Capitolo 24

(Last Christmas, Ariana Grande)

Ci sediamo al bar ad un tavolino, su una sottospecie di terrazza che dà sul centro commerciale, regalandoci il panorama di gente che fa acquisti all'ora di pranzo.
<< Non so come ringraziarti >> dico io poggiando i gomiti sul tavolo e stringendo le mani; portando quest'ultime davanti alla bocca.
<< Non devi >> sorride lei.
<< Sul serio, nessuno avrebbe fatto una cosa del genere per me...Liz non ci ha nemmeno pensato una volta... mentre io la accompagnavo per i negozi più costosi, lei non faceva altro che comprare e comprare...lasciandomi lì a guardarla.. >> dico malinconico e giocherellando con il porta tovaglioli di carta sul tavolino.
<< Hai dimenticato un particolare. >> afferma lei inarcando le sopracciglia.
<< Cosa? >> chiedo guardandola.
<< Io non sono Liz. >> dice con ovvietà.
Sorrido e lo fa anche lei. Ancora una volta quella sensazione di sospensione e leggerezza che fa incatenare i miei occhi nei suoi. Sento le voci ovattate della gente intorno a noi.
Ma ritorna tutto normale quando arriva il cameriere. << Mi scusi ? >>
<< ehm..sì... due cioccolate calde >> ordino.
<< perfetto >> prende nota sul taccuino e se ne va.
<< Fa piuttosto freddo in questo periodo, non trovi? >> bene. Ha cominciato a parlare del tempo per aggiustare la situazione. L'ho messa in imbarazzo, ecco cosa ho fatto.
<< Già >> annuisco.
<< Allora, cosa hai comprato per Liz? >>
<< Cos'ho comprato per Liz? >> cos'ho comprato per Liz? NON LO SO ANCORA.
<< U-un... >>
<< Ecco a voi ragazzi >> arriva il cameriere con il vassoio e ci porge le cioccolate, salvandomi dal rispondere.
<< Grazie >> le prendiamo e, dato che sono troppo calde, le poggiamo sul tavolino.
Giro il cucchiaino nella tazza. Stranamente Sara non mi ripropone la domanda: magari avrà visto la mia insicurezza.
<< Dimmi la verità: stai bene con Liz? >> dice quasi sussurrando, continuando a guardare la tazza e girando il contenuto con il cucchiaino nell'intento di raffreddarlo.
Sospiro e continuo a guardare la tazza.
<<Peter >> volge lo sguardo verso di me e io lo ricambio.
<< C'è qualcosa che non va...si vede lontano un miglio che sei strano>> dice bevendo la cioccolata.
<< Non mi sento a mio agio con lei...>> confesso e bevo anche io.
<< Devi parlarle e trovare una soluzione, vedrai che si sistemerà tutto >> detto questo poggia la sua mano sulla mia e, ancora una volta la sensazione provata prima, finché non mi squilla il cellulare.
<< Pronto?>>
<< Peter?! Dove siete?! >>
<< Zietta, siamo al centro commerciale>>
<< Mi avete fatto prendere un colpo! Sono tornata a casa e non c'eravate! >>
<< Torniamo subito zia >> chiudo la chiamata e finisco di bere velocemente la cioccolata ormai fredda.
<< Che succede? >>
<< Zia May ci vuole a casa, si è spaventata non vedendoci >> dico ridendo e alzandomi.
<< Va bene >> finisce anche lei di bere e si alza.
Prendo le buste e ci incamminiamo verso l'uscita.

<< Ragazzi! Mi avete fatto preoccupare! >> viene zia May contro di noi e ci abbraccia.
<< Oh....zia? >>
<< Con tutto quello che sta succedendo in questi giorni! >> si stacca finalmente da noi.
<< Uh! Avete fatto compere! >> indica le buste.
<< Si, sono le cose che metterò stasera >> dico sorridendo e andando nel piccolo soggiorno.
Zia May prende le buste e, come ogni volta che compro qualcosa, rovista gli abiti acquistati.
Io prendo un succo d'arancia dal frigo e verso un bicchiere per me e per Sara, quando zia May non mi fa quasi prendere un infarto con l'urlo agghiacciante ed isterico che lancia.
<< Zia cos'è successo?! >> corriamo subito da lei.
<< PETER. BENJAMIN. PARKER. CHI TI CREDI DI ESSERE?! UN MILIARDARIO?! >> dice infuriata con lo scontrino in mano.
<< Signorina May, non si preoccupi! Ho pagato tutto io, ho chiesto a Peter di considerarlo come secondo regalo di Natale, in anticipo! >>
<< Oh! Ma che dolce! Sei proprio una brava ragazza! >> dice sorridendo e abbracciandola.
<< Peter Benjamin Parker, eh? >> ridacchia Sara sottovoce.
La guardo male ma poi rido anche io.
<< Bene! Io vado a prendere gli scatoloni per fare l'albero! >> annuncio e vado nel corridoio.
Apro lo sgabuzzino.

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