Sisifo

Perché trascinare la carne
in questo deserto di catrame?

Quando le passioni
sfrattano la coscienza,
abitandoti come demoni divoratori
convitati al banchetto di Mefisto
possedendo ogni tuo gesto,
soffiando le loro parole
attraverso la tua bocca,
trasformandoti nel fantoccio
di te stesso,
perché vivere?

Vecchio, stanco spaventapasseri.
Il cranio ristagnante di vermi,
il cuore di paglia che scricchiola
senza dire niente.
Il tuo solo essere
ripugna le cornacchie.

Ti pieghi, ricadi all'indietro
quando il sospiro della terra
spira passando come un'onda
di maremoto
in mezzo ai campi
e allora vedi lontano volare
gli aironi con ali di neve.
Perché guardi, se non t'importa?
Perché ride il tuo viso di stoffa
quando le ombre del sole lo scavano?

La palude di carogne putrescenti ancora ribolle
dietro ai tuoi occhi,
il petto rattoppato si gonfia ancora
come le tende sul davanzale,
s'alzano in marosi discordi
le piume al cielo
piovigginante di stelle.

Tanto movimento
per nulla.

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