A, B... Non osate mandare avanti l'alfabeto!


-Peter!- mi chiamò zia May, nel pomeriggio di martedì, dopo che tutta la mattina mi ero impegnato a fondo per evitare Alex.

Alzai lo sguardo dal libro di Matematica.

-Che c'è?- chiesi alla porta chiusa.

-C'è una ragazza alla porta, Alex Potts, mi pare.

Scattai in piedi, battendo la testa contro la lampada a led della scrivania, la quale rovinò a terra.

-Tutto bene?- sentii la voce di mia zia gridare.

-Certo, May, tutto a posto.

-La faccio entrare o no questa ragazza?- chiese poi -Peter, sta aspettando.

-Sì, lasciala entrare.

Ma perché cavolo è venuta?! Chi l'ha invitata? Pensai con rabbia mentre arrivavo in salotto e Alex faceva il suo ingresso in casa mia.

-Ciao, Peter- mi salutò, ma io ricambiai con un mugugno.

-Pete, è la tua ragazza?- mi chiese zia May, con un sorriso entusiasta che sembrava uscito da una telenovela -Non mi avevi detto di avere una ragazza!

-Zia, no: è un amica...- borbottai lanciando ad Alex uno sguardo accusatorio. Ma perché cavolo era venuta? Nessuno le aveva detto di venire!

Strano come le ultime persone che hai voglia di incontrare si presentino alla tua porta come foste vecchi amici... eppure a chi non è mai capitato?

-Oh- mormorò May, delusa, ma si ricompose, rivolgendosi ad Alex -Beh, fai come se fossi a casa tua!

-Peter, mi fai vedere la tua stanza?- Alex mi sorrise e io le lanciai un'occhiataccia.

-Sì, certo- le afferrai un polso e la trascinai in camera, chiudendo la porta di scatto.

-Carino qui!- commentò la ragazza guardandosi intorno e facendo un rapido giro su se stessa.

-Non farci l'abitudine- borbottai sistemando la lampada caduta. Poi la guardai male -Cosa ci fai qui? Me lo spieghi? Credevo di essere stato chiaro!

Il suo sorriso non smise di splendere.

-Volevo parlarti di una cosa- mi disse misteriosa.

Sbuffai.

-Senti, io non voglio avere a che fare con te! Mi hai scoperto, ok, ma non vuol dire che ora dobbiamo frequentarci per forza. E non centra niente neanche il fatto che tuo zio è una persona importante, chiaro? Io non voglio sapere niente di te e non ti voglio avere nella mia vita, va bene?- lo dissi tutto d'un fiato e una volta fatto mi sentii più leggero, come se mi avessero tolto un grosso peso dalle spalle, sputandole in faccia i miei pensieri.

Fu Alex, quindi, a guardarmi male con i suoi immensi occhi scuri.

-Ascoltami, Spiedy- mi disse seria -Non sono qui per chiederti di frequentarci o cose così, perché tanto non mi interessa niente di quella roba. Non mi interessa neanche la tua identità e nemmeno di mio zio, che poi non vedo neanche tanto spesso; tutto quello che voglio è parlarti di una cosa, una sola, non voglio altro, poi sparirò dalla tua vita. Lo giuro, Pete.

La fissai un momento. Poi mi lasciai andare in un lungo sospiro carico di esasperazione.

-Ok- le lanciai un'ultima occhiata sospettosa -Poi basta?

-Poi basta- mi assicurò.

-Va bene, che vuoi dirmi di tanto importante?- le chiesi, senza neanche fingere interesse.

Sorrise in modo furbo e quell'espressione mi fece paura.

-Tu hai visto cose molto strane, Peter- cominciò -Hai combattuto Thanos, sei morto, e da allora niente nel mondo è come prima, ma ci sono cose ancora più strane di tutto ciò che conosci... Sono anni che faccio ricerche sulla dimensione B, ma in Italia non disponevo delle apparecchiature adatte. Qui, invece, approfittando delle tecnologie di mio zio, sono riuscita ad avere la conferma alle mie teorie.

La fissai un attimo, nella netta speranza che aggiungesse qualcosa, che mi spiegasse, perché, da ciò che aveva detto, non avevo capito un'H. Ma dopo qualche secondo di silenzio nel quale lei era immersa nei suoi pensieri e io tentavo di capire se avesse intenzione di continuare a parlare o meno, decisi di intervenire.

-Ma... cos'è la dimensione B?- mi azzardai a chiedere, cauto.

Batté le palpebre e sorrise.

-La dimensione B è... beh, è complicato- si interruppe, riflettendo, ma alla fine non aggiunse niente.

-Alex?- le schioccai le dita davanti al viso -Ci sei?

-Sì- mi guardò, battendo le palpebre -è solo che ora mi rendo conto di quanto sia strano... e forse non è stata una buona idea volertene parlare...

Mi accigliai. Stava scherzando, spero. Non poteva piombare in casa mia senza un invito, con la scusa di dovermi dire una cosa, e poi rinunciare, spiegando a me (sono morto, non so se lo ricordate) che è troppo strano e non posso capire! Seriamente?

-Sputa il rospo, non puoi lasciarmi sulle spine- dissi acido.

Sospirò.

-Sì, Peter, hai ragione- fece ancora una breve pausa, poi iniziò -Avevo otto anni quando ho cominciato ad avere il sospetto che esistesse qualcosa oltre al nostro universo e i nove regni di Asgard. Lo pensavo perché c'erano stati momenti, nell'arco della mia vita, in cui l'energia statica della Terra aumentava di intensità in alcuni punti del globo (Stati uniti, New York, nel caso ti interessasse), ma non era casuale... succedevano cose, cose che i nostri sensori trasmettevano, ma i nostri occhi non vedevano, o quasi... Nel 2003 alcune persone hanno giurato di aver visto il ponte di Brooklyn staccarsi dal suolo e volare nell'aria, cosa assolutamente insensata secondo varie fonti, eppure lo stesso giorno in cui è stato testimoniato l'accaduto le apparecchiature di mio padre (Anche lui è imprenditore e possiede laboratori in Italia) hanno registrato un campo magnetico intenso... intorno al ponte in questione. Molti altri fatti mi hanno stimolato a fare ricerche, ma continuavo a pensare che esistesse una dimensione sconosciuta a noi, ma dentro il nostro mondo. Ciò non avrebbe senso secondi molti tipi di pensiero, ma qui, in America, prima di salire sul tetto e trovarti, avevo avuto la conferma alle mie ipotesi. Le macchine del laboratorio avevano registrato un messaggio, proveniente da un punto imprecisato della contea di Westchester, e l'area in questione... è totalmente priva di abitazioni umane.

La guardai attentamente. Una parte di me diceva Wow! È fantastica questa roba! Ma l'altra era più per Ma sta scherzando? Tutto questo è assurdo! Quindi chiesi, senza lasciar trapelare emozioni:

-Cosa diceva il messaggio?

Alex mi guardò e nei suoi occhi brillò qualcosa.

-"Esisto"- rispose sorridendo.

*

Alex se ne andò prima di cena. May aveva insistito perché si fermasse, ma io ero riuscito a convincerla che la ragazza fosse molto impegnata con i compiti e dovesse correre a casa.

Dopo questo episodio Alex non si fece più vedere. Né in classe, né alla mia porta. Sparì dalla circolazione.

I professori ci avevano informato che aveva avuto un infortunio e non sarebbe venuta per un po', ma erano passate più di due settimane e di lei nessuna traccia.

Una piccola parte di me era preoccupata, ma un buon 80% era molto sollevato che quella stramboide fosse uscita dalla mia vita.

Non avevo più pensato alla dimensione B, preferivo credere fosse una cavolata derivata dalle fantasie di quella bizzarra ragazza... e poi sarebbe stato inquietante credere che esistesse un mondo così.

La mia vita da Spider-Man continuava normale. Crimini minori e video da postare online senza un motivo preciso. Autografi a chiunque li volesse e nessuna chiamata dai colleghi Avengers.

Uscivo con Ned, studiavo, mettevo qualche ladro in prigione e... basta. Vita solita... almeno fino al 28 di Marzo.

Era un giovedì comune, ero appena uscito da scuola con Ned, al quale, guarda un po', avevo appena raccontato la disavventura di quel lontano lunedì, che ormai mi sembrava soltanto una storiella divertente senza nessun contatto con la realtà... Oh, quanto mi sbagliavo.

Lo scopo dell'uscita era di andare a mangiare un gelato prima di andare a casa del mio amico a studiare... Sì, quella sera avrei fatto una capatina allo scomparto del costume e un giro notturno non me lo toglie nessuno, ma Ned aveva voglia di stare con me e, essendo il mio migliore amico, mi pareva carino accontentarlo

Chiacchieravamo camminando con un cono in mano. Niente di strano fino a qui, non destavamo alcun sospetto: due amici che camminano! Oh, roba comune quanto scontata.

Ci infilammo, quindi, in un vicolo-scorciatoia per la casa di Ned. Era una via segreta conosciuta solo da noi due. Faceva un giro pazzesco in mezzo ai palazzi, zigzagando tra sacchi dell'immondizia e lattine schiacciate, però, imboccando la strada giusta nel labirinto di viuzze, risparmiavi dieci minuti di camminata nelle strade trafficate di New York City.

Pensa che sorpresa quando Iron-Man sbuca da dietro un angolo sbattendo contro la parete di un palazzo!

Ned e io abbiamo fissato la tuta rossa e dorata che si spiaccicava contro il muro con la bocca aperta all'inverosimile (noi, non la tuta).

Questo non è assolutamente normale!

L'armatura si raddrizzò, fece ondeggiare la braccia in ampi cerchi e, una volta recuperato l'equilibrio, si mise dritta davanti a noi. Dai jetpack usciva un fumo azzurrognolo che si diffondeva nel vicolo.

-Ahm... ciao- disse Iron-Man in modo che il tono risultasse metallico, ma la voce non era...

-Alex?!- scattai sgranando gli occhi, la mente che iniziava a girare, cercando una risposta ai dubbi che stavano sorgendo.

La maschera dell'armatura si alzò rivelando un volto giovane e familiare.

-Ciao, Spiedy, come va?- fece la nipote di Tony Stark con un mezzo sorriso.

-"Come va"?!- sbottai -Che cavolo stai facendo?!

Alex atterrò con un tonfo secco e un attimo dopo l'armatura si aprì del tutto, e la ragazza fece un passo fuori dalle vesti dello zio.

-Va bene, Pete, lo so che a dirla così sembra strano ma...- tossicchiò -Ho rubato l'armatura.

-Hai fatto cosa?!- gridai e la mia voce rimbombò.

-Eddai, Peter- mi disse Ned sorridendo radioso -Che sarà mai? Ne ha tante quello Stark!

-Non è questo il punto!- esclamai con foga -Hai rubato un'armatura di Iron-Man, Alex! Renditi un attimo conto!

-Non facciamone un dramma- disse Alex -Non lo saprà nessuno...

-Ma perché fare una cosa del genere?- feci, sconvolto.

-Cercavo te, Peter, è ovvio! Aspettavo un momento per parlarti- rispose la ragazza, guardandomi negli occhi.

-E dovevi rubare l'armatura per questo?!- gridai -Non ti sei neanche più fatta vedere a scuola!

-Non potevo- si giustificò lei -Ero così vicina alla scoperta della dimensione B.

-Cos'è la dimensione B?- chiese Ned, ma nessuno gli diede retta.

-Basta con questa storia!- le dissi, esasperato -Devi smetterla: la dimensione B è una cavolata!

Alex divenne seria e mi guardò con uno sguardo profondo e adulto.

-Peter, io ho trovato la dimensione B!- mi disse cupa -So come raggiungerla, ma devo prima arrivare nel punto da cui è partito il messaggio, per questo ho preso la tuta!

-Ti faccio notare che questa cosa non ha assolutamente senso- dissi acido -Primo, esistono molti altri mezzi per raggiungere il posto dove vuoi andare (siamo nel 2019, cavolo!); secondo, che cosa pensavi? Che insieme ci saremmo schiacciati dentro l'armatura in due e avremmo volato tranquillamente per interi chilometri?- la guardai, cercando di capire che cosa passasse per la mente di quell'assurda ragazza.

Alex abbassò lo sguardo.

-Pensavo ti saresti attaccato con una ragnatela- borbottò -È ciò che farebbe Spider-Man, no?

La guardai un attimo, con il cuore che batteva ad un ritmo ansioso e gli occhi che scattavano in continuazione, ricercando, forse, un senso logico per tutto questo.

Ned mi guardò, in attesa. Fremeva di eccitazione, so che lui ci gode quando io mi metto nei guai... però... è un'armatura di Iron-Man, cavolo!

-Io non sono Spider-Man- dissi alzando lo sguardo su Alex e lei lo ricambiò, delusa -Non ancora- aggiunsi tentando di sorridere nel mare di assurdità che mi stavano capitando -Mi metto la tuta e arrivo.

Il sorriso di Alex si ingrandì al massimo.

Che cosa sto facendo? Mi rimproverai mentre mi spogliavo dietro ad un muro di bidoni È illogico tutto questo. Mi sto mettendo in qualcosa più grande di me, qualcosa che mi si ritorcerà contro come tutto il resto di cose che ho fatto! Ma Alex ha ragione: Spider-Man lo farebbe e io... sì, lo ammetto, sono io Spider-Man.

Uscii dai bidoni con il costume addosso.

Dire che Ned era eccitato sarebbe dire poco. Fremeva di pura euforia e il suo sorriso arrivava da un orecchio all'altro.

Il mio, sotto la maschera, non lo faceva.

-Ehilà, Spiedy!- esclamò Alex -Pronto?

-In realtà no, non ho ancora capito perché lo sto facendo- dissi.

-Questo lo saprai non appena arriviamo- rispose Alex.

-Ma praticamente non lo sai neanche tu- le fece notare Ned, che più o meno doveva aver intuito in concetto.

-Dettagli- minimizzò la ragazza sventolando una mano con noncuranza.

Lanciai lo zaino con vestiti e libri a Ned e lui lo afferrò.

-Dì a zia May che stanotte sto a dormire da te- ordinai al mio amico, poi guardai Alex -Per quanto staremo via?- nella mia voce c'era una nota preoccupata.

-E che ne so!- esclamò lei con un sorriso eccitato.

-Fantastico- borbottai.

-Peter- mi disse Ned -Non sai cosa darei per essere al tuo posto in questo momento!

-No, non lo vorresti- dissi scuotendo la testa -Comunque chiamami se vuoi- tamburellai una dito vicino all'orecchio -C'è un telefono incorporato: il signor Stark ha messo tutto.

-Ok, capitano, buona fortuna.

Gli feci il saluto militare, poi mi voltai verso Alex e un dubbio mi appannò la mente.

-Ma... sai guidare l'armatura?- le chiesi ricordando la guida di un attimo prima.

-Tre anni fa lo zio mi ha fatto un corso semplificato- scrollò le spalle -E poi non penso sia così difficile, no?

*

Il viaggio fu terribile.

Alex, l'avevo assicurato, non sapeva guidare l'armatura.

Zigzagava a caso, faceva curve assurde senza alcun motivo. Capriole, giri della morte... Mi veniva da vomitare.

E io, appeso lì sotto, che abbracciavo il sottile filo bianco senza il quale sarei stato spiaccicato a terra dopo 1000 metri di caduta, a pregare che il viaggio finisse lì.

Chiunque, da terra, avesse guardato su avrebbe visto la Mark.64 di Iron-Man girovagare a caso nel cielo come ubriaco e, lì sotto, un piccolo puntino rosso tremante. Mmm... certamente un milione di Like su YouTube li recupera, poco ma sicuro.

In tutto il viaggiò non durò poco più di due ore, ma a me sembrarono anni, anni! Anni sprecati!

Atterrammo in un grande prato circondato da boschi, ma nel quale non c'era niente.

Il mio primo istinto fu di baciare la terra. Io, che passo la maggior parte del mio tempo a fare capriole tra i palazzi di New York, sospeso con una cordicella. Ciò vi lascia immaginare quanto male guidi Alex, così male da far venire voglia a Spider-Man di licenziarsi e cambiare mestiere, scegliendo di fare il contadino, che più contatto con la terra non si può avere.

Poi, però, mi resi conto di dover fare qualcosa di più importante.

Mi levai la maschera e la gettai a terra prima di buttarmi tra i cespugli e vomitare.

Tornai da Alex un attimo dopo, pallido come un cencio e con gli occhi lacrimanti.

Lei era uscita dalla tuta e ora mi fissava con un mezzo sorriso.

-Tutto... tutto a posto, Spiedy?- mi domandò.

La guardai male, raccattando la maschera da terra.

-Ti odio- brontolai fulminandola con uno sguardo di ghiaccio -È stato il peggior viaggio della mia vita!

-A me non è sembrato così...- ma poi afferrò la mia occhiataccia e tacque.

Mi feci passare una mano tra i capelli, guardandomi intorno con rabbia e rassegnazione.

-E ora?- la guardai, furioso -Qui non c'è niente!

-Io ti avevo che non c'erano abitazioni umane- fece notare lei.

-Ma siamo in mezzo al nulla!- strillai spaventando un paio di uccelli passeggeri che, con un frullare d'ali, volarono via.

-È questo che vuol dire "assenza di abitazioni umane"- la ragazza mi guardò, dubbiosa.

Mi gettai a terra, incrociai le gambe e mi presi la testa fra le mani.

Ero finito.

In quel momento credevo che non ci potesse essere niente di peggio. Non mi ricordai neanche del fatto che ero già morto e che, quindi, cose peggiori esistono.

Anche Alex si guardò in giro.

-Il messaggio proveniva da qui- disse.

-Certo, il messaggio te l'ha inviato un albero- borbottai.

-Ehi, adesso non lamentarti troppo- fece Alex -Sei stato tu a decidere di venire con me.

-Oh!- scattai in piedi e la guardai fissa negli occhi -Allora è colpa mia?!

-Diciamo che è colpa di entrambi- disse la ragazza in tono scontroso -Io ti ho detto di venire e tu sei venuto.

-Avevi anche detto di saper guidare l'armatura!- la accusai.

-Era la prima volta!- si giustificò -Avevo solo imparato le basi da mio zio, ma lui non mi avrebbe mai fatto provare a guidarla!

-Davvero?- sbottai -E questo non potevi dirmelo prima che accettassi di venire con te?!

-Se te lo avessi detto non saresti venuto!

-E perché dovevo venire per forza?!

-Perché ci sarebbe stato un testimone oltre a me!

-E perché proprio io?! Non potevi chiedere al tuo fantastico zio di accompagnarti?

-Piantala di mettere in atto mio zio! Questa è una questione mia e tua!

-Mia e tua? Ma se tutto questo è successo perché ti sei inventata una stupida dimensione immaginaria?!

-Se pensi sia immaginaria perché sei venuto?

-Non lo so!

Mi guardò attentamente, con gli occhi che mandavano scintille.

Aprì la bocca, stava per aggiungere qualcosa quando un suono proveniente da dietro ai cespugli ci fece voltare di scatto. Fu come un fruscio, un foglio di carta che striscia per terra.

Non c'era niente. Ci avvicinammo lentamente, con i sensi vigili e attenti. O quasi. Dopo un po' mi resi conto che il mio senso di ragno non mi gridava niente, l'adrenalina calava velocemente, ma io continuai ad avanzare verso i cespugli, sbattendo le palpebre per mantenermi vigile.

Scostai di scatto la massa fogliosa, ma oltre non trovai altro che dei rametti spezzati... no, aspetta, formavano un messaggio, i rami erano messi a formare un messaggio!

I suoni ora erano indistinti e il sonno mi appannava la mente, ma non avevo sonno... io non...

Chiusi e riaprii gli occhi per poi tornare a guardare i rami. Ma essi erano in ordine sparso, senza nessun significato.

Tornai indietro, con le gambe molli e la stanchezza che mi avvolgeva.

Non appena mi voltai verso Alex, la ragazza cadde a terra come svenuta.

Era solo stanca pensai, ma fu un pensiero senza un fine, perché subito dopo crollai anch'io; oltre le palpebre solo una vaga figura che riconobbi come una B...



Nota di Coss:

Questo capitolo è uno dei più deliranti. Essendo uno dei primi non avevo assolutamente idea di dove sarebbe andata a parare la storia e, quindi, Alex ha iniziato a blaterale senza effettivamente sapere cosa stesse dicendo, partorendo questa... roba.

Fatemi i complimenti più tardi, quando la cosa si farà ancora più strana...

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