Capitolo 5
"Appollaiata
su un ramo d'olivo
canta, stagione."
Il resto dell'estate fu un tripudio d'amore per me e Ginevra, non perdevamo occasione per stare insieme. Ogni giorno, finito di lavorare, ci incontravamo o a casa mia o a casa sua ed era sempre straordinario poter passare del tempo con lei, conoscerla meglio, imparare a memoria tutte quelle piccole stranezze che la rendevano ai miei occhi così speciale.
Ogni tanto si riaffacciavano anche quei momenti in cui pareva incupirsi, io li attribuivo alla vita che conduceva a casa sua, credevo che si sentisse un po' sola, non entravo mai in modo diretto nell'argomento, provavo a porle delle domande generiche, forse un po' troppo, a cui lei rispondeva con tranquillità che era semplicemente sovrappensiero.
Arrivò l'autunno, un giorno, di ritorno da lavoro, passai a prendere Ginevra e le chiesi di venire con me, stavolta volevo portarla io in un posto.
Lei mi seguì con quell'entusiasmo contagioso che la caratterizzava. Quando arrivammo nel luogo stabilito le chiusi gli occhi con le mani e la guidai, sentivo che il suo battito iniziava ad accelerare, non era una ragazza facile da sorprendere, ma probabilmente aveva intuito che c'era qualcosa di importante in ballo.
A un tratto ci fermammo e io le tolsi le mani di fronte agli occhi, non appena riuscì a mettere a fuoco vidi il suo volto spaesato. Ci trovavamo al centro di un campo di olivi, che all'apparenza non sembrava così diverso dagli altri di Rocca delle Serre. Ginevra mi guardò sorridendo: "Che cosa stai architettando, Francesco?!"
"Non vedi niente di insolito?" le domandai io.
Lei si guardò intorno e scosse la testa.
"La vedi quella?" dissi indicandole una casetta in pietra, vecchia, ma ancora in buone condizioni.
"Sì, perché?!"
"Quella casa appartiene alla mia famiglia, come questo campo. Ho pensato che, visto che entrambi lavoriamo e non ce la passiamo male, potremmo andare a vivere insieme!" dissi tutto d'un fiato, preso dall'emozione.
Il volto di Ginevra avvampò, per un attimo temetti che la casa non le piacesse, certo c'era qualche lavoro da fare, questo glielo accennai, ma in fondo era una bella casa.
Per mia fortuna i miei timori erano infondati, lei mi gettò le braccia al collo e iniziò a baciarmi, mentre lacrime di commozione le scorrevano sul viso.
In quel momento sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene per quella nuova avventura che stava per iniziare, ero leggermente spaventato dal fatto che fossimo entrambi piuttosto giovani e che non stessimo insieme da molto tempo, ma l'idea di poter condividere una casa con Ginevra mi faceva sentire l'uomo più felice sulla faccia della terra.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top