Radiazioni ionizzanti

-Oh, Federica, riposata un po'? - Rachel la accolse al suo ritorno. Federica notò che c'erano già diversi gruppi riuniti al lavoro e Rachel aveva già cerchiato alcuni argomenti sulle lavagne. Tempesta solare. Uragano. Radiazioni... - Hanno portato qualche panino rimasto dalla dispensa, vuoi che te ne porto uno? - si offrì Rachel. Federica la ringraziò con un sorriso. L'antidolorifico ora faceva molto più effetto e cominciava a sentire meno dolore, anche se sentiva i pensieri vacillare. Quanto era forte quella medicina?

-Trovato una lettura interessante? - il direttore del CERN la avvicinò indicando il libro mentre mangiava sola seduta su un gradino in disparte. Federica annuì inghiottendo un boccone. Poi prese una gran sorsata d'acqua e passò il volume al direttore.

-Terribilmente d'attualità- sorrise l'uomo.

-Ha mai conosciuto l'autore? - chiese Federica curiosa. L'uomo girò il libro e guardò la bibliografia.

-Conoscevo un professore che insegnava nella sua università, ma purtroppo non siamo mai stati presentati quando sono andato in visita per uno scambio. - confessò il direttore cortesemente. Federica annuì.

-Avrei molte domande da fargli- confessò poi lei. Il direttore sorrise.

- Come tutti...Temo non sarà possibile a breve. Ho ascoltato prima la descrizione del gruppo di lavoro sulle tempeste solari. È ... preoccupante. Almeno morirò dopo aver visto una bellissima aurora boreale. - sospirò l'uomo.

Federica sorrise. - Non sia così pessimista- lo invitò poi.

-E se il sole lanciasse una CME mentre noi siamo scoperti? - chiese spaventato. Federica conosceva abbastanza bene le coronal mass ejection, brillamenti estremi prodotti dal sole nei periodi di sua massima attività. Nel corso dei quali dal Sole si staccano globi di plasma a 1,5 milioni di gradi e di oltre un miliardo di tonnellate, formati da protoni ed elettroni, sparati a velocità che arrivano a quasi 3 mila km/s.

-Il sole non è nel suo grado di massima attività. Non lo sarà prima di altri sei anni e la probabilità di venire colpiti da una massa di fuoco non è poi così alta se alla terra non è mai successo in miliardi di anni. Siamo una pallina molto piccola, dovremmo essere terribilmente sfortunati. Io mi preoccuperei di più del fatto di dover vivere senza corrente elettrica per anni. - aggiunse Federica scettica.

-Niente comunicazioni, niente acqua ai piani alti, pompe elettriche tutte fuori uso. Niente elettrodomestici, niente frigoriferi. Nel giro di 24 ore la maggior parte del cibo che normalmente consumiamo non sarà più commestibile. Treni e metropolitane sono inutilizzabili. La benzina va estratta senza l'uso di pompe. Oleodotti e gasdotti in tilt. I satelliti sono già un ricordo. Niente gps, niente aerei. I reparti di rianimazione degli ospedali sono già tutti fuori uso. Le batterie di riserva quasi esaurite. I trasporti sono in tilt, i supermercati sono sotto saccheggio. Niente riscaldamento e aria condizionata, bancomat, semafori e industrie. I nostri soldi si sono già volatilizzati. Le assicuro che una palla di fuoco non è la mia paura più grossa. Se dovesse arrivare quella, la finiamo lì, possiamo tutti andare a casa, non c'è nulla da fare - aggiunse cinica Federica.

- Allora mi illumini, cosa la spaventa più  di quello che ha già enunciato? - aggiunse il direttore colpito.

- Qual è il gruppo che si occupa di radiazioni? - chiese Federica. Il direttore indicò un insieme di circa venti persone in fondo alla stanza.

-Ecco io se fossi in lei andrei là. - annunciò Federica finendo il panino.

-Se vuole andiamo insieme- propose il direttore. Le diede una mano ad alzarsi e si avvicinarono al gruppo in cui stavano discutendo animatamente.

Dapprima Federica sentì solo parte dei discorsi senza afferrarne il senso completo. C'erano molti studiosi in quel cappello, ma pochi di loro erano fisici. Forse Sebastian avrebbe potuto dare un aiuto fondamentale in un gruppo del genere. Era un vero peccato che non potesse parteciparvi. Uno di loro intervenne improvvisamente: - Stiamo parlando di radiazioni ionizzanti-

-Anche quella di una radiografia sono ionizzanti- protestava un altro.

-O quella di una bomba atomica- intervenne una ragazza in un attimo di silenzio. In sostanza non erano d'accordo su quanto forti sarebbero state. Il direttore intravedendo un po' di confusione attirò la loro attenzione.

-Non so se possiamo darvi una mano sottoponendovi un punto di vista diverso. Non ci interessa molto sapere ora quanto saranno forti, ci interessa dare uno spettro di possibilità. Come facciamo a capire quale sarà il loro grado, quando cominceranno? - aggiunse il direttore.

- Quello è facile, basta prendere un contatore Geiger e piazzarlo fuori dalla finestra- aggiunse la ragazza che prima aveva parlato dell'atomica.

-E questo ci piace. Potremmo consigliare a chi ne ha uno di tenerlo a portato di mano e a chi non lo ha di procurarsene uno. Qui al CERN immagino ne abbiamo molti...- disse Federica. Annuirono in tanti convinti.

-bene qualcuno deve andare a prenderli tutti- aggiunse il direttore.

-Dobbiamo dire chiaramente alla popolazione con quale percentuale di radiazione è consigliabile uscire e con quale no- aggiunse Federica.

-Questo lo possiamo fare senza problemi- aggiunse un altro ragazzo. Prese una lavagna e fece uno schema rappresentando i diversi gradi da radiazioni.

-Si dicono radiazioni ionizzanti quelle che superano la frequenza di 10 alla 15 Hz, sono esclusi per cui tutte le onde medie, lunghe, corte o microonde, i telefoni cellulari, le onde radio, le interferenze dovute al trasporto di corrente alternata. Il calore di un fuoco e anche le luci ad infrarossi o la normale luce visibile. Sono invece inclusi le radiazioni ultraviolette, i raggi x e i raggi gamma e tutte le sostanze liberate durante il decadimento radioattivo. - spiegò a Federica che si era avvicinata.

-Quindi saremo in questa gamma secondo voi tra i 10 alla 15 e i 10 alla 22? - chiese lei vedendo che aveva evidenziato una fascia. Lo scienziato annuì.

-Ma non riusciamo a restringerla- aggiunse la ragazza. Federica annuì.

-Facciamo solo il caso peggiore. Cosa causano nell'uomo radiazioni continuate nel tempo di questa portata, fingete per esempio che uno esca a sgranchirsi le gambe dopo la tempesta? - aggiunse poi.

-La passeggiata non mi sembra una grande idea- scosse la testa il ragazzo. Tutti risero a parte Federica.

-La gente questo non lo sa finché non viene detto loro e dobbiamo essere il più chiari possibile- lo rimbeccò severa. Il ragazzo annuì e tornò serio. Federica allora ripeté la sua domanda.

-Arrossamenti, bruciori, ustioni- iniziò la ragazza. L'intero gruppo era precipitò nel silenzio.

-Possibile perdita dei capelli, danneggiamento delle ossa, cataratte agli occhi con perdita della vista, sterilità sul lungo periodo- aggiunse un altro. Il ragazzo scriveva sulla lavagna e ogni voce Federica sbiancava. Nel frattempo, una parte del gruppo era di ritorno con un primo carico di contatori.

-La tiroide è spacciata se la frequenza supera il 10 alla 17- aggiunse uno dei nuovi arrivati dopo aver guardato la lavagna.

- Anche i reni collassano se stai su quelle soglie a lungo- aggiunse la ragazza.

-E se uno mangiasse cibo o  bevesse acqua contaminata dalle radiazioni? - chiese Federica.

-Possibili danni al fegato e a tutto l'apparato digerente, tumori...- rispose un altro scienziato.

- E se l'aria fosse contaminata? - aggiunse il direttore.

-Modificazioni del DNA- aggiunse alla lavagna il primo ricercatore.

-Ora capisco meglio cosa la preoccupava - aggiunse il direttore rivolto a Federica.

- Possiamo sopravvivere alla tempesta, forse non tutti, ma molti, questa è la mia speranza. Ma prima e dopo? Come facciamo con le radiazioni? Non possiamo costringere le persone nei bunker per sempre. Per necessità contingenti prima o poi dovremo uscire. Quando? Quale valore dobbiamo attendere? Ci sono dispositivi necessari per poter uscire in caso di assoluta necessità prima che la soglia scenda sotto quella delle radiazioni pericolose? Ecco questo è la risposta che voglio da questo gruppo. Il numero non mi interessa. Dovete pensare in maniera pratica e pragmatica. Abbiamo poco tempo! - ricordò Federica severa. Il direttore annuì. Gli scienziati sospirarono e abbassarono lo sguardo a terra.

-Da voi potrebbe dipendere la sopravvivenza del mondo oltre dieci anni da oggi. Avete 24 ore per sottoporci un primo protocollo di proposte che risponda alle domande della dottoressa Fantini. Sono sicuro che non ci deluderete. Quando lo scrivete, fatelo tenendo presente che quel protocollo lo spediremo a Bruxelles, al parlamento Europeo... - aggiunse il direttore con enfasi.

Aspettarono che si allontanassero e poi iniziarono a lavorare alacremente.

- Questa è la parte del mio lavoro che preferisco ancora- confessò il professore sorridendo. Alludeva alla strigliata di Federica al gruppo. Federica ricambiò il sorriso. Si avvicinarono ad un altro gruppo. Stavano parlando di fonti di energia alternative e rinnovabili. Federica non si intromise, lasciò parlare loro, lesse solo la lavagna.

-Mettere al sicuro i pannelli solari mi sembra un'ottima idea- aggiunse. Il direttore annuì.

-Quanti ne avete qui al campus? - chiese poi lei al direttore.

-Molti, vado a vedere chi li può smontare e dove possiamo stoccarli perché passino la tempesta, sempre che non siano già stati danneggiati- aggiunse scettico.

-Se non sono distrutti meglio tenerli comunque se non altro per i pezzi di ricambio- ricordò Federica. Il direttore concordò e partì di passo svelto.

Federica si avvicinò a Rachel. Stavano discutendo come modificare la gabbia per renderla più sicura. Questo era il gruppo per cui Federica aveva portato quel libro. Si fece largo tra loro e appoggiò il libro sul tavolo, quindi lasciò aperta l'immagine dell'uomo di Cro-Magnon, del Mammut e della tigre dai denti a sciabola tutti dentro la grotta. Rachel guardò l'immagine perplessa. Fece per girarsi a chiedere spiegazioni a Federica, ma se ne era già andata col suo elenco in mano. Quindi fissò l'immagine perplessa. Sfogliò il libro indietro di alcune pagine quindi richiamò l'attenzione del suo gruppo. Lanciò un sorriso a Federica e poi disse: - forse possiamo prendere esempio da chi è già sopravvissuto- mostrando a tutti la foto.










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