano detto irrealizzabile.
-Raven...- disse Logan in un sussurro mozzato.
La donna gli sorrise, un ghigno a metà tra una smorfia sconfitta e un riso festoso.
-Ci si rivede, Wolvi.
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